Superiority complex of a hero

Canon - S07

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    Superiority Complex of a Hero

    Autore: Buffy09

    Raiting: PG14 (per adesso)

    Genere: Canon

    Timeline: Fine 7 serie Btvs (probabilmente con qualche modifica)

    Pairing: B/A

    Summary: La battaglia finale contro il Primo è ormai vicina, ma a casa Summers regna un'atmosfera tesa e la Scooby Gang sembra definitvamente appartenere al passato. Buffy lotta contro il suo orgoglio e il complesso di superiorità che le è stato siagnosticato, riuscirà Angel a farle capire che è semplicemente una donna straordinaria?


    Prologo

    - Dicembre 2002 -

    A volte anche per una cacciatrice la cosa migliore da fare è scappare.
    Buffy lo aveva imparato in quei lunghi 8 anni e sicuramente non aveva intenzione di non seguire il suo istinto in quella precisa occasione.
    Il suo primo incontro con quello che aveva poi scoperto essere un Turok-Han, il vampiro primordiale da cui discendevano i moderni vampiri, non era andato nei migliore dei modi. Aveva scoperto sulla propria pelle che erano incredibilmente forti e resistenti all'arma convenzionale: il paletto. Dopo aver provato a combatterlo come avrebbe fatto con qualsiasi altro demone che avesse avuto la sfortuna di sbarrarle la strada, si era resa conto di non essere pronta ad uno scontro con quella creatura particolare della quale ancora non sapeva nulla. Era riuscita fortunatamente a risalire lungo le pareti della cava dove era scesa in cerca di indizi per comprendere meglio il Primo Male ed era riuscita a scamparla. Questa volta non avrebbe commesso lo stesso errore.
    Era uscita in cerca di una SIT che doveva unirsi al loro gruppo, solo per trovare la ragazzina riversa a terra senza vita. Nel prendersi un momento per contemplare quella perdita non si era resa conto che un Turok-Han era proprio dietro di lei. Aveva sferrato alcuni colpi sapendo bene che erano purtroppo inutili se non per creare un diversivo che le avrebbe liberato la via di fuga al momento bloccata dal demone. Con le costole probabilmente già rotte per l'unico colpo inferto dall'ubervamp batté in ritirata cercando di evitare quello scontro dove sapeva che non avrebbe avuto la meglio. Si ritrovò in un cantiere edile e la sua mente iniziò ad analizzare ciò che la circondava in cerca di oggetti da poter usare contro il demone che continuava ad inseguirla. Non appena fu a portata di tiro lo colpì con un tubo d'acciaio e combattendo al meglio quell'essere, ignorando il dolore al costato almeno fino a che il suo avversario non la colpì nuovamente nello stesso punto indebolendola ulteriormente. Non si sentiva tanto indifesa da quando il Concilio l'aveva drogata rendendola una comune ragazzina di 18 anni. Sapeva che aveva di fronte quello che comunque restava un vampiro, ma i paletti non erano di alcuna utilità, l'acqua santa escoriava loro solo leggermente la pelle e Buffy non aveva nulla di più efficiente da utilizzare contro di lui, solo un tubo con il quale poteva colpirlo, ma non ucciderlo. Si sentiva inutile e iniziava ad avere paura, una sensazione troppo pericolosa per una cacciatrice. Il Turok-Han continuava a colpirla senza tregua e a scagliarla da una parte all'altra del cantiere come se fosse un sassolino. Cogliendo una fortuita situazione fece cadere dal soffitto dei tubi legati insieme e riprese a scappare zoppicante cercando di arrivare il più lontano possibile mentre il demone era probabilmente privo di sensi. Si bloccò dopo soli pochi passi nel sentire il rumore metallico dei tubi che venivano spostati per lasciare uscire il Turok-Han che non era rimasto minimamente scalfito dal colpo. Ormai in preda al terrore Buffy non ci pensò due volte e riprese la sua lenta fuga verso la salvezza. Le sue pessime condizioni, però, non le permisero di arrivare lontano e si sentì afferrare da dietro per poi essere spinta prima verso un blocco di cemento, poi a terra dove il demone le sferrò un calcio in volto e, quando ormai non aveva più forze, si sentì afferrare di nuovo per poi essere scagliata con forza inimmaginabile verso una parete ancora in costruzione. Infine vi fu solo rumore, blocchi di cemento e pannelli d'acciaio che le cadevano addosso.



    Edited by SilviaLivre - 10/8/2014, 22:17
     
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  2. SilviaLivre
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    Oddio povera Buffy. In effetti nel tf prima parlano di questi vampiri come invincibili e poco dopo Buffy li riduce in polvere con poco fatica...
    Ora capisco anche il titolo... molto particolare e originale... Scritta benissimo come sempre.

    Non voglio anticipazioni, ma davvero ... spero che sia Angel a salvarla da quell'essere...
    La cosa bella delle ff e che nonostante tutto sai leggendo che *loro* si ritroveranno ... ci saranno.

    Ho aumentato la grandezza a 3 perchè così leggiamo meglio le ff! Almeno a me piace che le ff siano scritte belle in grande... ehehhe Grazie Sonia
     
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  3. sassy09
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    Anche a me piacciono le ff proprio perché so già che il finale, qualunque esso sia, sarà di mio gradimento perché sarà Bangel.

    Per la grandezza dei caratteri sono d'accordo con te, anche perché come ben sai sono cieca come una talpa quindi aumentare la dimensione mi aiuta molto :)

    Vado a postare il primo capitolo come ti avevo promesso per email.

    Capitolo 1
    Fall of a Hero

    - Aprile 2003 -

    La decisione era stata pressoché unanime, ma Buffy aveva lottato contro quella ribellione cercando di farli ragione, di fargli comprendere l'importanza di qualsiasi cosa si nascondesse alla vigna. Quando Dawn stessa si era alzata e l'aveva informata che non poteva più restare, però, Buffy aveva capito che non c'era davvero nulla che potesse fare se non accettare la loro decisione.
    Razionalmente li capiva e si rendeva conto di essere stata un po' dura con tutti loro in quegli ultimi mesi, ma la battaglia che dovevano combattere era troppo importante e pericolosa al punto che non potevano permettersi nessuna tregua e nessuno svago. Riusciva a capire Willow che avrebbe voluto appoggiarla, ma che allo stesso tempo la pensava come gli altri e aveva avuto timore ad affrontarla da sola. Poteva capire Faith che non aveva sicuramente chiesto un capovolgimento della situazione, ma che sicuramente si stava godendo il suo momento di gloria tanto atteso. Non riusciva però a giustificare Dawn e Giles che considerava la sua famiglia e che non avevano avuto l'accortezza di prenderla in disparte per comunicarle quelle loro preoccupazioni. A dir la verità sarebbe stato meglio se quella riunione avesse avuto luogo solo tra loro della vecchia gang, piuttosto che di fronte a tutte quelle ragazzine che erano guidate solo dal loro terrore per il destino che era toccato loro. Kennedy era in cerca di sangue, in particolare del suo sangue. Le ricordava molto una giovane Faith e sperava davvero che non intraprendesse la sua stessa strada dato che già la idolatrava più del necessario. Kennedy era agguerrita ed era stata una delle prime SIT ad accettare di essere stata prescelta e a godersi quell'avventura, ma il fuoco che le dava l'energia e la carica era pericoloso e Buffy si era trovata più volte a scontrarsi con lei, sotto lo sguardo preoccupato di Willow che non voleva vedere la sua migliore amica e la sua ragazza litigare in continuazione.
    Rona era anche più agguerrita di Kennedy, ma si differenziava da quest'ultima per la poca convinzione che aveva di trovarsi esattamente dove doveva essere. Faceva del suo meglio, ma non riusciva ad accettare il destino che la vita le aveva riservato. Buffy era però convinta che solo una manciata di loro sarebbe davvero rimasta a combattere se solo avessero avuto tutte una scelta in merito.
    Amanda sarebbe stata una di queste e Buffy era molto orgogliosa di quella ragazza fin troppo alta che aveva stretto amicizia con Dawn prima ancora di sapere che era una SIT. Amanda era la giusta combinazione tra coraggio e umiltà e Buffy sapeva che aveva le potenzialità per diventare un'ottima cacciatrice, se solo ci fosse stato il tempo per addestrarla meglio. Se solo avesse avuto più tempo per addestrarle tutte meglio.
    Comunque adesso non aveva più importanza, le SIT e la Scooby Gang avevano preso la loro decisione e lei non faceva più parte dei loro piani. Il problema era che il suo senso del dovere non le permetteva di andare lontano e dopo molto vagare per le strade di Sunnydale, che si andavano rapidamente svuotando mentre gli abitanti della cittadina sulla Bocca dell'Inferno finalmente si decidevano a lasciarla capendo anche loro che stava per succedere qualcosa di grave, si ritrovò ad occupare una casa poco lontano da Revello Drive.
    Era stato Spike a trovarla, sdraiata sul copriletto color angora a riflettere su quello che pensavano di lei le persone con le quali aveva condiviso un tetto fino a qualche minuto prima. L'entusiasmo del vampiro e l'appoggio che le aveva dimostrato non appena aveva messo piede in quella casa ormai abbandonata l'avevano colpita davvero, ma c'era ben poco che potesse dirle o fare per convincerla che doveva lottare per riprendersi quello che le spettava. “No?” le chiese incredulo il vampiro muovendosi avanti e indietro con agitazione davanti al letto dove lei sedeva pronta ad ascoltarlo, ma certa che non le avrebbe fatto cambiare idea “Intendi no, non adesso ma prima o poi?” la sua convinzione le fece perdere momentaneamente la pazienza “Hai davvero dei problemi con quella parola, vero?” “Puoi riprendertele?” “Posso, forse. Dovrei?” fece una pausa e poi si lasciò andare ad un sospiro e con voce strozzata ammise “Sono così stanca” “Hanno bisogno di te” le ricordò Spike. Buffy non riusciva ad immaginare che casa Summers fosse già il caos che Spike tentava di descriverle a soli pochi minuti dal suo forzato esilio. Apprezzò comunque la sua spassionata offerta di uccidere Faith e di farlo sembrare un incidente doloroso. Era stato quello il momento in cui lo aveva sentito di nuovo vicino come un tempo e si era lasciata andare, dando voce a tutto quello che l'aveva preoccupata in quei mesi in cui aveva fatto da leader a quelle ragazze dal futuro incerto. Aveva confessato al suo ex amante di come aveva tentato di tenersi a distanza da loro per evitare di soffrire quando, inevitabilmente, una di loro sarebbe morta per mano di uno dei loro numerosi nemici. Il suo tenersi a distanza aveva probabilmente alimentato il clima di freddezza e di sfiducia che aveva portato tutte loro a chiedere un suo forzato allontanamento. Il paragone che fece tra questo suo mantenere le distanze con le SIT e quello che aveva inavvertitamente fatto al vampiro che le stava dimostrando tutto il suo appoggio in quel momento, fece infuriare Spike che decise che era arrivato il momento di dire la sua. “Ascoltami, sono stato vivo molto più di te e morto ancora più a lungo. Ho visto cose che non potresti immaginare e fatto cose che preferirei non immaginassi. Non passo certo per una persona riflessiva, seguo il mio sangue...che non scorre esattamente in direzione del mio cervello...così faccio un sacco di errori, una marea di scelte sbagliate e questo da più di 100 anni, ma c'è una cosa di cui sono sempre stato sicuro: tu” sollevò una mano tentano di prenderle il volto tra le mani, ma l'istinto la portò ad allontanarsi ancora restia al contatto fisico con quel vampiro di cui si era fidata e che l'aveva ricambiata tentando di stuprarla in un momento di vulnerabilità. Il discorso che stava pronunciando era bellissimo e la aiutava molto sentirlo parlare così, ma questo non cambiava la loro posizione precaria. Spike, però, non sembrò risentito dalla sua reticenza e proseguì “Ehi, guardami” la invitò gentilmente a riportare l'attenzione su di lui “Io non voglio niente. Quando dico che ti amo non è perché ti voglio o perché non posso averti. Non ha a che fare con me. Io amo quello che sei, quello che fai, come t'impegni. Ho visto la tua gentilezza e la tua forza, ho visto il meglio e anche il peggio di te e capisco con estrema chiarezza quello che sei. Sei una donna fantastica. Sei unica, Buffy” Non voleva essere l'unica e glielo disse.
    Non voleva essere l'unica per il mondo e non voleva essere l'unica per lui, sapendo bene che non avrebbe mai potuto ricambiare alla stessa maniera. Al vampiro non sembrava dispiacere. Sembrava aver finalmente accettato la loro relazione come platonica e, anzi, sembrava contento di aver potuto utilizzare ciò che provava per lei in modo positivo. L'aveva aiutata a capire che tutto quello che faceva come cacciatrice e come donna era importante. Lei e Spike erano molto simili sotto questo punto di vista, entrambi avevano delle personalità formate dalle più sfrenate sfaccettature di grigio, anche lei aveva visto il peggio e il meglio del vampiro che le sedeva davanti e lo accettava per quello che era. Un'anima che aveva lottato, perso, amato e vinto e alla quale le esperienze della vita avevano insegnato che non esiste un modo giusto di fare le cose, ma solo impegno e speranza.
    Senza alcuna ragione apparente si fece strada nella sua mente il risultato della sessione di analisi non convenzionale che aveva avuto luogo qualche mese prima nel Restfield Cemetery. Holden Webster, Webs, suo vecchio compagno di classe e neo-laureato in psicologia, le aveva offerto un'analisi gratuita di quella che era la sua personalità finendo per attribuirle un complesso di superiorità legato al suo essere cacciatrice. Il ragazzo le aveva diagnosticato un complesso di superiorità al quale compensava con un complesso di inferiorità che la allontanava da tutto e da tutti. Lei sapeva di essere superiore dei suoi amici per via della sua condizione di cacciatrice e per tutte le esperienze che questo suo destino l'aveva portata a fare. Persino Willow e Xander, che le erano stati affianco per la maggior parte del tempo, non potevano capire cosa provava e questo pensarsi migliore di loro le faceva venire i sensi di colpa per via della sua innata umiltà. Era quello il momento in cui il suo complesso di inferiorità si faceva sentire e si ritrovava a punire se stessa mantenendo le distanze da loro, non sentendosi alla loro altezza, o allacciando relazioni pericolose come quella con Spike per punire se stessa. Il discorso del vampiro e la consapevolezza che quei due complessi le stavano complicando ulteriormente la vita, però, la convinsero che c'era un complesso di troppo e un fondo di verità nell'altro. Soffriva sicuramente di un complesso di superiorità, ma era anche effettivamente superiore quando si parlava di forza fisica ed abilità nella caccia, sicuramente quel complesso non si estendeva ad una superiorità morale, quindi perché sentirsi in colpa per delle abilità che era stata prescelta per avere? Anche Faith era stata prescelta, quindi non doveva sentirti superiore a lei, ma le cose non stavano esattamente così. Si sentiva superiore alla bruna anche più che in circostanze normali dato che ad entrambe era stato fatto questo dono, le la si voleva guardare da un lato positivo, ma l'altra non ne aveva fatto un buon uso. Buffy era al momento la cacciatrice attiva più longeva e con più esperienza e ne andava fiera. Faith era stata attivata poco dopo di lei, ma aveva fatto il suo dovere di cacciatrice per poco tempo prima di decidere che lavorare per il nemico dava più soddisfazioni. Quindi, si, Buffy era la migliore cacciatrice in circolazione e non aveva nulla di cui vergognarsi per averlo pensato. Aveva iniziato a 15 anni spaventata e incerta di quei nuovi poteri ed era arrivata a 21 anni consapevole delle meraviglie che sapeva compiere il suo corpo e agile nella caccia al punto che un giro di pattuglia le sembrava più una tranquilla passeggiata per le vie di Sunnydale. Sapeva analizzare le situazioni di pericolo nel migliore dei modi e sapeva leggere nella mente dei suoi nemici cogliendo anche le più piccole sfumature. Era stata proprio questa sua abilità acquisita con il tempo che le aveva fatto capire che nella vigna Caleb nascondeva qualcosa di importante ed era giunto il momento che lei andasse a vedere di cosa si trattava. Sarebbe andata da sola, com'era giusto che fosse, e sapeva che sarebbe tornata vittoriosa come sempre. Se erano quelli gli effetti del suo complesso di superiorità allora era ben accetto, pensò Buffy rivolgendo un sorriso pieno di sicurezza al vampiro biondo che l'aveva osservata mentre prendeva la sua decisione. “Staranno organizzando qualcosa” iniziò a dire alzandosi in piedi e indossando la giacca pronta all'azione “Torna a casa e ascolta qual è il loro piano, potrebbe essere un disastro e avranno bisogno del tuo aiuto” “Sarà sicuramente un disastro” sbottò Spike non controllandosi nel fare commenti come invece aveva fatto lei. Evidentemente doveva lavorare meglio su quel complesso di inferiorità e sulla sua umiltà, in fin dei conti era inutile usare il condizionale se nel profondo era convinta che sarebbe stato un disastro tanto quanto lo era Spike.

    Era il regalo perfetto per una cacciatrice, anche più del lanciarazzi che Xander le aveva procurato per il suo diciassettesimo compleanno per sconfiggere il Giudice.
    Le linee perfette della lama, il colore rosso sangue che la caratterizzava e il paletto perfettamente affilato in fondo all'impugnatura che si adattava perfettamente alle sue mani.
    Caleb nascondeva effettivamente qualcosa nella vigna e insieme ai Portatori, sotto ordine del Primo, stava tentando di estrarla dalla roccia in cui era incastonata. Buffy non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine dell'espressione esterrefatta del prete quando lei l'aveva tirata fuori senza il minimo sforzo. La falce era senza alcun dubbio destinata a lei, o meglio alla cacciatrice ma visto che al momento era lei quella attiva era quasi naturale definirla sua.
    Faith stava esaminando l'arma e con gli occhi chiusi assaporava il potere che emanava così come aveva fatto Buffy non appena l'aveva afferrata. Al momento Faith era costretta a letto a riposo dopo il fiasco della sua missione con le SIT, che le aveva portate dritte dritte nella trappola di Caleb dove era stata posizionata una bomba che aveva fatto molte vittime quando era inevitabilmente esplosa. Al momento tutti erano in fibrillazione per cercare di curare le ferite più o meno gravi delle SIT sopravvissute. Buffy era corsa a soccorrerle nelle fognature di Sunnydale dove Caleb aveva piazzato la trappola per loro non appena il Primo le aveva fatto capire che i suoi amici erano nei guai. Era stata la prima volta che aveva usato la Falce contro i Turok-Han e non aveva mai provato un'emozione simile nei suoi 8 anni come cacciatrice. Quell'arma era come se fosse stata creata appositamente per uccidere quegli essere primordiali e Buffy adorava usarla mettendo in pratica tutte le sue tecniche migliori. Vederla tra le mani di Faith le stringeva il cuore, avrebbe voluto riprendersela, ma la parte razionale di sé sapeva che quell'arma apparteneva a tutte le cacciatrici e che doveva essere condivisa. “Lo senti anche tu, vero?” le chiese con il cuore che batteva forte nel vedere Faith provare la sua stessa sensazione “Dannazione...è forte” fu il commento dell'altra “Lo so” “E' vecchia. E' forte e sembra...mia” concluse riaprendo gli occhi e notando l'espressione quasi di sfida che Buffy le stava lanciando “Penso che significhi che è tua” disse gettandola sul bordo del letto riconsegnandogliela, ma Buffy trattenne l'istinto che le gridava di afferrare l'arma e non lasciarla andare mai più e la lasciò adagiata sulle lenzuola “Appartiene alla cacciatrice” le spiegò mantenendo un atteggiamento altruista “La cacciatrice in carica, cioè, penso tu” continuò ad insistere Faith sapendo bene di non poter essere considerata una cacciatrice in carica nonostante il ruolo di leader che le era stato appuntato “Onestamente non lo so. Importa?” le chiese cercando di capire finalmente quale fosse la posizione della ragazza riguardo tutta quella situazione. Non voleva giudicarla male come faceva sempre solo a causa dei loro trascorsi burrascosi. Faith scrollò le spalle e scosse la testa con il suo fare di ragazza di strada, ma prima che potesse proferire parola gli altri presenti decisero di spezzare quel momento tra cacciatrici.
    “Certo che ha importanza! E' un'arma potente e probabilmente importante per la battaglia che ci aspetta” commentò Kennedy facendo un passo verso il letto, come spinta dalla voglia di afferrare lei stessa l'arma per vedere se aveva lo stesso effetto su di lei.
    Quando Buffy era rientrata in casa con le SIT sopravvissute aveva raccontato ai suoi amici come aveva trovato la Falce, a quel punto molte SIT si erano scusate con lei per il modo in cui l'avevano trattata, molte avevano detto chiaramente che avevano fatto male a fidarsi di Faith che le aveva condotte verso morte certa e che erano riuscite a salvarsi per miracolo. Buffy non era riuscita a convincerle che Faith non aveva fatto nulla di sbagliato e che sarebbe potuto capitare a chiunque, persino a lei. Amanda, addirittura, era convinta che erano state punite e nessuno riusciva a farle cambiare idea al punto che aveva finito per convincere lei altre ragazze del contrario.
    Nonostante il rammarico generale per come erano andate le cose, restava la convinzione che Buffy non era adatta ad una posizione di potere, ma solo come loro alleata. Questo fu palese per la ragazza quando le discussioni per assegnare la proprietaria della Falce ebbe inizio.
    “Sono d'accordo” mormorò Giles iniziando a pulirsi gli occhiali nel suo solito gesto. Buffy lo guardò corrugando la fronte e ripensando a tutte le le volte che in passato quel gesto aveva rappresentato l'appoggio incondizionato del suo ex osservatore, che adesso sembrava non poter neanche considerare più una figura paterna. Lo sguardo di quasi continua disapprovazione che lo caratterizzava confondeva immensamente Buffy, ma seguendo la sua nuova politica mise da parte tutti i suoi complessi, compreso quello di superiorità che la incitava a prendere la Falce e minacciare chiunque tentasse di separarle, e decise di lasciar decidere a loro senza intromettersi. “Dovremmo votare” propose la sempre diplomatica Willow guardando quasi timorosa Kennedy che la guardava come se avesse due teste “Abbiamo già votato, sappiamo chi è il nostro leader e a lei spetta l'arma che potrebbe distruggere il Primo” nessuno la corresse specificando che era tecnicamente impossibile sconfiggere il Primo con la Falce dato che era incorporeo, e Buffy evitò di essere lei a farlo. “Faith terrà la Falce e noi impareremo ad usarla in caso ne avessimo bisogno” propose Rona guardando Kennedy che annuiva contenta della decisione presa. Gli occhi di Willow e Giles si posarono su di lei come in attesa di una sua lamentela o ribellione, ma Buffy annuì “Per me va bene” assentì sotto i loro sguardi sgomenti.
    Nessuno pensò minimamente ad accennare al fatto che era stata Buffy a trovare l'arma e le spettava di diritto anche solo per quel semplice particolare.



    Edited by SilviaLivre - 1/9/2013, 16:43
     
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  4. SilviaLivre
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    CITAZIONE
    Quindi, si, Buffy era la migliore cacciatrice in circolazione e non aveva nulla di cui vergognarsi per averlo pensato.

    Eccola la più prolifica delle bangels... je t'adore.
    urca... ho già detto quanto detesto la scoobygang quando si comportano come fossero loro gli eroi....
    sveglia... è buffy quella che vi salva sempre il c**o. ^^ ehheh ehehhe
    hai svegliato la bestia che è in me.... detesto quando trattano Buffy male...
    bella bella. scritta benissimo, anche nelle parti del telefilm, sembrava di vedere le scene del tf in parole... bravissima.

    continua...
     
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  5. sassy09
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    Capitolo 2
    Once a Hero


    - Maggio 2003 -

    I rumori incessanti provenienti dal piano di sopra la svegliarono prima del suono della sveglia, ma Buffy ormai ci aveva fatto l'abitudine. Rigirandosi come meglio poteva sulla branda del seminterrato posò lo sguardo sul suo compagno di camerata. Spike dormiva nella sua solita posizione supina con un braccio sollevato sopra la testa e l'altro posato sui suoi addominali scolpiti e in bella vista. L'abitudine del vampiro di dormire senza maglietta metteva Buffy in imbarazzo, ma si accontentava sapendo che se fosse stato nella sua cripta avrebbe dormito completamente nudo. Era stato un mese difficile quello appena trascorso. Le vicende successive al disastro alla vigna avevano ribaltato la situazione in casa Summers dove adesso Faith regnava sovrana. A lei era stato concesso di rientrare in quella che, tecnicamente, era casa sua solo dopo che aveva salvato le SIT e Faith dagli ubervamp usando l'ascia che aveva preso alla vigna dove, come pensava, Caleb l'aveva nascosta sperando che nessuna cacciatrice riuscisse mai ad impossessarsene. Buffy aveva accettato sapendo che solo unendo le forze in un fronte comune sarebbe stato possibile sconfiggere il Primo. Non si era, dunque, lamentata quando le avevano detto che la sua stanza ormai era occupata da Faith e che poteva stare nel seminterrato con Spike. E non aveva battuto ciglio quando le avevano comunicato che, essendo la cacciatrice bruna a capo di tutte loro, l'ascia doveva passare a lei. Buffy aveva consegnato l'arma accettando la decisione del gruppo ed era scesa nel seminterrato contenta almeno del fatto che non avrebbe dovuto più gestire quelle ragazzine insopportabili, inesperte ed egoiste. Non ricordava di essere stata tanto restia ad accettare il proprio destino di cacciatrice quando era toccato a lei. Certo, si era ribellata di tanto in tanto desiderosa di una vita normale che non avrebbe mai avuto, ma alla fine aveva sempre preso in mano le armi e affrontato il pericolo orgogliosa di ciò che faceva. L'unica volta che aveva davvero mollato era stata quando il suo dovere di cacciatrice l'aveva costretta a uccidere l'unico uomo che aveva mai davvero amato, ma anche in quella occasione non era riuscita a reprimere ciò che era tanto a lungo.
    La cacciatrice dentro di lei voleva proteggere ed istruire quelle ragazzine al meglio perché sapeva che non sarebbe stata una battaglia semplice quella che gli veniva chiesta di combattere. Buffy aveva dunque trattenuto quella parte di lei che invece la implorava di cacciare di casa quelle adolescenti rumorose e di organizzare la battaglia con la Scooby Gang come avevano sempre fatto. Aveva continuato ad addestrarle, ad infondere loro coraggio e a dispensare perle di saggezza che lei stessa aveva acquisito nei suoi anni da cacciatrice. Aveva cercato di fare il possibile per rendere il passaggio da semplice adolescente a cacciatrice il meno traumatico possibile, al contrario di come era successo a lei. Aveva sperato di insegnar loro tutto il necessario per far si che le perdite fossero minime. Il senso di colpa per ogni SIT che si trasformava in una vittima stava diventando insopportabile. Per questo motivo le erano bastati pochi giorni per rassegnarsi all'idea che non era più lei la cacciatrice in carica, ma Faith. Adesso tutto quel senso di colpa e le preoccupazioni erano affar suo. Stava invece impiegando più tempo per metabolizzare il comportamento dei suoi amici e di sua sorella. Avevano ascoltato le lamentele delle SIT finendo per appoggiare, se non addirittura proporre loro stessi, la decisione di cacciarla dalla sua casa. Gli amici con cui era cresciuta e maturata in tutti quegli anni e con il cui prezioso contributo aveva salvato il mondo più volte di quante potesse ricordare, le avevano consigliato di prendersi una pausa. Come se si potesse prendere una pausa dall'essere cacciatrice? E loro lo sapevano bene date le infine volte che il suo destino di cacciatrice aveva interferito nei loro piani per la serata. Il passato che avevano condiviso non gli permetteva di lasciarsi alle spalle il loro comportamento, si sentiva ferita e tradita dalle persone alle quali fino ad un mese prima avrebbe affidato la sua stessa vita. Xander era sempre stato leggermente scontroso quando le cose non andavano come voleva lui, quindi non era rimasta molto sconvolta da lui. Per Willow e Dawn invece non aveva parole. L'unica cosa che gli veniva in mente quando pensava a loro era il volto di Tara segnato dal disappunto. Buffy sapeva che la ragazza non avrebbe affatto approvato la decisione di cacciarla di casa, così come sapeva che alcune SIT, tra cui l'amica di Dawn, Amanda, e persone come Andrew non erano stati completamente d'accordo.
    In ogni caso tutte quelle riflessioni non avevano importanza ormai, i suoi amici l'avevano effettivamente cacciata di casa per poi riaccoglierla alle loro condizioni alle quali lei al momento si adeguava in attesa della fine della battaglia. Non pensava molto a quale sarebbe stato il suo futuro dopo aver sconfitto il Primo perché non sapeva se quella era una lotta dalla quale sarebbe uscita viva, ma di sicuro l'avrebbe affrontato come aveva sempre fatto: con coraggio.
    “Finiscila” arrivò all'improvviso il mormorio del suo compagno di stanza. Buffy non aveva bisogno di chiedergli a cosa si stesse riferendo e Spike non si aspettava una risposta, le aveva detto infinite volte di non pensare più a tutta quella storia e di concentrarsi sul Primo e su tutto quello che c'era ancora da fare per sconfiggerlo. Quindi, ogni volta che la trovava seduta al buio a rimuginare le diceva di smetterla.
    Spike era, inspiegabilmente, tornato ad essere la sua spalla destra anche se questa volta eseguiva i suoi compiti ad una distanza di sicurezza. Dopo il tentato stupro e il successivo ritorno del vampiro dopo il periodo sabbatico che si era preso per ritrovare il controllo di sé, tra di loro i rapporti erano stati tesi al punto che Buffy non riusciva a stare nella stessa stanza con lui o a guardarlo negli occhi. Con il passare del tempo Spike le aveva provato che, come sempre, era dalla sua parte e che avrebbe fatto di tutto per lei. Solo per quella dimostrazione di fedeltà incondizionata Buffy aveva iniziato a fare uno sforzo aprendosi di nuovo a lui, ma accertandosi di mantenere le dovute distanze questa volta per evitare malintesi di qualsiasi genere. Quando i suoi amici l'avevano informata che poteva rientrare a Revello Drive, ma che avrebbe dormito nel seminterrato la prima cosa a cui aveva pensato con timore era stato che si sarebbe trovata in uno spazio ristretto che avrebbe dovuto condividere con il vampiro che aveva tentato di stuprarla. Decisa a non lamentarsi di nessuna delle decisioni del nuovo comitato che dettava legge in quella che un tempo era stata casa Summers, Buffy aveva accettato senza commentare e, doveva ammettere, che condividere i suoi spazi con Spike era stato un bene. Costretta ad interagire con il vampiro più spesso di quanto stava facendo l'aveva aiutata a ritrovare il vecchio cameratismo con lui e le aveva fatto apprezzare sempre più il fatto che, in qualsiasi situazione e nonostante tutto, Spike restava dalla sua parte.
    “Vado a fare la fila di sopra” rispose Buffy con un mezzo sorriso, apprezzando il rimprovero del vampiro sapendo che lo faceva pensando solo a cos'era meglio per lei. Si alzò dal letto gettando via le coperte e iniziando a raccogliere da terra i panni da indossare. Non avendo un armadio tutti i suoi possedimenti erano sparsi in piccoli mucchi in un angolo, ma l'arredamento spartano non le dispiaceva. Quello che invece le dispiaceva era fare la fila al piano di sopra per usare il bagno la mattina, ma con tutte le SIT che affollavano la casa era quasi inevitabile. La differenza era che Buffy non aveva mai dovuto fare la fila prima, ogni volta che chiedeva il bagno le veniva concesso perché era il capo a quanto pare. Buffy aveva pensato che fosse perché la casa era la sua, mentre gli altri erano solo ospiti, invece, dopo il cambio della guardia, aveva scoperto che adesso era considerata come una SIT e doveva fare la fila come loro.
    Ogni mattina si alzava e si univa alle orde di ragazzine che affollavano il corridoio all'ultimo piano in attesa del suo turno e ogni mattina vedeva il mare di SIT aprirsi come le acque del Mar Rosso al comando di Mosè non appena Faith usciva da quella che era stata un tempo la camera di Buffy. “Buongiorno, B” la salutava quando le passava accanto nel corridoio e Buffy ricambiava con un sorriso sperando che fosse il più cordiale possibile, ma con l'odio e il risentimento che le scorreva nelle vene. Alcune mattine, pur di non subire quell'umiliazione, entrava di soppiatto nella casa dei vicini, che sapeva essere scappati dalla città così come quasi tutto il resto della popolazione di Sunnydale, e approfittava della loro inconsapevole ospitalità. L'unico motivo per cui non ci dormiva anche era il timore che qualcuno potesse andare a cercarla nel seminterrato per un'emergenza. Era il solito senso del dovere che non le permetteva di pensare un po' a se stessa. Si accontentava comunque di qualche ora trascorsa in solitudine in una casa che, pur non essendo la sua, le donava più tranquillità e serenità casalinga di quella che lo era a tutti gli effetti.
    Quella mattina arrivò in cima alla scalinata del primo piano e vide Rona e Molly davanti alla porta del bagno. Pensando di non dover fare poi molta fila nonostante tutto si avvicinò con un sorriso dando il buongiorno ad entrambe. Un'altra cosa che non sopportava erano le occhiate di ben ti sta e a volte persino di disprezzo che riceveva da quelle ragazze alle quali aveva cercato di insegnare tutto quello che sapeva e che aveva considerato una parte di sé, sorelle cacciatrici. L'occhiata che Rona le riservò in quel momento fu proprio una di quelle e Buffy dovette contare fino a dieci per evitare di colpirla in volto con un pugno per toglierle quell'espressione soddisfatta dalla faccia. “Ci sono altre ragazze prima di te, sono andate a prendere altre asciugamani” 'Asciugamani che lavate nella mia lavatrice, usufruendo della luce che pago io?' avrebbe voluto dar voce a quei pensieri che le ronzavano in testa, invece rispose “Non c'è problema, fate pure. Torno più tardi” con un cenno della mano si voltò e rifece le scale raggiungendo di nuovo il seminterrato. “Già fatto?” chiese Spike sempre sdraiato a terra dove cercava di riposare nonostante il via vai che c'era in casa “No, vado dai vicini” rispose Buffy indossando rapidamente dei vestiti e le scarpe. “Buon per te” ribatté Spike mettendosi seduto sul materassino che gli avevano concesso quando gli avevano annunciato che Buffy avrebbe condiviso la stanza con lui “Dovresti farlo tutti i giorni invece di provare ad andare di sopra e vedere quelle smorfiose. Tanto i vicini non torneranno per adesso con quello che sta succedendo in città” “Hai ragione” concordò Buffy indossando il secondo stivale e pronta per uscire “Credo proprio che seguirò il tuo consiglio d'ora in poi” con un sorriso deciso risalì la scalinata e uscì dalla porta sul retro lasciandosi le urla e gli schiamazzi di casa Summers alle spalle.
     
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  6. SilviaLivre
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    Povera Buffy...
    Non vedo che faccia vedere di che pasta è fatta a quelle SIT e ai suoi "amici"...
     
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  7. sassy09
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    Hero's Lover

    - Maggio 2003 -

    Ancora quell'incessante fitta al petto. Se non fosse stato un vampiro avrebbe iniziato seriamente a preoccuparsi per la sua salute dato che era la seconda volta che gli capitava in quegli ultimi mesi.
    Ricordava ancora chiaramente la prima volta che una fitta tremenda lo aveva colpito al petto, perché era in pieno combattimento e aveva seriamente rischiato di rimetterci la pelle una volta per tutte. Il demone di fronte a lui aveva approfittato subito della sua debolezza sferrandogli un colpo sulla parte dolorante. Angel si era accasciato al suolo e aveva osservato il suo nemico allontanarsi in una rapida ritirata ringraziando la sua buona stella. Per fortuna quel demone non era un cuor di leone, altrimenti Angel sarebbe stato davvero nei guai visto che il dolore era diminuito solo dopo quelle che erano sembrate ore, costringendolo a terra. Solo quando era diventato sopportabile era riuscito a mettersi in piedi e si era trascinato fino alla sua auto. Soltanto in tarda serata era finalmente scomparso e ad Angel era rimasto il dubbio su cosa potesse essere stato, ma non sembravano esserci state conseguenze nei giorni successivi quindi aveva archiviato l'accaduto come non significante. Adesso però quel dolore tornava a farsi sentire e questa volta aveva tutte le intenzioni di scoprire di cosa si trattasse.
    Sospirando si mise più comodo sull'enorme sedia in pelle che il portafogli di Wolfram&Hart gli aveva gentilmente concesso. Fece dei respiri profondi, sebbene normalmente non ne aveva bisogno, cercando di allontanare quella spiacevole sensazione, ma nulla sembrava giovargli. Inclinò lo schienale e si sdraiò all'indietro, chiudendo gli occhi e concentrandosi su ogni molecola del suo corpo in cerca di risposte, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse quel malore incessante.
    La porta del suo ufficio si spalancò e Gunn entrò con il suo nuovo portamento e l'eleganza dei suoi abiti, anch'essi gentilmente concessi dalla Wolfram&Hart, “Ehi, ma stai male?” gli chiese abbandonando subito l'espressione sorridente e corrugando la fronte preoccupato “No” rispose con voce strozzata Angel scoprendo di non avere la forza di rispondere per il dolore al petto che non cessava “Non penso” si corresse guardando il suo amico e collega con aria leggermente spaventata. Cosa gli stava succedendo? “Da quant'è che stai così?” gli chiese il ragazzo provando ad avvicinarci, ma mantenendo pur sempre una certa distanza. Il ragazzo combatteva ormai da anni al suo fianco, ma le sue passate esperienze con i vampiri non gli avevano mai permesso di fidarsi completamente di lui. Restavano comunque un'ottima squadra sul campo e questo ad Angel bastava.
    “Un po'” rispose Angel rendendosi conto che erano passati più di dieci minuti e il dolore non sembrava voler cessare “Non è la prima volta che mi capita” aggiunse con voce sempre più strozzata “Passerà. Volevi qualcosa?” chiese cercando di mantenere la professionalità che richiedeva la sua nuova posizione di potere, ma fallendo miseramente quando una nuova fitta lo colpì “Che vuol dire ti è già successo? Quando?” chiese allarmato il ragazzo, questa volta abbandonando le sue riserve e inginocchiandosi al fianco del suo amico “Non è normale, amico” teneva lo sguardo fisso sul petto che l'altro continuava a tenersi stretto con una mano nella speranza che passasse tutto presto “Sei un vampiro” sussurrò per poi alzarsi e correre fuori in cerca di aiuto. Harmony fu la prima a raggiungerlo seguita da Wesley e Fred, la cui espressione preoccupata peggiorò la situazione di Angel che odiava vedere la ragazza così spaventata. Ricordava ancora le condizioni di estremo isolamento in cui l'aveva trovata e non gli piaceva vedere il terrore sul suo volto ogni volta che, inevitabilmente, vi compariva. “Angel?” lo chiamò correndo subito al suo fianco e posando la mano calda su quella di lui “Non so cosa mi sta succedendo” “Dice che gli è già successo prima” precisò subito Gunn guardando Wesley in attesa di risposte da quella che era la mente del gruppo. “Devi proprio aver fatto arrabbiare qualcuno” commentò Harmony sorridendo maliziosa e divertita da quella scena com'era tipico della sua natura vampiresca. “Che vuoi dire?” chiese Fred iniziando a preoccuparsi, tanto quanto Angel, che si trattasse di qualche maledizione. Ne aveva già una che pesava come una spada di Damocle sulla sua testa, proprio non aveva bisogno di averne un'altra. “Qualcuno sta sparlando di te, ovviamente” rispose invece la ragazza bionda lasciando tutti senza parole. Gunn scosse la testa e dovette reprimere l'istinto di uccidere la vampira una volta per tutte, Wesely si pulì gli occhiali nel solito gesto che ricordava ad Angel il vecchio bibliotecario della Sunnydale High.
    Angel non sapeva se era stato il gesto dell'ex osservatore o la soluzione apparentemente inutile proposta da Harmony, ma improvvisamente tutto aveva un senso. Il ruggito del demone dentro di lui non fece altro che confermare i suoi sospetti.
    Alzandosi a fatica in piedi, aiutato da Gunn che corse subito al suo fianco, iniziò ad avviarsi verso la porta con una nuova luce negli occhi “Dove vai?” chiese Wesley guardandolo esterrefatto “Non hai le forze, Angel” lo pregò Fred cercando di convincerlo a sedersi di nuovo. “Devo andare a Sunnydale” ruggì il vampiro cercando di arrivare all'uscita lottando contro il dolore che ancora non diminuiva e i suoi amici che tentavano di fermarlo. “Sunnydale?” chiese esterrefatto Wesley sempre più confuso. Angel si prese un attimo per spiegare ai presenti cosa stesse succedendo, capendo che non sarebbe riuscito a fare neanche due passi senza essere ostacolato e al momento aveva bisogno del loro aiuto. Fece un respiro profondo e guardò Wesley che avrebbe capito più di tutti gli altri quello che stava per rivelare “E' Buffy. E' il legame che condividiamo” prese altri respiri profondi sentendo il dolore diminuire leggermente. Guardò Harmony e la ringraziò con lo sguardo “Non ho fatto arrabbiare nessuno, ma quello che hai detto mi ha ricordato che funziona così il legame tra un vampiro e la sua compagna per la vita. Io e Buffy siamo legati per la vita e se le succede qualcosa dentro di me mi informa che ha bisogno di aiuto” “Buffy?” chiese Fred con l'aria sognante tipica della sua natura romantica “La cacciatrice?” chiese incredulo Gunn “Di che tipo di legame parli? Siete solo stati insieme” commentò chiedendosi quale fosse stata la natura del suo rapporto con la ragazza che era stata prescelta per lottare contro quello che era Angel. “Il morso” rispose per lui Wesley ricordando uno dei momenti meno lusinghieri del suo passato come osservatore della cacciatrice bionda “Quando hai morso Buffy ne hai fatto la tua compagna per la vita” formulò la frase come se si trattasse di una domanda, ma il tono era quello di qualcuno che ha già la risposta. Angel annuì, non proprio fiero di quel suo gesto impulsivo a cui non aveva saputo resistere, ma per il quale al momento era molto grato dato che gli aveva permesso di sapere che Buffy era in pericolo.
    Non aveva mai marchiato nessuna come sua compagna, quindi non sapeva bene come funzionava quel legame se non per sentito dire. Non sapeva se Buffy era ferita o se era già accaduto il peggio. L'unica cosa di cui era certo era che doveva andare a Sunnydale, ma prima avrebbe provato a fare una telefonata per calmare il suo animo in tumulto. Si sporse verso il telefono di ultima generazione che giaceva inerte e silenzioso sulla sua scrivania e compose il numero che conosceva e che sempre avrebbe ricordato a memoria. “Dawn? Sono Angel” si affrettò con i convenevoli “Tutto bene. Ascolta, è abbastanza urgente. Sai dov'è Buffy?” il sospiro quasi di rassegnazione della ragazzina gli fece capire di aver violato qualche legge implicita, che prevede una conversazione di almeno qualche minuto con un'adolescente in cerca di attenzioni. “No, è uscita di pattuglia” fu la risposta della ragazzina, che bastò per convincere ancora di più Angel che era successo qualcosa e doveva subito andare a Sunnydale. “Dawn, è successo qualcosa. Devi mandare qualcuno a cercare Buffy? Hai capito?” “Che vuoi dire?” chiese la ragazzina, abbandonando tutto il malumore per non essere stata presa in considerazione dal vampiro, e passando ad essere la donna matura che Angel sapeva che prima o poi sarebbe diventata. “Non lo so di preciso, ma sto venendo a Sunnydale. Tu nel frattempo manda qualcuno a cercare Buffy” tornò a dirle trattenendo l'impulso di riattaccare e correre all'auto. “Va bene” rispose l'altra con un sussurro preoccupato “Sto arrivando Dawn” cercò di tranquillizzarla, cogliendo nelle sue stesse parole una familiarità che gli diede una gioia che non si aspettava. Posò la cornetta con dolcezza, perso momentaneamente nei suoi pensieri, poi tornò a rivolgersi ai presenti “Vado a Sunnydale...sto molto meglio adesso” aggiunse rivolto a Fred che era pronta a dare voce alle sue preoccupazioni “Devo andare a vedere cosa sta succedendo” “Stai attento” si raccomandò Wesley sapendo meglio degli altri che non sarebbe riuscito a fermarlo in nessun caso. Angel annuì e corse verso l'uscita ormai libero da quel dolore che lo aveva afflitto tanto a lungo e ignorando le accuse e i ruggiti rabbiosi del suo demone che lo minacciava, a vuoto, di morte dolorosa e lenta se solo fosse stato troppo tardi per la loro compagna.


    La casa di Revello Drive era come al solito illuminata e ben curata, l'unica differenza evidente era il chiasso proveniente dall'interno che si poteva chiaramente udire dalla strada. Al contrario di tutte le volte che era rimasto nascosto dietro il grande albero del vialetto principale, ad osservare stregato la finestra in alto a sinistra dove la sua amata si preparava per la notte, faceva i compiti o chiacchierava al telefono con la sua amica dai capelli rossi. Sperando che il rumore concitato non volesse dire che era successo qualcosa di irreparabile e orrendo, si avviò verso i gradini di casa Summers. Bussò con forza sperando che qualcuno lo sentisse e poco dopo una ragazza di colore aprì con foga la porta “Sei matta!” urlò un'altra ragazza arrivandole alle spalle “Poteva essere Caleb e tu spalanchi la porta senza chiedere chi è!” continuò a rimproverarla scatenando un battibecco e ignorandolo completamente. Angel non attese che si accorgessero della sua presenza e superò l'uscio facendosi spazio tra tutte quelle ragazze che affollavano la casa. Era giunta voce a Los Angeles delle SIT e della missione che Giles stava portando avanti insieme alla sua cacciatrice, ma Wesley non aveva specificato che si trattava di tutte quelle ragazze quando glielo aveva raccontato. Angel aveva pensato ad una manciata di SIT non all'esercito che si trovava in quella casa; tutte quelle adolescenti in uno spazio ristretto tendevano sicuramente a litigare spesso e la scena a cui stava assistendo non doveva essere un evento eccezionale.
    “Dov'è Buffy?” chiese rivolgendosi a nessuno in particolare, ma restando in attesa di risposta “E' appena tornata...” rispose una ragazzina che dimostrava a malapena 14 anni, che si voltò verso la ragazza di colore che gli aveva aperto la porta poco prima come in attesa di approvazione per continuare a parlare. “Tu chi sei?” chiese la ragazza mora che aveva attaccato l'altra per non aver controllato chi era alla porta, prima di aprire a quello che per loro era un perfetto sconosciuto. “Mi chiamo Angel e conosco Buffy. Sai dov'è?” rispose il vampiro offrendo ben pochi dettagli e tornando dritto al punto “Buffy è...” iniziò a dire un'altra ragazza dai lunghi capelli castani “Qualcosa è andato storto quando è uscita di pattuglia” finì la frase rapidamente, come se temesse che le altre non glielo avrebbero permesso. “Nessuno gliel'aveva chiesto” si affrettò a precisare la ragazza di colore guardandolo con aria di sfida e Angel non riuscì più a trattenersi. Tutte quelle ragazzine impertinenti erano destinate a diventare cacciatrici? “Lo ripeterò solo un'altra volta? Dov'è Buffy?” “Ehi!” lo rimproverò subito l'altra ragazza dai capelli castani puntandogli un dito contro “Non m'interessa che sei suo amico, non puoi venire qui a dettar legge!” L'urlo di tutte le ragazze che si erano radunate intorno a lui gli fecero capire che il ruggito che gli era sfuggito dalle labbra stava a significare, anche, che il suo volto si era trasformato in quello del vampiro. Non aveva mai avuto troppa pazienza con le adolescenti, solo Buffy era stata talmente unica da essere non solo sopportabile, ma da farlo innamorare completamente come non gli era mai capitato in tutti i suoi secoli da vampiro. “Angel?” si sentì finalmente chiamare da una voce che riconosceva e si voltò verso la rossa per rivolgere a lei la domanda a cui ancora non riceveva risposta. “Buffy?” le ruggì tra i denti da vampiro, cercando di calmarsi, ma sapendo che ci sarebbe riuscito solo dopo che l'avrebbe vista. “E' di sotto” rispose quasi con timore indicandogli l'ingresso del seminterrato, Angel corrugò la fronte e non poté fare a meno di pensare al peggio a quel punto. Cosa ci faceva nel seminterrato? Perché, se davvero qualcosa era andato storto nel giro di pattuglia, non era nel suo letto a riposo con qualcuno che le medicava le ferite? Decidendo che era ora di togliersi ogni dubbio e capendo che non avrebbe ottenuto nulla dagli occupanti della casa, si fiondò giù per la scalinata e il dolore al petto tornò a farsi sentire, ma questa volta a causa della vista che si trovò di fronte.
    Buffy era seduta su una brandina contro il muro con un occhio pesto, uno zigomo probabilmente rotto e il labbro tagliato in più punti. Si teneva un fianco con il braccio sinistro, perché la spalla destra era dislocata e Angel non osava immaginare quali altre ferite e contusioni avesse sulle parti coperte dagli abiti. La ragazza sedeva sola nell'angolo e, almeno inizialmente, Angel non vide nessuno lì con lei. “Stavolta è andata meglio” sdrammatizzò una voce che Angel conosceva fin troppo bene e un ruggito iniziò a farsi strada dentro di lui “Già” fu la risposta di Buffy che, alzando la testa, lo vide sulla scalinata che osservava attonito la scena di fronte a lui. Perché c'era solo Spike nella stanza con lei? Perché non c'erano Giles, Xander o Dawn? E perché il vampiro la stava medicando nel seminterrato invece che nella comodità del suo letto al piano di sopra? “Angel” lo chiamò lei guardandolo incredula e cercando di alzarsi in piedi per raggiungerlo “Resta seduta, hai una caviglia slogata” le ricordò Spike abbandonando la sua postazione e tornando affianco alla ragazza con il necessario per medicarle le varie ferite. Iniziò proprio con la caviglia, inginocchiandosi accanto a lei e iniziando a toglierle lo stivale “Cosa ci fai qui?” chiese Buffy lasciando che Spike si prendesse cura di lei, ma senza mai distogliere lo sguardo da Angel, che non sembrava in grado di abbandonare la sua postazione in cima alle scale. “Sono venuto per vedere te” rispose semplicemente, decidendosi a scendere il resto della scalinata di legno e avvicinandosi per osservarla meglio. “Non è tempo di visite a Sunnydale, checca” sbottò subito Spike chiudendo la fasciatura con gesto deciso e prendendo in mano il disinfettante per proseguire con le medicazioni. “Faccio io” ruggì Angel in risposta spostando di forza il suo childe “Ehi” si lamentò subito l'altro, ma non fece in tempo a dire altro che subito Buffy fece sentire la sua voce “Non cominciate voi due!” li ammonì posando una mano sul petto di Spike per bloccare la sua avanzata, sapendo che al vampiro biondo bastava poco per esplodere. “Bene, fate come vi pare!” commentò risentito, abbandonando il seminterrato e accompagnando la sua dipartita con borbottii e imprecazioni varie.
    “Cosa ci fai qui?” chiese di nuovo Buffy non appena furono soli “Ho sentito che c'era qualcosa che non andava e sono venuto a controllare” s'inginocchiò davanti a lei e riprese a medicarla da dove Spike aveva lasciato, applicò un po' di disinfettante su un taglio profondo che la ragazza aveva sul braccio e fece una smorfia nel vederla stringere i denti nel resistere al dolore che era costretto ad infliggerle. “Cos'è successo?” “Turok-Han” “Un vampiro primordiale? Davvero?” chiese incredulo Angel riconoscendo il nome come quello di un vampiro considerato imbattibile di cui aveva letto in vecchi libri nel corso della sua esistenza come vampiro “Ne ho sentito parlare effettivamente. E ce n'è uno a Sunnydale?” Buffy lo guardò con il suo sguardo da cacciatrice nonostante le varie ferite e contusioni sul suo bellissimo volto “Se ce n'era uno solo allora era già finita” “Ne hai ucciso uno?” le chiese, sempre più incredulo per quello che stava succedendo a Sunnydale “Come?” “Abbiamo trovato un'ascia che sembra essere perfetta per ucciderli” “E l'hai dimenticata a casa quando sei uscita di pattuglia questa sera?” la rimproverò cercando di mantenere un tono leggero, ma furente all'idea che potesse essere stata tanto irresponsabile. “Una cosa del genere” rispose lei con l'ennesima smorfia quando il disinfettante toccò la sua pelle ferita “Buffy cosa sta succedendo?” le chiese mettendo via il necessario per le medicazioni e decidendo che potevano attendere. Il dolore al petto che aveva provato prima non deriva dal malessere fisico della cacciatrice, che metteva sempre a rischio la sua vita e che tornava a casa sempre con qualche ferita, ma sicuramente la sua compagna aveva bisogno di aiuto e lui era lì per darglielo. “Che vuoi dire?” fu però la risposta della ragazza che cercava sempre di tenersi per sé i suoi problemi soprattutto da quando l'aveva lasciata, convincendola che doveva risolvere tutto da sola. Ad Angel era sempre dispiaciuto sapere che, nonostante l'amore che provavano l'uno per l'altra, il modo brusco in cui la loro relazione era terminata e il dolore che aveva causato la rottura stessa, non aveva permesso a nessuno dei due di tenersi in contatto per scambiarsi consigli o anche solo per fare due chiacchiere. “Non c'è niente che non va?” insistette ricevendo in risposta una scrollata di spalle, ma vedendo che Buffy sollevava solo una delle due spalle gli ricordò che era ancora in pessime condizioni e decise che poteva fare due cose contemporaneamente. Si mise in piedi e le afferrò la spalla e il braccio con la destrezza di chi ha fatto quell'operazione più volte “Al tre” le disse vedendola annuire, ma anche lui le mise a posto la spalla senza arrivare a contare fino a tre come promesso, ma cogliendola di sorpresa come lei aveva fatto a lui quando gli aveva dovuto togliere la freccia avvelenata di Faith dalla spalla. Il pensiero della cacciatrice bruna gli ricordò che era fuggita di prigione apposta per dare man forte a Sunnydale, ma non l'aveva vista entrando e si chiese se stava dando effettivamente il suo contributo. “Dov'è Faith?” chiese prima di potersi fermare e rimpiangendo di aver fatto quella domanda non appena notò l'espressione furente, e in parte ferita, della bionda “Di sopra immagino” si limitò a dire indicando la porta con il braccio che aveva appena ritrovato la mobilità grazie a lui. Con entrambi gli arti funzionanti, Buffy si alzò in piedi a fatica e facendo del suo meglio per non poggiare il peso sulla caviglia slogata “Posso fare da sola” lo ammonì non appena lo vide farsi avanti per aiutarla “Sei gravemente ferita Buffy, non sappiamo neanche se...” “Sto bene” lo guardò dritto negli occhi e Angel capì che l'aveva fatta arrabbiare e non sarebbe riuscito a farsi dire nient'altro per il momento. “Faccio scendere qualcuno ad aiutarti” le disse riavviandosi verso la scalinata per risalire in cucina “Spike. Chiama Spike” gli disse iniziando a togliersi la camicia insanguinata ed Angel le lasciò la sua privacy evitando di commentare sulla richiesta che gli era stata appena fatta.
    Una volta risalito al piano di sopra, cercò Spike nei paraggi e lo trovò mentre si godeva un attimo di relax con la sua sigaretta seduto su una delle sedie del giardino. “Buffy ti vuole di sotto” gli disse quasi pronto a rimettere per le parole che era stato costretto a pronunciare. Il vampiro biondo buttò via la sigaretta quasi intera e si affrettò verso l'ingresso posteriore della casa “Aiutala per risalire le scale, anche se ti dice che non ne ha bisogno” si raccomandò Angel quando l'altro gli passò affianco “Dove vuoi che vada in quelle condizioni” rispose il biondo fermandosi un attimo sul primo scalino di legno del portico “La lego alla brandina se solo cerca di andare da qualche parte” Lui e il suo childe erano diversi per molti aspetti, ma il bisogno di proteggere e prendersi cura di Buffy sembrava accomunarli. L'unico dubbio che venne ad Angel fu il riferimento alla scomoda brandina del seminterrato “No, portala in camera sua, ma non farla camminare da sola” lo quasi rimproverò per quella sua proposta indecente, Buffy non poteva assolutamente riposare in quelle condizioni. “E' quella camera sua, checca” fu la risposta secca del vampiro biondo che rientrò scuotendo la testa.
    Non passò molto tempo prima che anche Angel seguisse il suo esempio e rientrò in cucina pronto a fiondarsi nel seminterrato in cerca di risposte più esaurienti, ma fu bloccato dall'abbraccio appassionato di Faith. “Angel! Che sorpresa! Cosa ci fai qui?” gli diede una pacca amichevole sul braccio “E' proprio bello vederti. Sei venuto per unirti alla lotta?” “No, io...” balbettò Angel impreparato a quell'incontro improvviso, troppo concentrato sulla conversazione che avrebbe voluto intrattenere con Buffy. “No” rispose più convinto “sono venuto per vedere Buffy, veramente” “Certo” fu il commento della bruna, ma stranamente non vi era ironia ma solo ovvietà nelle sue parole “Cos'è questa storia che Buffy sta nel seminterrato, Faith? E cosa succede con tutte queste ragazzine che affollano la casa?” Faith lo fece sedere su uno sgabello della cucina e gli raccontò rapidamente di quando Giles aveva iniziato a portare in quella casa le SIT, cacciatrici in allenamento pronte a diventare attive alla prima occasione, e di tutti gli avvenimenti che avevano portato ad un cambio di leader. Angel notò come la ragazza cercasse di non mettere troppo in cattiva luce la sorella cacciatrice, ma la soddisfazione di essere riuscita ad eccellere in qualcosa era evidente nei suoi occhi. “Tutto questo non spiega il motivo per cui Buffy dorme in uno scantinato” insistette Angel una volta che l'altra aveva finito il suo racconto di dispute tra cacciatrice in carica e SIT. Angel ancora non aveva ben capito come un'orda di adolescenti inesperte avesse potuto mettere in discussione l'operato di una veterana con 8 anni di esperienza, ma al momento aveva ben altro in mente. “Non l'ho deciso io” si giustificò subito la ragazza alzando le mani in alto in segno di difesa e sorridendo “Quando abbiamo consigliato a Buffy di prendersi una pausa io ho preso la sua camera, dato che era quella occupata dal leader e quando è tornata hanno deciso che dovevo continuare a starci io perché sono ancora il leader” terminò scrollando le spalle come se quello che aveva appena detto avesse senso “Quindi stai dicendo che in quella che tecnicamente è casa sua, Buffy non si è potuta neanche scegliere dove tornare a dormire quando gli è stato concesso di rientrare, dopo essere stata cacciata da delle SIT e dai suoi amici?” “Sua sorella le ha chiesto di andarsene, Angel. Questo ti fa capire a che punto era arrivata l'ossessione di Buffy per quella vigna. Voleva andarci a tutti i costi e non le importava cosa pensavamo tutti noi che rischiavamo la pelle” “E cosa c'era in quella vigna?” “Che vuoi dire?” “Se Buffy era convinta che ci fosse qualcosa in quella vigna, c'era qualcosa in quella vigna” Angel non aveva dubbi che Buffy aveva trovato quello che cercava con o senza l'aiuto dei suoi amici “Un'ascia” mormorò Faith per poi aggiungere “Nessuno nega che aveva ragione lei, ma resta il fatto che il primo tentativo è stato un fallimento e le ragazze non se la sentivano di riprovare così presto. Avevano paura” “Colpire il nemico quando meno se l'aspetta è molto importante nel nostro campo, Faith” “Lo so, ma...” fu interrotta dall'ennesima domanda accusatoria di Angel. Ricordava che Buffy aveva nominato un'ascia poco prima, aveva detto che era l'unica cosa in grado di uccidere con facilità un Turok-Han, ma la sua risposta alla domanda come mai l'aveva lasciata a casa prima di uscire di pattuglia era stata molto vaga. “Chi ha l'ascia adesso?” “Io” rispose Faith “E' di sopra, la vuoi vedere?” chiese alzandosi dallo sgabello e indicando la scalinata dell'ingresso “Perché ce l'hai tu se l'ha trovata Buffy?” Faith tornò a sedersi comprendendo che non le stava parlando come un collega combattente, ma come ex della cacciatrice. “Mi hanno appuntato leader e l'ascia hanno deciso che spetta al leader” scrollò di nuovo le spalle, comportandosi nuovamente come se la sua risposta spiegasse tutto “Allora perché non sei uscita tu di pattuglia con l'ascia?” “Ehi!” alzò subito i toni la bruna “Non ho chiesto io a riccioli d'oro di andarsene in giro di notte senza un'arma adatta in una città che ormai è piena di ubervamp! Lo ha fatto di sua spontanea volontà! Ne ha uccisi un paio con l'ascia e alcuni persino senza, lo sappiamo! Non c'è bisogno che continua a mettere la sua vita in pericolo per dimostrare chissà cosa. Deve smetterla!” “Buffy non deve dimostrare niente. Se esce la notte è perché ci tiene a lottare e vincere contro qualsiasi demone che minaccia la sua città. E' quello che fa una cacciatrice” Angel si sentiva riportato indietro a quando, dentro il suo piccolo appartamento sotto una Angel Investigation alle prime armi, le aveva insegnato cosa vuol dire redimersi e perdonare se stessi. Non avrebbe mai pensato che, nell'infonderle il coraggio che la ragazza aveva poi usato per costituirsi alla polizia, da quella persona spaventata sarebbe risorta questa dea dell'indifferenza. Sebbene fosse stata prescelta, Faith non aveva mai avuto ciò che serve ad una cacciatrice per essere considerata tale: l'onore e il senso del dovere tanto per cominciare. In campo se la cavava solo per la rabbia repressa che sfogava sulle creature della notte, ma tra il colpire demoni e prendersela con gli umani il passo era stato breve. Si voltò verso l'ingresso della cucina dove alcune delle ragazze che gli avevano aperto la porta erano rimaste ad ascoltare la loro conversazione, sentendosi in diritto di sapere cosa stava succedendo e ad Angel non dispiacette farglielo sapere “Svuotate la camera di Buffy” ordinò loro per poi scendere nel seminterrato in cerca della sua ragazza.
    Buffy riposava sulla piccola brandina, proprio come aveva detto Spike, e solo in quel momento Angel notò le pile di abiti in un angolo del grande spazio vuoto che era lo scantinato di casa Summers. C'era un tavolo di attrezzi sulla parete a est e sotto c'era un materassino che, a giudicare dalle magliette sparse tutt'intorno, sembrava appartenere a Spike. “Tu dormi qui?” chiese al vampiro che stava mettendo via la scatola del pronto soccorso “Si” rispose a labbra strette tenendo in equilibrio un'altra sigaretta appena accesa. Angel posò lo sguardo sulla ragazza che dormiva poco lontano e si chiese quanto fumo passivo aveva respirato da quando era iniziata la sua convivenza con il vampiro. “Da quando va avanti questa storia?” chiese all'unica persona che sapeva avrebbe risposto onestamente a tutte le sue domande “Un mese e qualche giorno...qualcosa del genere” inalò il fumo e lo ispirò continuando a raccontare la sua versione della storia “Se stai chiedendo quando siamo diventati coinquilini. Se invece ti stai chiedendo quando è iniziata tutta questa storia allora...non saprei dirtelo. Probabilmente l'anno scorso, forse dopo che il vecchio Rupert ha iniziato a portare più di una ragazza alla settimana di ritorno dai suoi viaggi. Secondo me, ha lasciato a tutti loro troppe libertà, è lei la cacciatrice e dovrebbe fregarsene del loro parere” aprì un piccolo frigo posto in un angolo e gli lanciò una sacca di sangue, per poi prenderne una per sé e finirla con gusto “I suoi amici hanno deciso di ascoltare la massa, scordandosi improvvisamente di tutte le volte che ha salvato loro la vita. E Briciola...” gettò via la sacca ormai vuota e riprese a fumare la sua sigaretta, mentre Angel beveva la sua cercando di non attirare troppo l'attenzione nonostante la stanza fosse praticamente vuota “...è cresciuta ed è diventata una stronza” fu la conclusione filosofica di Spike. Angel accettò la sincerità del suo childe e annuì ringraziandolo per la descrizione che aveva fatto di quello che stava succedendo “Di chi ci si può fidare?” gli chiese sapendo che avrebbe avuto lo stesso tipo di risposta sincera e lo sbuffo sdegnato del vampiro confermò la sua supposizione “Di nessuno dei suoi amici! La strega è assetata di sangue e potere e finge di essere tornata la vecchia Willow. Xander e Anya sono talmente impegnati nelle loro questioni personali che non sanno prendere una decisione obiettiva neanche se gli viene suggerita. Dawn e Giles odiano il fatto che Buffy li ha superati in così tante occasioni e cercano di farla sentire inferiore per potersi sentire superiori a lei, ma la ragazza è sveglia” disse indicando con la testa la figura dormiente della cacciatrice “E le SIT?” chiese Angel, esterrefatto nel sentire quei commenti così negativi nei confronti degli amici della ragazza. Non li aveva mai considerati i migliori amici che una persona potesse avere, ma si era anche sempre creduto di parte visto che non lo avevano mai accettato, almeno non realmente. Era bello sapere che una persona onesta come Spike la pensava come lui, almeno adesso non aveva dubbi su quale fosse la realtà delle cose. “Kennedy e Rona sono le più agguerrite, ma la seconda è la più tremenda quando si tratta di Buffy. Non la sopporta proprio, invece Kennedy vuole solo prendere parte alle decisioni, le piace il suo ruolo di prescelta. Amanda è una sostenitrice di Buffy, ma non ha molto fegato e spesso si fa trascinare” “In altre parole non c'è nessuno neanche tra le SIT” commentò Angel avvicinandosi alla brandina e spostando una ciocca bionda dal volto tumefatto della cacciatrice più coraggiosa che aveva incontrato. “Sto facendo liberare la sua stanza di sopra” disse continuando a guardare la sua amata, poi si voltò verso il vampiro “La riporto di sopra” sottolineò la cosa, sentendo che era un primo passo importante per cambiare le cose in quella casa dove tutti avevano perso il controllo della situazione. “Prima di metterla qui sotto, la sua stanza era quella della madre” gli disse Spike gettando via la sigaretta ormai consumata e gettandosi sul materasso che gli avevano concesso per dormire “Ha fatto a cambio con la rossa dopo la morte di Tara” Angel corrugò la fronte e si prese un attimo per pensare sul da farsi, ma sapeva ciò che era meglio fare. Buffy aveva diritto a riavere la sua stanza in tutti i sensi, aveva sacrificato fin troppo nella sua vita ed era ora che il mondo cominciasse a ricambiare. “Riavrà la sua camera. La sua vecchia e unica camera, com'è giusto che sia” la prese in braccio cercando di non svegliarla e al tempo stesso controllando il ritmo del suo respiro per accertarsi che andava tutto bene e che le ferite e i colpi inferti non le avevano arrecato danni maggiori e non visibili. Attraversò la sala da pranzo e il corridoio della casa sotto lo sguardo incuriosito e attonito di varie SIT, fino a che non giunse davanti alla camera che sembrava essere diventata di Willow e la rossa stava sulla soglia ad osservarlo come tutte le altre. “Buffy torna a stare nella sua camera Willow” le disse e lei annuì prendendo alcuni vestiti dalle braccia di Faith, che uscì in quel momento dalla camera che era stata di Joyce, aiutandola a svuotare la stanza come richiesto. “Non quella. Questa” precisò però Angel facendo immobilizzare Willow che guardò Angel negli occhi non comprendendo bene cosa gli stava dicendo “Buffy dormiva qui” gli disse, ma lui scosse la testa “Willow, non ricordo neanche quante volte sono entrato dalla finestra in camera di Buffy e, credimi, ricordo bene che era questa la sua stanza” “Si, ma...” balbettò la rossa “Lì ci dorme Willow adesso” la difese Faith sospingendo Angel verso la stanza di Joyce “Non m'interessa” rispose scuotendo la testa “Faith, apri la porta” la risolutezza del suo tono convinse Faith che non era il caso di litigare e Angel entrò nella stanza che era stata testimone di tutti i suoi incontri clandestini con Buffy. Adagiò la ragazza sotto le coperte e sedette sulla sedia accanto al letto come era solito fare in passato. Ignorò gli sguardi indiscreti delle SIT, Willow e Faith accalcati sull'uscio della stanza, almeno fino a quando una SIT non provò a ribadire che quella era la stanza di Willow. A quel punto si alzò con uno scatto e chiuse la porta avvolgendo se stesso e Buffy nell'oscurità e nella quiete più assoluta.
     
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  8. SilviaLivre
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    scusa l'enorme ritardo...
    adoro angel protettivo ... ma questo già lo sapete. Adoro anche il fatto che per una volta angel e spike stanno andando d'accordo su una cosa...^^ Buffy deve riprendere il suo posto,... e che cavolo!!!
    Buffy Power!!!!!
     
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  9. SilviaLivre
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    attendo attendo... tesoro...^^
     
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  10. SilviaLivre
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    Spero che la continuerai perchè mi piaceva!!!!
     
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  11. sassy09
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    The Hero's Guardian Angel

    - Maggio 2003 -

    Angel chiuse la porta della camera da letto con dolcezza lasciando Buffy al suo riposo e poi si voltò verso il corridoio, ormai vuoto, riflettendo sul da farsi.
    C'erano un po' troppe persone in quella casa che stavano prendendo il sopravvento e Buffy non sembrava avere il coraggio di rimetterle al loro posto. Bene, lui non aveva legami particolari con loro ed era giunto il momento di rimettere un po' d'ordine in quella casa.
    Si avvicinò alla porta della stanza di Dawn e bussò sperando di trovare la ragazza da sola, ma restò deluso nel trovarla in compagnia di due SIT. “Ciao Dawn, hai un minuto?” “Certo, vieni dentro” Angel evitò di chiederle di parlare in disparte, in fin dei conti aveva intenzione di parlare anche con alcune delle SIT tanto valeva iniziare da quelle presenti. “Loro sono cacciatrici?” chiese cercando di capire quale cacciatrice in allenamento si trovava davanti per collegarle alla descrizione che ne aveva fatto Spike “Si, loro sono Amanda e Vi” le presentò Dawn indicando rispettivamente una ragazza molto alta e snella con lunghi capelli castani, che Angel riconobbe come la ragazza che gli aveva dato qualche informazione in più quando era arrivato, e un'altra ragazza dai corti capelli rossi e l'aria spaventata, ma era la prima volta che Angel la vedeva. Ricordò subito le parole di Spike riguardo Amanda, ma l'altro vampiro non aveva accennato a nessuna Vi. Con quelle poche informazioni a disposizione Angel iniziò a parlare con la piccola di casa Summers “Tua sorella sta riposando e ne sto approfittando per cercare di capire cosa sta succedendo” “Ci stiamo preparando ad un'altra apocalisse, niente di nuovo” commentò l'altra scambiandosi sorrisi rassegnati con le due ragazze coinvolte nella battaglia non per scelta loro. “Il Primo, vero?” Dawn annuì e vedendo che non sembrava molto interessata a parlare con lui, Angel decise di cambiare tattica “Cos'è questa storia che hai cacciato Buffy di casa?” si poggiò contro la parete vicino alla porta e guardò attentamente la reazione di Dawn e quella delle due SIT presenti “Stava esagerando. Ho fatto solo quello che pensavano di fare anche tutti gli altri, ma che non potevano perché non è casa loro. Questa però è anche casa mia e ho preso una decisione” L'aria da adulta che l'adolescente cercava di darsi era ammirevole, ma non era quella la donna che Angel, e sicuramente Buffy, avrebbe sperato che diventasse. Sospirando decise di dirle tutto quello che pensava proprio come aveva fatto con Connor quando aveva iniziato a dargli più problemi che soddisfazioni. Era difficile gestire gli adolescenti in condizioni normali, ma crescerli sotto la minaccia di demoni e vampiri evidentemente li faceva diventare troppo sicuri di sé e insofferenti nei confronti di quello che nella vita bisogna guadagnarsi e non pretendere. “Hai preso una decisione importante e questo ti fa onore, ma non ha considerato alcuni punti molto importanti. Primo tra tutti il fatto che tua sorella fa la cacciatrice da 8 anni e sa quello che fa quando si tratta di demoni e apocalissi, mentre per te è un gioco...” le fece cenno di aspettare che finisse di parlare prima di commentare, quando la vide aprire la bocca sicuramente per ribattere che non era un gioco, ma Angel avrebbe detto prima la sua e poi avrebbe ascoltato le sue giustificazioni, che sarebbero state sicuramente futili date le condizioni in cui si trovava la casa. “Forse non un gioco allora” le concesse “Ma in ogni caso hai iniziato da poco a destreggiarti nella lotta contro il male e hai ancora tante cose da imparare. Cose che spesso si imparano sul campo, non sui libri per quanto possano essere utili, ma tu non sei né addestrata né equipaggiata per andare sul campo. E' questo il problema? Tua sorella non ti concede abbastanza attenzioni, non ti permette di uscire di pattuglia e ti tratta come una bambina?” “Lo ha sempre fatto!” rispose subito Dawn temendo che lui potesse intercettarla di nuovo ed impedirle di dire la sua “Perché lo sei!” ruggì Angel abbandonando la sua calma apparente “Non verrai mai considerata un'adulta se continui a comportanti come una bambina viziata! Credevi che cacciare tua sorella di casa l'avrebbe convinta che sei diventata grande?” scosse la testa, aveva così tante cose da dirle e di cui incolparla che non sarebbe bastata una giornata intera, ma non si trovava lì per rimproverarla. “Sei solo una ragazzina ingrata. Eri la piccola di casa e Joyce ti ha sempre trattata come tale, mi spiace solo che sia morta prima di iniziare ad insegnarti che essere giovane non vuol dire essere irresponsabili e viziati. Joyce stava solo aspettando che tu crescessi ancora un po', per avere la sua bambina tutta per sé ancora qualche anno, ma sapeva che doveva iniziare ad essere dura con te per farti crescere. Era una brava madre e Buffy ha fatto del suo meglio nel prendere il suo posto, bilanciando la caccia alle sue responsabilità di adulta. Ha persino abbandonato gli studi per prendersi cura di te e tu l'hai ripagata lamentandosi di qualsiasi cosa non andasse come dicevi tu” “Tu che ne sai! Non eri qui!” “Vero, ma adesso sono qui e le cose andranno diversamente” “Non hai alcun diritto di venire qui a dettar legge, ce la stiamo cavando bene tutto sommato e solo Buffy che ha perso la testa” “No” rispose Angel con più calma di quella che provava al momento “Siete tutti voi che avete perso di vista chi è la cacciatrice” “Abbiamo Faith e lei è una cacciatrice tanto quanto Buffy” si avvicinò alla ragazzina e s'inginocchiò davanti a lei “Dawn, sai bene quanto me che Faith è qui solo per dare una mano e poi tornerà in prigione e sconterà una pena anche maggiore per essere scappata” la guardò negli occhi e sussurrò “Sai benissimo il motivo per cui era in prigione e penso che ricorderai molto bene quando è passata dalla parte del male, aiutando il Giudice e ostacolando tutti noi e arrivando persino a rapire Willow” “Faith era cattiva?” chiese una delle SIT, che era rimasta in silenzio fino a quel momento capendo che quella era una discussione privata, ma non resistendo all'impulso di chiedere maggiori informazioni sul loro attuale leader. “Amanda, giusto?” le chiese Angel ricordando subito che Spike aveva annoverato la ragazza tra le più decenti del gruppo. Lei annuì “Faith non è mai stata considerata una cacciatrice tradizionale, ma questa non dev'essere per forza una cosa negativa” le disse voltandosi verso di lei e la rossa che lo guardava interessata a sua volta da ciò che stava raccontando “Anche Buffy non è mai stata considerata tradizionale, ma dalle sue ribellioni e dal suo modo del tutto unico di affrontare i pericoli della notte sono venute fuori solo ottime cose. Ottimi piani eseguiti alla perfezione. Vittime salvate e apocalissi sventate una dopo l'altra” si alzò in piedi “Faith invece ha trovato un modo tutto suo di usare i suoi poteri di cacciatrice e li ha messi al servizio del male non appena le cose sono andate storte. Sono stato io stesso ad aiutarla a riabilitarsi dopo anni trascorsi come fuggitiva dalla polizia, che la cercava per i vari crimini che aveva commesso. So bene come ci si sente a fare ammenda ed ero e sono ancora fermamente convinto che Faith è sulla via della redenzione, ma darle tutto quel potere quando non è ancora pronta è deleterio. Lei stessa dovrebbe capirlo” Non aveva mai parlato così tanto con dei perfetti sconosciuti, ma era in missione al momento. “Non lasciarti ingannare Dawn, hai ancora molta strada da fare” disse alla ragazzina che sedeva in silenzio a rimuginare sulla discussione appena avuta e poi le lasciò a riflettere su quello che aveva detto loro.
    Uscendo sul corridoio del secondo piano si trovò di fronte alcune SIT capeggiate da quelle che Spike aveva chiamato Rona e Kennedy. “Abbiamo sentito qualcuno alzare la voce...dovevamo immaginare che si trattava di te” commentò la ragazza di colore, mentre alle sue spalle le altre erano già in posizione di difesa convinte che le avrebbe attaccate “Oh alzerò molto spesso la voce in questi giorni” disse loro lasciando che la parte del suo demone lo guidasse in quella situazione particolare. Si convinse che non era da cattivi lasciare che quelle ragazzine pensassero che era pericoloso, voleva solo spaventarle un po'. “Willow ci ha detto chi sei” disse la ragazza che doveva essere Kennedy, portava addosso l'odore della rossa e un sorriso comparve sul suo viso. Dunque Willow non riusciva a dormire nella stanza dove era morta Tara, ma si faceva questa ragazzina nella camera che era stata di Buffy. Forse il problema della vecchia stanza di Joyce non era che non riusciva a dormirci, ma che si sentiva in colpa a starci con la sua nuova ragazza. “Non c'interessa che sei l'ennesimo amante vampiro di Buffy” vari mormorii generali accompagnarono quel suo commento generale “Nessuno seguirà i tuoi ordini e quelli di Buffy, seguiremo solo le direttive di Faith” “Bene” le superò tutte dirigendosi verso la scalinata in cerca di persone che valeva la pena rimproverare “Speriamo solo che non finisca come l'ultima volta” non riuscì a trattenersi dal dire, poi quando aveva già sceso i primi scalini decise di scioccare quelle ragazze precisando un punto a cui teneva particolarmente “E non sono solo uno dei tanti amanti di Buffy. Lei è mia moglie”
    Scese fino in cucina dove trovò la Scooby Gang al completo, non poteva chiedere di meglio. Le ragazze lo avevano seguito dal piano di sopra e Faith le seguì a ruota sentendo tutto il baccano che stavano facendo. “Cos'è questa storia che Buffy è sua moglie?” chiese Kennedy avvicinandosi a Willow che stava condividendo un pacchetto di patatine con Anya e Xander “Non è vero!” sbottò Dawn. Aveva sentito, insieme ad Amanda e Vi che adesso erano al suo fianco, la conversazione che Angel aveva intrattenuto con le altre SIT e le avevano seguite anche loro in cerca di chiarimenti. “Stai creando solo scompiglio, Angel!” lo rimproverò lei questa volta “Me ne sto rendendo conto, ma è ora che qualcuno smuova le acque qui dentro” “Buffy non è tua moglie. Vi siete lasciati quando lei aveva 18 anni, lo sappiamo tutti” “Io non ne so niente” commentò Vi alzando la mano come se stesse prendendo la parola in classe e ponendo una domanda silenziosa: voleva saperne di più su quel misterioso vampiro che stava rivoluzionando casa Summers a sole poche ore dal suo arrivo. “Quando un vampiro morde lasciando una cicatrice sulla persona che ama la segna come sua compagna per la vita” la voce di Spike giunse dall'ingresso al seminterrato “E' la cosa più vicina al prendere moglie per un vampiro ed è quello che ha fatto Angel con Buffy” “Romantico” fu il commento di Amanda, ma molte erano ancora più incredule “Buffy si è lasciata mordere da un vampiro” urlò una delle SIT che Angel non conosceva “Lo ha fatto per salvarmi la vita, avevo bisogno del sangue di una cacciatrice...” fece una pausa senza sapere se era il caso di rivelarne il motivo, ma lo sguardo abbassato di Faith lo trattenne e decise di restare sul vago “...ero stato mortalmente ferito da qualcuno presente in questa stanza” “Chi?” chiamarono subito a gran voce il colpevole, ma Angel non aveva intenzione di fare nomi “Non ha importanza, ma sappiate che nessuno qui dentro è libero da colpe” Lasciò momentaneamente perdere il suo pubblico e si rivolse alle persone che erano state al fianco di Buffy in quei lunghi anni, che avevano combattuto al suo fianco e avevano condiviso tutto con lei come una vera famiglia “Cosa sta succedendo? Cosa vi è successo? Buffy non merita questo da parte vostra” “Non sapevamo cosa fare” giustificò subito tutti Willow “Aveva perso il controllo” “Continuate tutti a ripetere questa cosa, che era convinta che ci fosse qualcosa alla vigna e voleva tornarci nonostante l'ultima volta era andato tutto male” “Esatto” esclamò Xander indicando il suo occhio bendato “E non pensi che Buffy si sente in colpa per questo? Così come si è sentita in colpa per Jenny anche se non è stata lei ad ucciderla” la smorfia di Giles lo fece quasi pentire di aver fatto il nome dell'insegnante che aveva amato “Così come si sente in colpa per tutte le vittime di vampiri che non è riuscita a salvare. Buffy è fatta così, si sente in colpa anche per cose che non dipendono da lei, ma le casualità in una battaglia ci sono sempre. Quando ha un'intuizione ha quasi sempre ragione e anche questa volta è stato così” “Il fatto di avere sempre ragione le ha dato alla testa” commentò Anya addentando l'ennesima patatina “Così come essere un demone della vendetta dava alla testa a te. Fa parte di ciò che siamo, il crederci invincibili” “Il problema si è presentato quando ha iniziato a pretendere che anche noi rischiassimo la vita con lei sempre e comunque” iniziò a dire Kennedy, probabilmente si rendeva conto che Angel si era concentrato su quelli che conoscevano Buffy da più tempo, ma lei sentiva il bisogno di dire la sua “Noi non abbiamo ancora i suoi superpoteri, continuava a dirci che avevamo il potenziale dentro di noi e dovevamo tirarlo fuori, ma dopo un po' diventa stancante sentirselo dire. Era tutto lavoro e niente divertimento e noi qui stavamo impazzendo” “In caso non l'hai capito c'è una battaglia in corso, forse la più importante che si sia mai combattuta, non è il tempo dei divertimenti” ruggì Angel non credendo alle sue orecchie “Bisogna allentare un po' la tensione a volte, non tutti sono solo lavoro e sempre lavoro come Buffy” commentò Faith poggiandosi contro lo stipite della porta incrociando le braccia al petto con il solito modo strafottente “Buffy sa quando è il momento di essere seri e quando ci si può rilassare. Al momento, lasciate che ve lo dica, non è proprio il momento per abbassare la guardia. Buffy è rimasta viva solo grazie a questa regola fondamentale” “Non proprio. Se consideri che se non fosse stato per Willow non sarebbe neanche qui adesso” ribatté Kennedy seguendo l'esempio di Faith e incrociando anche lei le braccia avvicinandosi inconsciamente di più a Willow, che abbassò la testa. Angel studiò per un attimo la strega e notò che, sotto la facciata di finta umiltà, vi era la presenza di un piccolo ghigno di soddisfazione. Aveva quasi voglia di lasciare che Angelus facesse il pasto della sua vita prendendo tutte quelle vite che erano diventate inutili. Buffy ne avrebbe sofferto, però, concordarono entrambi. “Buffy è morta distruggendo una dea e salvando la vita di sua sorella. La sua è stata una scelta, non è morta per mano di nessun nemico” si voltò a parlare direttamente con Willow e proseguì “Buffy è viva grazie a te, questo è vero. Una parte di me non smetterà mai di esserti eternamente grato per avermela restituita” il sorriso di Willow divenne ancora più evidente “Un'altra parte di me vorrebbe ucciderti in questo preciso istante” lo sbigottimento della rossa fu seguito da quello delle numerose SIT “Buffy aveva trovato la pace, era in Paradiso e tu l'hai riportata indietro senza accertarti prima che morendo fosse finita in qualche posto orrendo. L'hai strappata dal riposo che si era guadagnata dopo anni di lotta e non hai avuto neanche la decenza di dissotterrare la bara. Hai lasciato che strisciasse fuori come un vampiro, senza che ci fosse qualcuno lì con lei che potesse spiegarle cos'era successo” a quelle parole alcune SIT ebbero la decenza di sussultare incredule, persino Kennedy. Fu Spike a prendere la parola a quel punto, non riuscendo a resistere all'impulso di dire anche la sua in merito al ritorno in vita della cacciatrice “Anch'io sono stato contentissimo di rivederla in vita, ma Willow, tu lo sai bene, te l'ho detto subito che non sarebbe mai più stata la stessa. E voi non avete fatto niente per aiutarla a superare il fatto di essere tornata in vita, per i primi giorni le avete chiesto incessantemente come stava...come se potesse avere una risposta a quella domanda...e poi vi siete illusi che era tornato tutto alla normalità. Volevate la vecchia Buffy, quella allegra e sorridente, senza rendervi conto che non poteva tornare ad esserlo dopo averne passate così tante. Così ha iniziato a pretendere di essere ciò che non era e questo l'ha uccisa un po' di più ogni giorno” “E tu lo sai bene questo, vero Spike?” chiese agguerrito Xander mettendosi in piedi “Non hai perso tempo e sei andato a consolarla, facendo passare noi per dei pessimi amici. Sappiamo entrambi, però, com'è andata a finire” concluse come sfidandolo a dire un'altra parola e Spike si fece improvvisamente silenzioso ed Angel lo vide assumere un'aria colpevole.
    “Ho fatto quello che ritenevo giusto fare” si giustificò Willow, lasciando cadere l'argomento tra il vampiro e il suo amico di lunga data “Mi spiace di non aver pensato prima a tirare fuori la bara, ma non rimpiango di aver usato i miei poteri per riportarla in vita” “E' una strega molto potente e ben poche persone riuscirebbero a fare quello che ha fatto lei” aggiunse la paladina di Willow Rosenberg. La rossa si era trovata una ragazza proprio agguerrita, una bella differenza rispetto alla timida Tara. “Oh questo è sicuro” la schernì Angel decidendo di far luce su quelle che erano le abilità di Willow “Ben poche persone hanno l'abilità di distruggere il mondo o di spellare vivo un essere umano...” avrebbe continuato se non fosse stato per il rimprovero che gli giunse al di sopra di tutti i mormorii che riempivano la stanza.
    “Angel!” il vampiro si voltò verso la sua amata e la trovò in fondo alla scalinata della cucina poggiata al corrimano di legno bianco attirata probabilmente anche lei dall'accesa discussione “Qualsiasi cosa tu stia facendo, smettila!” continuò a rimproverarlo. “Non dovresti essere in piedi” ricambiò lui andandole incontro, superando tutte le SIT che affollavano la cucina solitamente ampia “Buffy, come ti senti?” le chiese Willow facendo un passo titubante verso la sua amica, che però continuava a tenere lo sguardo fisso in quello di Angel. “Non stavo facendo niente” si giustificò con un sorriso Angel ignorando anche lui Willow e prendendo per mano Buffy e controllando il suo stato con lo sguardo “Aspettavo che ti svegliassi e nel frattempo parlavo di strategie di guerra con queste ragazze” le disse indicando tutte le SIT che li osservavano stregati “Volevo vedere a che punto erano con l'allenamento” continuò nel tentativo di convincerla della sua menzogna. Si vedeva chiaramente che Buffy non gli credeva minimamente, ma per sua fortuna lasciò correre ugualmente “Se la cavano” rispose la cacciatrice guardandosi intorno e posando lo sguardo quasi su ognuna di loro. Angel sapeva bene che in ognuna di loro Buffy rivedeva se stessa alle prime armi e notò la preoccupazione nei suoi occhi verdi per il fato di ognuna di loro. “Se la cavano?” chiese sospettoso il vampiro facendole strada fino ad uno sgabello dove, sotto la sua occhiata di fuoco, una SIT lasciò libero il posto per far sedere Buffy. La ragazza zoppicò fino allo sgabello supportata da Angel e si sedette con qualche smorfia sopportando il dolore che ancora provava per tutto il corpo. “Vediamo come” aggiunse voltandosi verso la più agguerrita delle SIT e portando avanti la messinscena per dimostrare a Buffy che si trovavano tutti lì riuniti per parlare di strategie e piani d'azione “Tu” indicò Rona che raddrizzò subito la postura e lo guardò sfidandolo a farle qualsiasi domanda “Cosa fai se un vampiro ti corre incontro alla massima velocità con tutta l'intenzione di fare di te il suo pasto?” “Blocco il suo attacco alla prima occasione” rispose prontamente la ragazza “No, troppo diretto” scosse la testa, lasciandola seccata per quella brusca bocciatura “Tu, che mi dici?” chiese subito alla SIT che aveva conosciuto poco prima in camera di Dawn “Angel, cosa stai facendo?” chiese Buffy iniziando a notare, tanto quanto lui, la seccatura di Faith che si sentiva derubata del suo potere sulle ragazze. Ad Angel non importava, però, aveva una missione e gli stava riuscendo benissimo. “Cerco di restare sempre e comunque in una situazione di vantaggio?” disse ponendo la frase come una domanda e lasciando Angel incerto sulla sicurezza che aveva nella vita di tutti i giorni quella ragazza “No” bocciò anche lei, ma questa volta aggiunse una spiegazione per cercare di non bloccarla più di quello che già sembrava essere “Non sarai mai in una posizione di vantaggio a meno che non hai anni di esperienza” fece un cenno del capo verso Buffy “Come lei. Lei ha sempre e comunque il vantaggio e i demoni scappano nella direzione opposta” concluse con orgoglio, ma Buffy lo corresse imbarazzata “Non sempre” Angel si voltò a guardarla e si perse un attimo ad osservare i suoi lineamenti corrotti dalle contusioni della lotta. Sollevò una mano per accarezzarle lo zigomo che, quando lo aveva visto prima, gli era sembrato rotto “E' solo gonfio per il colpo” sussurrò accarezzandole la pelle assicurandosi di non farle male “Temevo fosse rotto” “No, solo dolorante” lo tranquillizzò lei allontanandosi dal suo tocco consapevole dello sguardo degli altri su di sé.
    “Faith” disse all'improvviso riportando l'attenzione di tutti sulla questione che stavano trattando “tu cosa fai?” “Attacco per prima” rispose con rabbia l'altra cacciatrice sfidandolo a contrariarla. Angel piegò la testa di lato non propriamente convinto dell'esattezza della risposta “Quando ne hai l'occasione, certo. Cosa fai se ti prende alla sprovvista?” “Quello che faccio sempre, lo uccido” “Come?” “Come capita! Non devo dimostrarti niente Angel!” disse tutto d'un fiato, ma Angel si era aspettato che scattasse quindi non si fece cogliere alla sprovvista “Non a me Faith, ma loro stanno cercando di imparare e dalla tua riposta si capisce solo che tu sai cosa fare, ma non sai spiegarlo a loro” ignorò l'occhiataccia che la ragazza gli lanciò e si voltò verso l'unica con la quale voleva parlare veramente “Buffy, tu cosa fai quando un vampiro ti attacca?” Buffy lo guardò sorpreso che stesse rivolgendo quella domanda a lei e era anche incerta se rispondere, ma non voleva passare per l'unica che faceva scena muta “Seguo il mio istinto, ascolto cosa mi dice di fare e scelgo la soluzione migliore da mettere in pratica sul momento” concluse con un sospiro “Giles?” chiamò l'ex osservatore non appena Buffy ebbe terminato di rispondere “Qual è la tecnica migliore di quelle esposte?” chiese cogliendo la consapevolezza che si faceva strada sul volto di Buffy. La sua amata aveva appena capito cosa stava cercando di provare e non sembrava d'accordo, Angel lo capì quando la vide alzarsi dallo sgabello pronta a lasciare la cucina. La sostenne per non farle sforzare la caviglia e le chiese con lo sguardo di restare ad ascoltare l'uomo che l'aveva addestrata. Sempre meno convinta, ma con un sospiro rassegnato, Buffy aspettò che l'altro rispondesse alla domanda posta. Dopo alcuni colpi di tosse e vari passaggi del solito panno bianco sulle lenti dei suoi occhiali, Giles si decise a dire la sua “Sono tutte soluzioni abbastanza valide, devo dire. Attaccare per primi in particolare può essere molto utile per mettere in difficoltà l'avversario, ma...” fece una pausa non ancora convinto di voler dire la sua “la soluzione migliore è sempre quella di decidere sul momento in base a quello che il nemico ci propone” in uno zelo dettato dalla sua precedente professione aggiunse “In fin dei conti riassume le risposte di tutti, ma bisogna ricordarsi che non si deve mai usare sempre la stessa tattica. Anche se la prima volta ha funzionato, non vuol dire che sarà lo stesso per la volta successiva” Angel alzò le spalle rivolto al suo pubblico contento di aver sistemato quella questione. Non c'erano dubbi su chi fosse la cacciatrice più preparata e loro potevano tenersi il loro leader mediocre, ma almeno adesso lo facevano sapendo la verità. “Ovvio che lei sapeva la risposta giusta” giunse però il commento negativo di Rona, che ancora sembrava convinta di dover mettere in cattiva luce la cacciatrice bionda “lo fa da anni” concluse accompagnata da cenni affermativi di altre SIT che sembravano d'accordo con quella sua affermazione “Appunto” si limitò a rispondere però Angel considerando chiusa la questione.


    The Hero Becomes The Master

    - Maggio 2003 -

    “Non avresti dovuto mettere su quella messinscena!” lo rimproverò subito Buffy mentre scendevano la scalinata del seminterrato. Avevano discusso per vari minuti davanti alla porta con Buffy che insisteva di voler tornare alla brandina che le era stata assegnata e Angel che cercava di convincerla che aveva diritto alla propria camera. Ovviamente aveva vinto Buffy lanciandogli un'ultima occhiataccia e Angel aveva capito che era inutile discutere. L'aveva però presa in braccio, nonostante le sue proteste, per evitare che camminasse ancora con la caviglia slogata. Una volta arrivato in fondo alla scala la portò fino alla brandina dove l'adagio con cautela “Devi riposare Buffy. Le ferite stanno già guarendo, ma lo sai che se resti a riposo il processo è più rapido” “Lo so” sospirò Buffy mettendosi comoda come meglio poteva “Non capisco perché hai insistito tanto per tornare qui sotto” continuò a lamentarsi guardandola mentre si sdraiava su quel materassino scomodo “Sto meglio qui, non voglio la mia vecchia camera” disse lei ad occhi chiusi. “Va bene” l'accontentò lui accarezzandole i capelli sparsi disordinatamente sul cuscino “Cosa stavi cercando di fare di sopra?” gli chiese riaprendo gli occhi e guardandolo in attesa di una spiegazione seria “Non è giusto quello che stanno facendo e tu lo sai. Non avrei mai pensato che potessero arrivare a tanto” “Sei il solo” giunse il commento di Spike che li aveva appena raggiunti. Angel lo fulminò con lo sguardo, voleva un po' di privacy con Buffy, ma l'altro indicò il suo materassino posto a terra ricordandogli, pur senza proferire parola, che quella era anche camera sua “Io l'ho sempre saputo” aggiunse buttandosi sul materassino in questione e accendendosi una sigaretta “Spike!” lo strillò immediatamente “Ha le costole probabilmente fratturate, ha già problemi a respirare così, non fumare qui dentro!” ruggì, ma restò sorpreso nel vedere l'altro mettere subito via la sigaretta allarmato per non averci pensato prima “Scusa piccola”
    Il comportamento del vampiro biondo lo lasciava un po' interdetto, notava una familiarità tra i due che lo innervosiva, ma c'era anche una sottile tensione di sottofondo che non riusciva ancora a capire bene se era dovuta alla sua presenza oppure no. Forse qualunque cosa ci fosse stata tra di loro era finita male e adesso stavano cercando di restare amici, oppure, ed Angel non voleva neanche immaginare uno scenario simile, c'era ancora qualcosa tra di loro ma in sua presenza si stavano tenendo a distanza e questo creava la tensione. Improvvisamente sentì il panico invaderlo e la rabbia del demone dentro di lui si risvegliò, Angel lo tenne a bada a fatica e chiese, con quanta più cortesia possibile “Spike? Posso restare un attimo solo con Buffy?” il vampiro biondo lo squadrò attentamente e poi posò lo sguardo sulla ragazza in questione chiedendo in silenzio la sua opinione. Angel fece altrettanto e la vide fare un cenno di assenso all'altro, poi Spike prese il suo pacchetto di sigarette e si alzò per accontentare la richiesta del suo sire. Angel trattenne il demone dentro di lui che avrebbe voluto smembrare l'altro convincendolo che parlando con Buffy avrebbero finalmente scoperto cosa c'era tra quei due. Angelus non sembrava soddisfatto, avrebbe sicuramente preferito dare sfogo alla sua natura violenta, ma in fin dei conti condivideva con l'anima una curiosità innata quindi si calmò e attese in silenzio le sue risposte.
    Buffy lo stava osservando in attesa che iniziasse a dire qualcosa e Angel andò dritto al punto facendo un cenno del capo verso la porta del seminterrato dalla quale l'altro vampiro aveva appena fatto la sua uscita. “C'è qualcosa che dovrei sapere?” chiese per poi pentirsi subito delle sue parole troppo sfrontate, infatti Buffy sollevò le sopracciglia rimproverandolo subito per la sua audacia “Quello che intendo è...” sospirò e riprese con più calma “C'è una strana atmosfera quando siete soli e mi chiedevo se non fosse per causa mia” spiegò con lo sguardo fisso a terra per paura di ciò che avrebbe potuto leggere in quelli di lei “Non è per colpa tua” rispose in un sussurro Buffy “Sono successe delle cose e ci stiamo lavorando” aggiunse dopo un po' confondendolo “Quindi state cercando di tornare insieme?” si decise a chiedere quando capì che la ragazza non avrebbe liberamente offerto quell'informazione “Tornare insieme?” chiese con un sorriso triste lei “Non siamo mai stati insieme, Angel. Almeno non come intendi tu” la sua espressione lasciava chiaramente capire cosa stava tentando di dirgli “Capito” riuscì solo a commentare Angel, mentre dentro di lui il demone perdeva nuovamente la calma e immagini di uno Spike in cenere riempivano la sua mente. “E' stato...” “Non mi devi spiegare niente” si affrettò a dirle anche se avrebbe davvero voluto ascoltare le sue spiegazioni “Lo so” rispose Buffy lasciandogli capire che era ben consapevole che quello che diceva lo diceva di sua spontanea volontà “Hai chiesto tu cosa stava succedendo e adesso non vuoi saperlo” lo prese in giro mettendosi seduta sulla brandina e controllando la condizione delle sue ferite “Vanno già meglio” le disse accarezzandole nuovamente lo zigomo “Riesci a muoverti meglio, vero?” lei annuì e poi riprese a parlare. Lo conosceva meglio di chiunque altro, così come lui conosceva lei, quindi non gli permise di abbandonare il discorso che lui stesso aveva iniziato. “E' stato un anno difficile quello appena trascorso. Ho fatto del mio meglio con la casa, Dawn, il lavoro e tutto il resto...” “Sono sicuro” la incoraggiò rimproverandosi per non essere sceso a Sunnydale nemmeno una volta per vedere come andavano effettivamente le cose. L'aveva sentita per telefono, ma avrebbe dovuto capire che stava mentendo tutte le volte che gli aveva detto che le cose andavano bene. “Ho avuto problemi nel rapportarmi con gli altri, volevano che tornassi ad essere quella di sempre, ma non potevo...non riuscivo” Angel annuì ricordando le parole di Spike e iniziando a capire cosa l'aveva spinta ad avvicinarsi sempre più al vampiro “Spike mi capiva e cercava di facilitarmi le cose aiutandomi con Dawn” poggiò le gambe a terra testando anche la caviglia e dalla smorfia Angel capì che quella le dava ancora problemi “E' successo” mormorò tenendo lo sguardo fisso a terra “Non so neanche io com'è iniziata e so anche che non era la cosa migliore da fare in quel momento...se non addirittura mai” si corresse “Penso mi abbia aiutata, in un modo o nell'altro, ma adesso è finita” concluse lasciando spazio ad Angel per commentare. Avrebbe voluto evitare, avrebbe preferito lasciar cadere lì la questione, ma la ragazza non gli aveva detto niente che già che non sapeva. Non aveva invece risposto alla sua domanda sulla tensione più che palpabile che si creava tra di loro, nonostante cercassero in tutti i modi di nasconderla o di ignorarla. “E' finita male tra di voi?” chiese alla fine non riuscendo a resistere “Non poteva finire in nessun altro modo...non era una relazione convenzionale” ammise ed Angel notò il suo imbarazzo e decise che ne avevano parlato abbastanza. Se la ragazza non voleva entrare nei dettagli lui non avrebbe insistito, l'importante per lui era sapere che era finita tra di loro. Angelus si era già calmato, anche se premeva per saperne di più, ma al momento erano entrambi più interessati al fatto che la loro amata era a tutti gli effetti single. “L'importante è che adesso stai meglio” esordì per poi correggersi subito dopo “Certo, potresti stare meglio se casa tua non fosse invasa da ragazzine di tutte le età che usurpano il tuo spazio” disse tentando di fare dell'ironia e iniziando a sentire i morsi della tensione per la situazione in cui stava andando a cacciarsi “Vero” ribatté Buffy iniziando a guardarlo incuriosita “Tu come mai sei ancora qui?” chiese all'improvviso “Sto bene adesso, puoi tornare a casa” “Mi stai invitando ad andarmene?” ribatté lui con un sorriso “Così ferisci il mio ego maschile” Buffy sorrise imbarazzata “Scusa, non volevo dire questo” “Sono qui per te” le disse tornando serio e sfiorandole un ginocchio “Se mi vuoi” “Angel” sussurrò subito lei tirandosi leggermente indietro “Non è per questo che sei qui, quindi non...fare così” lo ammonì scuotendo la testa “Perché sei così sicura che non sono qui per questo” insistette lui facendosi più vicino “Sei venuto qui perché dici di aver sentito che qualcosa non andava” disse lei ripetendo ciò che le aveva detto appena era arrivato “E a distanza di poche ore mi stai chiedendo...” restò in silenzio in attesa che fosse lui a continuare, ma quando Angel non proferì parola aggiunse “Cosa? Cosa mi stai chiedendo?” “Qualcosa da considerare” rispose vago lui, non volendo affrontare quel discorso importante mentre lei era ancora ferita e bisognosa di risposo e con un'apocalisse alle porte. Restarono in silenzio ad osservarsi a vicenda, riflettendo su quella nuova possibilità pur sempre consapevoli che non era cambiato poi molto dall'ultima volta che avevano provato a stare insieme. Sicuramente Buffy era più matura adesso ed Angel poteva fidarsi di ciò che la ragazza diceva di volere dalla vita, senza restare nel dubbio che la sua decisione fosse dettata dagli istinti di un'adolescente che aveva ancora molta strada davanti a sé. In quel momento Buffy sorrise, leggendo forse nei suoi occhi la speranza per un nuovo futuro insieme “Qualcosa da considerare” ripeté facendo sorridere anche lui. Non sapeva esattamente cosa l'avesse spinto a fare quella proposta alla ragazza ed una parte di lui già rimpiangeva quel gesto spontaneo, ma rivederla era stata una doccia fredda. Aveva dimenticato la sensazione di pace assoluta che provava quando era in sua compagnia o la serenità che riempiva la sua anima non appena posava lo sguardo su di lei. La Wolfram&Hart gli stava succhiando via quel poco di buono che c'era in lui e il suo demone era sempre più vicino alla superficie, la sua vita era diventata una lotta continua per tenerlo a bada e in quelle poche ore trascorse a Sunnydale non l'aveva sentito quasi mai, se non per difendere la sua amata, ma quella era sempre stata una costante. Avrebbero deciso un po' alla volta come gestire la situazione, ma per il momento si sarebbe goduto la sua compagnia e l'avrebbe aiutata a combattere la dura battaglia contro il Primo. In fin dei conti aveva un conto in sospeso con lui.
    Con espressione seria tornò a parlare di strategie con la ragazza “Hai intenzione di attaccare per prima?” chiese riconoscendo subito la scintilla della cacciatrice nello sguardo dell'altra, che aveva capito subito il ragionamento dietro la sua domanda, così diversa dal discorso che avevano affrontato fino a poco prima. Buffy annuì pensierosa ed Angel capì subito che aveva dei dubbi sulla strategia che aveva scelto e bisognosa di avere qualcuno di obiettivo dalla sua parte “Data la situazione attuale, mi sembra che l'attacco è davvero la migliori difesa” Buffy annuì nuovamente, ma questa volta più rilassata nel sentirsi dire che non era pazza a procedere con quell'approccio. “Faith sta seguendo la stessa linea di attacco?” “Non credo abbia un piano in mente” scosse la testa la ragazza “Ne avete parlato?” Buffy sollevò le sopracciglia “Tu che dici?” questa volta fu Angel a sospirare “Dovete mettere da parte le vostre incomprensioni e pensare come una squadra. Non capita spesso che due cacciatrici possano unire le forze” “Non ho iniziato io!” rispose indispettita Buffy “Non ho mai iniziato io” Angel sorrise, non aveva tutti i torti. Era già difficile far andare d'accordo due ragazze in condizioni normali, sicuramente la situazione era più difficile quando si trattava di cacciatrici con il proprio istinto e le proprie tecniche di caccia. Forse quello era uno dei motivi principali per cui c'era sempre stata una sola Prescelta per generazione. “D'accordo, comunque ho intenzione di dare una mano...” la bloccò prima che potesse anche solo pensare di rifiutare “...ho alcune cose da sistemare prima” Si alzò dalla sua posizione accanto alla ragazza e le sfiorò la fronte con un bacio “Ci vediamo presto” la salutò lasciandola al suo riposo.
    Aveva molto da organizzare per poter aiutare Buffy al meglio, ma l'idea che aveva avuto vedendola sdraiata su quella brandina era al momento la cosa che gli premeva più fare.
    “Non l'aiuti così” Rupert Giles aspettava Angel al varco con una tazza fumante di tè tra le mani, seduto sullo sgabello in cucina “Tu credi?” chiese senza riuscire a trattenere l'indolenza nel tono usato “Non imparerà mai se continui ad assisterla” “Non mi sembra molto bisognosa d'aiuto, se non fosse che l'avete isolata perché non condividete il modo in cui gestisce la situazione” attese una risposta dell'altro, ma questi continuava a fissarlo come per decidere cosa dire, quindi Angel aggiunse “Non c'è nulla che non va nel modo in cui vede le cose. E' una cacciatrice sveglia, in gamba, sa riconoscere una situazione di pericolo e riesce a trovare subito la soluzione più adatta. Adempie ai suoi compiti con senso del dovere e con un'ironia tutta sua che l'ha portata fin qui” Guardò l'uomo che sorseggiava il suo tè in silenzio e Angel prese posto affianco a lui pronto ad affrontare quella questione “Hai addestrato un'ottima cacciatrice. Dovresti esserne fieri, non ostacolarla” “Non la sto ostacolando, sto cercando di insegnarle il senso del lavoro di squadra” “La cacciatrice non è nata per il lavoro di squadra, è un essere solitario. Solo Buffy è riuscita a crearsi questa rete di legami e amicizie che l'hanno aiutata nella sua lotta. Resta il fatto che il compito che deve svolgere è suo e soltanto suo” Giles si alzò per portare la tazza ormai vuota nel lavandino “E' troppo sicura di sé” commentò l'uomo “Può permetterselo” ribatté Angel senza indugi. Poi si alzò in piedi sicuro di non poter convincere oltre l'ex Osservatore.


    The Company Of The Hero

    - Maggio 2003 -

    “E' enorme!” furono perlopiù le esclamazioni delle SIT mano a mano che si facevano strada attraverso l'ampio salone della magione. Pochi giorni dopo la sua prima comparsa a Sunndale, Angel era ricomparso a casa Summers chiedendo a tutti di fare i bagagli. Buffy aveva temuto che stesse cacciando tutti a nome suo, ma quando Angel si era offerto volontario per aiutarla a preparare le sue cose, Buffy gli aveva chiesto urgentemente una spiegazione, seguita da Faith. Angel aveva allora spiegato loro che in quei giorni aveva preparato la magione per accogliere tutte quelle ragazze indisciplinate e aveva radunato i suoi amici per unirsi alla battaglia finale. Erano così partiti alla volta della magione che offriva ben più spazio per accogliere un esercito. “Non sono riuscito a fare molto con il poco tempo a disposizione” aveva esordito Angel invitando tutti a seguirlo oltre la pesante porta d'ingresso. Le ragazze si erano subito disperse in cerca di un angolo da occupare, o anche solo per dare un'occhiata in giro. “Potevi prestarci prima la villa, amico” commentò Faith dandogli una pacca sulla spalla per poi allontanarsi anche lei in cerca di quattro mura da reclamare. “Non ci ho pensato” si giustificò imbarazzato Angel abbassando lo sguardo su di lei come in cerca di perdono. Buffy gli sfiorò il braccio in una carezza e scosse la testa lasciandogli intendere che non aveva nulla di cui scusarsi. “Vieni” le disse tornando improvvisamente allegro “Ti faccio vedere la tua camera” aggiunse diventando leggermente nervoso. Buffy lo seguì oltre l'ampio salone con il camino, davanti al quale avevano trascorso tante serate tranquille a trastullarsi nella convinzione che non ci fossero problemi tra di loro. Capì subito dove la stava portando non appena iniziarono ad incamminarsi nel corridoio in fondo al salone. “Fuori di qui!” tuonò non appena superarono la porta di quella che era stata la stanza occupata da Angel durante il suo soggiorno a Sunnydale “Le vostre camere sono di sopra. Questa è la nostra” spiegò alle due SIT che avevano trovato quella stanza vuota e avevano pensato di sistemarsi lì, cercando di farsi perdonare per il tono brusco usato poco prima. “La nostra camera?” gli chiese Buffy guardandolo scettica, mentre le ragazze scappavano via impaurite e proclamando scuse a non finire “Cosa ti fa pensare che voglio condividere la stanza con te?” chiese con un ghigno malizioso guardandosi intorno, mentre ricordo dopo ricordo del tempo che avevano trascorso insieme tra quelle mura le tornava alla mente. “Condividere il letto, addirittura?” aggiunse notando che la stanza era ancora composta dal solo letto matrimoniale posto al centro. “Non dobbiamo condividere il letto” ribatté subito imbarazzato Angel “...se non vuoi” aveva però aggiunto subito dopo, per poi coprire quella sua proposta concludendo “Ma è la nostra camera” Buffy poteva sentire lo sguardo color cioccolato del vampiro puntato su di sé “Posso dormire altrove, ma mi piacerebbe che fossi tu ad occupare questa stanza” “Possiamo dormirci insieme, anche nello stesso letto, ma Angel cosa stiamo facendo?” chiese tutto d'un fiato rendendosi conto che, per quanto le piacesse quel nuovo Angel, che voleva starle vicino nonostante ciò che li aveva separati anni prima, Buffy ricordava ancora quanto fosse pericoloso stare troppo vicina all'uomo che amava. “Non lo so, ma...” il vampiro posò le valige vicino al letto e poi la prese per mano e si sedette con lei sul materasso, che cedette sotto il loro peso “Era da tanto che non mi sentivo così. Così leggero e libero da preoccupazioni e problemi, anche se ho molte cose di cui preoccuparmi in realtà!” Era esattamente quello che provava lei, era quello che aveva sempre provato anche solo al pensiero di Angel “E che mi dici di tutto il resto? Tutte le cose che ci hanno fatto separare?” chiese preoccupata per l'ennesimo ripensamento dell'altro “Dopo tutti questi anni separati l'uno dall'altra, hanno importanza?” chiese Angel quasi timoroso di una risposta diversa da quella che si aspettava, come se fosse stata lei a lasciarlo la prima volta. “Non per me. Non hanno mai avuto importanza per me, ma Angel...” stava succedendo tutto troppo in fretta e nonostante il suo cuore fosse più che pronto a rispondere da dove avevano interrotto, la sua testa le chiedeva di procedere con cautela “Aspettiamo la fine di questa battaglia prima di fare qualsiasi cosa. Non voglio correre” chiese sperando che l'altro accogliesse la sua richiesta “Tanto io non invecchio” aveva risposto lui sorridendo come aveva fatto quella sera, tanto tempo prima in un Bronze mal illuminato, quando le aveva detto che poteva tenersi la sua giacca di pelle perché stava meglio addosso a lei, quando Buffy si era irrimediabilmente innamorata di colui che aveva poi scoperto essere un vampiro con l'anima. A quel punto si erano baciati, prima con tenerezza per poi lasciarsi andare momentaneamente alla passione, come succedeva sempre quando i loro corpi venivano a contatto “Baciarsi va bene” chiarì subito Buffy notando lo sguardo preoccupato di Angel, che si stava già chiedendo se non aveva accelerato troppo i tempi nonostante la richiesta che lei aveva appena fatto. “Anche condividere il letto” aggiunse Buffy accarezzando la coperta rosso sangue su cui aveva riposato spesso tra le braccia di Angel, mantenendo sempre una distanza di sicurezza per evitare le tentazioni. Poteva tornare a sopportare la frustrazione del non poterlo avere completamente? Buffy non aveva dubbi sul fatto di poterlo fare. Dopo la relazione fallimentare con Riley, un essere umano come lei con un complesso d'inferiorità causato dal suo passato e del suo essere cacciatrice. Dopo la relazione, puramente sessuale, condivisa con Spike e terminata nel peggior modo possibile. Buffy sapeva di non volere nessun altro che non fosse l'unico uomo che aveva mai davvero amato e che non avrebbe mai smesso di amare “Ce la faremo” le infuse coraggio Angel, ma Buffy era già completamente d'accordo con lui “Usciamo di qui o penseranno male” gli disse baciandolo rapidamente una seconda volta e conducendolo fuori per vedere come procedeva la sistemazione degli altri.
    Quando Buffy raggiunse nuovamente il salone della Magione trovò due persone che non aveva mai incontrato prima in compagnia di Wesley. “Siete arrivati” commentò Angel vedendo quelle persone che se ne stavano accanto all'ingresso con i loro borsoni tra le mani “Buffy” la chiamò subito il vampiro “Questi sono Gunn e Winifred” li presentò “Fred” specificò subito la ragazza dai lunghi capelli castani porgendole la mano “E Wesley ovviamente” finì Angel mettendosi accanto all'uomo in questione “Grazie per essere venuti” “Dovere” rispose questi sistemandosi meglio gli occhiali “Dove possiamo sistemarci?” Angel fece un cenno a Buffy per informarla che li avrebbe accompagnati “Venite” gli fece strada lungo la scalinata di cemento grigio che portava di sopra. Buffy colse l'occasione per guardarsi intorno e si perse nei ricordi che quella stanza le riportava alla memoria. Si avvicinò al camino e osservò a lungo lo spazio vuoto al suo interno ricordando tutte le volte che vi aveva trovato Angel seduto a leggere in attesa del suo arrivo. Voltandosi si ritrovò poi a fissare, quasi senza rendersene conto, l'esatto punto in cui aveva condiviso il suo momento più intimo con il vampiro. La mano salì di sua spontanea volontà fino alla cicatrice che aveva sul collo e un brivido le salì per la schiena al ricordo di quell'esperienza bellissima e terrificante. “Buffy” si sentì chiamare e vide sua sorella che la guardava preoccupata “C'è qualcosa che non va?” chiese guardandosi intorno in cerca di cosa aveva attirato la sua attenzione “Hai bisogno di riposarti” le consigliò quando non vide nulla sul pavimento che sua sorella stava guardando con insistenza “Sto bene” rispose brusca Buffy allontanandosi di qualche passo da lei “Cosa volevi? Volevi qualcosa?” Dawn scosse la testa “Solo farti sapere che ci siamo sistemati tutti. C'è molto più spazio qui, peccato che non ci è venuto in mente prima di chiedere ad Angel se poteva prestarcelo come quartier generale” commentò guardandosi intorno “Appartiene anche a Buffy” commentò il vampiro raggiungendole vicino al camino e posando una mano sulla schiena della cacciatrice provocandole un altro brivido. “Come?” “Cosa?” chiesero insieme le due sorelle Summers “Si, quando ho lasciato Sunnydale ho cambiato le carte d'acquisto e ho fatto inserire anche il tuo nome” la guardò e poi aggiunse con più incertezza “In caso ne avessi avuto bisogno” Buffy lo guardò incredula e si allontanò anche da lui non riuscendo a credere a quello che stava dicendo. Si sentiva offesa e presa in giro al pensiero che il vampiro aveva fatto un gesto simile, quando pochi giorni prima della sua partenza si era spaventato alla sola idea di dover condividere un cassetto con lei e appendere qualche specchio. Quella, però, era la vecchia Buffy, quella che avrebbe fatto una scenata davanti a tutti, indignata da quel comportamento. La nuova Buffy, invece, aveva imparato che è inutile rivangare sul passato o cercare di capire per quale motivo certe cose erano andate in un certo modo. Adesso accettava la vita per quello che era, vivendola un giorno alla volta e seguendo la filosofia che aveva abbracciato a 16 anni. “Accidenti” commentò Dawn, mentre Buffy restava ancora in silenzio a riflettere su ciò che aveva appena scoperto. “Che succede?” chiese Kennedy scendendo dal piano di sopra insieme ad altre SIT “Questa casa è anche di Buffy. Angel ce l'ha appena detto” “Dawn!” la rimproverò subito, odiava il vizio che aveva di raccontare tutto a tutti indistintamente “Non sono cose che le riguardano” aggiunse sottovoce “Scusa” rispose l'altra, ma né a Buffy né ad Angel sembrò molto dispiaciuta. “Davvero Buffy?” chiese Amanda facendosi avanti tra le sue compagne e guardandosi intorno per poi poggiare lo sguardo su Angel “L'avete comprata insieme?” “Ma se lei non ha un soldo!” commentò subito Rona “E' di entrambi” ribatté Angel guardando la ragazza dritto negli occhi “Perché siete sposati?” chiese Rona con tono ironico “Esattamente” “Scusate” mormorò Buffy facendosi strada tra la calca di persone che l'avevano circondata e allontanandosi da quella conversazione che non le stava affatto piacendo. Entrò in quella che era appena diventata la sua nuova camera prima che qualcun altro potesse intercettarla e farle qualche altra domanda, ma non fece in tempo. “Tutto bene?” le chiese la ragazza che lavorava con Angel comparendo dietro l'angolo “Sembri...” la osservò per un attimo piegando la testa di lato “Se stai per dire incazzata nera, allora si è proprio come mi sento in questo momento” “Come immaginavo” ribatté l'altra con un sorriso talmente dolce, che Buffy non riuscì ad essere arrabbiata anche con lei per il semplice fatto che le stava impedendo di godersi un po' di solitudine nella sua stanza. Fred la guardò ancora per qualche secondo e Buffy capì che l'altra la stava studiando e stava riflettendo se dire o meno quello che le passava per la testa. “E' più rilassato” si decise a dire alla fine “Lo vedo più rilassato. E' una cosa positiva” Buffy annuì, non sapendo bene come rispondere ad una simile affermazione. Conosceva quella ragazza da pochi minuti, ma già riusciva ad apprezzare la sua sincerità, caratteristiche che ormai scarseggiava a Sunnydale. “Sei arrabbiata con lui o in generale?” le chiese tornando a piegare di nuovo la testa di lato e restando in attesa di una risposta “Un po' tutte e due le cose” si poggiò contro la porta della camera dentro la quale stava tentando di rifugiarsi fino a poco prima “Non sopporto più questa convivenza forzata e non mi piace quando Angel fa certi commenti su di noi” ammise in tono sommesso, scoprendo che riusciva a parlare con quella ragazza con serenità. Si ritrovò a chiedere se non si trovasse di fronte ad una strega o a qualche essere sovrannaturale che riusciva a mettere le persone a proprio agio, ma i suoi sensi di cacciatrice non era all'erta. “Lui ti definisce sua moglie, perché per lui è ciò che sei” spiegò Fred “A Los Angeles non fa quasi mai il tuo nome, ma noi a volte parliamo, di tante cose diverse” specificò “e l'ho sentito spesso parlare di te in questi termini” abbassò la testa imbarazzata “Non ho mai avuto il coraggio di chiedergli i particolari, ho sempre pensato che foste separati o qualcosa del genere” Buffy scosse la testa “Wesley ci ha spiegato un po' meglio la situazione mentre eravamo qui” disse l'altra lanciando una fugace occhiata alla sua cicatrice, Buffy abbassò la testa lasciando che i capelli le coprissero quel marchio che aveva attirato fin troppo l'attenzione in quegli ultimi giorni. “Mi dispiace” si scusò subito Fred notando il suo imbarazzo “Sono stata troppo invadente” “Va bene così” disse subito Buffy non volendo scoraggiare la ragazza dal parlare con lei “Sei la prima persona dopo tanto tempo con la quale posso parlare di Angel senza sentirmi in colpa e senza sentirmi dire che lui non fa per me” la ringraziò. Lei sorrise e si allontanò dalla porta che l'aveva sorretta fino a quel momento, la caviglia non le dava più fastidio ma non riusciva a stare in piedi troppo a lungo. “Vado a prepararmi qualcosa da mangiare e poi riposerò un po'” annunciò decisa a non farsi condizionare dalle SIT che, nonostante il cambio di residenza e lo spazio maggiore a disposizione, affollavano ancora la sua vita. Fred sorrise annuendo dicendosi contenta di averla potuta aiutare.
    Una volta giunta in cucina, Buffy trovò Xander ed Andrew che mettevano a posto la spesa che alcune SIT erano andate a fare su richiesta di Angel “Posso prepararmi qualcosa da mangiare?” chiese passando lo sguardo sulle cibarie sparse dappertutto “Abbiamo quasi finito” rispose Xander mettendo via bevande varie. “Quasi finito?” fu il commento scoraggiato di Andrew, evidentemente stanco di mettere in ordine, e seguito da Spike che fece il suo ingresso in cucina in quel preciso momento “E' ancora tutto sparso sul tavolo?” alzò lo sguardo su di lei e le chiese “Hai fame?” quando la vide annuire le porse un pacchetto di patatine “Mangia questo intanto” le consigliò premuroso “Dove tiene il sangue il tuo ragazzo?” aggiunse poi aprendo il frigo e non trovando nessuna sacca di plasma al suo interno. Buffy balbettà imbarazzata “Non è...” ma Spike alzò una mano per invitarla a non dire altro “Senza rancore” commentò chiudendo la questione e sorridendole con quella sua dolcezza che le faceva dimenticare che si trattava di un vampiro, anzi del vampiro William Il Sanguinario. “Non lo so dove lo tiene” disse rispondendo alla sua domanda e ignorando il senso di colpa che l'aveva invasa alla vista del vampiro che l'aveva aiutata in quell'ultimo anno “Una volta lo teneva in frigo...” la smorfia di disgusto di Xander le fece aggiungere “...adesso penso sia altrove, date le circostanze” si sedette sullo sgabello e iniziò a gustarsi le sue patatine. “Angel!” urlò all'improvviso Spike aprendo tutti gli sportelli della cucina in cerca del suo cibo. L'altro vampiro entrò allarmato in cucina “Che succede?” e restò sbalordito nel trovarsi di fronte una tranquilla scenetta domestica. “Spike vuole sapere dove tieni il sangue” lo informò Buffy tra una patatina e l'altra “Di sotto c'è un frigo a parte” lo informò notando subito il suo sguardo risentito “Questo è puro razzismo!” commentò adirato avviandosi però verso la sua fonte di nutrimento. Buffy sorrise divertita, mentre Xander scuoteva la testa seccato dal comportamento del biondo, o della sua presenza in generale. “Dobbiamo sopportarlo ancora per molto?” chiese a nessuno in particolare, ma fu Buffy a rispondere avendo già fatto quel discorso con il suo amico più di una volta “Il Primo vuole usarlo contro di noi, penso sia meglio tenerlo d'occhio il più possibile” gli ricordò gustandosi un'altra manciata di patatine “Certo” ribatté Xander passando altre cibarie ad Andrew che li osservava preoccupato che potesse scoppiare una lite tra i due visto il tono usato dal ragazzo “Sono sicuro che per te è un compito davvero ingrato tenerlo d'occhio” “E con questo che vorresti dire?” chiese Buffy passando da un tono allegro ad uno più aggressivo, riconoscendo nei lineamenti dell'amico la rabbia per il vampiro biondo. Buffy capiva ed apprezzava il suo atteggiamento protettivo, ma conosceva molto bene Xander ormai e sapeva anche che principalmente trattava male Spike solo per la sua natura di vampiro e per dare sfogo al suo odio “Niente, solamente non mi sembra che per ti pesa molto averlo intorno” alzò la testa per fissarle addosso il suo unico occhio “Tutto qui” “Non mi pesa” rispose lei ricambiando lo sguardo. Xander scosse il capo con una risata sarcastica “Ovvio, è il tuo hobby fare cose del genere, vero?” Buffy corrugò la fronte non comprendendo bene a cosa si stesse riferendo l'altro, ma sapendo già che non le sarebbe piaciuto sentirglielo dire “Xander?” lo riprese Ange ricordando a Buffy che c'era anche lui nella cucina insieme ad Andrew “Adesso è passata di nuovo a te!” sbottò Xander sbattendo sul tavolo le verdure che fino ad un attimo prima aveva passato ad Andrew per metterle in frigo. “Sei stato il suo primo animaletto domestico. Riley era troppo normale, vero Buff? Spike somigliava più a quello che cerchi in un uomo...se possiamo chiamarlo così” gettò un'occhiata di disgusto verso Angel, che restò in silenzio ad ascoltare lo sfogo del ragazzo. Buffy, al contrario. mise via la busta delle patatine, non affatto intenzionata ad ascoltare i giudizi di un ragazzo che aveva abbandonato all'altare la donna che aveva giurato di amare. “Ho visto che ti sei sistemata nella sua camera. Cosa aspetti? Che ti stupri anche lui?” le urlò contro, mentre Buffy usciva dalla cucina non avendo mai pensato di poter odiare tanto il ragazzo che era stato il suo migliore amico per tanti anni sulla Bocca dell'Inferno.
    “Buffy!” urlò il suo nome Angel seguendola con passo accelerato dentro la camera che condividevano “Buffy” la chiamò di nuovo quando la ragazza non rispose al suo primo richiamo “Di cosa stava parlando Xander?” le chiese con voce strozzata dalla paura e dalla rabbia, Buffy non era sicura quale delle due “Di niente, è solo arrabbiato” rispose lei sedendosi sul letto e preparandosi per un riposino che avrebbe aiutato le sue ultime contusioni e ferite a guarire “Non è successo niente” precisò lei “Spike ci ha provato, ma non ci è riuscito” ammise subito dopo, sapendo che non poteva evitare più a lungo quel confronto dopo le parole tanto esplicite di Xander “Ha tentato di stuprarti?” chiese Angel per essere sicuro di aver capito bene, ma con un'espressione incredula in volto “Era arrabbiato” “Non lo giustificare!” la rimproverò. Buffy non avrebbe voluto giustificarlo, sapeva che ciò che aveva tentato di fare non aveva scusanti, ma ormai era passato abbastanza tempo per permetterle di lasciarselo alle spalle. Lo spiegò ad Angel “Mi fido di lui, completamente” guardò Angel dritto negli occhi per fargli capire che diceva sul serio “Era quella la tensione che avvertivo tra di voi?” aggiunse Angel dopo qualche minuto passato in silenzio a riflettere su ciò che aveva appena scoperto. La ragazza rispose con una scrollata di spalle “Era questo che intendevi quando hai detto che era finita male tra di voi?” Buffy poté solo annuire “Immagino di si” “Hai usato proprio un bel eufemismo” commentò esasperato Angel alzandosi ed aiutandola a sistemarsi sotto le coperte “Un giorno mi racconterai tutto” le strappò una promessa per poi lasciarla al suo riposo “Angel” lo richiamò lei fermandolo sulla porta “Si?” “Lascia in pace Spike” gli ordinò sapendo bene dove era diretto e bloccando la lite sul nascere. Sentì la porta chiudersi e si abbandonò contro i cuscini sentendosi più leggera dopo quella confessione a cui Xander l'aveva costretta.
     
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  12. SilviaLivre
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    Mi piace.
    Mi piace che Angel sia arrivato e abbia risistemato le cose.
    Non sopportavo come trattavano Buffy. Uffi. Down poi insopportabile.... ha ragione Spike ehehehehhe!

    Brava Sonia, mi mancavano le tue belle storie sempre ben scritte.
    Vi voglio bene ragazze!

    ^_^ Silvia
     
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11 replies since 1/9/2013, 07:38   178 views
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