Love speaks in silence

Vedendola piangere nella sua stanza, i suoi occhi si bagnarono di commozione. Il suo nome era Angel

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Titolo: Love speaks in silence
    Autore: buffina92
    Timeline: Tutto parte da quello che viene descritto in alcuni flashback de “Becoming (part I)”, con una Buffy alle primissime armi, dopo che ha appena saputo di essere la prescelta, e Angel che la segue da lontano.
    Summary: Cosa sarebbe accaduto se Buffy e Angel si fossero incontrati prima dell'arrivo di lei a Sunnydale?
    Disclaimers: ovviamente non mi appartiene nulla, personaggi, luoghi e tutto il resto appartengono a Joss Whedon, alla WB e alla UPN.
    Note: Il titolo è tratto da un verso di una canzone dei Lifehouse, “All that I’m asking for”.
    Commenti: graditissimi, come al solito ;)



    Prologo

    Tutto taceva. Il silenzio della sera avvolgeva il giardino e le case circostanti, quando si udì un tonfo sordo.
    Una ragazza bionda, con un giacchetto arancione piuttosto vistoso, cadeva a terra, spinta da un essere con il volto deforme. Un vampiro.

    Si chiamava Buffy, Buffy Summers. Viveva a Los Angeles con sua madre e suo padre, in una casa modesta.

    Da fuori, la sua vita sembrava perfetta. Era una cheerleader, frequentava molti ragazzi, li scaricava, li riprendeva, faceva tutto ciò che gli passava per la testa. A scuola non era la più brava, ma non gli importava. Quello che gli bastava era essere popolare, uscire con le amiche e stare con i ragazzi…finchè non si stufava di loro, ovviamente.

    Un giorno, però, tutto cambiò. La sua vita subì una svolta radicale in un attimo, dopo una conversazione avuta con uno strano uomo di bassa statura con un bel paio di baffoni. Le si avvicinò dopo la scuola, sorprendendola seduta sui gradini, in una bella giornata di sole, mentre si mangiava un lecca-lecca.

    “Buffy Summers?” le aveva chiesto.
    “Sì? Salve, che c’è?”
    “Io dovrei parlare con te”.
    “Per quel piccolo furto da Bullocks? Guardi che l’avrei pagato quel rossetto, lo giuro!”
    “Non c’è molto tempo, devi venire con me, ti attende il tuo destino”.
    “Non ho un destino…sono senza destino, davvero…”
    “Ce l’hai. Tu sei la prescelta. Solo tu puoi fermarli”.

    Buffy non riusciva a capire cosa volesse dire quell’uomo.

    “Chi?” chiese scettica.
    “I vampiri”.

    Buffy l’aveva guardato con un’espressione ambigua, strana. Quel tizio era davvero inquietante, ma per uno strano, stranissimo inspiegabile motivo, alla fine l’aveva seguito.
    Avevano aspettato la sera, per combattere un vampiro vero.

    Quello che l’aveva stesa a terra.

    Buffy cercò di rialzarsi. Per paura, non perché sapeva cosa stesse facendo. Era spaventata a morte.

    Il paletto di legno, quello che secondo il tizio inquietante le avrebbe permesso di uccidere il vampiro, era volato poco più in là. Buffy lo riprese da terra e andò contro il vampiro e, dandogli una spinta, lo stese.

    “Ok..” disse soddisfatta di quel piccolo progresso.

    Prese il paletto con entrambe le mani e trafisse il vampiro….nella parte sbagliata. Dritto nel fegato, presumibilmente, ma era il cuore che doveva colpire.

    “Oddio, non è il cuore!” esclamò, estraendo di nuovo il paletto.
    Poi, finalmente, lo puntò sul cuore del vampiro, che diventò polvere dopo aver fatto una brutta smorfia.

    Buffy indietreggiò lanciando un urlo, ancora più spaventata.

    Che diavolo stava succedendo? Perché era proprio lei a dover vedere queste cose?

    Il tizio inquietante spuntò fuori da un cespuglio.
    “Hai visto il tuo potere? Questa è la tua missione” le disse con tono solenne. “Questo è quello che dovrai fare durante la tua vita”.
    “Devo…uscire di notte e uccidere queste bestie?” chiese Buffy ancora sotto shock.
    “Sì”.
    “Ma perché io?”
    “Perché sei una prescelta”
    “E non potevano scegliere qualcun altro? Ho 15 anni!”
    “La precedente Cacciatrice è morta. Ora tocca a te prendere il suo posto”.

    Buffy lo fissò senza più niente da aggiungere. Non sapeva cos’altro dire. Sentii un senso di improvviso smarrimento, come se la sua vita cominciasse in quel preciso istante, ma non come voleva lei. Non come aveva sempre sperato.

    L’uomo si allontanò piano, vedendola così smarrita e con lo sguardo perso nel vuoto.

    “Ci vediamo qui domani sera, per ucciderne altri” le disse.

    Non gli arrivò alcuna risposta. Buffy era rimasta lì, seduta a terra, con le mani nelle mani e lo sguardo ancora fisso nel vuoto.
    Rimase lì un paio di minuti, minuti che le sembrarono un’eternità.

    Le stava passando tutta la vita davanti.

    Non sapeva ancora qual’era il suo ruolo di Cacciatrice, non sapeva bene cosa volesse dire, ma era già spaventata, come se un macigno le fosse caduto addosso in un nano secondo e l’aveva travolta. In pieno. Senza chiedere permesso, senza aspettare il suo consenso. Era arrivato e le era caduto sopra la testa.

    Quando riprese coscienza di sé e di dove fosse, guardò l’orologio. Era tardissimo.
    Scattò in piedi e cominciò a correre verso casa.

    Ad aprirle la porta fu Joyce, sua madre.
    “Dove sei stata? Io e tuo padre siamo stati in pensiero!” le urlò.
    “Sono…sono stata con Tyler, dovevamo parlare” disse Buffy camminando frettolosamente verso la sua stanza.
    “Buffy, è tardi, non dovresti tornare a quest’ora, e soprattutto non dovresti stare con quello, è un irresponsabile! Quante volte devo ripetertelo?”
    “Scusami mamma, hai ragione, ho fatto tardi”.

    Joyce la guardò con preoccupazione, e poi aggiunse: “Si cena tra dieci minuti”.
    “Va bene”.

    Lasciò la stanza, lasciando la porta socchiusa.

    Buffy la sentì urlare con suo padre. Da tempo non andavano più d’accordo, e la ragazza temeva che presto avrebbero divorziato. Era preoccupata.

    Si guardò allo specchio. Era ancora Buffy Summers, la cheerleader più popolare del liceo? Perché nel giro di qualche ora sembrava essere cambiato tutto? Perché sentiva che la sua vita non sarebbe stata più la stessa?

    Qualche lacrima le bagnò gli occhi, fino a scendere giù e rigare le guance.

    Si sentiva sola e diversa, e capì che era solo l’inizio di qualcosa di più grande, di più…pesante.

    Non lo sapeva ancora, ma c'era già qualcuno che si preoccupava di lei.

    Là fuori, dietro un cespuglio, nell’oscurità, si nascondeva un uomo con i capelli arruffati, apparentemente puzzolente.

    L’aveva seguita sin dal mattino, quando Buffy aveva conosciuto lo strano tizio.
    L’aveva guardata combattere il suo primo vampiro.
    Aveva percepito la sua paura.
    Non la conosceva, eppure si sentiva così vicino a lei…

    Vedendola piangere nella sua stanza, i suoi occhi si bagnarono di commozione.

    Il suo nome era Angel.

    Edited by buffina92 - 24/6/2012, 10:13
     
    Top
    .
  2. lifecrystal
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    wow è davvero molto bella!
    complementi! ^___^
     
    Top
    .
  3. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    grazie mille! :D
     
    Top
    .
  4. SilviaLivre
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    La frase finale e' stupenda: davvero...
    adoro la velocita' in cui hai posto le varie scene: e' tnto intenso e al contempo non annoia. . Quindi brava: oltretutto e' rara un fanfic che inizia n buffy pre-sunnydale. La scena delo specchio e' merigliosa gia' di suo e tu hai fatto in modo di riproporla davvero degnamente se non di piu'.

    Continua
     
    Top
    .
  5. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Le tue parole mi lusingano Silvia, davvero :wub: grazie millissime :wub:
    ps :
    se la vuoi mettere su HBH fai pure, te l'avevo già detto e mi fa piacere ;)
     
    Top
    .
  6. maudit
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    brava a riprendere una delle scene emozionanti e intese ...
    ora aspetto con ansia il seguito..
    che bello una nuova storia....
    graziee!!!!!
     
    Top
    .
  7. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    grazie a te maudit! :wub:
     
    Top
    .
  8. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 1 - Voglio diventare un uomo

    Angel era un uomo solitario. Viveva nelle fogne di Los Angeles.

    A giudicare dal suo aspetto fisico, sembrava un ragazzo di quasi 30 anni. Aveva gli occhi scuri e, vivendo nelle fogne, era trasandato e i suoi capelli erano piuttosto lunghi. Portava degli strani vestiti maleodoranti.

    Il suo aspetto, però, non rivelava niente di lui. Aveva un passato scomodo, un fardello che si portava dietro da molti anni, più di quelli che dimostrava di avere.

    La sera precedente il suo "incontro" con la Cacciatrice, aveva parlato con un tipo strano.

    Lui non parlava con la gente. Forse era la prima e unica persona con cui aveva avuto una conversazione negli ultimi anni. Il tipo l'aveva fermato in un vicolo mentre stava cercando qualcosa da mangiare.

    "Tempi duri, eh?" gli aveva chiesto.
    "Cosa?"
    "Mi chiedevo se fossero tempi duri questi".

    Angel l'aveva guardato in cagnesco.

    "Fuori dai piedi, non ho voglia di parlare con nessuno".
    "Non mi pare che parli molto con le persone....hai qualcosa da nascondere, non è così?"

    Angel, che stava camminando frettolosamente per divincolarsi da lui, udendo quelle parole si era fermato.

    "Senti, io non ti ho mai visto e non ti conosco, ma mi stai già antipatico perchè sembri sapere troppe cose di me e questo non mi piace. E poi...tu chi sei?"
    "Doyle".

    Angel lo aveva scrutato attentamente, prima di dire: "Non mi sembri umano".
    "Ehi sei poco gentile! In fin dei conti, mia madre lo era...ma in effetti hai ragione, non sono umano. Ma d'altronde neanche tu lo sei, no?"

    Angel si stava spazientendo.

    "Che diavolo vuoi da me?"
    "Ehi ehi, calmati, non trucidare il messaggero...io non sono qui per conto mio, sono qui perchè qualcuno mi ha mandato".
    "Chi?"
    "I pezzi grossi. Chi ha il potere, amico. Ma adesso non ti è dato sapere chi ti vuole, piuttosto ci sono altre cose di cui dobbiamo parlare".
    "Cioè?"
    "Andiamo con ordine. Prima voglio raccontarti una storia".
    "Sono tutto orecchie".
    "Mi fa piacere. C'era una volta in Irlanda un vampiro molto molto cattivo che si faceva chiamare Angelus. Era il più spietato di tutti, anche gli altri vampiri lo temevano. A pranzo e cena si cibava di ogni essere umano gli capitava di fronte, tant'è che l'avevano soprannominato "Flagello d'Europa", era un tale...bastardo! Una volta arrivò in Romania e per colazione decise di mangiarsi una bella ragazza rumena, la preferita all'interno del suo clan. Per punirlo per averli privati della vita per loro più preziosa, gli zingari lo maledissero, donandogli l'anima, e con questa tutti i sensi di colpa. 'Oddio, cosa ho fatto, aaa, sono un mostro!'. Una punizione pesante, eh?"
    "Non sai quanto".
    "Ah, lo conosci il tipo della storia?"
    "Beh, direi di sì....ok, grazie per avermi raccontato la storia della mia vita, ma visto che ero lì, già la conoscevo".
    "Aspetta, bello, non ho finito!"
    "Oh, scusami, non volevo interromperti".
    "Bene, grazie..insomma, da quando l'hanno maledetto, il nostro amico vampiro è sparito, puff, volatilizzato. Nessuno ha sentito più parlare di lui, la scia di sangue che si portava appresso è terminata. Di cosa ti nutri adesso?"
    "Topi...come mi hai ricordato, con gli umani ho smesso".
    "Appunto...tieni, ti ho portato del sangue di maiale, è meglio di quello dei topi".

    Detto questo, gli aveva dato un sacchetto, dove all'interno c'era davvero del sangue. Angel lo aveva guardato, ma non bevuto. Prima voleva sapere che voleva quel Doyle.

    "Adesso mi spieghi cosa vuoi? Non sarai venuto solo a raccontarmi quello che ho fatto nella mia vita".
    "No, infatti. Sono qui perchè credo che questa vita non ti piaccia granchè".
    "Beh la mia natura non prevede proprio che io beva sangue di maiale".
    "E' vero, ma tu hai scelto di non toccare più sangue umano".
    "Scelta un pò forzata, però sì..."
    "Smettila di interrompermi".
    "Scusa".
    "Insomma, guardami, anch'io sono un demone...ti sembro cattivo? Non tutti i demoni sono per forza cattivi".

    Gli occhi di Angel si erano come illuminati, avevano acquisito un pizzico di quella vita che avevano perso per tanto tempo.

    "Vuoi dire che anch'io ho una scelta?" aveva chiesto a Doyle.
    "Era proprio questo che intendevo dire. Puoi rimanere un topo di fogna oppure diventare qualcuno, una persona...comunque, proprio perchè sono convinto che è tutta questione di scelte, voglio farti vedere una cosa, ti spiego strada facendo".

    Dopo aver pronunciato quelle parole, Doyle l'aveva accompagnato fuori dalla scuola di Buffy e l'aveva lasciato lì ad osservare.

    Dopo averla vista a casa sua, Angel tornò nella fogna, e lì trovò di nuovo Doyle.

    "Allora, com'è questa Cacciatrice?" chiese Doyle.
    "E' bella...e sola".
    "Sono tempi duri anche per lei, è ancora una bambina e ha già una grossa responsabilità sulle sue spalle".
    "Già.."

    Doyle lo guardò con espressione compiaciuta.

    "Cosa vuoi fare, amico?"
    "Voglio...voglio aiutarla. Voglio diventare un uomo".
    "Ma ti sei visto? Senza offesa eh, ma messo così non sembri proprio un principe azzurro".
    "Ma mi hai detto che anch'io posso diventare una persona.."
    "E lo diventerai. Ma ci vorrà del tempo".
    "Voglio apprendere da te".
    "Oh bene, siamo già sulla buona strada. Ricorda, amico: ognuno ha la sua, deve solo saperla scegliere".

    Angel si guardò, osservando attentamente i vestiti che portava, e poi quelli di Doyle. Non sapeva perchè si stava fidando di lui, ma era il primo che in 90 anni di solitudine gli aveva rivolto la parola, il primo che gli stava proponendo un'alternativa a quella squallida vita.

    "Dovrò vestirmi come te?" chiese.
    "Prima dovrai lavarti...vieni, per stanotte dormi a casa mia, così ti fai una bella doccia".

    Camminarono per un tempo che a Angel sembrò lunghissimo. Non aveva mai girato la città da quando ci viveva. Soprattutto, non l'aveva mai vista in superficie.
    Doyle non abitava nel centro della città, non era nemmeno un quartiere di lusso, ma era sicuramente meno malfamato di quello dove viveva Angel.

    Il suo appartamento era modesto, ma emanava un certo calore umano. O quasi.

    Angel si fece una doccia, che gli rubò una buona parte di tempo. Era veramente da tanto che non si lavava.

    Doyle gli prestò dei vestiti, visto che i suoi non erano...presentabili. Angel li indossò, pensando che erano piuttosto vistosi, per uno come lui che viveva da quasi un secolo nelle fogne della città. Ma non disse nulla.

    "Adesso vieni con me" disse Doyle dopo che Angel si fu vestito.
    "Dove andiamo?"
    "In un bel posto...e poi sai, parlare mi ha seccato la gola, ho bisogno di bere qualcosa".

    Uscirono di nuovo, ma non si allontanarono molto.
    Poco più in là, infatti, c'era un locale ancora aperto, nonostante l'ora. C'era un'insegna piuttosto vistosa, con su scritto "Caritas", il nome del locale.

    I due entrarono e Doyle invitò Angel a sedersi al bancone accanto a lui.

    "Che prendi? Offro io" disse.
    "Oh, niente grazie" replicò Angel.

    Prima che Doyle potesse replicare, aldilà del bancone si presentò un uomo alto, vestito con un abito bianco e una cravatta vistosa. Ma la cosa che era più evidente era la sua pelle...verde. Inoltre, aveva due corna rosse sulla fronte e due occhi altrettanto rossi. Era chiaramente un demone.

    "Ciao Doyle" disse stringendogli la mano. "Che bevi stasera?"
    "Ehi Lorne...il solito, grazie..ah, ti presento Angel"

    Lorne si fiondò a stringere la mano ad Angel che lo guardava in modo strano.
    "Ehi, che faccia! Non hai mai visto un uomo verde?" chiese Lorne.
    "Oh, non farci caso, Angel ha già conosciuto troppe persone rispetto al suo standard stasera" disse Doyle sarcastico.

    Angel gli diede un'occhiataccia, a cui Doyle non badò molto.

    Lorne preparò la bibita di Doyle e, porgendogliela, gli si avvicinò dicendogli: "Come mai da queste parti dolcezza?"

    Dolcezza? Che strano modo era di chiamare una persona? A Angel molte cose non quadravano, nelle ultime 24 ore ne erano successe davvero di ogni tipo.

    "Ho un favore da chiederti, Lorne" disse Doyle sorseggiando il suo Whisky.
    "Dimmi pure".
    "Ci sarebbe da dare un'aggiustata al mio amico".

    Angel sgranò gli occhi.
    "Aspetta, che genere di 'aggiustata'?" chiese.
    "Vuoi diventare un uomo, giusto?" disse Doyle con pazienza.
    "Si".
    "Allora lascia fare a me. Dicevo, Lorne...un'aggiustata di quelle come si deve".
    "Mmmm" disse Lorne.
    "Dovresti fargli da stilista e parrucchiere".
    "Cosa?! Ehi, io faccio il barman, sono un demone empatico, non un demone stilista!"
    "Ma ne conoscerai qualcuno, o no?"

    Lorne si zittì un attimo, e cominciò a pensare.
    "Beh, si, forse un'idea di qualcuno che possa aiutarvi ce l'avrei..aspettatemi tra mezz'ora fuori da locale. Ah, e per il Whisky offre la casa, pasticcino".

    Doyle bevve l'ultimo sorso e gli sorrise.
    Angel non riuscì a capire cosa stesse accadendo. Sapeva solo che la sua vita stava cambiando e, visto come viveva prima, poteva solo essere una bella svolta.

    ______
    Dimenticate tutto quello che sapete sui personaggi di ATS. Dimenticate il loro arrivo nella serie, la loro comparsa, dimenticate tutto. Perchè qui è tutto diverso da come lo presentano nella serie tv. E ogni personaggio ha qualcosa da trasmettere ai due protagonisti. Ognuno qualcosa di prezioso, di unico. E spero che questo "mischietto" non vi dispiaccia :P

    Edited by buffina92 - 24/6/2012, 10:18
     
    Top
    .
  9. tmtmtm
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    buffina mi piace molto questa fanfic e questo capitolo è stato bellissimo! posta presto che sono curiosa di vedere in che modo avviene il makeover di angel :smack:
     
    Top
    .
  10. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    grazie teresa! :wub: :smack:
     
    Top
    .
  11. SilviaLivre
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    il mischietto mi piace... anche se sono da sempre affezionata a whistler...
    ^^ pero' mi piace. se poi il rapporto d'amicizia con doyle ci sarà dall'inizio... beh megio, niente male.

    brava
    brava anche nel descrivere le parti mancanti/nuove rispetto a quelle della serie.
    mi piace e mi stuzzica.
     
    Top
    .
  12. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    grazie mille silvia :wub: :wub: :wub:
     
    Top
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Growing Immortal

    Group
    *Fanfic's Fans*
    Posts
    245
    Reputation
    0

    Status
    dark
    "dimenticare tutto" mi sta benissimo cara Buffina perchè.... mi piace molto!!!Hai avuto una splendida idea, quindi spero che continuerai così :) un bacio!
     
    Top
    .
  14. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    grazie rossy! :wub:
     
    Top
    .
  15. buffina92
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 2 - Un lavoro arduo dentro di te

    Quel posto era davvero immenso e...bianco. Asettico se non per quell'esplosione di colori che proveniva dai grandi stand dove erano appesi vestiti di ogni lunghezza, misura, colore possibile immaginabile.
    Angel non aveva mai visto niente di simile.

    Immediatamente dopo la richiesta di Doyle, lo strano demone verde, quel Lorne, aveva fatto un paio di telefonate e aveva rintracciato un tipo che li aveva condotti in quel posto.
    Lo aveva chiamato "grande magazzino". Lui, Doyle e l'amico verde l'avevano raggiunto dopo la chiusura del locale.
    Erano entrati dal retro. Il "grande magazzino" non era altro che un negozio, però era chiuso. O perlomeno per la normale clientela.

    A fargli strada fu proprio Lorne che, dopo averli portati dentro, disse: "Vedo che il tuo amico è un pò sbalordito, Doyle".

    In effetti Angel aveva un'espressione ambigua, tra l'incantato e lo stordito. Non aveva mai visto niente di simile.

    Fece qualche passo verso il primo mucchio di vestiti e cominciò ad osservarli.
    Erano così diversi da quelli che aveva indossato per secoli...davvero gli umani si vestivano così adesso? Era stato così tanto tempo lontano dai vivi da non rendersi conto di quante mode potevano essere cambiate fino ad allora?

    "Non mi piacciono questi vestiti" disse guardando i suoi due compagni.
    Doyle si mise le mani tra i capelli, ridacchiando, mentre Lorne gli si avvicinò e gli disse: "No tesoro, non ci siamo. Qualcosa dovrà pur piacerti, guarda quanta roba hai da vedere!"

    Angel si scostò un pò e lo guardò in modo strano. La vicinanza di Lorne era inquietante.

    Doyle si apprestò ad avvicinarsi ai due, dicendo: "Lorne, sicuramente sei quello che ne capisce più di tutti...pensaci tu!".

    Lorne scrutò attentamente Angel, che si sentì ancora più a disagio.
    "La notte è ancora giovane, abbiamo tutto il tempo" disse il demone verde. Cominciò a guardare i vari vestiti, prendendone alcuni in mano.
    "Che vuol dire che abbiamo tutto il tempo?" disse Angel, che ancora non era riuscito a comprendere la filosofia dei due.
    Doyle fece una risatina, poi gli rispose: "Lascialo fare, lui può aiutarci"

    Lorne cominciò a girare tra gli stand, facendo una bella scorta di vestiti, tra camicie, pantaloni e giacche.
    "Alle scarpe penseremo poi" disse "Intanto provati questi".

    Lorne porse i vestiti ad Angel e gli indicò dove cambiarsi. Angel si avviò silenziosamente.

    Non sapeva davvero cosa dire e così decise di non opporsi, perchè non sarebbe servito a niente. Aveva scelto di cambiare vita, e doveva seguire quei due mezzi pazzi. Magari i loro consigli lo avrebbero portato davvero sulla strada giusta.

    Quando Angel fu in una specie di camerino, Lorne gli urlò: "Ah, e fatti vedere pasticcino, ad ogni cambio eh!"

    Doyle ridacchiava.
    "Si sentirà ridicolo come non mai con quei vestiti addosso" esclamò.
    "Come mai ha bisogno di questo cambiamento così...radicale?" chiese Lorne.
    "Ha un passato...particolare".
    "Quanto particolare?"
    "Abbastanza. Non hai capito chi è?"
    "Francamente, no...perchè dovrei riconoscerlo?"
    "Perchè tu leggi le auree delle persone".
    "Le leggo quando cantano, e lui non ha mai cantato per me finora".
    "Pensavo non ci fosse bisogno di sentirlo cantare. Comunque, sono sicuro che presto capirai di chi si tratta".

    Lorne lo guardò. Lo sguardo di Doyle voleva lasciar intendere molte cose, che Lorne non comprese.

    Angel, nel frattempo, si stava cambiando. Guardò lo specchio, e non si vide riflesso. Da quanto tempo non vedeva più la sua immagine? Non gli era mai mancata..però adesso era diverso.
    Osservò i vestiti che stava indossando. Una camicia bianca e un paio di pantaloni blu fatti di un tessuto strano, che non aveva mai portato. Si sentiva così goffo con quella camicia bianchissima, pura...tutto il contrario di quello che era in realtà.

    Vedeva addosso a sè una purezza che non gli apparteneva. Un'innocenza che non gli aveva mai sfiorato la pelle in più di 200 anni di vita. Qualcosa che non poteva acquistare adesso, su due piedi, solo indossando una stupida camicia immacolata.

    Fu colto da una rabbia irrazionale ed uscì dal camerino, trovando Lorne e Doyle ad aspettare un riscontro.
    Ma entrambi, vedendolo in volto, quasi si spaventarono.

    "Non solo sono ridicolo, ma non assomiglio neanche vagamente a me stesso!" urlò Angel.
    "Calmati, amico" disse Doyle, rimanendo tranquillo.
    "Come fai a non accorgerti della mia ridicolezza? Come fai a pensare che questa sia la cosa più giusta per uno come me? Ma insomma, guardami! Sono un mostro! Ho seminato morte e distruzione per centocinquant'anni, mi sono nutrito di uomini, donne e non ho risparmiato i loro bambini, che mi apparivano più prelibati di tutti anzichè ispirarmi innocenza, come posso cambiare adesso? Non sarà una camicia bianca a rendermi innocente!"
    "Ma infatti hai perfettamente ragione, non sarà una camicia a renderti candido".
    Angel lo guardò con odio, senza comprendere.
    "Tu devi cambiare dentro, Angel" continuò Doyle, mantenendo la calma. "Questi vestiti servono solo a farti cambiare esteriormente, ma quello che devi fare è molto più importante e impegnativo. Il lavoro che dovrai compiere è arduo ed è dentro di te. Si tratta di redenzione".
    "Tu sai tutto della mia vita passata. Hai detto che ero il re dei bastardi, e avevi ragione! Come può redimersi uno come me?"
    "Se sei tu a volerlo potrai farlo. E tu lo vuoi".

    Angel si zittì.

    Lorne cominciò a capire. Aveva sentito parlare di un tale, che si aggirava di notte tra i vicoli più bui e loschi della città. Gliel'avevano descritto come un tipo decisamente particolare....proprio come Doyle gliel'aveva definito un momento prima.

    Aveva sempre pensato che fosse una leggenda. E invece, osservandolo bene, capì che era vero, che il tipo misterioso era Angel e che era reale. Il vampiro con l'anima.

    "Smettila di lamentarti e vai a metterti una camicia meno bianca, almeno per stasera devi evitare di dare di matto" disse ancora Doyle con pacatezza.

    Angel obbedì senza dire niente. La sua testa era piena di confusione, di dubbi, era un miscuglio di idee senza senso. Ma Doyle aveva ragione, ora non c'era tempo per quelle cose.

    Non appena lo vide rientrare nel camerino, Lorne afferrò un braccio di Doyle e disse: "Allora è vero!"
    "Te l'avevo detto che avresti capito..."
    "E io che credevo fosse solo una leggenda..."
    "No, amico, esiste eccome. Come te lo immaginavi?"
    "Sicuramente meno bello".

    La conversazione venne interrotta da Angel che uscì nuovamente dal camerino, decisamente più calmo.

    Ora indossava una camicia celeste. Tra il mucchio che Lorne gli aveva procurato, in quel momento gli sembrava quella più adatta. Non perchè gli piacesse, ma perlomeno assomigliava allo stato che doveva raggiungere: la tranquillità interiore.

    Inoltre, aveva una giacca nera, intonata con i pantaloni.

    "Wow, stai una favola!" esclamò Lorne.
    "A me non sembra" mormorò Angel.
    "Scegli quello che ti piace e poi muoviamoci ad andarcene, tra un pò sarà l'alba e scatta il coprifuoco" disse Doyle.

    Angel tornò in camerino e, dopo un altro paio di cambi, si rimise i vestiti che Doyle gli aveva prestato e tornò con i due.
    Prese la maggior parte dei vestiti che Lorne aveva scelto per lui, camicia bianca compresa. Probabilmente, prima o poi, gli sarebbe piaciuta.

    Uscirono dal negozio pieni di buste di carta.
    Doyle ed Angel accompagnarono Lorne al Caritas, che li salutò dicendo: "Domani sera penseremo ai capelli e alle scarpe. E fatti trovare un pò più grintoso, che la strada da fare è ancora lunga".

    Poi, Doyle tornò al suo appartamento con Angel. Aveva preso una branda qualche giorno prima di andarlo a cercare, doveva essere tutto pronto per quando il piano avrebbe avuto inizio.

    Angel si sistemò sul suo nuovo "letto", decisamente diverso da quelli in cui aveva dormito negli ultimi anni, che erano perlopiù sacchi della spazzatura.
    Aspettò che Doyle si fosse steso sul suo letto, poi gli chiese: "Perchè mi stai aiutando? Che ci guadagni?"

    Nessuno di coloro che aveva conosciuto, nella sua vita, aveva fatto niente per niente. La sua domanda era più che legittima.

    Infatti, Doyle comprese il perchè della sua domanda, e rispose: "Nulla, amico mio. Tutti hanno qualcosa da espiare".

    _________________
    Avendo trattato poco la fase transitoria da "topo di fogna" all'Angel della prima puntata di BTVS, probabilmente queste "crisi" le troverete strane, ma io mi immagino un Angel molto poco pacato e tranquillo, scosso da tutto quello che la sua anima gli ha fatto rivivere e completamente spaesato.
    Altra cosa un pò differente dal telefilm: Lorne aveva già sentito parlare di Angel, e prima che diventasse "un uomo". Presto capirete perchè ;)

     
    Top
    .
28 replies since 17/2/2012, 12:21   356 views
  Share  
.