Lost Trust

by Buffy09

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    Lost Trust
    autrice: Buffy09
    Capitolo 1

    “Dannazione” imprecò in un sussurro Buffy lasciando cadere la borsetta che teneva in mano per massaggiarsi il ginocchio appena sbattuto contro il tavolino posto al centro della camera da letto fin troppo spaziosa per i suoi gusti. Quando aveva traslocato in quella che era stata l’abitazione da scapolo del suo attuale marito le era sembrata una reggia, ma con il passare del tempo era diventata solo una grande prigione. Lanciando una rapida occhiata verso il grande letto matrimoniale pregò di non aver svegliato l’uomo che al momento sembrava ancora dormire pacificamente. L’ultima cosa che voleva era svegliarlo e ritrovarsi bloccata nella stessa stanza con lui e in una delle ormai comuni situazioni imbarazzanti in cui nessuno dei due proferiva parola. I silenzi imbarazzanti e le situazioni tese erano all’ordine del giorno in casa Larkin, ma solo perché ci era abituata questo non voleva dire che doveva andarsela a cercare. Lasciando la borsa a terra per il momento, non vedendo dove fosse finita nel buio che regnava nella stanza, posò le scarpe sul tappeto per evitare che i tacchi facessero anche solo il minimo rumore entrando in contatto con il parquet e si diresse a stento verso la cabina armadio dove prese il pigiama e, sempre cercando di essere il più silenziosa possibile, andò verso il bagno. Quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle con un clic riprese a respirare regolarmente rendendosi conto solo in quel momento di aver trattenuto il fiato lungo il tragitto dalla cabina armadio fino alla sicurezza del bagno. Lanciando un'ultima occhiata risentita verso la porta che si era appena chiusa alle spalle e più precisamente verso l'uomo che si trovava dall'altro lato, Buffy si chiese per l'ennesima volta in quei mesi per quale motivo costringeva se stessa a quel supplizio. Ogni volta che rientrava a casa poteva sentire il macigno che le gravava sulle spalle fatto di silenzi e indifferenza o di urla e pugni sbattuti sul tavolo, anche se di quest'ultimi ce n'erano stati sempre meno fino a che non erano cessati del tutto e adesso era il silenzio a fare da padrone. Solo quando guardava il suo conto in banca la realtà le veniva sbattuta in faccia e le ricordava con un sorriso malevolo che il motivo per cui si trovava ancora in quella situazione era che i soldi che aveva messo da parte con tanto impegno non erano ancora abbastanza per potersi rifare una vita altrove. Ogni volta che la disperazione la coglieva si ritrovava davanti al pc a controllare il conto online e a calcolare i mesi, i giorni, le ore e persino i minuti che mancavano prima che potesse considerarsi una donna libera. Non che il suo attuale marito sapesse niente di questo suo progetto di fuga, che, come tutti i migliori piani, era stato organizzato in gran segreto dopo che persino l'ultimo brandello che la teneva legata all'uomo che aveva sposato era stato distrutto. Sospirando si diresse verso la doccia, aprì il getto dell'acqua regolando la temperatura e, gettando a terra l'abito nero che aveva scelto per la sua serata fuori con le amiche, si rilassò sotto l'acqua calda massaggiandosi i muscoli indolenziti delle spalle. Al contrario di ciò che si poteva comunemente pensare, la sua uscita non era stata piacevole e il motivo era principalmente che le ragazze con cui aveva trascorso la serata nel locale più In di LA non erano davvero sue amiche. Cordelia Chase, ex ragazza di provincia, si era trasferita a Los Angeles per fare carriera nel mondo cinematografico, ma aveva finito per diventare la segretaria personale di suo marito. A sua volta Harmony Kendall, faceva parte del gruppo delle sue cosiddette amiche solo perché figlia della Senatrice Kendall che aveva richiesto spesso i servigi dello studio Larkin & Wright per tirar fuori dai guai la suddetta figlia con discrezione. Le due ragazze avevano avuto occasione di legare durante le innumerevoli volte in cui Harmony era stata costretta a passare allo studio legale per risolvere i vari guai in cui andava a cacciarsi e Angel, notando il legame che si era venuto a creare tra la sua segretaria e la figlia della Senatrice, aveva sospinto sua moglie ad entrare in quella cerchia per amalgamarsi meglio nell'ambito dello studio legale che lui rappresentava. Buffy aveva cercato più volte di spiegargli che lei aveva già degli amici e che, in ogni caso, Cordelia e Harmony non rientravano nel tipo di amicizie che cercava lei, ma suo marito era stato irremovibile. Da allora aveva iniziato a frequentarle fingendo di trovarsi a suo agio con loro, questo fino all'arrivo di Nina Ash, aspirante avvocato che era entrata come tirocinante nello studio legale Larkin & Wright e che, almeno inizialmente, sembrava essere più vicina al genere di ragazza con cui Buffy avrebbe potuto stringere amicizia. Soltanto quando aveva scoperto che la donna era ben presto entrata nella lista di amanti di suo marito, Buffy si era resa conto che in quell'ambiente non ci si poteva fidare nemmeno di chi all'apparenza si presenta come una brava ragazza. Per tutte queste ragioni, passare la serata in loro compagnia era l'equivalente di una condanna a morte per Buffy Summers-Larkin che, al contrario di ciò che le tre ragazze pensavano e di ciò che credeva il suo stesso marito, era a conoscenza delle frequenti scappatelle che l'uomo si concedeva regolarmente con almeno due delle sue tre cosiddette amiche. L'unico motivo per cui continuava ad uscire con loro, anche se ormai il suo matrimonio era agli sgoccioli, era per non ricevere occhiate di disapprovazione dall'uomo con cui condivideva la casa e per non sentire le lamentele di sua madre che la spingeva ad addentrarsi maggiormente nel mondo di suo marito per essere una moglie modello. Ogni gesto, ogni parola di quelle ragazze era veleno per lei e il tempo non passava mai abbastanza in fretta quando era costretta a guardarle ridere e scherzare con lei e a far finta di non sapere che ognuna di loro in un modo o nell'altro le aveva piantato un coltello nella schiena. Il senso di vomito non l'abbandonava mai dal momento in cui accettava il loro invito a passare una serata insieme a quello in cui le salutava per rientrare a casa. Il pensiero di Cordelia e Nina tra le braccia muscolose di suo marito, delle loro labbra che baciavano la sua pelle dorata e dei loro corpi uniti in un modo che secondo i loro voti nuziali spettava solo a lei sperimentare, la faceva star male fino a farle provare un vero e proprio dolore fisico anche se la sua testa continuava a ripeterle che quello era un capitolo chiuso della sua vita e non avrebbe dovuto interessarle. Facile a dirsi e difficile a farsi. Il suo cuore sembrava non essere convinto della decisione presa dalla sua testa di abbandonare tutto e ricominciare da capo, ma Buffy era sicura che per tornare ad essere felice doveva voltare pagina. Uscendo dalla doccia e avvolgendosi un asciugamano intorno al corpo passò una mano sullo specchio per togliere il vapore che vi si era formato. Non soffermò troppo lo sguardo sul proprio riflesso per evitare di notare le occhiaie profonde e gli occhi spenti che ormai aveva da mesi. Sapeva che le occhiaie sarebbero sparite non appena avesse cambiato residenza, dormire nello stesso letto dell'uomo che la tradiva e che la ignorava, ma che al tempo stesso le aveva proibito di abbandonare la camera matrimoniale sicuramente solo per torturarla ancora un po', non l'aiutava a riposarsi tanto quanto avrebbe dovuto. L'espressione spenta dei suoi occhi era tutto un altro discorso, non sapeva quando o se sarebbe scomparsa, ma poteva almeno sperare che un giorno sarebbe successo. Indossò rapidamente il pigiama e rientrò in camera lasciando la porta del bagno leggermente socchiusa per sfruttare lo stretto fascio di luce per orientarsi nella camera buia. Prese la borsetta che aveva lasciato a terra poco prima e cercò al suo interno il cellulare che in realtà le era servito ben poco quella sera. Erano ben lontani i tempi in cui, quando passava una serata lontana da casa, riceveva sempre la telefonata di suo marito che le chiedeva dove fosse o che semplicemente voleva farle sapere che era rientrato dall’ufficio e che l’avrebbe aspettata alzato in caso non avesse fatto troppo tardi. Erano ancora più lontani i tempi in cui le chiedeva con fare seducente di svegliarlo appena tornava a casa qualsiasi ora fosse. Lanciò un’ennesima occhiata verso l’uomo che continuava a dormire nel grande letto matrimoniale cercando di non lasciarsi andare allo sconforto che provava ogni volta che ripensava a tutto ciò che aveva fatto andare storto il suo matrimonio. L’unica cosa di cui era sicura era che non poteva andare avanti in quel modo e ormai era ovvio che non c’era più niente da salvare in quel matrimonio, soprattutto quando lei era stata l’unica a fare lo sforzo di recuperare il loro rapporto soltanto per ritrovarsi davanti l’enorme muro che suo marito aveva eretto per tenerla a distanza. Spegnendo il cellulare lo ripose nella borsetta e posò il tutto sulla poltroncina nera accanto al tavolino. Tornò in bagno per spegnere la luce e, non appena i suoi occhi si abituarono nuovamente al buio della stanza, si avviò verso il letto scivolando sotto le coperte lentamente sempre per evitare di svegliare l’uomo che vi dormiva già da un pezzo. Almeno questo era ciò che Buffy credeva, in realtà Angel Larkin si era svegliato nel momento in cui aveva sentito sua moglie imprecare dopo aver sbattuto contro chissà cosa nella grande stanza. Solo Buffy era in grado di inciampare in uno spazio tanto largo e al pensiero un sorriso gli era comparso sulle labbra, solo per essere subito sostituito da un broncio di disapprovazione non appena aveva socchiuso un attimo gli occhi e aveva notato l’abito praticamente inesistente che la ragazza aveva scelto di indossare per la sua uscita con le amiche. Quell’abito sarebbe stato perfetto per una serata romantica tra marito e moglie e ancora più perfetto in camera da letto. Riusciva già ad immaginare con quanta facilità sarebbe stato in grado di lasciar scivolare la stoffa nera lungo le sue curve fino a scoprire ogni centimetro di quella pelle dorata che ormai non vedeva da un anno. Il pensiero che la ragazza si era recata in qualche locale alla moda con Cordelia e le altre indossando solo quell’abito gli fece venire l’impulso di alzarsi e fare una scenata. Sapeva bene di cosa erano capaci Cordelia, Nina e Harmony, anche se con quest’ultima non poteva ancora dire di avere avuto un’esperienza personale, e pensare a Buffy insieme a quelle ragazze dai facili costumi e soprattutto con indosso solo quel mini abito lo fece andare momentaneamente su tutte le furie. Ovviamente preferì contenere la sua rabbia improvvisa sapendo che si trattava solo di un lapsus momentaneo dovuto a quel lato possessivo del suo carattere di cui tutti erano a conoscenza. Aveva smesso molto tempo prima di preoccuparsi di ciò che faceva o non faceva sua moglie, ma era in momenti come quelli, quando la vedeva indossare abiti di quel genere che perdeva la testa. Ricordava ancora com’era averla tra le braccia e, nonostante le miriadi di donne che gli si gettavano costantemente ai piedi infatuate dal suo aspetto, dai suoi soldi o da entrambe le cose, aveva sempre ritenuto che quella con sua moglie era stata la scopata migliore della sua vita. A lavoro, nei locali o alle feste Angel Larkin riusciva sempre ad abbordare la donna più bella presente nella stanza e, una volta soli, riusciva a convincere persino la più introversa a lasciarsi andare e a fare cose che non avrebbe mai immaginato di fare, ma nessuna di loro poteva paragonarsi ad una sola scopata con Buffy Summers-Larkin. Quando l’aveva conosciuta era giovane e inesperta, ma ovviamente ciò aveva reso il tutto più interessante, soprattutto quando aveva scoperto che alla ragazza piaceva sperimentare. Si erano frequentati per mesi prima di fare il grande passo, ma Buffy si era rivelata la partner perfetta sotto le lenzuola. Aveva imparato in fretta che a lui piaceva dominarla e glielo lasciava fare ogni volta, anzi sembrava che non le dispiacesse affatto, gli lasciava dare libero sfogo alla sua fantasia fidandosi di lui ciecamente. Il modo in cui si lasciava andare con lui, non solo in camera da letto, lo aveva sempre lusingato, almeno fino al momento in cui aveva scoperto la vera natura della ragazza che aveva sposato e da quel momento non aveva provato altro che rabbia e risentimento nei suoi confronti. Per questo motivo l’eccitazione che aveva provato nel momento in cui l’aveva vista con indosso quell’abito sexy si era affievolita non appena si era ricordato il motivo per cui non aveva più sentito, non tanto il desiderio, che era comunque sempre presente, ma piuttosto la necessità di andare a letto con sua moglie. Aveva conosciuto la ragazza al Bronze, un piccolo locale che si trovava proprio sul confine tra la parte buona della città e quella malfamata, noto per la sua politica non restrittiva che permetteva ai minori di consumare alcol indisturbati. L’unico motivo per cui si era recato in quel locale era che un suo cliente, Ethan Rayne, aveva chiesto di incontrarlo lì. ****** Era molto tardi, ma Ethan era un cliente importante per lo studio e quando lo aveva chiamato al cellulare Angel non aveva potuto rifiutare l’incontro e solo per quel motivo si trovava seduto al bancone del bar a consumare del pessimo scotch e ad ascoltare le giustificazioni di quell’uomo che giurava di non aver toccato la sedicenne che gli era costata una denuncia per stupro statutorio, nonostante i suoi occhi non facessero altro che vagare per il locale per ammirare la vasta scelta di minorenni che affollavano la sala. Angel sapeva che l’uomo era colpevole, ma era anche sicuro che la ragazzina in questione era stata consenziente dato che, sebbene non fosse l’uomo più bello del mondo, Ethan aveva il suo fascino e, ovviamente, molti soldi che attiravano donne di ogni età. Difenderlo era un’impresa quasi impossibile, ma era proprio per le sue capacità in casi come questi che il suo studio era uno dei più importanti in città. “Sig. Rayne, il caso dell’accusa è molto solido. Se non riesce a convincere il suo vicino di casa a testimoniare in suo favore non avremo un caso altrettanto solido” cercò di convincerlo Angel gettando anche lui uno sguardo nella direzione verso cui l’uomo stava guardando. Al centro della pista c’erano due ragazze sulla ventina che ballavano tra di loro attirando una piccola folla di ammiratori intorno a sé. “La somma che dovrà pagare in caso di una nostra disfatta sarà molto alta” riprese a dire Angel distogliendo lo sguardo da quell’immagine sexy e concentrandosi sul lavoro che era venuto a svolgere. “Ma ad essere sincero non è quella che mi preoccupa” continuò a dire, sapendo bene che al suo cliente non importavano i soldi, ma bensì la sua reputazione “Il problema è che se verrà dichiarato colpevole dalla giuria verrà inserito nella lista dei criminali sessuali e questa resterà una macchia indelebile sulla sua fedina penale” quelle parole sembrarono convincere il Sig. Rayne a prestare attenzione “Vorrebbe dire che verrò schedato?” chiese sconvolto “Si, è proprio quello che le sto dicendo” “Ma io non posso permettermelo! Sa bene che nel mio ambito lavorativo la reputazione è tutto!” commentò sempre più scioccato l’uomo “Ho pensato a tutto io, non si deve preoccupare. Da parte sua mi aspetto solo partecipazione e collaborazione” disse con serietà per poi fare cenno al barista di riempire i loro bicchieri con altro scotch. Era pessimo, ma aveva bisogno di alcolici per sopportare persone viscide come Ethan Rayne. “Adesso, come le stavo dicendo, cosa può dirmi del suo vicino di casa?” bevendo un sorso dal suo bicchiere l’uomo scosse la testa disgustato “Quel cazzone si è ritirato nella sua tana come un fottuto coniglio impaurito non appena quella puttana della moglie gli ha riempito la testa di cazzate sul mio conto!” imprecò sbattendo il bicchiere sul bancone “Va bene” sospirò Angel scribacchiando un promemoria sul suo blocco per ricordarsi di dire a Nina, la sua nuova assistente, di provare ad organizzare un incontro con il vicino del Sig. Rayne. “Passiamo ai dipendenti della sua ditta, in particolare le donne. Cosa crede che direbbero di lei?” notando lo sguardo confuso del suo cliente aggiunse “L’accusa cercherà di parlare con loro in cerca di basi solide per diffamarla, se anche solo una di loro ha delle lamentele nei suoi confronti riguardanti il suo atteggiamento in ufficio, allora devo saperlo” “Cazzo!” Ethan si passò una mano tra i capelli “Riesce a crederci?! Lavoro da una vita e adesso devo difendermi dalle accuse di una puttanella che ancora non sa che farsene della sua vita!” Angel evitò di fare commenti su tutta quella situazione sapendo bene che nella sua posizione non poteva permettersi di dire ciò che pensava realmente di Ethan Rayne. “Signor Rayne…” iniziò a dire per essere subito interrotto “Voglio dire, le guardi!” indicò le due ragazze che stavano ballando sotto lo sguardo famelico di diversi ragazzi. “Con le loro minigonne e i vestiti attillati, senza contare che alla maggior parte di loro interessano i soldi e la bella vita che solo un uomo della mia età può offrire” Angel annuì solamente, evitando nuovamente di commentare per mantenere la sua professionalità senza però indispettire il cliente. Ethan aveva ragione in parte. Angel sapeva bene che le ragazzine tendevano a vestire e a comportarsi come adulte mascherando la loro vera età, ma a suo parere erano talmente insopportabili che bastava scambiarci due parole per riconoscere una quindicenne da una ventenne. Le ragazzine erano solite flirtare con lui in cerca di un amante esperto che potesse guidarle durante la loro prima esperienza sessuale, ma non era mai stato interessato a quel genere di proposte. Preferiva compagne esperte che sapessero ricambiare la sua passione tra le lenzuola e, inoltre, essendo un avvocato, conosceva bene i rischi del possibile coinvolgimento con una minorenne e non aveva intenzione di rischiare la sua carriera per una scopata con una ragazzina inesperta. “Signor Rayne” chiamò il suo cliente costringendolo a spostare lo sguardo dalle due ragazze che sembravano interessarlo particolarmente. “Vorrei ricordarle che la nostra difesa si basa principalmente sulla sua buona reputazione, ma se il suo comportamento non cambia almeno temporaneamente anche fuori dall’ufficio non farà altro che dare all’accusa più munizioni” Ethan sospirò “Lo so. Me ne rendo conto” finendo di bere il suo scotch l’uomo si alzò “Sa che le dico Signor Larkin? Che ne dice se domani chiamo il suo studio e prendo un appuntamento? Così ne potremo riparlare nel suo ufficio senza distrazioni” Angel annuì “Sono d’accordo. Chiami lo studio domani e io farò in modo di trovare un’ora libera per lei nei prossimi giorni. Dobbiamo preparare la nostra difesa, il giorno del processo non è lontano” “Certamente, la vedrò nei prossimi giorni allora” si salutarono e Angel lo guardò lanciare un ultimo sguardo verso la pista da ballo prima di abbandonare il locale. Voltandosi verso le due ragazze iniziò ad osservarle pensieroso mentre sorseggiava il suo pessimo drink, sicuramente doveva ammettere che entrambe erano uno spettacolo. La brunetta indossava pantaloni di pelle nera e un top rosso che risaltava il colore scuro del suo trucco e dei suoi capelli, si muoveva con aria accattivante e grinta in contrasto con la sua amica. Con capelli biondi lucenti, il corpo avvolto nel top nero e nei pantaloni di pelle rossa l’altra ragazza si muoveva in modo sensuale e con la sua indole meno aggressiva sembrava attirare a sé la maggior parte del pubblico che circondava lei e la sua amica. Abbandonando il suo sgabello si incamminò verso di loro dato che, sebbene non fosse interessato a nessuna delle due ragazze, nessuno gli vietava di godersi lo spettacolo. La brunetta fu la prima a notarlo e gli fece subito l’occhiolino palesemente interessata a lui, ma la biondina gli lanciò solo un rapido sguardo per poi tornare a ballare con un ragazzo dai capelli chiari e la muscolatura da palestrato. Quando finì la canzone le due allontanarono con nonchalance i vari ammiratori e ridacchiando, si avviarono verso il loro tavolo e alcuni ragazzi si avvicinarono per cercare di abbordarle, ma la brunetta ignorò tutti e fece un cenno proprio a lui di avvicinarsi. Angel si avviò verso di loro con un sorriso sornione, conosceva fin troppo bene quel genere di ragazzina e decise che giocare un po’ con lei poteva essere un diversivo interessante. “Salve” le salutò con il suo solito fare seducente “Salve a te. Io sono Faith” disse subito la brunetta per poi dare una gomitata alla sua amica e aggiungere “E questa è Buffy” “E’ stato un bello spettacolo il vostro” disse indicando lo sgabello libero in una tacita richiesta “Non siete un po’ giovani per quelle” aggiunse sedendosi senza aspettare una risposta e indicando le bottiglie di birra che le due stringevano tra le mani “Si paparino” ribatté Faith sporgendosi in avanti e mettendo in mostra ancora di più il decolté “Vuoi sculacciarci?” Troppo aggressiva, pensò subito Angel sorridendole per poi voltarsi a guardare la biondina che ancora doveva proferire parola “Quanti anni hai?” le chiese cercando anche di far capire all’altra che non si era avvicinato al tavolo perché interessato a lei “Ti basta sapere che sono minorenne per metterti l’anima in pace” rispose bruscamente la bionda guardandolo per la prima volta negli occhi “Lo sai che i pervertiti come te finiscono in prigione? Oppure hai già fatto quel tipo di esperienza e non vedi l’ora di riviverla?” aggiunse con un sorriso malizioso. Angel non poté fare a meno di ridere e fu in quell’esatto momento che Angel Larkin si innamorò di Buffy Summers.

    ******

    Aveva trascorso i mesi successivi a cercare di convincerla che non era un pervertito e a convincere anche se stesso, sebbene spesso i pensieri indecenti che gli affioravano nella mente lo facevano sentire al pari di Ethan Rayne. L’aveva corteggiata riempiendola di regali, le aveva promesso un primo appuntamento indimenticabile fino a che non era riuscito a convincerla ad uscire con lui proponendole una semplice serata in pizzeria. In quelle poche ore che la ragazza gli aveva concesso, probabilmente solo per toglierselo di torno, Angel aveva subito capito che per conquistarla non servivano affatto grandi gesti ma semplici accorgimenti. Probabilmente invece, Buffy dal canto suo si era resa conto che lui non era il pervertito che aveva pensato che fosse e aveva deciso di provare a frequentarlo. L’indubbio desiderio che entrambi provavano l’uno per l’altro li aveva portati molto presto a consumare la loro relazione, ma ripensando a quel periodo della sua vita Angel doveva ammettere di non aver preso una decisione razionale e di essersi lasciato trasportare dalla situazione e, se avesse potuto tornare indietro, avrebbe agito diversamente. Sicuramente avrebbe comunque colto al balzo la possibilità di fare sesso con Buffy Summers, ma si sarebbe accontentato di assaporare quell’esperienza anche una sola volta per poi scappare il più lontano possibile da quella ragazza che gli aveva portato solo guai. Invece, pur di provare ancora e ancora l’ebbrezza di averla tra le braccia e di possederla, aveva preferito continuare a vederla per poi decidere che, per evitare guai con la legge, era meglio venire allo scoperto con i genitori di lei. Si era aspettato di ricevere sguardi ostili e di trovarsi in una situazione spiacevole, invece era stato accolto a braccia aperte con una sontuosa cena e complimenti per il suo carattere affabile. Ben presto, però, si era reso conto che la famiglia Summers era entusiasta di lui in quanto si presentava come un ottimo partito per Buffy. Joyce Summers immaginava già come sarebbe stato l’abito da sposa della figlia, mentre Hank Summers era solo contento di poter sistemare quella ragazza che con l’adolescenza aveva iniziato a dargli fin troppi problemi. Nel momento in cui si era reso conto che probabilmente una relazione con Buffy non valeva la pena di sopportare due genitori che praticamente stavano già organizzando le nozze e un’adolescente che iniziava davvero a credere che la loro relazione potesse davvero sfociare un giorno in un matrimonio, la situazione gli era sfuggita di mano. Quando Buffy gli aveva confessato di essere incinta Angel era rimasto senza parole in quanto più che certo di aver sempre usato il preservativo con lei. Buffy gli aveva giurato di non sapere come era potuto succedere, ma ciò non aveva impedito ad Angel di andare su tutte le furie e di accusarla di averlo tradito e di averlo incastrato con una gravidanza indesiderata. A ciò avevano fatto seguito altri mille litigi, che avrebbero dovuto già convincere Angel ad abbandonare quella relazione destinata a fallire, ma che, al contrario, all’epoca lo avevano spinto a prendersi le sue responsabilità. Con il tempo le cose si erano sistemate tra di loro ed entrambi si erano ben presto abituati all’idea di un matrimonio riparatore e al fatto che a distanza di 9 mesi sarebbero diventati genitori, tutto questo senza sapere cosa li aspettava. Angel ancora non riusciva a credere a quanto fosse cambiata la sua esistenza in quell’ultimo anno e mezzo. Prima di conoscere Buffy era stato uno scapolo che si godeva i suoi soldi e la compagnia di una donna diversa ogni sera, ma non appena era rimasto intrappolato tra le grinfie della sua attuale moglie tutto era cambiato e adesso ricordava solo quel periodo della sua vita e viveva nel rimorso di essersi lasciato fregare da una diciassettenne. Sentì la porta del bagno aprirsi e sua moglie che girava per la stanza mentre finiva di prepararsi e, infine, sentì il letto inclinarsi leggermente quando si mise sotto le coperte. L’istinto di avvicinare il proprio corpo a quello di lei era forte, soprattutto quando la sua mente non faceva altro che ricordargli i piacevoli momenti che avevano trascorso insieme avvinghiati l’uno all’altra. Sentendo l’erezione nei pantaloni del pigiama crescere, Angel cambiò bruscamente posizione sopraffatto da una rabbia improvvisa al pensiero che, nonostante avesse un corpo caldo affianco, non poteva dare libero sfogo ai proprio bisogni. Neanche le scappatelle che si concedeva quotidianamente bastavano per soddisfare appieno il suo appetito. Cordelia era troppo disinibita per i suoi gusti, preferiva qualcuno da poter guidare e non una che lo comandava tutto il tempo: Si, così. No, più forte. No, più piano. Diventava stancante a lungo andare ed era per questo motivo che si concedeva una scappatella con Cordelia Chase solo una volta ogni tanto e la maggior parte del tempo faceva in modo di tenerle la bocca occupata in altre attività più piacevoli. Poi c’era Darla, la moglie di uno degli avvocati dello studio, che aveva un debole per lui da prima ancora che conoscesse suo marito, Lindsay McDonald, che aveva sposato semplicemente perché non era riuscita ad arrivare a lui. Andare a letto con Darla era eccitante perché era un’impresa riuscire a trovarla lontano dalle grinfie del marito, probabilmente ben consapevole delle scappatelle della moglie. Ma, nonostante l’eccitazione che entrambi provavano nel tenere nascosto i loro incontri, Angel non provava più quel grande desiderio nei confronti di Darla come era stato in passato. La donna stava diventando troppo insistente e aveva iniziato a chiedere più di ciò che lui era intenzionato a dare. Nina, invece, era tutta un’altra storia, infatti, essendo entrata nella lista delle sue amanti da poco tempo, risultava ancora abbastanza interessante al punto da stuzzicare la sua fantasia, ma era l’opposto di Cordelia e, quindi, troppo inibita e spesso era stancante cercare di farla sbloccare per farla diventare l’amante che avrebbe voluto avere. In realtà aveva un’ampia scelta di amanti, poteva trovarne ovunque, ma preferiva trovarle nell’ambito lavorativo per averne sempre una a disposizione. Era la stessa tecnica che aveva usato da scapolo e non gli aveva mai creato problemi dato che chiariva da subito il fatto che non era in cerca di nulla di serio, ma doveva ammettere quando si era sposato le cose erano cambiate. Molte sue vecchie amanti non avevano preso molto bene il fatto che avesse scelto una ragazzina come moglie al posto loro e si erano risentite ancora di più quando aveva dichiarato di voler essere un marito fedele. Ovviamente non era durata a lungo quella situazione, ma con la sua nuova condizione di uomo sposato era sorto un altro tipo di problema: le sue attuali amanti spesso si aspettavano di diventare la prossima Signora Larkin e si comportavano di conseguenza diventando delle mogli indesiderate. In particolar modo Cordelia e Darla non facevano altro che proporgli weekend romantici fuori o finivano per comprargli regali che solo una moglie comprerebbe come cravatte e calzini. Ciò che non capivano era che tutto ciò che voleva da loro era una rapida scopata in ufficio e non un weekend da trascorrere insieme, anche se venivano organizzati con l’unico scopo di restare chiusi in una stanza d’albergo, o regali inutili. Senza contare che nessuna di quelle cose poteva eguagliare il weekend intero che lui e Buffy avevano trascorso in casa senza uscire o rispondere al telefono, restando a letto per 48 ore a festeggiare il loro primo mese di matrimonio. E sicuramente nessun regalo avrebbe mai potuto eguagliare le manette che sua moglie gli aveva regalato per il suo 27esimo compleanno: ricordava ancora l’espressione di maliziosa innocenza della ragazza quando aveva aperto il pacchetto “Ho notato che ti piace tenermi fermi i polsi quando siamo a letto e ho pensato che…” aveva sussurrato quasi imbarazzata regalandogli l’erezione più rapida che Angel avesse mai sperimentato in vita sua. Quelli erano i ricordi che spesso lo costringevano a riconsiderare gli aspetti positivi del suo matrimonio, ma i lati negativi finivano sempre per essere più numerosi dei lati positivi e lui si convinceva nuovamente che non c’era più nulla da salvare in quel matrimonio. La sua rabbia, inoltre, aumentava quando si rendeva conto che non poteva neanche chiedere il divorzio dato che, non avendole fatto firmare alcun contratto prima del matrimonio, alla ragazza spettava la metà dei suoi averi. Senza contare che con la lista delle sue amanti che aumentava non c’era modo di addossare tutta la colpa del fallimento del matrimonio a lei e lui questo lo sapeva bene essendo un avvocato, ovviamente poteva usare qualche abile trucco da avvocato per uscirne senza un graffio, ma era pur sempre un rischio dato che comunque la legge stava dalla parte di sua moglie. Quindi si era rassegnato ad essere un uomo sposato con molte amanti, ma si era ripromesso di far pagare a sua moglie ogni singolo minuto di vita coniugale così come lei gli faceva pagare ogni giorno il momento in cui aveva deciso di fidarsi di lei sposandola. Notando che la ragazza era ormai immobile da un po’, Angel si alzò dal letto e andò verso il bagno deciso ad occuparsi personalmente del problema impellente che aveva nei pantaloni e rimpiangendo di essersi scelto amanti che vivevano ancora con i genitori o che fossero sposate e che, di conseguenza, non potevano rispondere a chiamate di emergenza notturne. Seduto sulla toilette iniziò a massaggiarsi il membro già eretto e, come succedeva sempre quando era costretto a fare ricorso alla masturbazione, ripensò alla notte del diciottesimo compleanno di Buffy, quando la ragazza aveva deciso di festeggiare la loro unione ormai diventata legale facendosi trovare completamente nuda su quello che adesso era il loro letto matrimoniale. Avevano passato l’intera serata a dare e ricevere piacere e per lui era stata la serata più bella, perché per la prima volta era riuscito a godersi fino in fondo quella relazione senza pensare che la ragazza che stava sotto di sé era una minorenne con ben 10 anni meno di lui. Stringendo le dita intorno alla carne bollente e muovendo la mano con rapidità e maestria, chiuse gli occhi e ripensò al modo in cui lei aveva avvinghiato le gambe alla sua vita e si era lasciata scopare contro il materasso senza mai lamentarsi e, anzi, stringendosi ancora di più a lui e avvolgendolo nel proprio calore. I graffi che gli erano rimasti per giorni sulla schiena erano stati la prova di tanta passione consumata in quella notte. Stringendo ancora di più le dita intorno al suo membro ormai al limite, Angel si lasciò sfuggire un gemito strozzato prima che il liquido caldo gli finisse sullo stomaco e gli scivolasse sulle dita mentre con la mano stringeva per l’ultima volta il pene caldo e ormai soddisfatto. Restò per alcuni minuti con la testa poggiata all’indietro contro la parete fredda e il membro ancora stretto nella mano. Il respiro erratico iniziò a rallentare e lo stesso fece il battito del suo cuore. Sicuramente era stata un’esperienza piacevole che lo aveva liberato almeno per il momento dal desiderio, ma rientrando nella camera matrimoniale restò un attimo immobile ad osservare Buffy che dormiva nel letto fin troppo grande per il suo corpo minuto e sentì una fitta al petto al pensiero che ciò che avevano avuto in passato era ormai un ricordo e che, probabilmente, non avrebbe mai più potuto provare il piacere che solo quella piccola ragazzina bionda sapeva donargli e non solo con il suo corpo. Maledicendo il fato o chiunque fosse responsabile per il modo in cui erano andate a finire le cose tra di loro, Angel si mise a letto trattenendosi nuovamente dall’avvicinarsi al calore del corpo di lei e allontanando quei pensieri sdolcinati che lo avevano messo in quella brutta situazione in precedenza e che aveva giurato di non assecondare più in tutta la sua vita.

    Lost Trust

    Capitolo 2

    Il led della Krups continuava a lampeggiare e Buffy continuò a tamburellare sul pulsante in attesa che la luce si fermasse così che lei potesse godersi la sua prima tazza di caffè mattutina. Non appena il liquido scuro iniziò ad uscire nella tazza Buffy si allontanò per prendere i suoi cereali Count Chocula, ma solo quando aprì la credenza si ricordò di averli finiti il giorno prima. Sollevando lo sguardo sul ripiano più in alto notò la scatola di pop tarts di suo marito e decise che a lui non sarebbe importato se ne prendeva una. Cercando di raggiungere il ripiano fin troppo alto per il suo metro e cinquanta, Buffy posò un ginocchio sul ripiano dandosi una spinta e toccando la scatola solo con la punta delle dita. Angel era rimasto sulla soglia della cucina ad osservare l'intera scena o meglio ad osservare il sedere sodo di sua moglie che si muoveva in quelle che all'uomo sembravano movimenti sensuali ogni volta che la ragazza saltellava per cercare di afferrare la sua colazione. Restò fermo vicino all'arco che conduceva in cucina a fissare il bordo dei boxer bianchi e rosa che Buffy indossava, sollevarsi mostrando le sue cosce piene e leggermente abbronzate. Sentendo il rumore della caffettiera farsi sempre più forte, Angel distolse a malincuore lo sguardo per vedere cosa fosse quel suono e riuscì a spegnere giusto in tempo la macchina prima che il caffé fuoriuscisse dalla tazza. Buffy si voltò per vedere chi aveva spento la caffettiera e scese dal ripiano rendendosi conto solo in quel momento di avere uno spettatore. Sentendosi ridicola per essere stata colta in fragrante a rubargli le pop tarts e per averci provato cercando di arrampicarsi sui ripiani della cucina invece di prendersi qualche secondo per prendere uno degli sgabelli che si trovavano a poca distanza da lei, Buffy si sistemò i pantaloncini e lo guardò prendere la sua tazza ormai piena di caffé e iniziare a bere come se niente fosse. Corrugò la fronte mentre un forte desiderio di lamentarsi per quel furto di caffeina si faceva strada dentro di lei, ma si trattenne per evitare di litigare con lui o anche solo di scambiarci due parole più del necessario. Rinunciando alle pop tarts e decidendo che avrebbe comprato qualcosa da mangiare lungo la strada una volta uscita di casa, Buffy prese di nuovo il caffé e tornò a preparare la macchina. Erano lontani i giorni in cui il timer era sempre impostato automaticamente per fare due tazze di caffé al mattino. Da quando marito e moglie facevano del loro meglio per evitarsi non aveva senso per la macchina fare il caffé ogni giorno alla stessa ora se poi ad uno di loro toccava berlo freddo. Era stato Angel a disattivare il timer quando aveva notato che lei non si svegliava più alla sua stessa ora, ma a volte succedeva ancora che i loro orari coincidevano come quella mattina e in quei momenti erano entrambi costretti a sopportare la presenza dell'altro. Angel sghignazzò nel vederla preparare di nuovo la macchina del caffè e nel notare l'evidente irritazione che la ragazza stava cercando in ogni modo di tenere a bada. Aprendo di nuovo la credenza dove fino a poco prima l'aveva vista frugare, prese la scatola di pop tarts e mise i dolcetti nel tostapane per poi tornare a sorseggiare soddisfatto il suo caffè in attesa che la sua colazione fosse pronta. Buffy, invece, stava per perdere la pazienza. Si era svegliata dopo di lui e, sentendo scorrere l'acqua della doccia, si era diretta in cucina pensando di prepararsi la colazione prima che lui uscisse dal bagno, così da potersi poi portare il caffè in bagno e prepararsi in tranquillità e soprattutto godendosi la sua colazione lontano dalla sua presenza poco gradita. Invece, lui aveva fatto prima del previsto e lei aveva perso tempo dietro ai suoi stupidi dolcetti e adesso si ritrovava ad aspettare per la seconda volta in pochi minuti che il led della macchina del caffè cessasse di lampeggiare. Angel continuò a bere il liquido caldo con un ghigno stampato in faccia e lo sguardo ancora puntato sul corpo di sua moglie riconoscendo nei suoi muscoli tesi i segni di una profonda irritazione. La stessa che aveva provato lui la sera prima quando l'aveva vista con indosso quell'abito inesistente e si era reso conto che aveva avuto il coraggio di uscire e andare in giro per locali con le sue amiche vestita in quel modo succinto. Non che il pigiama che indossava in quel momento fosse meglio. I pantaloncini mostravano fin troppa pelle e la canottiera lasciava leggermente scoperta la vita mostrando i suoi fianchi stretti. Aveva sempre apprezzato e adorato il modo in cui quella piccola volpe riuscisse ad essere sexy sia con un semplice capo d'abbigliamento che con quello più raffinato. Rispecchiava perfettamente la duplice natura di Buffy Summers che Angel aveva scoperto subito aver fatto sesso con lei la prima volta. Il suo corpo e la sua personalità erano un insieme di innocenza e passione che lo aveva fatto innamorare ancora di più di lei. Ogni volta che un gesto della ragazza gli ricordava questo suo aspetto interessante, lui ripensava alla prima cena di lavoro a cui aveva portato sua moglie.

    ******

    Per tutta la sera Buffy era riuscita a gestire la situazione magnificamente pur non essendo abituata a trovarsi in mezzo a quel genere di persone. Aveva partecipato alla conversazione e aveva risposto cordialmente persino alle domande più invadenti delle mogli dei suoi colleghi avvocati, ma a metà serata Angel aveva iniziato a notare l'espressione frustrata della ragazza. Con sua enorme sorpresa aveva poi scoperto a sue spese che quell'espressione non era dovuta allo stress, bensì alla noia. Lo aveva capito quando sua moglie si era fatta più vicina con la sedia, dopo aver allontanato il piatto del dolce che aveva appena finito di gustarsi, e nel momento in cui Angel si era aspettato di sentirla lamentarsi per la durata eccessiva di quella cena di lavoro, lei lo aveva fatto girare leggermente verso di lei e lui l'aveva guardata mentre gli prendeva con gentilezza la mano per poi portarsela su una coscia stando attenta a non attirare sguardi indiscreti. Non appena si era accertata che nessuno li stesse guardando aveva accompagnato la sua mano verso il suo interno coscia e poi dritta verso il calore bagnato delle sue mutandine. Angel l'aveva guardata con occhi spalancati, mentre lei aveva continuato a sorridergli innocentemente per poi dirgli “Tesoro, il Signor Giles ti ha fatto una domanda” Lui si era voltato di scatto ad osservare l'uomo vestito elegantemente che sedeva proprio davanti a lui insieme a sua moglie Jenny e che lo guardava in attesa di una risposta. Ruper Giles era il predecessore della Larkin & Wright che un tempo era la Giles, Larkin & Wright e colui che considerava lui e il suo socio, James Wright, come dei figli e aveva lasciato ad entrambi la pratica quando aveva deciso di andare in pensione. Guardando prima l’uomo poi sua moglie e poi di nuovo l’uomo Angel riuscì solo a balbettare “Si?” mentre sentiva le piccole dita della ragazza accarezzargli il polso sospingendolo a muovere la mano “Chiedevo com'è la vita da novelli sposi?” aveva ripetuto Giles sorridendo cordiale e lanciando occhiate romantiche verso la propria consorte “Oh” aveva esclamato lui ritrovando la calma e decidendo di assecondare la mente malata della sua sposa “E' sempre piena di sorprese” aveva risposto lanciando un'occhiata maliziosa verso Buffy e vedendola muovere leggermente i fianchi nel momento in cui le sue dita iniziarono ad accarezzarla. Trovarsi in quella stanza piena di suoi colleghi ad intrattenere una conversazione con Giles, mentre tutto ciò a cui riusciva a pensare era al calore che poteva sentire irradiarsi dalle cosce della donna che amava e alla forza con cui lei gli stringeva la mano, era stata l’esperienza più eccitante della sua vita. Da quando era rimasta incinta Buffy era diventata sempre più vogliosa e lui di certo non si lamentava, ma doveva ammettere che queste improvvise voglie di sua moglie a volte erano un problema. Come in quella particolare situazione. Lo sguardo di Giles e Jenny fisso su di loro non gli permetteva di dedicarsi alla ragazza come avrebbe voluto, senza contare che doveva mantenere almeno un minimo di parvenza e sostenere la conversazione senza dare nulla a vedere. A peggiorare la situazione era stato il suo migliore amico e socio dello studio, James Wright, soprannominato Spike per la tecnica pungente che metteva in pratica in corte. L’uomo dai capelli ossidati e il viso scarno, che gli conferivano un fascino non indifferente che attirava molte donne, sedeva affianco a sua moglie e ormai da alcuni secondi aveva notato lo scambio tra i due e soprattutto la loro postura. Senza scomporsi minimamente, conoscendo bene l’eccentricità della coppia essendo già stato testimone in passato delle loro famose effusioni in pubblico, Spike gli aveva fatto l’occhiolino sorridendo malizioso. Si era poi spostato in avanti per coprire a sua volta la visuale ad un altro collega che sedeva al suo fianco e che avrebbe potuto facilmente assistere alla scena soltanto voltando la testa. Angel, che conosceva bene quel comportamento protettivo del suo amico nei confronti di sua moglie, lo aveva ringraziato con un cenno del capo per poi tornare a concentrarsi sulla ragazza accanto a lui che continuava a muovere i fianchi e a fissarlo chiedendogli in silenzio di continuare a toccarla. Notando che il Sig. Giles era stato momentaneamente distratto da sua moglie Jenny, Angel aveva colto l’occasione per avvicinarsi di più a Buffy posizionandosi in modo che chiunque avesse posato lo sguardo su di loro avrebbe pensato che stavano avendo una conversazione privata e non li avrebbe disturbati. Ed era la verità. Stavano davvero avendo una conversazione privata, una conversazione che non aveva bisogno di parole. Angel, che fino a quel momento si era trattenuto rendendosi conto che la situazione era stata troppo precaria per potersi permettere di lasciarsi andare, non aspettò un secondo di più prima di iniziare a spingere le dita con forza dentro sua moglie, sorridendo nel vederla sobbalzare leggermente per poi guardarsi intorno preoccupata di aver attirato l’attenzione di qualcuno. Lui, però, sapeva che ormai erano ben coperti e che poteva continuare ad accontentare il desiderio della ragazza senza problemi. Le sorrise afferrandole il fianco con la mano libera e stringendo la carne avvolta nell’abitino rosso “Siamo eccitate stasera, eh?” le sussurrò colpendola sempre più forte e ringraziando chiunque ci fosse ai piani alti per avergli fatto incontrare quella stupenda creatura. Certo, era ancora scosso per la notizia della gravidanza nonostante ormai fosse passato un mese da quando lo avevano scoperto, ma aveva deciso di abbandonare ogni riserva e credere che era stata una svista piuttosto che un qualcosa di ben pianificato da lei, come invece aveva pensato inizialmente. Ovviamente non faceva parte dei suoi piani diventare padre tanto presto, se mai avesse deciso di diventarlo davvero, ma alla fine aveva scelto di fare la cosa giusta e aveva sposato la donna che in quel preciso istante gli stava donando un ricordo magnifico muovendosi contro la sua mano in una stanza piena di persone. “Ti piace farlo in pubblico, eh?” aveva continuato a stuzzicarla con le parole notando la frustrazione negli occhi di lei per il semplice fatto che nessuno dei due poteva dare libero sfogo ai loro bisogni date le circostanze in cui si trovavano. Angel aveva attirata a sé baciandole delicatamente il collo e permettendole di premere il volto contro la sua spalla mostrando a chiunque avesse posato gli occhi su di loro un abbraccio tra novelli sposi. Solo Angel aveva goduto del respiro di sua moglie che aumentava sempre di più, delle unghie della ragazza che gli stringevano la carne della coscia e dei suoi muscoli caldi che si stringevano sempre più forte intorno alle sue dita fino a che il suo intero corpo non aveva tremato e un gemito sommesso e strozzato le era uscito dalla gola. Continuando a massaggiare pigramente le sue labbra bagnate, Angel le aveva mostrato il suo ghigno migliore quando Buffy aveva risollevato la testa dall'incavo del suo collo e non aveva resistito all'impulso di baciarla con passione nonostante la stanza affollata. “Oh adesso basta, per piacere” avevano sentito lamentarsi il loro amico Spike e si erano voltati a guardarlo Angel sempre con espressione orgogliosa di sé e Buffy con aria fin troppo appagata per passare inosservata “In caso non ve ne foste accorti, siamo ad una cena di lavoro” aveva continuato a lamentarsi scherzosamente l'altro uomo “E tanto per la cronaca, basta guardarti per capire che sei appena venuta” aveva commentato passando lo sguardo sulle sue guance leggermente arrossate e il suo petto che si sollevava ad ogni suo respiro affannato, per poi posarsi più in basso sulle cosce scoperte della ragazza dove la mano di Angel si trovava ancora sotto l'abito rosso “E se fossi in te le toglierei le mani da in mezzo alle sue gambe prima che qualcuno vi veda” aveva aggiunto posando lo sguardo sul suo migliore amico questa volta e alzandosi bruscamente per poi avviarsi verso il bagno borbottando. Angel e Buffy avevano riso spensierati per poi scambiarsi un altro bacio questa volta più tenero che passionale “Scommetto che è andato in bagno a farsi un lavoretto da solo” aveva sghignazzato lui togliendo a malincuore la mano da sotto le mutandine di sua moglie, ma tenendola comunque posata sulla carne calda delle sue cosce piene “Angel!” aveva esclamato lei scandalizzata dandogli un colpetto sulla spalla “Che c'è? E' sicuramente così” le aveva risposto accarezzandole un fianco con l'altra mano e sentendo il forte bisogno di salire a stringerle un seno, ma sapendo che quello non era il posto giusto per farlo “Gli viene sempre duro quando ci vede fare certe cose” le aveva confessato, rompendo la promessa fatta al suo amico che gli aveva fatto quella confessione dopo una serata trascorsa a sbronzarsi in un bar e che appunto gli aveva poi fatto promettere di non dire mai niente a nessuno. Buffy, però, non era 'nessuno' e Angel sapeva anche che, sebbene spesso faceva la parte della santarellina, non lo era affatto e non sarebbe rimasta sconvolta da quella rivelazione e tanto era stato “Davvero?” aveva chiesto lei più confusa che sconvolta “Dovrebbe trovarsi una ragazza” aveva poi aggiunto senza aspettare una risposta “Concordo” aveva ribattuto lui baciandola di nuovo e non resistendo all'impulso di stringerle la carne soda del sedere incurante di chi l'avesse visto questa volta.

    ******

    Ovviamente non appena finita la cena erano corsi entrambi verso la loro macchina e non avevano nemmeno aspettato di arrivare a casa, anzi si erano concessi una sveltina sui sedili posteriori della Lexus di Angel per poi passare al secondo round non appena erano riusciti a sorpassare la soglia di casa. A pensarci bene una volta lo avevano fatto persino contro il ripiano su cui al momento lei se ne stava tranquillamente poggiata ad attendere il suo caffè, per non parlare di quella volta in cui il vecchio tavolo della cucina era crollato proprio sotto di loro non reggendo alla loro passione. Quelli erano stati i pochi mesi di pace e felicità che avevano preceduto ciò che era diventato quel matrimonio con il passare del tempo. C'era una discordanza enorme tra i sorrisi, le carezze e i baci scambiati in passato in quella cucina durante il rituale della colazione e gli sguardi torvi e i borbottii di adesso. Effettivamente non rimpiangeva le dimostrazioni d'affetto che solo ora sapeva essere state tutte una finta, almeno da parte di lei, ma sicuramente gli mancavano le scappatelle in giro per la casa e il sesso incredibile che erano soliti fare la sera. Lasciando che lo sguardo scorresse sulle curve morbide della ragazza, notando i seni sicuramente nudi sotto la canottiera, la pelle scoperta della schiena e il sedere sodo e ben delineato dai pantaloncini, Angel si chiese se non fosse il caso di iniziare a richiedere i servigi della ragazza nella camera da letto. In fondo era compito della moglie soddisfare il desiderio del marito, senza contare che da quello che ricordava alla sgualdrinella non dispiaceva affatto aprire le gambe e lasciargli fare quello che voleva con lei. Sistemandosi la cintura e il cavallo dei jeans che stavano diventando troppo stretti per i suoi gusti, Angel rifletté brevemente su quella possibilità e ai vantaggi che ne avrebbe ricevuto. Darla e Cordelia erano fantastiche a letto, delle vere professioniste, ma si stava già stancando di loro. Nina aveva ancora molte cose da imparare e lui aveva già esaurito tutta la sua pazienza di insegnante con Buffy quando l'aveva iniziata e istruita sotto le lenzuola. E questo lo riportava dritto al punto, Buffy era perfetta in quel senso. Sapeva già cosa gli piaceva, faceva tutto quello che gli chiedeva e, effettivamente, la ragazzina era stata la scopata migliore della sua vita, quindi perché non approfittare del fatto che, essendo legalmente sua moglie, doveva soddisfare i sui bisogni nella camera da letto. Stava quasi per fare un passo verso di lei, pronto a mettere subito in atto quella sua idea geniale, quando un pensiero lo fece fermare e una smorfia comparve sul suo volto fino a pochi secondi prima sorridente. La stronza avrebbe potuto fregarlo con un'altra gravidanza. Era quella la ragione per cui il loro matrimonio era avvenuto tanto per cominciare e poi il motivo per cui era andato a puttane. Se solo si fosse avvicinato a lei con il suo pene, Buffy avrebbe fatto in modo di rimanere incinta e legarlo per sempre a lei. Non che volesse divorziarla, non le avrebbe mai dato la sua metà dei soldi, più la libertà a cui sicuramente la stronza agognava, ma nell'eventualità che un giorno si fosse deciso a farlo, non voleva certo essere costretto a pagare il mantenimento di un poppante. Fino a quel momento si era salvato perché aveva tenuto il suo pene e il suo sperma lontano da lei, anzi doveva quasi darle credito per non essersi fatta mettere incinta da qualcun altro per poi dire che il bastardo era suo, ma ripensandoci probabilmente era solo perché lei sapeva bene che lui avrebbe richiesto un test di paternità. Tornando a poggiarsi contro il ripiano della cucina, arrabbiato con se stesso per quell'attimo di debolezza che avrebbe potuto solo peggiorare la situazione, Angel scosse la testa perso nei suoi pensieri e sussultò quando il tostapane trillò segnalando che la colazione era pronta. Voltandosi scocciato verso l'elettrodomestico tirò fuori le pop tarts e scottandosi leggermente le dita imprecò sottovoce per poi gettare di fretta i dolcetti su un piattino. Il suo borbottio richiamò l'attenzione di Buffy che si voltò verso di lui corrugando la fronte e cercando di capire cosa lo avesse fatto arrabbiare questa volta. Angel sentì gli occhi verdi della ragazza su di sé e decise che per quella mattina ne aveva avuto abbastanza di lei. Osservando le pop tarts che aveva appena preparato, rimpianse subito di averne prese due poco prima, quando si era sentito magnanimo e aveva deciso di preparare la colazione per sua moglie, dopo che, entrando in cucina, l'aveva trovata ad arrampicarsi per poter arrivare alla scatola. Ogni volta che la vedeva in difficoltà sentiva farsi strada dentro di sé quel bisogno di aiutarla che sembrava essere innato dentro di lui, non gli capitava con nessuno, ma non appena vedeva lei in difficoltà il suo istinti prendeva il sopravvento. Turbato come sempre da quella sua debolezza e ancora arrabbiato per l'errore che aveva rischiato di commettere, prese il piattino con le pop tarts e lo posò con un gesto di stizza sul ripiano davanti a Buffy, offrendogliele entrambe, ma rifiutandosi di riflettere sul fatto che nonostante la rabbia il suo primo istinto era stato quello di dare entrambi i dolcetti a lei piuttosto che gettarli nel secchio. Ancora più arrabbiato, dopo essersi reso conto della sua ennesima debolezza nei confronti di sua moglie, si avvicinò al lavandino per gettare il caffè che non aveva ancora finito nello scarico e per poi gettarvi la tazza rischiando quasi di romperla. “Farò tardi in ufficio” borbottò di malumore dirigendosi, infine, a grandi passi verso l'ingresso della magione e senza mai voltarsi verso di lei.

    ******

    Buffy sussultò sentendo la porta d'ingresso sbattere, ma tirò subito un sospiro di sollievo al pensiero che finalmente suo marito era uscito e lei aveva la casa tutta per sé. Roteando gli occhi al pensiero delle ultime parole pronunciate da suo marito prima che sparisse oltre l'uscio, Buffy sorseggiò il caffè che aveva tanto agognato cercando di non pensare al motivo che lo avrebbe trattenuto in ufficio inducendolo a fare tardi. Ricordava ancora fin troppo bene il giorno in cui si era resa conto che l'unica che ancora rispettava i voti nuziali della loro unione era lei.

    *****

    Nell'ennesimo tentativo di riappacificarsi con suo marito dopo l'ultimo litigio avvenuto quella mattina nella cucina della magione, Buffy era salita sull'Audi TT che Angel le aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno e si era recata presso la Larkin&Wright per sorprendere suo marito e proporgli di pranzare con lei. Salendo in ascensore aveva salutato Fred, la segretaria di Spike, che stava lasciando l'edificio per la pausa pranzo e aveva spinto il pulsante che l'avrebbe condotta al piano più alto dove si trovavano gli uffici di Spike e Angel. L'ingresso era deserto, com'era da aspettarsi dato che Fred era in pausa pranzo, Spike era fuori città per affari e oltre a loro le uniche persone che frequentavano quel piano erano suo marito e la sua segretaria. Quando si era avvicinata alla scrivania di Cordelia era rimasta un attimo interdetta nel vederla vuota. Inizialmente aveva pensato che fosse andata anche lei a pranzo, ma poi aveva visto la borsetta poggiata affianco alla sedia e si era guardata intorno in cerca della ragazza. La porta dell'ufficio di Angel era chiusa e Buffy non voleva disturbarlo in caso stesse facendo qualcosa d'importante, quindi aveva deciso di aspettare un po' e vedere se Cordelia fosse tornata alla sua scrivania così da poterle chiedere se poteva andare da Angel. Nel silenzio della sala d'attesa, però, aveva ben presto sentito la risata sguaiata di Cordelia provenire dalla porta chiusa dell'ufficio di suo marito. Ancora più combattuta di prima sul da farsi, Buffy si era rimproverata per non aver fatto una telefonata all'uomo prima di presentarsi da lui. Conosceva bene l'ambiente di quello studio legale e sapeva che bussando avrebbe potuto trovare suo marito impegnato con un cliente, mentre Cordelia serviva loro il caffè, oppure avrebbe potuto interrompere la stesura di qualche documento. Immaginava già l'espressione esasperata di Angel mentre attendeva pazientemente che Cordelia trovasse i tasti giusti da spingere sulla tastiera del pc. Sghignazzando a quel pensiero, si era avvicinata alla grande porta di legno convincendosi che se dentro c'era Cordelia allora poteva entrare anche lei che era sua moglie. Come nella classica scena di un film aveva sentito le risatine e i gemiti solo nel momento in cui la pelle calda della sua mano era entrata in contatto con il metallo freddo della maniglia. Il sangue le si era ghiacciato nelle vene e il respiro le si era bloccato nei polmoni, mentre il dubbio che dietro quella porta non si stava tenendo alcuna riunione o incontro con un cliente si faceva strada nella sua mente. Le ci erano voluti più di diedi minuti per trovare il coraggio di aprire lentamente la porta e scoprire la verità. Dieci minuti in cui aveva continuato a sentire i gemiti acuti della ragazza e quelli gutturali di suo marito che ricordava per tutte le volte che era stata lei a procurargli tanto piacere nella camera da letto al punto da farlo gemere in quel modo mascolino. Dieci minuti che l'avevano convinta che aveva bisogno di trovare il coraggio di aprire quella porta per vedere con i suoi occhi ciò che la sua mente sapeva già che stava accadendo dall'altro lato. Sapeva che la vista di suo marito con un'altra donna l'avrebbe ferita enormemente, ferita al punto che probabilmente non sarebbe mai riuscita a riprendersi, ma non era una di quelle donne che preferisce non sapere e vivere all'insegna della finzione, come lo era stata sua madre. Lei doveva sapere. Lei voleva sapere. La scena che si era trovata davanti socchiudendo silenziosamente la porta l'avrebbe accompagnata nei mesi a seguire ogni volta che avrebbe posato lo sguardo su Angel o su Cordelia Chase. L'immagine della donna seduta a cavalcioni sul grembo di colui che tecnicamente era ancora suo marito le aveva procurato una tale stretta al petto che ancora oggi si chiedeva come aveva fatto a mantenere il controllo in una situazione simile. Le mani di lui stringevano i fianchi pieni della ragazza che a sua volta aveva i palmi poggiati sul petto muscoloso di Angel per mantenere l'equilibrio mentre si muoveva sinuosa su di lui. Buffy aveva continuato a stringere con forza la maniglia fino a che la vista di quello scempio a cui stava assistendo non si era fatta sfocata a causa delle copiose lacrime che ormai le riempivano gli occhi. Con gambe tremanti aveva fatto un passo indietro senza preoccuparsi di richiudere la porta e si era avviata di nuovo verso l'ascensore, dove si era lasciata cadere lungo l'enorme specchio che circondava la cabina senza avere la forza di rialzarsi e nemmeno di dare sfogo a quelle lacrime che ancora le offuscavano la vista, mentre l'ultimo suono che udiva prima della chiusura delle porte automatiche era quello dell'ultimo gemito di suo marito che godeva dentro il corpo di un'altra donna.

    *****

    Quella bruttissima esperienza le bruciava ancora come il primo giorno e aveva fatto di tutto per togliersi dalla mente quell'immagine di suo marito avvinghiato ad un altra, ma senza riuscirci. Da quel momento aveva iniziato a provare un forte odio per quell'uomo per cui aveva provato un amore altrettanto forte, un odio che non aveva mai provato per nessuno e che mai avrebbe pensato di provare per lui, lui che era stato tutta la sua vita fino a pochi mesi prima. Era stato quello il momento in cui aveva preso la decisione più importante della sua vita, persino più importante di quella che aveva preso quando aveva scoperto di aspettare un figlio, d'altronde in quel caso non aveva avuto molta scelta, aveva semplicemente preso la decisione che le dettava il suo cuore, ma scegliere di lasciare suo marito e di abbandonare ogni futile tentativo di salvare quella relazione ormai finita da tempo era stata una scelta dettata dalla ragione e dal suo cuore ferito che l'aveva supplicata di mettere fine a quel martirio a cui lo stava costringendo. La prima cosa che aveva fatto, una volta ritrovata la ragione, era stata andare da sua madre in cerca di consiglio, ma soprattutto alla ricerca di un posto dove poter stare finché non fosse stata in grado di cavarsela da sola. La donna l'aveva accolta offrendole un caffè e ascoltando lo sfogo senza fine della sua unica figlia, ma non appena la ragazza aveva iniziato a parlare di trasferimento temporaneo prima di trovare una situazione più stabile, Joyce Summers aveva espresso il suo scontento nei confronti di sua figlia. Le aveva iniziato ad elencare i sacrifici che una donna è costretta a fare pur di restare al fianco del proprio marito, l'aveva rimproverata per quella decisione affrettata che stava prendendo, affermando che non doveva abbandonare tutto dopo soli pochi mesi di matrimonio e, in generale, aveva espresso il suo disappunto nei confronti della decisione della ragazza. Buffy era rimasta ad ascoltare le lamentele e le argomentazioni di sua madre, continuando a scuotere la testa ad ogni parola, incredula di fronte a quell'indifferenza. Nel momento in cui Joyce aveva ammesso chiaramente che non l'avrebbe ripresa a vivere sotto il suo tetto se decideva di lasciare un marito tanto benestante solamente a causa della sua infedeltà, Buffy aveva capito che in tutti quegli anni Joyce Summers era sottostata ai tradimenti continui di Hank Summers semplicemente perché riteneva che fosse normale e che l'unica cosa importante era che il marito si era preso cura di lei. Decidendo di stare al suo gioco per il momento, Buffy aveva lasciato la sua vecchia casa fingendo di essersi convinta e con un falso sorriso sul volto. Solo una volta rientrata alla magione aveva iniziato a pensare realmente a come poter uscire da quella brutta situazione in cui si trovava. Nei giorni seguenti aveva cercato disperatamente un lavoro che potesse aiutarla a diventare indipendente, ma non avendo esperienze particolari si era dovuta accontentare di un posto come cameriera in un ristorante. Il secondo passo era stato quello di preparare tutti i documenti necessari per abbandonare la sua carriera universitaria. Era già troppo per lei dover aspettare di aver guadagnato abbastanza per potersene andare dalla magione e non vedere più suo marito, invece che andare via subito come aveva pensato di fare quando aveva chiesto aiuto a sua madre, ma se lavorava solo part-time prima di potersi ritenere libera sarebbe passata un'eternità. Quindi aveva deciso di lavorare a tempo pieno abbandonando gli studi, ripromettendosi di riprenderli prima o poi, ma con Angel aveva continuato a fingere di andare a lezione per non insospettirlo. Ogni mese suo marito le lasciava sul tavolo all'ingresso l'assegno per pagare la retta dell'università e ogni mese lei lo metteva da parte sapendo che non lo avrebbe usato e che il giorno in cui sarebbe riuscita a lasciare quella prigione glieli avrebbe restituiti tutti. Ovviamente si era ritrovata diverse volte in tutti quei mesi a dubitare delle sue scelte, chiedendosi se non fosse un'illusa a credere di potersela cavare da sola. A domandarsi se ciò che diceva sua madre non fosse vero, se in fin dei conti il tradimento non è poi così grave e ciò che conta è avere stabilità nella vita. Alla fine, però, era proprio in quei momenti in cui più dubitava di se stessa che ritrovava la forza di andare avanti, proprio quando toccava il fondo e arrivava a chiedersi se era il tipo di moglie capace di chiudere un occhio davanti ai tradimenti del marito, che nella sua mente si faceva strada l'immagine di Angel che trovava piacere tra le braccia di Cordelia e allora capiva che stava facendo la cosa giusta. Con il tempo, per fortuna, i dubbi avevano smesso di tormentarla e per questo doveva ringraziare Darla McDonald, moglie di Lindsay McDonald, socio della Morgan&McDonald, lo studio legale concorrente della Larkin&Wright. Darla, insieme a suo marito, partecipava sempre alle feste organizzate dai grandi avvocati della città e Buffy aveva avuto la sfortuna di incontrarla più volte in occasioni del genere. Sapeva che era una ex di Angel perché era stato lui stesso a confessarglielo la prima volta che si erano ritrovati tutti insieme nella stessa stanza, ma anche solo scambiando due parole con la donna Buffy aveva capito subito di avere davanti a sé una vipera. Le continue frecciatine nei confronti di tutti gli ospiti e gli sguardi disgustati che lanciava agli abiti delle altre donne presenti non erano niente in confronto a ciò che diceva non appena entrava nel bagno delle donne e dava udienza alle varie damigelle che le si riunivano intorno ad ascoltarla. Ed era stata proprio in una di queste occasioni che Buffy aveva udito per caso la conversazione che aveva dissipato ogni suo dubbio riguardo la sua decisione di lasciare Angel. Si trovava in uno dei bagni quando Darla aveva fatto il suo ingresso con il suo seguito lamentandosi del modo in cui Lilah Morgan, socia di suo marito, stava palesemente flirtando con Angel Larkin, avvocato dello studio rivale di Lilah. Nel sentir fare il nome di suo marito, Buffy aveva deciso di non uscire allo scoperto e sentire cosa aveva da dire quella donna in proposito, dato che le sembrava strano che la moglie di un altro uomo ammettesse così apertamente di essere gelosa delle attenzioni che un'altra donna dava ad un uomo che, ovviamente, non era suo marito. L'aveva ascoltata raccontare cattiveria dopo cattiveria sul conto di Lilah Morgan per poi ammettere che in ogni caso l'avvocato aveva buon gusto dato che ci stava provando con l'unico uomo con cui valeva la pena provarci in quella sala. In seguito alle risatine delle sue seguaci, Darla non si era fatta pregare oltre e aveva raccontato loro di come sapeva per esperienza personale che Angel era un ottimo amante e che ormai era tornato disponibile. Una ragazza del gruppo allora aveva fatto notare dubbiosa che per quanto ne sapeva lei Angel era ancora sposato, ma Darla aveva risposto con una forte risata dicendo che non le era sembrato sposato quando l'aveva scopata sul divano nel suo ufficio quando era passata da lui il giorno prima per una consulenza legale. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Vedere Angel con Cordelia l'aveva sconvolta, ma inizialmente aveva pensato che si trattava solo della sua segretaria, invece in quell'occasione aveva scoperto che Angel non si faceva scrupoli a farsi anche la sua ex e a quel punto chissà quante altre. I dubbi che aveva avuto erano scomparsi, sostituiti dalla rabbia e, infine, dalla rassegnazione quando alcuni mesi dopo aveva scoperto che nella lista delle amanti di suo marito si era aggiunta la nuova tirocinante Nina Ash. Esasperata, Buffy scosse la testa allontanando quei pensieri che ancora la facevano arrabbiare e che a volte, nonostante la disillusione, le procuravano ugualmente una fitta al cuore, e posò lo sguardo sul piatto di pop tarts. Corrugò la fronte chiedendosi come mai Angel le aveva offerto la sua colazione per poi decidere subito dopo di non perdere tempo a farsi domande a cui sapeva che non sarebbe riuscita a dare risposta. Di tanto in tanto si trovava di fronte a situazioni del genere dove suo marito inspiegabilmente compiva gesti che all'apparenza potevano sembrare scorbutici, ma in cui lei, che conosceva bene l'uomo, rivedeva i gesti premurosi di quello che un tempo era stato il suo Angel. Poteva essere una colazione servita in malo modo o la televisione lasciata silenziosamente libera la sera in cui andava in onda la sua serie preferita, ma Buffy notava sempre quelle sporadiche dimostrazioni di quasi affetto alle quali suo marito non sembrava riuscire a rinunciare nonostante tutto. E ogni volta che si trovava di fronte ad una situazione del genere nella sua mente si affollavano i perché, i se e i ma a cui non riusciva a mai a dare risposta. Quindi anche in quella occasione accettò l'offerta senza pensarci troppo su e si mise seduta per godersi quella mezzora di tranquillità con la sua colazione.


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  2. VtheSlayer
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    Questa nuova ff mi incuriosisce tantissimissimissimo.... aspetto con ansia il seguito per capire...
    Ma è vero ke in qualunque modo li veda io li amo... perchè credo che alla fine anche una ff che iniza così abbia un lieto fine... :)
     
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  3. SilviaLivre
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    posto anche qui il terso capitolo della nuova fanfic di buffy09.
    vi ricordo che la trovate su Her Bronze Horseman. Ringrazio ancora Sonia per concedermi la possibilità di postare le fanfic sul mio sito.

    _____ Capitolo 3


    Il salone di quel lussuoso albergo era fin troppo elegante per i gusti di Buffy. Drappeggi color porpora scendevano dalle travi del soffitto e i grandi lampadari di cristallo erano stati decorati con piccoli fiori finti bianchi. L'intera sala era piena di tavoli con vasi di fiori bianchi al centro e sedie anch'esse con drappi color porpora. Fin troppo per una semplice festa tra avvocati. Concentrata com'era a notare l'ambiente che la circondava e a maledire suo marito per averla costretta ad accompagnarlo a quell'evento, Buffy non sentì la voce di Angel che le diceva di avviarsi verso il loro tavolo e si rese conto che le aveva detto qualcosa solo quando l'uomo le afferrò il braccio con più forza del necessario sospingendola verso il loro tavolo. Liberandosi dalla sua presa con uno strattone Buffy gli lanciò un'occhiataccia “Non cominciare” l'ammonì Angel in risposta al suo sguardo freddo “Questo non è il posto per le tue scenate” Buffy decise di non ribattere per evitare appunto di fare una scenata, in fondo neanche lei ci teneva particolarmente a litigare davanti a tutte quelle persone. Accettò con un falso sorriso la galanteria di Angel quando le spostò la sedia per farla accomodare e una volta seduta fece scorrere rapidamente lo sguardo sui segnaposti che si trovavano sul loro tavolo per vedere con chi sarebbe stata costretta a condividere la serata. Appena lesse il nome di Lindsey McDonald sul segnaposto accanto a lei, spostò subito lo sguardo su quello dopo trattenendo un gemito disperato quando vi vide stampato sopra con un font elegante il nome di Darla. Senza rendersene conto si tirò con la sedia leggermente verso Angel cercando di allontanarsi il più possibile dalla vipera che a momenti avrebbe occupato quel posto vacante “Che stai facendo?” sbottò la voce bassa e rabbiosa di suo marito “Niente” rispose lei scocciata e sistemandosi l'abito e i capelli in preda all'agitazione per poi notare lo sguardo confuso di Angel ancora su di sé. Lo fissò negli occhi chiedendosi se fosse davvero possibile che non capisse cosa l'avesse resa improvvisamente nervosa, se davvero non si rendeva conto che lei sapeva di tutte le donne che si portava a letto, ma mentre lei rifletteva su quel dubbio che si portava dietro ormai da mesi, gli occhi castani di lui si strinsero con fare sexy e si abbassarono fino a posarsi sul suo seno raccolto nel push up e messo in risalto dalla scollatura elegante del suo abito rosa. Non sapendo come reagire a quel repentino cambiamento nel comportamento del suo compagno, il corpo di Buffy si tese e si ritrovò a smettere di respirare per evitare di mettere ancora più in evidenza l'oggetto dell'inaspettato, ma evidente, desiderio di suo marito. “Larkin” disse all'improvviso una voce suadente alle sue spalle costringendo l'uomo ad allontanare lo sguardo dal suo petto e Buffy non poté far altro che tirare un sospiro di sollievo. Non sapeva cosa avesse spinto l'uomo ad interessarsi di nuovo a lei dopo così tanto tempo, ma data la situazione precaria del loro matrimonio non era stata una bella esperienza per lei e, anzi, aveva soltanto aumentato la sua ansia per quella serata. Voltandosi a guardare la persona che pronunciando il nome di suo marito l'aveva tolta da quella situazione imbarazzante, Buffy salutò con un sorriso cordiale l'affascinante Lindsey McDonald. Lunghi capelli castani che ricadevano sexy sulla sua ampia fronte, piccoli occhi azzurro cielo e labbra perfette circondate da una leggera barba che sotto la luce sembrava quasi bionda. Senza contare il suo sorriso sexy, il suo petto muscoloso e il suo portamento che attirava gli sguardi affamati delle donne presenti in sala. Compresa lei. Doveva ammettere che la prima volta che lo aveva visto era rimasta con la bocca aperta e gli occhi spalancati ad ammirare la sua bellezza da dio greco rispondendo balbettando al suo saluto perfetto e cordiale. Ogni volta che ripensava a quel momento sorrideva non al pensiero della figura da stupida che aveva fatto con uno degli uomini più belli che aveva mai incontrato, ma al ricordo di un Angel geloso che non aveva fatto altro che borbottare per tutta la sera ogni volta che Lindsey le aveva rivolto la parola e che, una volta a casa, si era impegnato a farle dimenticare completamente l'altro avvocato regalandole una delle notti più passionali della sua vita. “Come stai Buffy?” le chiese cordiale l'uomo sfiorandole la mano con le labbra e regalandole un altro dei suoi sorrisi sexy. Non c'era da stupirsi che fosse un avvocato di successo, sicuramente riusciva a convincere tutte le donne della giuria con quel suo modo di fare. “Bene, grazie Linds” rispose lei cordiale e usando senza rendersene conto l'appellativo che era solita usare con lui da quando lui stesso le aveva detto che gli amici potevano chiamarlo così e che lui la considerava tale. Non appena pronunciò quell'abbreviazione amichevole del nome dell'altro uomo, sentì lo sguardo freddo e furente di suo marito sulla schiena, ma ricordò subito a se stessa che non doveva più alcuna spiegazione o lealtà all'uomo che la considerava una bugiarda e che la tradiva con tutte le donne che gli passavano davanti. Quando aveva conosciuto Lindsey senza neanche rendersene conto aveva legato subito con lui grazie alla sua ironia e alla sua spontaneità, ma per entrambi il loro rapporto era basato solo su una profonda amicizia in quanto entrambi erano profondamente innamorati dei proprio consorti. Da quando il matrimonio di Buffy era andato a rotoli, però, aveva dovuto iniziare a mentire a colui che considerava un amico perché, essendo un rivale di Angel in ambito lavorativo, Buffy non riteneva giusto consegnargli su un piatto d'argento le munizioni in grado di abbattere l'uomo che, nonostante tutto, aveva amato con tutta se stessa. Non riteneva di dovere niente a suo marito, ma non aveva intenzione di rovinare tutto quello per cui aveva lavorato sodo solo per ripicca. C'era anche la possibilità che, come amico, Lindsey avesse deciso di non usare quelle informazioni a suo favore, ma Buffy aveva preferito non correre il rischio, in fondo il suo amico era sempre e comunque un avvocato. Quella situazione già abbastanza tesa andò peggiorando nel momento in cui anche Darla raggiunse il tavolo a cui era stata assegnata “Oh” esclamò subito la donna posando lo sguardo con fare sdegnante su Buffy per poi spostarlo subito su Angel salutandolo con un sorriso sexy senza preoccuparsi di nascondere il suo atteggiamento fin troppo amichevole “Ciao Angel” disse con fare suadente e lasciando che Angel le baciasse le guance una volta alzatosi dalla sua sedia “Darla” rispose lui con una voce bassa e vibrante che fece venire i brividi a Buffy. Ricordava fin troppo bene quel tono sensuale, era quello che aveva sempre usato con lei pochi secondi prima che si ritrovasse nuda sotto di lui. Allontanando lo sguardo da quella vista stomachevole, si concentrò sui vari ospiti che stavano prendendo posto al loro stesso tavolo e salutò con un cenno del capo il Signor Giles e sua moglie, felice di vedere due volti amichevoli. “Tutto bene?” le chiese Lindsey notando il suo sguardo perso nel vuoto e sfiorandole leggermente una spalla scoperta mentre prendeva posto dopo aver fatto sedere sua moglie “Si” mentì tra i denti sorridendogli come meglio poteva e pregando che quella cena finisse presto. “Allora Linds” lo rimbeccò Angel posando rapidamente lo sguardo sulla spalla di sua moglie che l'altro aveva appena toccato e usando intenzionalmente l'epiteto che aveva usato Buffy poco prima, ma pronunciandolo con disdegno e sarcasmo “Ho saputo che il caso Holtz non ti va tanto bene. Quel tipo ne ha combinate fin troppe e la giuria non sembra intenzionata a fargliela passare liscia” la risatina divertita di Lindsey sembrò indispettire Angel che, evidentemente credeva di aver colto nel segno con il suo avversario. “Staremo a vedere Larkin, staremo a vedere” fu la criptica risposta dell'avvocato che, senza scomporsi, riprese a mangiare il suo antipasto freddo appena servito dal cameriere. Buffy si ritrovò a ridacchiare per la risposta dell'amico che aveva effettivamente lasciato senza parole suo marito come pochi riuscivano a fare. Ancora con il sorriso sulle labbra si sporse per prendere il suo bicchiere pieno di vino bianco quando sentì il sussurro rabbioso di suo marito nell'orecchio “Non dovresti bere” le disse ricordandole quanto poco il suo corpo sopportasse l'alcol. Buffy avrebbe anche potuto accettare quel suo consiglio se non fosse stato pronunciato con tanta ira. Si voltò subito a guardarlo lanciandogli un'occhiataccia e riconoscendo in quel suo comportamento lo sfogo per la rabbia repressa nei confronti di Lindsey che con la sua risposta lo aveva zittito e anche nei suoi confronti perché probabilmente l'aveva vista ridere per la sua sconfitta in quello scontro verbale. “Faccio come mi pare” fu la sua risposta pronunciata con stizza, ma abbastanza a bassa voce da non essere udita dagli altri presenti, al contrario delle parole di Angel che, apparentemente, si erano sentite benissimo dato che Darla non si lasciò scappare l'occasione di fare uno dei suoi soliti commenti velenosi “Buffy, non puoi bere? Perché? Sei incinta?” chiese fingendo genuina contentezza e curiosità e posando il mento sulle mani congiunte in trepida attesa di una risposta. Buffy si voltò di scatto verso l'altra donna serrando le dita intorno al bicchiere rischiando di romperlo “Oppure state solo provando ad avere un bambino?” continuò a chiedere la donna con un sorriso farlo e attirando l'attenzione di Giles e sua moglie che posarono lo sguardo su di lei anch'essi curiosi della risposta, mentre Lindsey abbassava lo sguardo sul suo piatto ormai vuoto maledicendo probabilmente la linguaccia di sua moglie, sapendo bene che per Buffy quello era un argomento delicato. “No, nessuna delle due” rispose Buffy con un sibilo trattenendo a stendo l'odio che provava per l'altra donna e facendo allontanare subito da sé lo sguardo indiscreto degli altri ospiti che occupavano la tavolata “Oh capisco” annuì Darla posando una mano sul braccio di Lindsey con fare affettuoso “Noi stiamo ancora provando, ma niente” aggiunse con disappunto la donna accarezzando il volto del marito e spostandogli una ciocca dalla fronte “Ma niente ci vieta di continuare a provare, vero amore?” disse con un sorriso e Lindsey nel sentire quelle parole parve ritrovare dentro di sé l'amore per la donna che aveva sposato e sollevò lo sguardo amorevole su di lei “Certo tesoro” le disse accarezzandole a sua volta una guancia. “Sai” riprese a dire Darla evidentemente non contenta di aver colto nel segno già alla prima occasione e decidendo di tornare all'attacco “Ho letto in un articolo che spesso è difficile ricominciare a provare dopo quello che ti è successo” disse con falsa comprensione “Ovviamente non credo che sia questo il vostro caso, vi vedo molto affiatati” mentì con una risatina di finto imbarazzo “Ma nell'articolo spiegavano che spesso si viene a creare una sorta di blocco mentale che evita alla coppia di ritrovare l'intesa. Non so se mi spiego?” “Darla” arrivò il velato rimprovero di suo marito “Che c'è?” esclamò alzando le mani in segno di difesa “Non sto dicendo niente di male, vero Buffy?” chiese cercando l'appoggio dell'altra donna che fino a quel momento era rimasta in silenzio cercando di trattenersi dal risponderle male “Vero” disse a denti stretti decidendo di accontentarla, sapendo bene che Darla non aveva fatto altro che lanciarle una sfida per vedere se lei avesse fatto una scenata per poi raccontare in giro che lei non aveva fatto altro che intrattenere una conversazione civile fino a che la pazza non era esplosa. Non sarebbe caduta nella sua trappola, ormai aveva imparato ad evitare certi inganni fin troppo frequenti in quell'ambiente. Lanciò un'occhiata verso Angel che era rimasto in silenzio tanto quanto lei per tutto il tempo, ma che al contrario sembrava divertito da tutta quella situazione. Come se la sua amante stesse giocando ad un gioco che lui già conosceva bene e come se lui fosse il suo complice silenzioso. Ritirando le mani da sopra il tavolo, Buffy si ritrovò a stringere i pugni nascosta sotto la grande tovaglia porpora, mentre l'altra donna continuava ad elencare statistiche sul concepimento e sugli aborti spontanei che apparentemente aveva studiato a memoria nel corso di tutto quel tempo dal momento in cui lei e Lindsey avevano deciso di iniziare a provare ad avere un bambino. “Al giorno d'oggi ci sono talmente tante tecniche scientifiche che aiutano le coppie in questo genere di cose” continuò a dire imperterrita Darla “Io e Linds abbiamo deciso di non avvalercene perché preferiamo il metodo più tradizionale” disse con un sorriso malizioso rivolto verso il suo compagno che nonostante la situazione tesa che si era venuta a creare non poté fare a meno di rispondere a quel sorriso ammaliante. “Ma voi potreste provare, no?” propose con un cenno della mano verso di loro per poi restare in attesa di una risposta come se la cosa che aveva appena detto avesse effettivamente senso. Buffy stava per rispondere nel modo più cordiale possibile, contando fino a dieci per evitare di dire ciò che realmente pensava, quando sentì un borbottio provenire dalla sua destra dove sedeva suo marito. Voltandosi leggermente a guardarlo sperando che questa volta sarebbe stato lui a rispondere alla sua amante, Buffy restò sconvolta nel vederlo ridacchiare con una mano davanti alla bocca per coprire il ghigno divertito. Mentre il suo cuore perdeva silenziosamente un altro pezzo nel vedere l'uomo che aveva amato ridere per qualcosa che invece la feriva profondamente, Buffy decise subito che se lui stesso non riusciva a trattenersi abbastanza da mantenere le apparenze, allora poteva evitare di farlo anche lei. “Non credo Darla” iniziò a dire voltandosi di nuovo verso la donna con un sorriso letalmente cordiale “Per me c'è ancora tempo per provare a rimanere incinta. In fondo ho solo 19 anni” non appena terminò la frase fu ripagata almeno in parte per tutte le cattiverie che negli ultimi dieci minuti l'altra donna aveva mal celato dietro a parole gentili. L'espressione scandalizzata e furente che comparve sul volto di Darla divenne la parte più bella di quella serata orrenda. Lindsey posò subito lo sguardo pieno d'orgoglio su di lei regalandole un sorriso, mentre dalla sua destra si sentì arrivare un ruggito sommesso seguito dalla presa ferrea della sua mano sul suo braccio “Buffy” sibilò Angel strattonandola leggermente “Scusatemi” aggiunse subito la ragazza facendo credere ai presenti che stesse già avendo dei ripensamenti per la frecciatina appena fatta “Devo andare alla toilette” concluse allontanando con grazia la sedia e liberandosi dalla presa di suo marito. Lasciandosi alle spalle quel tavolo pieno di odio e tensione, Buffy iniziò a sentire subito le lacrime che le pungevano gli occhi e affrettò il passo per raggiungere il bagno prima che qualcuno la vedesse. Angel osservò l'espressione furente ancora presente sul volto di Darla e non poté evitare di sentirsi nel profondo comunque un po' fiero del modo in cui sua moglie riusciva a tirar fuori gli artigli quando voleva, come un gattino che tenta disperatamente di difendersi. “Diciamo che te la sei cercata” fu il commento di Lindsey che scuotendo la testa stava tirando fuori dalla tasca il suo fidato pacchetto di sigarette “Vado a fare due passi, vieni?” chiese alla moglie sapendo bene che dopo quello che le aveva appena detto di certo avrebbe ricevuto una risposta negativa. L'occhiataccia che Darla gli lanciò gli fece capire senza bisogno di parole che aveva ragione a pensarla in quel modo, quindi si limitò a farle un cenno di assenso con il capo per poi dirigersi verso la grande terrazza che circondava la sala. “Che sfacciata!” sbottò subito la donna alzandosi per andarsi a sedere al posto di Buffy per poter parlare indisturbata con Angel senza che gli altri potessero sentirla “Dovresti farle un bel discorsetto su come ci si comporta in pubblico” continuò a lamentarsi con il suo amante che in risposta riprese a ridacchiare divertito da quella situazione “L'hai stuzzicata troppo” commentò “Dovevi fermarti dopo le prime battutine pungenti. Buffy non è il tipo che sa trattenersi a lungo” “Immagino” disse questa volta cambiando tono e passando da un atteggiamento rabbioso ad uno seducente “Per questo ti tocca cercare altrove il tuo...intrattenimento” sussurrò suadente “Scommetto che la ragazzina non ha la pazienza per sottostare ai tuoi giochi perversi” continuò a stuzzicarlo poggiando la mano sul suo ginocchio e iniziando a risalire lentamente verso l'inguine dell'uomo, che divertito non la fermò, ma continuò a gustarsi le attenzioni della sua ex “E che non sa neanche quanto può essere malata la tua mente quando si tratta di abbandonarsi alla passione” continuò ad eccitarlo con le sue parole e con le sue carezze sempre più intime. Angel lasciò che la donna arrivasse a massaggiargli il membro che iniziava a risvegliarsi nei pantaloni ed evitò di fare commenti riguardo l'indole sessuale di sua moglie e su quanto in realtà Darla si stesse sbagliando sul conto di Buffy. “Odio le serate come queste” continuò a dire la bionda incurante del fatto che nella sua attuale posizione chiunque passando avrebbe potuto vedere cosa stava facendo o che Buffy e Lindsey sarebbero potuti tornare a momenti “Quando sono costretta a passare tutta la sera con Lindsey e andare a casa con lui” disse con il broncio “Mi sta talmente tanto con il fiato sul collo che anche se ti proponessi una scappatella al bagno si insospettirebbe” Angel borbottò solamente senza risponderle, ma continuando a godersi le sue carezze “Lo sai che ci sarebbe una soluzione a tutto questo, vero?” sussurrò sporgendosi di più verso di lui per poi sentirsi subito spingere indietro dalla mano potente di Angel “Darla, non ricominciare!” sbottò a bassa voce allontanando la donna da sé e interrompendo le sue carezze ritrovando la lucidità momentaneamente persa e guardandosi intorno nervoso, rendendosi improvvisamente conto di essere circondato da altre persone. Notando lo sguardo confuso di Giles posato su di loro, Angel sorrise all'uomo sperando che non si insospettisse troppo e tornò a rivolgersi alla sua amante “Te l'ho detto mille volte! Non voglio sentir parlare di divorzi o matrimoni. Noi due abbiamo avuto la nostra occasione anni fa e non è andata. Adesso tu sei sposata con Lindsey e io con Buffy, fine della storia! Quello che possiamo avere è solo questo: una relazione extraconiugale” concluse rabbioso allontanando di nuovo le mani della donna che erano tornate a posarsi sulle sue gambe. “D'accordo non c'è bisogno di scaldarsi tanto” cercò di tranquillizzarlo lei tirandosi indietro e concedendogli lo spazio di cui sembrava aver bisogno “Voglio solo che ti sia ben chiara la cosa, Angel” iniziò a dire “Perché non appena Lindsey riuscirà a mettermi incinta allora in caso di divorzio ci sarebbero più problemi, lo sai. Quindi voglio che tu sappia che al momento hai ancora una possibilità con me” Angel scosse la testa ridendo “Non prendermi in giro Darla. Sappiamo entrambi che ti sei fatta prescrivere la pillola dal tuo ginecologo e quel povero scemo di Lindsey non ha la minima idea che non avrà mai un figlio da te” disse con malignità, ma iniziando davvero a perdere la pazienza con quella donna. Quando aveva intrapreso quella relazione con la sua ex non aveva preso in considerazione la propensione a mentire di Darla e il suo noioso accanimento quando si trattava di ottenere ciò che voleva, due dei tanti motivi che lo avevano spinto a lasciarla anni prima. “Questo non è vero!” esclamò oltraggiata la donna, guardandosi intorno anche lei questa volta per accertarsi che nessuno avesse sentito ciò che l'uomo aveva detto “Prendo la pillola solo perché vorrei prima capire che intenzioni hai tu con quella ragazzina. Quando ti renderai conto che non fa per te e che siamo noi quelli destinati a stare insieme?” chiese ormai esasperata all'idea di non riuscire a convincerlo che ciò che stava dicendo fosse vero “Darla, andiamo” ribatté altrettanto esasperato Angel “Sono sicuro che anche tu ti ricordi molto bene che quando stavamo insieme passavamo la maggior parte del tempo a litigare” “E dopo facevamo pace con il sesso più incredibile che abbia mai avuto...e anche tu scommetto” aggiunse tornando ad usare il suo tono suadente e anche questa volta Angel si astenne dal controbattere che lui il sesso più incredibile lo aveva sperimentato con la sua attuale moglie. “Darla” disse con maggior fermezza “Te l'ho già detto e continuerò a ripetertelo all'infinito: non ho intenzione di lasciare Buffy...o meglio se anche dovessi decidere di lasciarla sicuramente non ho intenzione di risposarmi. Possiamo avere solo quello che abbiamo adesso, ma se per te è un problema allora dovremmo lasciar perdere” “No, no, no” si affrettò a negare la donna attirando nuovamente l'attenzione degli altri invitati per poi abbassare di nuovo la voce e aggiungere “Va bene anche così, era solo una proposta, perché penso che...” “Sta tornando Lindsey” la bloccò Angel vedendo l'uomo rientrare dalla terrazza e spostando la sedia per alzarsi a sua volta dalla sedia “Vado a vedere perché Buffy ci mette tanto” disse non appena l'altro uomo fu tornato al tavolo “Non è ancora tornata?” chiese Lindsey preoccupato lanciando un'occhiata verso il bagno delle donne “No” rispose secco Angel lanciando un'occhiataccia al suo avversario lasciandogli intendere che in ogni caso non erano affari suoi “Si sarà persa” commentò Darla alzandosi anche lei e riavviandosi verso il proprio posto “Sapete com'è con i bambini, bisogna stargli sempre dietro” concluse sedendosi con un sorriso divertito e ridendo tra sé e sé per la sua stessa battuta, mentre Lindsey prendeva posto accanto a lei scuotendo la testa in segno di disapprovazione e Angel si allontanava in cerca di sua moglie. Buffy entrò come una furia nel bagno rimpiangendo di averlo fatto non appena due donne intente a rifarsi il trucco si voltarono di scatto a guardarla. Buffy riconobbe la dottoressa Walsh, moglie di Peter Walsh, avvocato della Walsh&Co che si occupava di rappresentare i disadattati e aiutava tramite casi pro bono principalmente persone che non potevano permettersi un vero avvocato, anche per questo motivo non era ben visto nell'ambiente legale, senza contare che si vociferava che la dottoressa Walsh era invischiata in alcune pratiche mediche poco ortodosse. L'altra signora era Margaret Finn, madre dell'avvocato in erba Riley Finn che era solito farsi accompagnare a questi eventi dalla madre e per questo motivo, oltre al fatto che sembrava essere troppo gentile per riuscire a farsi strada nel mondo spietato degli avvocati, non veniva preso molto in considerazione dai suoi colleghi. Abbassando lo sguardo per nascondere le lacrime che sapeva che ormai le riempivano gli occhi, Buffy entrò nella prima toilette libera cercando di ricomporsi e sperando che il bagno si svuotasse prima che singhiozzi silenziosi che le scuotevano il corpo diventassero rumorosi. “Quella è la moglie di Angel Larkin?” sentì bisbigliare la signora Finn “Si, pare che le cose non vadano tanto bene tra di loro” commentò l'altra “Povera stella” ribatté di nuovo Margaret prima di prendere la sua borsa e seguire l'altra fuori dal bagno finalmente vuoto. Buffy si abbandonò alle lacrime pregando silenziosamente la sua buona stella che nessuno entrasse all'improvviso e la sentisse piangere. Restò poggiata contro la parete fredda della toilette cercando di ricomporsi e quando finalmente ci riuscì restò immobile cercando di riprendere fiato e di ritrovare il coraggio per uscire da quel bagno. Passandosi una mano sulle guance bagnate si rese conto di essersi rovinata tutto il trucco e si affrettò ad uscire dalla toilette per approfittare del bagno vuoto e sistemarsi il volto davanti allo specchio. Una volta finito restò ad osservare l'immagine riflessa nel grande specchio illuminato dai violenti fari al neon e restò senza parole. Gli occhi gonfi avrebbero fatto capire a chiunque l'avesse vista che aveva pianto e le guance arrossate sicuramente non aiutavano. Arretrando da quella superficie maledetta che le mostrava tutto ciò che c'era di sbagliato in lei, Buffy si lasciò cadere sul divano accanto all'ingresso del lussuoso bagno, unico testimone del suo crollo emotivo. Tenendo lo sguardo fisso sulle piastrelle di marmo rosa, Buffy si concentrò sulla respirazione come aveva imparato a fare durante le poche lezioni di yoga che aveva seguito per un po' dopo aver scoperto di essere incinta, sapendo che aiutava molto durante la gravidanza, e tentò in tutti i modi di non pensare a niente. Di non pensare alla cattiveria di Darla, di non pensare alla malignità che lei stessa aveva dimostrato di avere dentro di sé, di non pensare alla risata divertita di suo marito, ma soprattutto di non pensare a tutto ciò che aveva perso. L'amore di suo marito, il suo matrimonio, l'appoggio di sua madre e il suo bambino mai nato. Quando aveva scoperto di essere incinta le era crollato il mondo addosso dato che ovviamente non era stata una cosa pianificata, ma con il passare dei mesi e soprattutto dopo averne parlato con Angel e aver trovato una soluzione al problema, Buffy si era affezionata sempre di più all'idea che la sua pancia sarebbe cresciuta e all'idea di diventare madre. Ciò che non sapeva era che il mondo le sarebbe crollato presto un'altra volta addosso a distanza di soli pochi mesi. ****** Era entrata nel suo terzo trimestre da poche settimane ed era stato allora che aveva effettuato il suo ultimo controllo dalla sua ginecologa, ma Buffy continuava ad avere delle fitte al basso ventre da due giorni ormai e invece di diminuire si erano fatte più frequenti, quindi aveva contattato la sua ginecologa. Dopo aver parlato con la donna e aver preso appuntamento per il giorno successivo, Buffy si era sentiva molto meglio al pensiero che entro il giorno successivo avrebbe saputo se c'era effettivamente qualcosa che non andava. Aveva anche deciso di non dire nulla ad Angel per evitare di farlo preoccupare e si era segretamente rallegrata quando aveva ricevuto la telefonata di suo marito che le diceva che un suo cliente aveva bisogno di aiuto e che probabilmente sarebbe tornato a casa molto tardi. Non le piaceva mentirgli e in questo modo non era costretta a farlo dato che lei sarebbe andata a letto prima del suo rientro e poi sarebbe rimasta a letto fino a tardi la mattina dopo sapendo che il suo amorevole marito l'avrebbe lasciata riposare. In quel modo poteva parlargliene direttamente dopo il controllo con la ginecologa, quando anche lei avrebbe saputo qualcosa in più. Il suo progetto era però andato in fumo quando si era svegliata in tarda serata dopo alcune ore di sonno per i forti crampi al basso ventre, chiamando il nome di Angel, ma ricordandosi del problema che aveva avuto con un cliente e ritrovandosi, dunque, da sola nella grande magione. Non sapendo cosa fare si era alzata a fatica dal letto con una mano stretta contro la pancia dolorante e cercando di decidere il da farsi. Controllando l'orologio aveva notato che era quasi mezzanotte quindi non poteva chiamare la sua ginecologa e non voleva disturbare Angel senza prima sapere se si trattava di qualcosa di grave, senza contare che quando era impegnato con un cliente difficilmente rispondeva al cellulare. Prendendo il cordless dal comodino aveva iniziato a digitare il numero per le emergenze mediche quando aveva sentito qualcosa scivolarle lungo le gambe e abbassando lo sguardo aveva notato il rivolo di sangue scorrerle lungo l'interno coscia fino ad arrivare al ginocchio. In preda al panico aveva spiegato all'operatore all'altro capo del telefono qual era il problema per poi sentirsi rispondere che presto sarebbe arrivata un'ambulanza a prenderla. Buffy aveva poi provato a chiamare Angel, ma aveva trovato la segreteria inserita quindi si era limitata a lasciargli un messaggio dove gli chiedeva di richiamarla al cellulare e di non allarmarsi, sebbene lo era lei stessa. Poco dopo era arrivata l'ambulanza e i paramedici l'avevano portata all'ospedale più vicino spiegandole che probabilmente era in atto un aborto spontaneo, ma che solo una volta giunti in ospedale i medici avrebbero potuto dire con certezza quale fosse il problema. Le ore successive erano state le più brutte della sua vita, mentre il medico le spiegava che aveva effettivamente subito un aborto spontaneo e che era un evento abbastanza comune e dunque non era assolutamente colpa sua. Tutte le parole del mondo, però, non potevano prepararla a ciò che aveva dovuto subire oltre al pensiero di aver perso il suo bambino. Era rimasta tutta la notte in ospedale lasciando che medici e infermieri facessero il loro lavoro e cercando, nei rari momenti in cui non era circondata dallo staff ospedaliero, di mettersi inutilmente in contatto con Angel. Quando finalmente le avevano dato i documenti da firmare per poter lasciare quel posto orribile, Buffy si era limitata a chiamare un taxi che la riaccompagnasse a casa dove le era stato consigliato di restare a riposo. Una volta superata la soglia di casa aveva visto la luce della segreteria lampeggiare e vi aveva trovato un messaggio di Angel che le diceva che si stava ancora occupando di alcuni cavilli legali per il suo ricco cliente e che probabilmente una volta finito sarebbe rientrato direttamente in ufficio, quindi si sarebbero sentiti per l'ora di pranzo. Buffy aveva corrugato la fronte chiedendosi come mai suo marito non l'aveva chiamata al cellulare come gli aveva chiesto di fare, ma solo in quel momento si era resa conto che in quel momento di panico aveva erroneamente fatto il vecchio numero di cellulare di Angel, numero che al momento si trovava nel suo vecchio cellulare finito nel dimenticatoio quando suo marito le aveva regalato un nuovo cellulare con una nuova SIM. Si era passata una mano tra i capelli in preda alla frustrazione e alla disperazione all'idea di aver fatto un errore simile e che a causa di ciò non aveva avuto la possibilità di avere Angel al suo fianco durante l'esperienza peggiore della sua vita. Prendendo il telefono aveva composto il numero dell'ufficio di Angel e aveva atteso pazientemente che Cordelia recitasse lo slogan del loro studio “Cordy sono io, Buffy” aveva detto con voce stanca “C'è Angel?” “E' impegnato Buffy. Ha detto che non devo assolutamente disturbarlo questa mattina” aveva risposto la donna “Ah capisco” aveva sospirato lei giocherellando con il filo ingarbugliato del telefono “Puoi dirgli di richiamarmi appena lo vedi, è davvero importante” “Certo, certo. Adesso devo andare c'è un cliente” l'aveva liquidata l'altra ragazza riattaccando subito dopo senza tanti convenevoli e lasciando Buffy a fissare il vuoto con ancora la cornetta in mano. ****** Ripensando agli avvenimenti di quella notte Buffy ancora non riusciva a credere a tutte quelle coincidenze che, una dopo l'altra, l'avevano portata a ritrovarsi nella sua attuale situazione. Se solo avesse fatto il numero giusto quella sera, Angel avrebbe assistito alla sfilata di medici e infermieri che l'avevano traumatizzata con i loro esami, i loro strumenti e le loro parole, mentre lei viveva quella terribile esperienza e di conseguenza le avrebbe creduto, invece di giudicarla una bugiarda e arrivare a pensare che si era inventata tutto. Se solo Cordelia si fosse ricordata di dare il suo messaggio ad Angel, lui l'avrebbe sicuramente richiamata, invece di lasciar correre a causa dei suoi impegni e di rientrare a casa solo a serata inoltrata scusandosi per l'assenza prolungata, ma comunque a quasi 24 ore dall'accaduto. Molti, troppi, se che in ogni caso non l'aiutavano a risolvere i problemi del suo matrimonio. Sicuramente avrebbe potuto reagire meglio e rendere l'intera situazione meno drammatica di quanto in realtà fosse, ma era rimasta troppo sconvolta dall'accaduto e dal fatto che era successo tutto fin troppo in fretta affinché lei potesse comprendere appieno ciò che le stava succedendo. La depressione che l'aveva afflitta nei mesi successivi all'aborto aveva segnato profondamente il suo matrimonio, soprattutto in quanto accompagnato dai continui e crescenti sospetti di Angel riguardo l'intera faccenda. Quando finalmente era riuscita a riprendersi almeno in parte da quella esperienza, aveva scoperto che era troppo tardi e nonostante i suoi sforzi si era resa conto di aver perso l'uomo che amava, sostituito ormai da un uomo che la odiava con tutto se stesso accusandola di crimini orrendi e che preferiva trascorrere il suo tempo libero con altre donne piuttosto che con lei a cercare di ricucire il loro rapporto. Sospirando si rese conto che tutto quel rimuginare sul passato non faceva altro che rigettarla nello sconforto e che, come si era ripromessa di fare, l'unica cosa a cui doveva pensare adesso era alla sua libertà che ormai non era lontana. Presto si sarebbe ripresa la sua vita, sarebbe tornata ad essere semplicemente Buffy Summers e soprattutto non avrebbe avuto più niente a che fare con Angelus Larkin. Sollevando di nuovo lo sguardo sullo specchio notò ancora gli occhi rossi e gonfi, ma vi ritrovò la forza che aveva sperato di vedervi riflessa. Alzandosi dal divano e sistemandosi l'abito decise di rientrare nella gabbia dei leoni, o meglio delle leonesse, e finalmente uscì dal bagno. ***** Spike stava uscendo dal bagno degli uomini quando il suo sguardo si posò sulla moglie del suo migliore amico che si trovava a pochi passi da lui “Ehi bellissima” la chiamò andando verso di lei “Spike” lo salutò la ragazza con un sorriso triste, ma caloroso “Che succede?” le chiese l’uomo preoccupandosi subito notando il suo volto arrossato “Niente” rispose lei per niente convincente “Mmmm” mormorò lui piegando la testa di lato e scrutandola con gli occhi leggermente socchiusi “Sei venuto in compagnia?” chiese lei cambiando subito argomento. Spike raddrizzò il capo e decise di stare al suo gioco, probabilmente non le andava di parlare di ciò che la turbava e lui non era il tipo da farle pressioni “Come sempre” ribatté sollevando il mento orgoglioso e facendole l’occhiolino “Chi è la tua conquista per la serata?” chiese lei passando rapidamente lo sguardo sulla folla dietro di lui cercando di indovinare “No!” esclamò scherzosamente sconvolta “Non dirmi che hai portato Drusilla con te?!” chiese ridacchiando, notando la ragazza dai lunghi capelli corvini a poca distanza da loro “Proprio così” ribatté lui con finto orgoglio sapendo che in realtà avrebbe dovuto vergognarsi a farsi accompagnare a quell’evento dalla sua ex, soprattutto dato che era stato lui stesso a lasciarla quando il loro rapporto si era incrinato. Buffy rise e a Spike fece piacere vedere finalmente un’espressione felice sul volto della ragazza che lo aveva ammaliato dal primo momento che aveva posato lo sguardo su di lei, ma che si limitava a considerare solo un’amica per rispetto di Angel. Rispetto che, nel caso particolare di Buffy Summers, il suo migliore amico non meritava più di tanto. Erano fin troppo frequenti le volte in cui li aveva visti litigare, discutere o anche solo lanciarsi occhiatacce in quegli ultimi mesi e Spike sapeva bene che se c’era una ragazza che non meritava un matrimonio del genere quella era Buffy. Ricordava ancora la ragazzina piena di vita ed entusiasmo che gli aveva rallegrato le serate, che aveva bevuto clandestinamente con lui quando ancora era minorenne e a cui piaceva guardare insieme a lui le sue “stupide telenovele”, come era solite chiamarle lei, passando tutto il tempo a prendere in giro lui o i personaggi della tv. “Sei incredibile” commentò lei sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio “Prima la lasci e poi la tratti come una ruota di scorta portandola qui” scosse la testa indicando il suo disappunto “Spero che tu abbia chiarito le cose con lei prima e che la poverina non stia pensando che vuoi tornare con lei” disse con tono quasi minaccioso “Certo che ho chiarito le cose” rispose lui alzando le mani in segno di resa “Ma credo che non abbia comunque capito le mie intenzioni” vedendo la sua amica spalancare gli occhi sconvolta si affrettò ad aggiungere “Lo sai che quella non ha tutte le rotelle al posto giusto” disse ridacchiando e facendo ruotare un dito vicino alla tempia per rappresentare meglio come la pensava sulla sua ex “Spike!” esclamò Buffy fingendosi scandalizzata, ma senza riuscire a nascondere il sorrisetto che comparve sulle sue labbra. “Che sta succedendo?” tuonò la voce di Angel alle loro spalle facendoli sussultare e facendo scomparire immediatamente il sorriso dal volto di sua moglie “Niente” rispose Spike mettendo le mani in tasca come un ragazzino appena rimproverato dal proprio genitore “Scherzavamo un po'” aggiunse dando una leggera spallata a Buffy e rivolgendole un ultimo sorriso divertito “Torno al mio tavolo” disse allontanandosi senza aggiungere altro e lasciando la coppia a risolvere qualunque fosse il problema di quella sera sapendo che non c'era poi molto che poteva fare per loro. Scuotendo la testa tirò fuori le sue fidate sigarette e decise di fare due tiri in terrazza prima di ricongiungersi con Drusilla al loro tavolo. Non riusciva a credere a quanto Angel avesse gestito stupidamente il suo matrimonio con Buffy. Ricordava a stento le tenerezze e le scappatelle che erano soliti concedersi nei primi mesi di matrimonio per quanto erano stati brevi. Ricordava soltanto i litigi e le recriminazioni che a distanza di tanto tempo ancora non erano cessati. Aveva detto mille volte ad Angel di ricredersi su Buffy Summers e che non era quella che il suo amico credeva che fosse: una bugiarda in cerca di soldi facili, ma l'altro era fin troppo testardo. Ovviamente ogni volta si ripeteva che, in fondo, non erano affari suoi, ma ogni volta si ritrovava a maledire Angel per il broncio o le lacrime che inevitabilmente faceva comparire sul volto della ragazza. Voltandosi un'ultima volta verso la coppia ancora ferma vicino agli ingressi delle toilette, Spike notò subito il portamento rigido di Buffy e la tensione tra i due coniugi visibile anche a quella distanza. Accendendosi la tanto agognata sigaretta, Spike scosse per l'ennesima volta il capo e scelse di posare lo sguardo altrove prima di dirigersi dritto dritto verso il suo migliore amico e prenderlo a pugni fino a che non avesse ritrovato il buon senso. In fondo non erano affari suoi, si ripeté pur non credendoci veramente. “Che vuol dire che vuoi tornare a casa?!” bisbigliò con tono rabbioso Angel abbassandosi verso sua moglie più bassa di lui di diversi centimetri, per evitare che qualcuno potesse sentirlo “Siamo solo alla seconda portata, abbiamo a malapena mangiato qualcosa” continuò a dire indicando con un braccio i tavoli apparecchiati dietro di sé “Lo so” sussurrò Buffy abbassando lo sguardo “Solo...” iniziò a dire senza riuscire a finire la frase prima che la voce le si spezzasse “Solo cosa Buffy?!” chiese rabbioso l'uomo per poi sollevare esasperato lo sguardo al soffitto “Senti...” disse dopo aver atteso inutilmente una risposta e prendendole con forza la mano, conducendola verso la parete che portava alle toilette, almeno in quel modo erano più nascosti da sguardi indiscreti “...non so quel è il tuo problema stasera, ma io non sono qui per divertirmi! Ho del lavoro da fare. Queste feste non sono solo per mangiare e bere, a persone come me servono per lavorarmi i clienti e gli altri avvocati” “Lo so” rispose Buffy questa volta anche lei con tono furente e sollevando finalmente lo sguardo su di lui per confrontarlo. Angel si ritrovò a fare un passo indietro non appena i suoi occhi incontrarono quelli gonfi e rossi di lei, pieni di rabbia, ma al tempo stesso lucidi di nuove lacrime. Aveva pianto. Perchè aveva pianto? Per quello che le aveva detto Darla al tavolo poco prima? Ma perché prendersela per delle stupide frecciatine tra donne? In fondo alla fine era riuscita a difendersi molto bene con la sua lingua altrettanto tagliente. La mente di Angel era piena di questi interrogativi quando Buffy prese di nuovo la parola “Non mi sento tanto bene. Non puoi lasciar perdere per stasera?” chiese a voce bassa e allontanando di nuovo lo sguardo per fissare un punto alle sue spalle. Il silenzio che seguì quella richiesta durò fin troppo, ma Angel non sapeva davvero cosa fare. Da un lato avrebbe voluto trascinarla di nuovo al loro tavolo dove fino a poco prima aveva fatto la strafottente con Darla senza pensarci due volte. Dall'altro lato vederla con gli occhi lucidi e pensare che era andata al bagno, non per un bisogno fisiologico, ma probabilmente per piangere e leccarsi chissà quali ferite inferte dalle parole di Darla, lo rendevano estremamente protettivo come non si sentiva da molto tempo nei suoi confronti. Corrugò la fronte riflettendo sul motivo per cui aveva pianto. Darla l'aveva stuzzicata riguardo la sua gravidanza, ma cosa importava a Buffy se l'altra donna faceva commenti pungenti a riguardo? Era arrabbiata perché la sua ex aveva cercato di farla uscire allo scoperto riguardo tutte le bugie che gli aveva raccontato pur di costringerlo a sposarla? Se era davvero quello il motivo, allora si spiegava anche come mai volesse andare via, probabilmente non voleva che Darla facesse qualche altro commento riuscendo così a far capire a tutti che persona era in realtà. Ma più Angel ci rifletteva sopra e più gli sembrava strano che Buffy avesse potuto piangere solo per quel motivo, solitamente rispondeva con rabbia e con altrettanto furore quando veniva attaccata in quel modo. No, c'era stato qualcosa che l'aveva ferita e non fatta arrabbiare, quelle non era state lacrime dovute alla rabbia, ma lacrime di dolore. “Che ne dici se restiamo solo per un'altra portata?” si ritrovò a chiederle senza neanche rendersene conto “Come?” chiese lei probabilmente scioccata tanto quanto lui per quelle parole comprensive. Angel si schiarì la gola prendendo tempo per cercare di capire se era davvero quello che aveva avuto intenzione di dire e poi proseguì convinto “Si, possiamo restare per un altra portata...c'è l'arrosto adesso” le disse abbassando lui lo sguardo questa volta “Tu potresti mangiare ancora qualcosa, mentre io vado a parlare con Graham del mio cliente e poi ce ne andiamo” “Va bene” si affrettò ad accettare quel compromesso Buffy. Facendole un cenno con il capo per sigillare quell'accordo appena fatto, Angel le posò una mano sulla schiena sospingendola a riavviarsi al loro tavolo. La fece accomodare con il suo solito fare galante, anche se in quel caso faceva tutto parte della solita sceneggiata per la massa, e, una volta sedutosi anche lui al proprio posto, iniziò a parlare con Giles inserendo anche lei nella conversazione ed evitando di riprendere lo scambio di battute con i coniugi McDonald, che si accontentarono di intrattenere una conversazione tra di loro. “Vado a parlare con Graham” le disse dopo un po' indicando l'uomo dall'altra parte della sala “Tu resta in compagnia di Giles e Jenny, ok?” aggiunse continuando su quella vena gentile che sembrava essersi improvvisamente impossessata di lui. Buffy annuì e lo guardò allontanarsi corrugando la fronte e chiedendosi come mai suo marito fosse tanto gentile con lei quella sera. Solo pochi minuti prima si era divertito alle sue spalle insieme alla sua amante e adesso recitava fin troppo bene la parte del marito gentile ed innamorato. “Non prendertela” le disse Jenny distogliendola da quei pensieri “E' così quando si è sposati con un avvocato: ogni occasione è buona per occuparsi di un caso” “Ah ormai ci sono abituata” rispose Buffy, mentre Giles ne approfittava per baciare sua moglie su una guancia ringraziandola silenziosamente per la pazienza che aveva avuto con lei in quei 15 anni di matrimonio “Non mi da fastidio” aggiunse Buffy chiudendo la breve conversazione e tornando a posare lo sguardo su suo marito che ormai era impegnato in un acceso dibattito con Graham cercando di salvare dalla galera chissà quale latitante incallito. Osservandolo impegnato a fare il suo lavoro, Buffy si ritrovò a sorridere nel notare quanto fosse bello quando faceva la cosa che gli riusciva meglio. Sorridendo ancora di più si perse nel ricordo di un'altra cosa che suo marito sapeva molto, ma molto bene e che non prevedeva la presenza di una giuria o di un giudice. Il suo sorriso e quei pensieri inaspettati, però, scomparvero nel nulla non appena Nina Ash posò la mano sul bicipite muscoloso di suo marito passando accanto a lui e riservandogli un sorriso fin troppo caloroso. Allontanando subito lo sguardo per paura di assistere l'ennesima orribile scena che le sarebbe rimasta impressa nella memoria per sempre, Buffy si ritrovò a posare gli occhi su Cordelia e Harmony che stavano ridacchiando vicino al bar. Raddrizzandosi sulla sedia, fece scorrere rapidamente lo sguardo intorno alla sala piena di persone ritrovandosi ben presto a posare gli occhi una ad una su tutte le amanti di suo marito e a chiedersi persino se non ce ne fossero anche altre presenti di cui lei non era ancora a conoscenza. Tirando indietro la sedia con stizza si alzò nuovamente dalla tavola solo per essere fermata dalla presa gentile di Lindsey “Stai bene?” le chiese restando seduto al suo posto e sollevando lo sguardo su di lei “Si, benissimo” mentì lei spudoratamente iniziando ad allontanarsi da lui “Ho solo bisogno d'aria. Quando torna potresti dire ad Angel che mi trova fuori” disse con un sorriso indicando la terrazza “Certo, ma...” rispose non proprio convinto Lindsey, ma Buffy non lo fece finire “Grazie” si affrettò a dire dirigendosi verso la terrazza cercando di allontanarsi il più possibile dal quella sala che ai suoi occhi improvvisamente si era trasformata nell'harem personale di suo marito. Poggiandosi al parapetto di marmo bianco Buffy inspirò profondamente l'aria fresca e osservò i giardini che circondavano l'albergo, la piscina illuminata dalle fiaccole e dalla luna in cielo e, oltre i cancelli d'ingresso di quel paradiso, le luci della città. Quando si era sposata era stata felice di trasferirsi in periferia dove si trovava la magione di Angel, le piaceva la tranquillità e gli spazi immensi che circondavano la collina dove l'uomo aveva deciso di costruirsi la sua bellissima dimora. Adesso, osservando le luci colorate e scintillanti della città in lontananza, Buffy si ritrovò a contare i mesi, le settimane, i giorni, le ore, i minuti e persino i secondi che la separavano dalla libertà che sapeva avrebbe ritrovato tra le piccole quattro mura dell'appartamento dove sarebbe andata a vivere una volta trovati i fondi necessari per poter lasciare suo marito e quella vita che non le regalava altro che dolore. Con rinnovata speranza restò ad aspettare il ritorno di Angel poggiata contro il marmo freddo della balconata ad osservare quella vista spettacolare e fantasticando su tutto ciò che avrebbe fatto una volta finito quell'incubo.



    Edited by SilviaLivre - 4/9/2011, 15:53
     
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  4. tmtmtm
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    silvia purtoppo non avevo ancora letto l'inizio di questo tuo nuovo capolavoro è meraviglioso lascia l'aquolina in bocca e la voglia di sapere cosa accadrà al matrimonio di Buffy e Angel . ti prego posta presto la mia curiosità è alle stelle :pazround: :pazround:
    al prossimo commento che arriverà presto (o almeno spero) con l'aggiornamento...
    baci baci baci teresa
     
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  5. SilviaLivre
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    no no non è mio...
    io posto soltanto... il capolavoro è Buffy09 (sassy09, qui).

    suo è il merito, io semplicemente posto visto che sonia mi ha concesso di tenere la fanfic per HBH e quindi anche per il forum!!!

    però è vero che la fanfic merita. è originale e mischia angel con angelus (un angelus umano, però). ^^
     
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    Davvero bello.finalmente ho avuto il tempo di leggere il nuovo capitolo. Mi piace,tanto!molto alternativa,non è più la solita ricerca dell'amore,della vita felice eccetera...qui l'equilibrio era stato già raggiunto ed è ormai anche stato spezzato,direi qusi disintegrato.....quasi però...perchè si nota dai pensieri di Angel sia da quelli della cara Buffy che non tutto tra di loro è 'finito'. che dire, c'è ancora speranza!E ce n'è sempre a parer mio!eheheh :) attendo con ansia il seguito, complimenti a Buffy09!
     
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  7. SilviaLivre
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    ________Capitolo 4

    Spike continuò a giocherellare con il rastrellino del piccolo giardino zen sulla scrivania del suo socio spostando la sabbia a destra e a sinistra in attesa che Angel finisse di controllare i documenti che gli aveva appena portato. “Hai finito?” chiese per l'ennesima volta abbandonando il rastrellino e passando a toccare la sabbia con un dito “No” rispose anche l'altro per l'ennesima volta, mentre continuava a far scorrere lo sguardo sulle fitte righe dei fogli che aveva davanti. “E adesso?” chiese Spike concentrato a giocare con la sabbia “No!” ruggì questa volta il suo socio afferrandogli la mano e allontanandola dal suo giardino zen decorativo “E smettila! Stai spargendo sabbia dappertutto!” “Ehi!” sbottò il biondo mettendo il broncio “Hai rovinato tutto” si lamentò incuriosendo Angel che posò lo sguardo sulla sabbia per vedere cosa stava combinando e trovando la scritta “checca” leggermente sbavata nella sabbia. Respirò profondamente per evitare di sfogare tutta la sua rabbia sul suo amico che aveva l'unica colpa di essere tremendamente fastidioso “Questo contratto ha molti cavilli Spike, il cliente ci paga proprio per assicurarci che non ci siano clausole dannose per il suo investimento. Dobbiamo essere sicuri che sia tutto in regola” gli spiegò come se fosse uno studente al primo anno di giurisprudenza “Questo l'ho capito. Quello che non capisco è per quale motivo io sono costretto a restare seduto qui, mentre tu controlli quei noiosissimi fogli” Angel mise da parte i documenti e incrociò le braccia sulla scrivania sporgendosi in avanti “In teoria sei costretto a stare qui perché gestiamo questo studio insieme, ma se hai altri impegni sei liberissimo di andartene” concluse indicando la porta con un gesto teatrale.
    “Toc toc” esclamò con voce squillante Cordelia entrando con il vassoio del caffè “Oh finalmente!” disse entusiasta Spike girandosi con la sedia verso la segretaria del suo amico per prendere la sua tazza “Lo abbiamo chiesto due ore fa!” si lamentò bevendo il primo sorso “Avevo appena messo lo smalto” ribatté lei senza curarsi minimamente del fatto che ciò che aveva appena detto non era molto lusinghiero “Cordelia hai la cartella del caso Rayne?” le chiese il suo datore di lavoro interrompendo il battibecco sapendo già come sarebbe andata a finire “Forse, perché?” Angel fece un altro respiro profondo cercando di non perdere la pazienza “Perché mi servirebbe, Cordelia! Potresti trovarlo e portarmelo” disse passandosi una mano tra i capelli. Si era chiesto molte volte per quale motivo non licenziava Cordelia dato che era una pessima segretaria, ma quando la donna premette i seni pieni contro il suo braccio posando la tazza di caffè sulla sua scrivania e regalandogli un sorriso sexy, Angel si ricordò che quando il suo matrimonio era andato a rotoli lei era stata la prima con cui si era consolato. “Grazie Cordelia” le sussurrò posandole una mano sul fondo schiena e afferrando la carne soda e piena “Cerca di farmi avere quel file, ok?” le disse con tono meno autoritario dandole una pacca sul didietro noncurante dello sguardo del suo amico fisso su di loro e pieno di sdegno. “Certo capo” ribatté la ragazza continuando a sorridere e dirigendosi verso l'uscita con il vassoio ormai vuoto tra le mani.
    Non appena la porta si chiuse dietro di lei Spike non perse l'occasione per dire la sua “Sai bene che non sono affatto schizzinoso quando si tratta di donne, ma lascia che ti dica con tutta onestà che quella è proprio patetica” commentò indicando verso la porta ormai chiusa “Senza contare che mi fa schifo anche solo pensare a quello che succede quando siete soli in questo ufficio” Angel rise tirandosi indietro e portando le mani dietro la nuca rilassandosi sulla comoda sedia di pelle nera “Non direi che fa schifo, dovresti provare per credere” disse con un ghigno stampato sul volto che scomparve non appena Spike si alzò di scatto dalla sedia battendo un pugno sulla scrivania perdendo la pazienza “Smettila! Smettila! Basta!” urlò puntualizzando ogni parola continuando a sbattere il pungo contro il legno della scrivania “Devi smetterla di andartene in giro a scopare come un fottuto scapolo! Tu sei sposato, dannazione!” continuò ad urlare guardando dritto negli occhi il suo amico “Sposato con una ragazza fantastica che fino a qualche mese fa avrebbe fatto di tutto per te e che adesso non riesce neanche a guardarti in faccia! Fossi in te la smetterei di fare il coglione e inizierei a fare qualcosa per sistemare la situazione in cui sei andato a cacciarti!” L'espressione sconvolta di Angel comparsa sul suo volto durante lo sfogo dell'amico, fu sostituita nuovamente da quel suo sorrisetto odioso “Spike” disse alzandosi in piedi e posando una mano sulla sua spalla “Sapevo che tenevi a Buffy, ma non credevo fino a questo punto” aggiunse, mentre Spike iniziava davvero a credere di essere riuscito a farlo ragionare “Se vuoi puoi anche provare a fartici un giro, la ragazzina sa il fatto suo” disse irrispettoso, facendo ricredere Spike e facendolo esplodere per la rabbia. Il pugno lo colpì in pieno volto facendolo indietreggiare e facendolo urlare per il dolore “Non voglio farmici un giro!” urlò Spike ripetendo le sue stesse parole con disdegno, incurante del dolore che aveva causato a colui che in teoria doveva essere suo amico “E' tua moglie, Angel! Tua moglie! Lo sai cosa significa?” “Lo so cosa significa!” rispose urlando Angel e trattenendosi dal ricambiare il favore al biondo tirandogli anche lui un pungo “Significa avere una palla al piede! Ecco cosa significa!” “Se per palla al piede intendi avere una bellissima ragazza che ti ama e che ti aspetta ogni sera nel tuo letto, allora vorrei tanto averla anch'io” commentò Spike abbassando un po' i toni rendendosi conto che forse aveva esagerato un po' a colpirlo, ma continuando a non capire per quale motivo Angel si stesse comportando in quel modo con Buffy “Se fosse mia non la tratterei mai in quel modo. Mai” ammise con un tono di voce sempre più basso, vergognandosi di quella sua piccola confessione, pur sapendo che il suo amico ormai sapeva da tempo che aveva un debole per sua moglie, ma che per rispetto non aveva mai provato ad essere nulla per lei se non un semplice amico. “Ma non è tua moglie, vero Spikey” lo stuzzicò massaggiandosi il naso e controllando che non stesse sanguinando dopo il colpo ricevuto “E' mia moglie e come gestisco il mio matrimonio sono affari miei” Spike restò in silenzio a guardare l'altro chiedendosi come fosse arrivato a quel punto, com'era possibile che era passato dall'essere un uomo completamente innamorato di una ragazzina di 17 anni ad essere un uomo pieno di rancore e risentimento nei confronti di quella stessa ragazzina. “Angel” iniziò a dire ritrovando la calma e decidendo di cercare di ragionare con lui, piuttosto che aggredirlo fisicamente e verbalmente.“Sai che non condivido la tua teoria sulla finta gravidanza” aggiunse ribadendo la sua opinione riguardo quella che Angel considerava una cospirazione creata appositamente per incastrarlo, ma che lui vedeva solo come un incidente di percorso in un matrimonio che altrimenti era stato perfetto “Non ce la vedo Buffy a pianificare una finta gravidanza solo per sposarsi e farsi mantenere da un marito ricco. Andiamo, Angel, quella ragazzina non ha una mente tanto diabolica” “Spike, è inutile che cerchi ancora di convincermi. Ogni volta che viene fuori questo argomento porti avanti la parata a favore di Buffy, ma tu non sai veramente cosa è successo” “E tu si?” chiese tornando ad alzare leggermente il tono di voce senza riuscire a trattenersi questa volta “Neanche tu sai cos'è successo veramente, Angel” “Io so solo che sono uscito di casa che era incinta e quando sono rientrato non lo era più” disse tornando a sedersi e massaggiandosi le tempie “Sei stato via 24 ore, può essere successo di tutto in quel lasso di tempo. Per quel che ne sai la ragazzina ha davvero subito un aborto spontaneo e ha finito per affrontarlo tutto da sola” disse tornando a sedersi anche lui contento di essere riuscito ad affrontare questo argomento con il suo amico, dato che era da tanto che si era ripromesso di parlare con Angel per cercare di fargli ritrovare la ragione. “Dovresti parlarne con lei. Non vi siete mai chiariti dopo l'accaduto” “No e non ce n'è bisogno. So già che se solo provassi a parlare con lei finirebbe per raccontarmi qualche altra bugia guardandomi dritto negli occhi. Ho smesso di fare il suo gioco” concluse finendo di bere il suo caffè ormai freddo “Ma non pensi che invece di andartene in giro a tradirla almeno potresti pensare a qualche altra soluzione più pratica?” provò a convincerlo, questa volta per il suo bene sapendo che a lungo andare quella situazione precaria in cui si trovava avrebbe solo finito per peggiorare “Non posso divorziare. Anche prima di iniziare le mie relazioni extraconiugali a lei sarebbe andata la metà del mio patrimonio e non ho intenzione di darle neanche mezzo centesimo” Spike bevette un sorso del suo caffè rimasto ancora intatto nella tazza e poi ribatté “Peccato che la ragazzina non è una che tradisce, altrimenti i tuoi problemi potevano considerarsi risolti” Angel corrugò la fronte sporgendosi in avanti sulla scrivania “Pensi che mi tradisca anche lei?” “Ma non hai sentito quello che ho appena detto?” esclamò esasperato Spike “Buffy non è il tipo che tradisce” “Sarà meglio per lei” si ritrovò a ruggire Angel incrociando le braccia al petto e poggiandosi contro lo schienale della sedia corrugando la fronte quando la risata di Spike rimbombò per l'ufficio “Certo che sei proprio un fenomeno! Ma ti senti quando parli? Prima dici che non te ne importa niente, poi ti arrabbi al solo pensiero che lei ti tradisca” alzandosi dalla comoda sedia e continuando a ridacchiare si avviò verso la porta “Fossi in te mi farei un esame di coscienza, amico” concluse uscendo dall'ufficio e lasciando l'uomo perso tra i suoi pensieri.

    Angel restò a fissare la porta che il suo amico si era appena chiuso alle spalle a chiedersi se in fin dei conti non fosse davvero il caso di riflettere un po' su quello che ormai era diventato il suo matrimonio. Erano mesi che si concedeva scappatelle e non si era mai preoccupato minimamente di chiedersi se Buffy ne era a conoscenza o se anche lei si concedeva qualche diversivo di tanto in tanto. Ridendo tra sé e sé scosse la testa non appena quel pensiero prese forma nella sua mente, era impossibile che sua moglie fosse capace di una cosa simile, in fin dei conti era stata soprattutto la sua aria da brava ragazza che lo aveva attirato inizialmente e solo lui aveva avuto l'onore di scoprire quanto sapesse essere maliziosa la sua mente nonostante le apparenze. Era anche impossibile che fosse a conoscenza delle sue amanti, perché sicuramente avrebbe fatto una scenata come era solita fare quando qualcosa le dava fastidio e la faceva arrabbiare. Rincuorato dai suoi stessi ragionamenti, Angel si alzò sistemandosi la giacca e si avviò verso l'ampia vetrata che dava sulla strada sottostante brulicante di passanti, ma il suo sguardo non si posò su quelle persone impegnate nella vita di tutti i giorni, si concentrò invece sulla proprio immagine riflessa sulla superficie lucida. I suoi occhi erano spenti e vuoti, le guance quasi infossate e una leggera barba gli contornava le labbra, un'immagine completamente diversa da quella a cui era abituato. Era il riflesso di un uomo stanco, stanco della situazione in cui si trovava e stanco di dover fingere sempre e con tutti. Allontanandosi da quel vetro traditore tornò alla sua scrivania e, al contrario delle infinite volte in cui l'aveva ignorata di proposito, questa volta prese tra le mani la cornice che faceva bella mostra su quella superficie di legno dal giorno del suo matrimonio. Al suo interno vi aveva inserito la foto che un passante aveva scattato a lui e Buffy sulla spiaggia di Natadola, vicino alla città di Nadi delle isole Fiji dove avevano passato la loro luna di miele. Sorridenti e innamorati, se ne stavano abbracciati l'uno all'altra, mentre le mani di entrambi si intrecciavano sulla pancia di Buffy ancora piatta nella foto, ma comunque già in attesa del loro bambino. Almeno questo era ciò che aveva creduto allora, prima che scoprisse la verità. Per la prima volta dopo tanto tempo si soffermò ad osservare sua moglie, anche se solo in fotografia, fissò i suoi capelli biondi ricordandone la morbidezza e i suoi occhi verdi che ancora oggi riuscivano a trafiggerlo con un solo sguardo. Certamente era una bella ragazza ed essendo ancora molto giovane aveva tutto il tempo per diventare una donna ancora più bella, quindi senza alcun dubbio non era un problema per lei attirare gli sguardi degli altri uomini. Lui stesso più volte aveva dovuto dissuadere dei molestatori che avevano deciso di tentare di abbordarla nonostante la sua presenza al suo fianco. Quindi, così come lui era riuscito a trovare le sue amanti in quei mesi, lo stesso valeva per lei e in quello stesso istante la ragazzina poteva essere con uno di loro invece che a lezione come, invece, avrebbe dovuto essere. Corrugando la fronte non poté bloccare la sua mente dall'immaginare Buffy tra le braccia di un altro uomo, sotto un altro uomo, che si lasciava fare tutto quello che fino a qualche mese prima era stata solo una sua prerogativa. Più ci pensava e più si convinceva che probabilmente Spike aveva ragione e che effettivamente anche lei poteva essersi fatta un amante, se non più di uno. Stringendo di più la cornice che ancora teneva tra le mani, Angel s'infuriò con se stesso per aver liquidato la faccenda come se niente fosse la prima volta che il dubbio si era fatto strada nella sua mente. Era convinto che lei non era il tipo da tradimento, ma se adesso anche Spike iniziava ad avere dubbi a riguardo, Spike che la conosceva quasi quanto lui, allora forse c'era qualche fondamento. Posando la cornice e voltandosi verso la porta del suo ufficio si chiese se il suo amico non fosse davvero a conoscenza di qualcosa e se non avesse cercato di avvertirlo con quello che aveva fatto passare per un consiglio spassionato. Si avviò rapidamente verso la porta e spalancandola chiamò la sua segretaria “Cordelia!” urlò lasciandosi prendere momentaneamente dal panico “Chiamami Spike, digli di venire subito nel mio ufficio!” “E' appena uscito, capo” rispose la donna continuando a sfogliare la sua rivista di moda e senza alzare neanche lo sguardo “Allora chiamalo al cellulare e passamelo!” le ordinò richiudendo la porta senza aspettarsi una risposta dalla sua dipendente. Ancora furente tornò a sedersi alla sua scrivania e iniziò a fissare il telefono in attesa che suonasse e che Cordelia facesse il suo lavoro almeno una volta nella sua vita, poi senza rendersi conto di quello che stava facendo, afferrò la cornetta e compose il numero del cellulare di sua moglie che ricordava ancora a memoria, sebbene ormai gli capitava di rado di chiamarla. Suonò una volta, due volte, tre volte, prima che Angel ritrovasse la ragione e riagganciasse, evitando così di fare la figura da idiota con la ragazza. Respirò profondamente cercando di ritrovare la calma e si passò una mano tra i capelli sconvolto dalla propria reazione. Sapeva bene di essere un tipo molto possessivo e geloso, ma si rendeva anche conto che dato tutto l'odio e il risentimento che provava ormai da mesi nei confronti di sua moglie, non era normale per lui avere una reazione tanto forte al solo pensiero che lei stesse vedendo qualcun altro di nascosto, soprattutto dato che lui stesso faceva altrettanto. Nonostante i suoi stessi ragionamenti, la mente di Angel continuò a regalargli fotogramma dopo fotogramma di un orrendo film pornografico che aveva come protagonista sua moglie e un suo ipotetico amante. Non erano affari suoi cosa facesse quella sgualdrinella una volta uscita dalla porta di casa, ma una parte di sé, una parte molto forte, continuava ad insistere che quella ragazzina era sua e non aveva alcuna intenzione di dividerla con nessun altro. Ormai più che intenzionato a scoprire la verità su quella faccenda, Angel alzò di nuovo la cornetta e chiamò Spike decidendo di evitare di fare la ramanzina a Cordelia che come al solito tardava ad obbedire ai suoi ordini. “Dimmi subito se Buffy mi tradisce e con con chi?” esclamò non appena sentì la voce del suo amico all'altro capo del telefono “Non me ne frega niente se ti sembro pazzo!” urlò rispondendo al commento del biondo “Voglio che mi dici tutto quello che sai e subito!” Continuò ad urlargli contro ancora e ancora fino a restare quasi senza voce, ma Spike sembrava davvero non essere a conoscenza di un eventuale tradimento da parte di sua moglie. Quindi, quando finalmente si decise a credere alle parole dell'altro uomo, Angel riattaccò e rimase a fissare il vuoto a lungo riflettendo sui dubbi sempre più numerosi che gli affollavano la mente ormai da quasi un'ora, fino a che non decise che l'unico modo per risolvere quel problema era indagare di persona. Era da tempo che non si interessava a ciò che faceva sua moglie durante la sua giornata, ma era arrivato il momento per dedicarle un po' del suo tempo e scoprire cosa combinava alle sue spalle. Contento della soluzione che aveva trovato, Angel riprese il suo lavoro con un finto sorriso soddisfatto sul volto e passando il resto della mattinata a cercare di allontanare dalla sua mente il pensiero costante di sua moglie.

    Buffy finalmente riuscì a tirar fuori il cellulare dalla borsa, ma non appena lo prese tra le mani questo smise di suonare; un classico! Sbuffando esasperata lasciò andare il pesante borsone che stava cercando di portare su per le scale dell'alto edificio per vedere chi l'aveva cercata senza impegnarsi molto, dato che il telefono aveva suonato solo per pochi squilli. Quando lesse il nome di colui che con un po' di fortuna a breve sarebbe diventato il suo ex marito, Buffy sbuffò per la seconda volta e con maggior impeto e rimise subito il cellulare nella borsa senza preoccuparsi di richiamarlo per sapere quale potesse essere il problema. Era già molto strano ricevere una sua telefonata, visto che ormai non la chiamava mai, al punto che Buffy in passato era arrivata a chiedersi se avesse ancora il suo nome nella rubrica del cellulare in mezzo a quello di tutte le sue amanti, oppure se lo avesse direttamente cancellato convincendosi di non averne più bisogno. Riprendendo il borsone che aveva gettato a terra poco prima, la ragazza sollevò lo sguardo sulla rampa di scale che ancora l'attendeva e sospirò scoraggiata. L'appartamento della sua amica Faith si trovava al 9 piano di quell'enorme palazzo senza ascensore e, con enorme fatica, lei era riuscita ad arrivare solo al 4 piano per il momento. Conoscendo le condizioni del palazzo già da tempo, dato che in passato era venuta spesso a trovare Faith a casa sua e l'aveva persino aiutata a trasferirsi lì qualche mese prima, Buffy aveva iniziato a portare le sue cose un po' alla volta da quando aveva deciso che era ora di lasciare la magione di suo marito. Quel giorno stava portando un borsone pieno di vestiti pesanti di cui sicuramente non avrebbe più avuto bisogno per il momento dato l'arrivo della stagione calda, mentre Faith aveva già portato nell'appartamento un altro borsone contenente scarpe, libri universitari, che comunque per il momento non avrebbe utilizzato, cd, dvd e alcuni oggetti decorativi che aveva portato con sé nel primo trasloco che aveva fatto da casa Summers alla magione e che non aveva intenzione di lasciare in quella casa buia e piena di brutti ricordi. “Ce la fai ad arrivare, lumaca?!” le giunse l'urlo di Faith dalla tromba delle scale facendola sobbalzare e portandola a pensare che sicuramente la sua amica non era tra le coinquiline benvolute del palazzo dato il suo atteggiamento poco rispettoso del codice di un condominio. “Sto arrivando!” rispose lei con tono meno alto, ma facendo comunque una smorfia al pensiero che in quel modo anche lei sarebbe rientrata ben presto nella categoria dei vicini rumorosi come la sua amica. Facendosi coraggio riprese a salire le scale, incontrando a metà strada Faith che le era venuta incontro per aiutarla a portare il borsone essendo più forte di lei ed essendo famosa per le sue battutine dove le ricordava sempre quel piccolo particolare.
    “Allora?” disse Faith con un sospiro esagerato e gettando a terra il borsone una volta giunta dentro le pareti del suo appartamento “Cos'altro hai da portare qui?” chiese dirigendosi verso il frigo e porgendole una birra per poi prenderne una tutta per sé “Ah...non molto direi” rispose Buffy cercando ancora di riprendere fiato dopo lo sforzo fatto “Oltre ai vestiti che ho adesso nell'armadio e i vari prodotti che ho nel bagno, il resto è tutto di Angel” “Accidenti!” esclamò la ragazza bevendo un sorso e gettandosi sullo sgabello della cucina “Tuo marito voleva davvero farti sentire a casa tua” commentò dimostrando apertamente il suo disprezzo per Angel Larkin come faceva sempre dal momento in cui l'uomo che aveva tanto amato la sua migliore amica si era trasformato completamente diventando il solito marito traditore che tutte le donne si augurano di non incontrare mai e tanto meno sposare. “Faith” la rimproverò bonariamente Buffy scuotendo leggermente la testa pur sapendo che la sua amica odiava quando lei difendeva suo marito nonostante tutto. Sedendosi anche lei sullo sgabello accanto a quello di Faith, iniziò a giocare con l'etichetta della sua birra ancora sigillata “Non lo difendere sempre!” rispose la bruna recitando il solito copione che seguivano alla lettera ogni volta che usciva fuori quel discorso “Non lo difendo, solo...” cercò di spiegarsi Buffy, ma come sempre la sua risposta tardò ad arrivare in quanto entrambe sapevano che neanche lei riusciva a spiegarsi come mai sentiva sempre e comunque il bisogno di giustificarlo “Lasciamo stare” chiuse la discussione Faith con un cenno della mano e bevendo un altro sorso della sua birra, mentre Buffy si decideva ad aprire la sua “Parliamo di cose serie, invece” continuò a dire la ragazza tornando a sorridere e dando un colpetto all'altra con fare cospiratore “Dimmi un po'...cosa combina Spike ultimamente?” chiese con un sorriso malizioso facendo roteare gli occhi alla sua amica “Santo cielo Faith! Ancora con questa cotta per Spike!” si lamentò scherzosamente “Non è una cotta, ma solo attrazione e desiderio puro” ribatté l'altra senza mostrare la minima vergogna per quello che aveva appena confessato. Buffy scoppiò a ridere e Faith fece lo stesso per poi restare in silenzio ad ascoltare gli ultimi pettegolezzi che la sua amica aveva su colui che era diventato come un sogno proibito per lei da quando si era ripromessa di restare alla larga da quell'uomo affascinante, ma purtroppo troppo legato ad Angel per essere una sua preda. Quando il matrimonio di Buffy era andato a pezzi Faith aveva deciso di fare marcia indietro nel suo corteggiamento sfrontato con Spike perchè se mai le cose tra di loro avessero funzionato, ovviamente strettamente in senso fisico, per Buffy sarebbe stato un continuo ricordo di quello che aveva avuto con il migliore amico della sua conquista e, in cuor suo, Faith sapeva che non avrebbe mai potuto fare una cosa simile alla persona a cui era più legata e a cui doveva tutto.
    Aveva conosciuto Buffy Summers il suo primo giorno a Sunnydale, cittadina dove aveva deciso di nascondersi dai servizi sociali che la cercavano da quando era scappata da quella che era stata la sua terza e, aveva giurato a se stessa, ultima famiglia affidataria. Era arrivata facendo l'autostop e aveva deciso di spendere i pochi soldi che aveva con sé nel primo club aperto che aveva trovato, decidendo di dimenticare i suoi problemi sulla pista da ballo come faceva sempre. Solo quando uno dei ragazzi che le stavano ballando intorno iniziò ad essere fin troppo insistente allora Faith si era ritrovata in una delle solite brutte situazioni in cui finiva sempre per cacciarsi con la sua vita sregolata. “Parker, Parker, Parker...” aveva sentito cantilenare una voce femminile alle sue spalle “Ma proprio non impari mai” aveva proseguito la voce e Faith si era voltata rimanendo sorpresa alla vista di una ragazzina apparentemente della sua stessa età che se ne stava con le braccia conserte e l'aria minacciosa nel suo abitino rosa e un fiocco dello stesso colore che le raccoglieva i capelli biondi entrambi elementi in netto contrasto con il suo atteggiamento intimidatorio. “Summers” aveva risposto il ragazzo in questione allontanandosi leggermente da quella che era stata la sua preda fino ad un attimo prima e lasciando Faith sconvolta. Non riusciva a credere che quel ragazzo potesse essere spaventato da una ragazza che era la metà di lui e che sembrava essere uscita da una casa delle bambole “Proprio non sai stare lontano dai guai Parker” aveva continuato a dire lei senza lasciarsi minimamente condizionare dalla consistente differenza di altezza e mole che c'era tra lei e il ragazzo in questione. “Sempre la solita teppista Summers” commentò sprezzante l'altro iniziando ugualmente ad indietreggiare nonostante le sue parole aggressive “Me ne sto andando” concluse avanzando con la sua ritirata alzando le mani in segno di resa. Faith aveva allontanato lo sguardo dal suo molestatore per guardare la bionda corrugando la fronte “Come ci sei riuscita?” commentò incredula “Voglio dire, anche io so il fatto mie e, tanto per la cronaca, avrei potuto sistemarlo in un secondo, ma tu...” terminò indicando il suo abito da ragazzina e il suo aspetto innocente “E' tutta apparenza e Parker lo sa bene” ribatté l'altra con un sorriso sornione “Sei nuova in città?” le aveva poi chiesto l'altra cambiando discorso “Sunnydale è una città piccola, quindi è strano che non ti abbia mai vista in giro” “Si, sono arrivata oggi” “Oh” aveva esclamato la ragazza piena di vita “E da dove vieni?” aveva chiesto, ma quando lei non le aveva risposto l'altra aveva deciso di lasciar cadere l'argomento ed era stato in quel momento che Faith aveva capito che, nonostante dall'esterno erano entrambe molto diverse l'una dall'altra, probabilmente avrebbe potuto andare d'accordo con quella ragazza dai modi e l'apparenza perfetti. “Io sono Buffy” aveva ripreso subito a dire l'altra “Io e i miei amici siamo seduti laggiù” aveva aggiunto indicando un tavolo composto da altre quattro persone “Ti piacerebbe unirti a noi?” le aveva chiesto sorridendo entusiasta per poi trascinarla verso il tavolo senza neanche attendere una risposta.
    Ed era stato così che Faith era entrata nella vita di Buffy, trascinata dalla sua forza vitale, che in quell'ultimo periodo sembrava essere scomparsa. Quando Faith la guardava non vedeva più la ragazzina allegra che l'aveva aiutata ad uscire dal buco nero che era stata la sua vita dopo essere fuggita, ma vedeva se stessa com'era stata e questa era una cosa inconcepibile per lei. Non riusciva a capacitarsene ed era per questo motivo che aveva giurato a se stessa che avrebbe fatto di tutto per aiutare Buffy così come, inconsapevolmente, la ragazza aveva aiutato lei in passato.
    “Devo scappare” disse riscuotendosi da quei ricordi ed alzandosi per prendere lo zaino accanto alla porta contenente la sua divisa da lavoro “Se faccio di nuovo tardi Mitch mi ammazza” “Dovrebbe pagarti di più anche solo per il coraggio che hai a metterti quella roba” commentò Buffy indicando lo zaino che l'amica teneva in mano e che conteneva stivali di pelle, minigonna di pelle e top praticamente inesistente che completava il suo abbigliamento da cameriera sexy che Faith era costretta ad indossare nel locale a tema dove lavorava. “A me piace” ribatté la bruna facendole l'occhiolino e scappando fuori dalla porta “Le chiavi sono qui” aggiunse indicando un mobiletto accanto all'ingresso per poi lasciarla con un cenno della mano e chiudendo la porta dietro di sé.
    Il sorriso sul volto di Buffy si spense non appena rimase sola, contenta di poter smettere di fingere di essere contenta per il bene della sua migliore amica. Sapeva che Faith voleva solo il meglio per lei, ma spesso la ragazza non si rendeva conto che, sebbene Buffy ormai aveva deciso di fare quel passo e lasciare suo marito, ciò non voleva dire che lo faceva con leggerezza o che ne fosse contenta. Alzandosi dallo sgabello e abbandonando la birra praticamente ancora piena, Buffy prese la chiave dal mobiletto che le aveva indicato Faith e l'accarezzò riflettendo su come sarebbe stata la sua vita quando quelle pareti spoglie sarebbero diventate la sua nuova casa. Senza tener conto dell'aspetto esteriore dell'appartamento, tutta un'altra cosa rispetto alle pareti calde e accoglienti della magione dove viveva adesso, aveva i suoi lati positivi: era economico e quella era la cosa più importante per Buffy nella sua attuale situazione finanziaria. Mettendo la chiave in tasca prese il borsone e lo portò in quella che sarebbe stata la sua stanza a distanza di qualche settimana. Era ancora vuota, con solo alcuni suoi scatoloni accatastati in un angolo ancora da svuotare a cui Buffy aggiunse il borsone che aveva portato con sé. Guardandosi intorno sospirò non sapendo neanche lei se il suo era stato un sospiro di sollievo al pensiero che presto avrebbe abitato lì e dunque lontano da suo marito che al momento le stava rendendo la vita impossibile, o se era stato un sospiro di rassegnazione all'idea che il suo matrimonio potesse riprendersi da quel periodo di crisi. In ogni caso adesso era arrivato per lei il momento di voltare pagina, le restava solo una cosa da fare.

     
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    bel capitolo, lo aspettavo da un pò. non vedo l'ora di riuscire a leggere qualcosa di più, una bella discussione tra di loro per esempio,anche un litigio, un qualcosa che li sblocchi e che faccia cadere il muro di cemento che si sono costruiti intorno!Mi piace,molto molto alternativa ! Brava e grazie a Buffy09
     
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    É stupenda!!! Mi sono innamorata di questa ff! Spero tanto di leggere presto il seguito.
    Complimenti buffy09, sei bravissima.
     
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  10. tmtmtm
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    Ciaooo!! come al solito sempre in ritardo :opsvergogna: , ma finalmente ci sono anche io per commentare la nuova opera di buffy09 su buffy e angel. Allora parto dal principio, trovo originale e nuovo mostrare la mia coppi preferita in un momento che mostra tutt'altro che l'happy handing!! pensandoci molte fanfiction che siano au oppure no, narrano la storia di buffy e angel senza avversità, purtroppo però non è sempre così , quindi mi piace questo cambiamento e gli elementi reali che fanno di questa fanfiction una storia appunto reale. questi capitoli mi sono molto piaciuti, l'interazione anche se presente ma molto distaccata tra buffy e angel, i ricordi del passato dolci amari ... e la speranza per un futuro migliore ( senza amanti per angel) e pieno di piccole buffy o piccoli angel!!
    buffy09 come sempre per quanto mi riguarda non deludi mai le mie aspettative e aspetto presto il seguito
    ciao teresa :huglove:
     
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  11. sassy09
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    Voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che a distanza di secoli dal mio primo "esordio" nei forum bangel ancora mi seguono e commentano le mie pazzie postate online :P

    Vengo spesso nel forum a leggere tutto quello che scrivete, dalle ff ai post generali, ma purtroppo di rado ho tempo per lasciare commenti personali e questo si nota anche dal fatto che è Silvia stessa a postare per me...ne approffitto per ringraziare qualla santa ragazza :angeange: ...ma questa volta ho fatto un'eccezione e ho deciso di ringraziare, finalmente e a dovere, tutte voi che commentate le mie storie.

    Questa ff è ancora incompleta e per il momento non sono andata molto avanti a scriverla a causa del periodo estivo appena passato che con il suo caldopersonalmente mi mette davvero ko e del poco tempo che ho da quando ho iniziato a lavorare a tempo pieno (ovviamente quest'ultima non è una lamentela, so bene che ormai trovare un lavoro è un'impresa ^_^ ).
    Comunque, spero di riuscire a completare Lost Trust presto e di riuscire ad organizzarmi meglio così da poter essere più presente sul forum.

    Grazie ancora a tutti :smack:
     
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    Ti prego continuala al più presto. Sono curiosa da morire, non hai idea... A presto spero e buon Natale! :smack:
     
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  13. SilviaLivre
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    Capitolo 5

    Willow allontanò la tazza di cappuccino che Buffy aveva ordinato, scorrendo per prendere posto sullo sgabello lasciato vuoto dalla sua amica, mentre la osservava dirigersi verso la sua macchina. “Come sta?” chiese preoccupata voltandosi verso Faith che si gustava il suo caffè e che rispose scrollando le spalle “Sembra che stia bene” si voltò anche lei a guardare Buffy che aveva appena raggiunto la sua Mercedes dall'altra parte della strada e che fino a poco prima era stata seduta con loro a parlare del più e del meno sorseggiando la sua consumazione. “Ieri ha portato alcuni vestiti all'appartamento, ma le mancano ancora alcune cose” disse bevendo un sorso della sua bevanda calda “Ma ha parlato con Angel?” “E perché mai avrebbe dovuto farlo?!” s'intromise Xander interrompendo Anya, la sua ragazza, nel bel mezzo di una frase e dimostrandole che in realtà non la stava ascoltando minimamente e guadagnandosi un pugno sullo stomaco ben meritato “Scusa tesoro” si affrettò a scusarsi “ma lo sai che quando si parla di quello non riesco a trattenermi” sbottò infuriandosi come succedeva sempre quando si parlava di colui che era diventato un estraneo per tutti loro in quegli ultimi mesi. Quando Angelus Larkin aveva iniziato a frequentare una delle sue migliori amiche Xander era stato dubbioso a causa della differenza di età e, doveva ammetterlo, a causa della cotta che aveva allora per la sua amica, ma tutti loro avevano notato subito l'amore e la devozione negli occhi dell'uomo e dunque lo avevano accettato nel loro gruppo. Quando l'aveva messa incinta, però, qualcosa si era spezzato tra lui e tutti loro e, anche se Angel alla fine si era preso le sue responsabilità arrivando persino a sposare Buffy, Xander era rimasto dubbioso al contrario degli altri suoi amici che lo avevano riaccolto a braccia aperte. Adesso aveva tutto il diritto di urlare loro 've lo avevo detto' ma non voleva inferire sull'infelicità della sua amica, quindi cercava sempre di comportarsi come meglio poteva in presenza della ragazza, ma in sua assenza era tutta un'altra storia. “Lui non si è mai preoccupato di parlare con lei. Mai!” continuò a dire in preda alla rabbia “Non gliene importava niente che Buffy stava male dopo aver perso il bambino! Gli sta bene se Buffy lo molla senza neanche dirglielo!” “Xander” lo riprese bonariamente la sua amica Willow con sguardo triste condividendo il suo tumulto, ma non la sua presa di posizione “Io non so come ha intenzione di dirglielo o se glielo dirà” disse Faith interrompendo il gioco di sguardi tra i suoi due amici “So solo che da stasera avrò una coinquilina e Buffy finalmente potrà iniziare a vivere di nuovo la sua vita” tutti annuirono d'accordo con le parole appena pronunciate da Faith “Sarà, ma per me è una pazzia lasciar andare tutti quei soldi” si udì il commento di Anya che non si preoccupò neanche di far finta di vergognarsi per aver espresso ad alta voce il suo pensiero materialistico, ma che si limitò a scuotere la testa per poi bere il suo caffè macchiato sotto lo sguardo divertito dei suoi amici che ormai la conoscevano bene e difficilmente restavano sconvolti da quello che diceva. Angel si riallacciò i pantaloni senza neanche scomodarsi ad alzarsi e osservò pensieroso Cordelia che si sistemava il suo abito troppo corto, troppo stretto e troppo scollato...insomma, non adeguato ad uno studio legale, ma non sarebbe stato certo lui a farglielo notare. Quella scappatella pomeridiana ci voleva proprio, era stato fin troppo teso in quelle ultime ventiquattro ore e non riusciva a capirne il motivo. Ovviamente c'era quella voce nella sua testa che lo sospingeva a scoprire se i sospetti che Spike aveva fatto nascere in lui erano fondati, ma c'era anche qualcos'altro, aveva come la sensazione che stesse per succedere qualcosa. “Mi lasci sempre questi brutti segni rossi sui fianchi” sentì lamentarsi la donna guardandola massaggiarsi i fianchi in questione su cui facevano bella mostra i segni dove le sue dita avevano stretto la carne. Angel si ritrovò a corrugare la fronte e il suo primo pensiero andò ai fianchi stretti ed abbronzati di sua moglie e a come i segni rossi che aveva lasciato in passato su di lei non le avevano mai recato fastidio. Senza commentare alla lamentela appena ricevuta, Angel continuò ad osservarla silenzioso e pensieroso mentre si sistemava dopo il loro randevouz e non poté fare a meno di chiedersi se in quello stesso momento, da qualche parte, sua moglie non stesse facendo la stessa coso dopo essere stata con il suo amante. Alzandosi dal divanetto di pelle con uno scatto felino, spinse lontano Cordelia ancora alle prese con la zip del suo abito e si fiondò verso la scrivania “Vattene!” tuonò indicando con un gesto stizzito la porta e sentendo improvvisamente il bisogno di allontanare da sé quella donna che fino a poco prima aveva desiderato avvinghiata a sé. Voltandosi verso il telefono non attese oltre e iniziò a digitare il numero di cellulare di sua moglie ansioso di scoprire se la sensazione che aveva fosse accurata. Si gettò sulla sedia di pelle e restò ad ascoltare il trillo del telefono mentre con la coda dell'occhio notava Cordelia uscire infuriata dal suo ufficio sbattendo la porta e borbottando tra sé e sé probabilmente per il trattamento subito. Tornando a concentrarsi sulla telefonata che stava tentando di fare Angel si rese conto che sua moglie non avrebbe risposto e preferì non chiedersi il motivo. C'erano fin troppe opzioni: poteva non sentire il cellulare, poteva essere a lezione all'università e dunque non poteva rispondere anche volendo, poteva aver riconosciuto il numero del suo studio e aveva deciso di non rispondere di proposito o, peggio ancora, i suoi sospetti erano fondati e poteva essere davvero con il suo amante e dunque non aveva la minima intenzione di rispondere ad una chiamata di suo marito. La rabbia lo colse all'improvviso e notando l'ora sul display del telefono qualcosa gli tornò in mente. Ricordava vagamente che sua moglie era solita vedersi con i suoi amici all'Espresso Pump dopo le lezioni e con un po' di fortuna l'avrebbe trovata lì. Alzandosi di scatto prese la giacca e attraversò l'atrio “Cordelia esco! Sposta i miei appuntamenti per la giornata!” si limitò ad urlare prima che le porte dell'ascensore si richiudessero lasciandolo in balia del jingle che accompagnava i clienti mentre attraversavano i vari piani dell'edificio. Il tragitto in auto fino all'Espresso Pump lo fece diventare sempre più ansioso di scoprire la verità e, mentre una voce dentro di sé ruggiva al pensiero che qualcuno potesse anche solo sfiorare ciò che apparteneva a lui, un'altra vocina disperata pregava di trovare sua moglie al caffè insieme ai suoi amici. Riuscendo a trovare parcheggio non molto lontano dal locale, Angel si prese qualche minuto per calmarsi e decise che non era il caso di entrare nel bar senza prima decidere sul da farsi. Sicuramente non voleva fare una scenata e non poteva neppure entrare e parlare con lei come se niente fosse dopo tutto quel tempo in cui si erano scambiati a malapena uno sguardo. Restò a riflettere per quelle che parvero ore, ma non trovò un modo per evitare l'imbarazzo di parlare di nuovo con lei come se fossero una normale coppia sposata senza problemi o enormi muri che li separavano l'uno dall'altra. Si sforzò di ricordare cosa potesse convincere la ragazza almeno ad ascoltarlo, Angel sorrise quando nella sua mente apparve vivida l'immagine del loro primo appuntamento. Una semplice cena in pizzeria e una bella conversazione erano bastate a conquistarla la prima volta e Angel non vedeva per quale motivo non potesse provare di nuovo con quell'approccio semplice, ma a quanto sembrava, efficace con Buffy. Si sarebbe presentato come un cane bastonato, espressione che gli riusciva benissimo con lei, e si sarebbe scusato, profusamente e pubblicamente davanti a tutti i suoi amici, per il suo comportamento di quegli ultimi mesi e, infine, le avrebbe chiesto un'altra possibilità o almeno di cenare con lui per chiarire le cose. A quel punto Buffy non avrebbe saputo resistere e una volta a cena avrebbe colto l'occasione per recitare la parte del marito pentito e giocando la carta della gelosia avrebbe finalmente scoperto se sua moglie era stata fedele e solo allora sarebbe riuscito a mettersi l'anima in pace. Poi sarebbe tornato ad essere ciò che era, un uomo che si ritrovava bloccato in un matrimonio che cadeva a pezzi e Buffy sarebbe tornata a fare qualunque cosa faceva nel suo tempo libero a sue spese come sempre, ma l'importante era che lo facesse da sola, concluse con un sorriso sornione. Ovviamente c'era anche la possibilità che non fosse affatto nel locale con i suoi amici, ma che si trovasse chissà dove con chissà chi, gli ricordò la voce furente nella sua testa. In quel caso avrebbe fatto semplicemente una scenata, ribatté silenziosamente Angel a quella voce insistente scendendo dall'auto. “Buffy ha detto se le serviva aiuto?” chiese Xander guardando l'orologio appeso alla parete dietro al bancone dell'Espresso Pump e notando che era passata più di un'ora da quando la loro amica li aveva salutati per andare a casa a preparare le ultime cose prima del trasloco definitivo che aveva organizzato alle spalle di suo marito. “Gliel'ho chiesto io” rispose Faith “ma ha detto che doveva fare una cosa e voleva farla da sola, quindi ha detto che una volta finito avrebbe preso un taxi per andare all'appartamento” spiegò Faith riferendo quelli che erano i piani della loro amica “Cosa doveva fare?” “Non so, non è entrata nei dettagli e aveva lo sguardo alla Angel, quindi non ho indagato” commentò facendo riferimento allo sguardo perso che compariva sempre sul volto di Buffy nel momento in cui si faceva il nome di suo marito e che tutti loro avevano appunto battezzato lo sguardo alla Angel. “Quando festeggiamo la fine di quest'incubo?” chiese Xander strofinando le mani e con un ghigno divertito sul volto “Sicuramente non stasera” rispose Faith tirando fuori il portafogli e iniziando a raccogliere dagli altri i soldi per le loro consumazioni “Buffy ha detto che voleva rilassarsi in casa e godersi la tranquillità casalinga” disse non del tutto convinta “ma se devo dirla tutta io penso che voglia stare a casa per piangersi addosso ancora un po'” aggiunse con una smorfia “E' comprensibile” commentò Willow rattristandosi al pensiero di ciò che stava passando la sua amica “In fondo credo che lo ami ancora e non sarà facile per lei lasciarsi tutto alle spalle, anche se è stata una sua decisione” “E' a questo che servono gli amici” s'intromise Xander riproponendo la sua idea di festeggiare quella sera stessa “Convincila a venire con noi al Bronze” disse rivolto a Faith per poi iniziare a muoversi con gesti goffi imitando quello che sembrava essere un ballo “Ci scateneremo in pista” smise di muoversi sentendo le risatine delle sue amiche, compresa quella della sua ragazza “Vedremo” rispose Faith tornando seria “glielo proporrò, ma so già che mi dirà di no come ha fatto le precedenti cento volte che gliel'ho chiesto” e prendendo i soldi dal tavolino si diresse verso la cassa per pagare le loro consumazioni. “Forse dovevamo andare con lei anche se ha detto che preferiva fare da sola” disse Willow abbassando lo sguardo sentendosi in colpa “Possiamo chiamarla e vedere se ha fatto così possiamo darle un passaggio” propose Xander conoscendo la rossa e sapendo che si stava incolpando per non essere affianco alla sua amica in quel momento “Tu dici?” chiese lei tornando a sorridere e sollevando lo sguardo per poi sobbalzare nel sentire una voce tonante alle sue spalle ruggirle nell'orecchio “Dov'è lei?” Voltandosi di scatto Willow si trovò faccia a faccia con l'attuale marito della sua migliore amica e sperò che non avesse ascoltato la loro conversazione e soprattutto che non avesse compreso di cosa stavano parlando. “Dov'è lei?” ripeté di nuovo l'uomo scandendo di più le parole come se stesse parlando con persone lente di comprendonio “Lontano da te e questo ci basta” sbottò Xander senza riuscire a trattenersi e guadagnandosi un'occhiata di fuoco da parte dell'uomo che un tempo era stato suo compagno di avventure, ma per il quale adesso provava solo odio. Angel osservò il ragazzo che in passato gli aveva causato fin troppi problemi con quel suo atteggiamento protettivo nei confronti di sua moglie, atteggiamento che spesso lo aveva portato a fare scenate di gelosia con la ragazza. Stringendo gli occhi lo guardò con attenzione in cerca di un segno, qualcosa che dimostrasse che era lui l'amante di sua moglie, ma la stretta eccessiva di Anya sul suo braccio gli fece riconsiderare la cosa. Non era possibile che quel cretino riuscisse a sfuggire alle grinfie di quella accalappiatrice, senza contare che era già fortunato ad aver trovato una ragazza quindi era difficile pensare che potesse mettere a repentaglio quella che probabilmente era la cosa più bella che gli era mai capitata. “Lontano dove?” chiese decidendo di non rispondere al brusco commento dell'altro “E'-è andata via poco fa” balbettò Willow riportando lo sguardo dell'uomo su di sé. Angel continuò a fissare la rossa in attesa di maggiori informazioni e sperando davvero che quel branco di perdenti non gli facesse ripetere ancora la domanda che aveva già fatto fin troppe volte da quando si era avvicinato al loro tavolo “Ehi” la voce altrettante minacciosa di Faith gli giunse da dietro e si voltò per trovarsi di fronte la ragazza leggermente più alta di sua moglie, ma pur sempre troppo bassa rispetto a lui “Che cosa vuoi?” continuò a chiedere con lo stesso tono freddo mettendosi istintivamente davanti a Willow come per proteggerla da chissà quale pericolo “Voglio sapere dov'è Buffy” rispose guardando dritto negli occhi la bruna che in passato aveva trascinato Buffy in situazioni poco raccomandabili e che per questo motivo non rientrava neanche lei nella lista delle persone preferite da Angel “Buffy non ti riguarda più a partire...” “Faith!” arrivò l'ammonizione di Willow alle sue spalle e Angel osservò lo scambio di sguardi tra le due ragazze. La rossa sembrava che stesse cercando di far ricordare qualcosa all'amica e Faith da parte sua sembrò comprendere il messaggio e scosse la testa prima di tornare a guardarlo “E' andata via” disse sfidandolo con lo sguardo a chiedere maggiori informazioni, ma Angel non se lo fece ripetere due volte e accettò la sfida “Smettetela di girarci intorno!” tuonò sentendosi dire la stessa cosa nel giro di pochi minuti “Voglio sapere dov'è andata e subito!” “Doveva studiare e non è venuta con noi a prendere il caffé oggi” balbettò Willow alzandosi in piedi e decidendo di mettere fine a quella conversazione rendendosi conto che gli occhi degli altri clienti del bar erano posati su di loro “Avete detto che è appena andata via” chiese sospettoso Angel socchiudendo gli occhi e scrutando la rossa conoscendo bene la sua incapacità a mentire “Era una bugia, speravamo che ti sarebbe bastato e che saresti andato via” continuò a spiegare Willow tenendo sempre in mano le redini della situazione “Ma a quanto pare hai qualcosa di importante da dirle se la cerchi con tanta insistenza, quindi ecco la verità: sta studiando per un esame e non aveva tempo per un caffè” “Dove sta studiando?” chiese Angel con più calma dopo essersi convinto che la rossa sembrava che stesse dicendo la verità, ma senza sapere che Willow dava proprio il meglio di sé quando era sotto pressione e che in quel momento non si poteva fidare della sua apparente sicurezza “Di solito va in biblioteca” rispose Willow mentre i suoi amici le reggevano il gioco anche se temevano che l'altro potesse recarsi davvero in biblioteca e scoprire che lo avevano preso in giro. Angel uscì dal locale così come vi era entrato lasciando il gruppo di amici a guardarsi a vicenda “E se va davvero in biblioteca a cercarla e non la trova?” chiese Xander dando voce alle preoccupazioni di tutti “O peggio se va direttamente a casa e la trova che fa le valige?” chiese Anya che era rimasta in silenzio fino a quel momento, ma che come sempre con la sua schiettezza si guadagnò l'attenzione degli altri “Dobbiamo chiamare Buffy e avvertirla” disse Willow vedendo Faith che componeva già il numero della loro amica pronta a comunicarle che suo marito non era in ufficio come lei pensava, ma bensì poteva rientrare da un momento all'altro. Angel risalì in macchina per riflettere sul da farsi. Si rendeva conto che andare a cercare Buffy in biblioteca non era una buona idea dato che non parlava con lei da mesi e difficilmente sarebbe riuscito a convincerla a seguirlo fuori dallo stabile senza alzare la voce. Nonostante tutto conosceva sua moglie e la sua testardaggine e in biblioteca avrebbe trovato sicuramente una vecchia acida alla reception pronta a sgridarlo per aver alzato la voce o peggio ancora si sarebbe ritrovato a prendere a pugni il primo secchione che lo avrebbe zittito ricordandogli che quel luogo era fatto per studiare e non per parlare. No, confrontare sua moglie in biblioteca non era affatto una buona idea e dunque non gli restava altro che attendere un'altra occasione più fortuita. Posando lo sguardo sul suo costoso orologio da polso, però, notò che era ancora presto e lui aveva detto a Cordelia di liberarlo da tutti i suoi impegni per la giornata, quindi al momento ciò che aveva tra le mani era un pomeriggio libero e la certezza che sua moglie si trovava in biblioteca a studiare. Sorridendo sornione accese il motore della sua auto e infilando l'auricolare collegato al suo iPhone fece partire la chiamata rapida “Pronto?” gracchiò la voce all'altro capo “Ciao bellissima” disse con fare suadente imboccando la via principale di Sunnydale “Sono a dieci minuti da casa tua e ho il pomeriggio libero” sentì un fruscio e corrugò la fronte quando la risposta tardò ad arrivare “Ho già tolto le mutandine...ti aspetto” disse infine la voce al telefono per poi riagganciare, mentre Angel spingeva di più sull'acceleratore contento per la svolta che aveva preso il suo pomeriggio. Doveva prendersi il pomeriggio libero più spesso e preoccuparsi meno di sua moglie, in fondo se passava le sue giornate tra l'università e la biblioteca dove poteva trovare il tempo o l'occasione per incontrare qualcuno? Soddisfatto per la conclusione a cui era giunto e per il pomeriggio all'insegna del piacere che aveva di fronte, Angel allontanò i cattivi pensieri concentrandosi sui pochi chilometri che lo dividevano dal corpo caldo e invitante di Darla McDonald.

    Capitolo 6

    “Sei proprio sicura che preferisci la festa della depressione ad una serata di danze scatenate al Bronze?” chiese Faith gettandosi sul divano accanto alla sua amica e afferrando una manciata di patatine dalla busta che si trovava sul tavolino da caffè accanto ai popcorn, alle M&M's e ai loro bicchieri di coca cola “Sicura” rispose Buffy con un cenno solenne del capo godendosi la comodità offerta da quella serata trascorsa davanti alla tv a mangiare schifezze. “Willow ci è rimasta tanto male quando ho detto che preferivo non fare niente?” chiese facendo una smorfia e ripensando all'espressione delusa dell'altra sua amica quando aveva rifiutato il suo ennesimo invito a festeggiare la sua indipendenza “Ovvio, ma non te ne fa assolutamente una colpa. Nessuno di loro in realtà” rispose Faith tra una manciata di patatine e l'altra “E poi sono tornati subito di buonumore quando gli hai detto che questo weekend lo avresti passato insieme a tutti noi al Bronze” fece una breve pausa e poi aggiunse con tono triste “Era da tanto che non passavi un fine settimana con noi” “Lo so” rispose con rabbia Buffy “Tutti quei venerdì sera in giro per locali con quelle sgualdrine di Darla e Cordelia” “Stronze” arrivò il commento meno delicato della bruna “Per non parlare delle domeniche trascorse a braccetto con Angel a fingere che andasse tutto bene ai vari brunch di tutte quelle persone ricche che non hanno di meglio da fare che sparlarsi alle spalle” “Sinceramente B, non so proprio come hai fatto a resistere tanto a lungo” commentò Faith posando rapidamente lo sguardo sull'attore sexy che aveva appena fatto la sua comparsa nel film che avevano messo in tv, ma che non stavano davvero guardando preferendo passare il tempo a chiacchierare come non facevano da molto “All'inizio era facile perché avevo Angel al mio fianco e neanche a lui piacevano molto quelle occasioni mondane” restò un attimo in silenzio a rigirarsi tra le mani le M&M's che aveva preso dalla busta dividendole per colore “Ci divertivamo alle loro spalle” aggiunse con un sorriso triste sul volto “B” la riprese bonariamente l'amica dandole un colpetto sul ginocchio “Basta pensarci adesso” “Si lo so, hai ragione” disse sollevando la testa e sforzandosi di sorridere anche se solo per un attimo “Non ne parliamo più, anche se...” aggiunse tornando ad essere improvvisamente triste “Cosa?” le concesse l'amica comprendendo bene il suo bisogno di restare ancorata ancora un po' al passato che da quella sera si era lasciata ufficialmente alle spalle. Buffy posò lo sguardo sulla sua amica sorridendo imbarazzata sapendo bene di avere gli occhi lucidi, ma sapendo che tra tutti i suoi amici Faith era la più comprensiva e di certo non l'avrebbe giudicata male nel vederla piangere per una vita che fino al giorno prima aveva giurato di odiare con tutta se stessa “Chissà se ha già scoperto che sono andata via?” chiese con la voce spezzata per il pianto dando voce a ciò che la rendeva triste, il pensiero che suo marito potesse essere rientrato da ore senza rendersi neanche conto che sua moglie l'aveva lasciato. Faith la guardò dimostrandole tutto il suo affetto con l'espressione sofferente che comparve sul suo volto nel sentire il dolore fuoriuscire ad ondate dalla sua migliore amica, ma sapendo già che non c'erano parole per consolarla si limitò a stringerla tra le braccia mentre Buffy piangeva disperatamente sfogando tutto il dolore che si era tenuta dentro dal momento in cui il suo matrimonio con il suo Angel era finito.

    Spegnendo il motore della sua auto, Angel si prese un momento per rilassarsi all'interno dell'abitacolo silenzioso prima di dover rientrare in casa e subire la routine che era diventata la sua vita con Buffy. Anche se il matrimonio proseguiva principalmente per sua scelta, in quei mesi si era chiesto spesso per quale motivo sopportava una situazione simile e se non fosse davvero il caso di dare a Buffy quello che voleva concedendole la sua parte di denaro per poi proseguire con la sua vita. Adesso però iniziava a dubitare di tutta la rabbia e il risentimento che lo avevano spinto ad arrivare a quel punto con sua moglie, in fin dei conti la gelosia che aveva provato nei suoi confronti anche solo al pensiero che potesse tradirlo sembrava essere un chiaro segno che in realtà c'erano ancora delle questioni irrisolte tra di loro e che non era tutto finito come pensava. Posando lo sguardo sul claddagh che portava all'anulare sinistro si chiese dove fosse finito l'amore, l'amicizia e la lealtà che esso rappresentava. Ricordava ancora l'espressione gioiosa e gli occhi lucidi di Buffy quando le aveva dato quell'anello dopo aver deciso di fare la cosa più giusta proponendole di sposarlo e giurando di prendersi cura di lei e del loro bambino. Nel pensare al bambino che non avevano mai avuto, però, Angel ricordò improvvisamente il motivo principale per cui il suo matrimonio si trovava in quella situazione drammatica e si rimproverò per aver dubitato anche solo per un momento che il trattamento che stava riservando a sua moglie non fosse meritato. Scendendo dall'auto sbatté la portiera con più forza del dovuto e avvicinandosi alla Audi TT di sua moglie parcheggiata affianco alla sua Plymouth d'epoca passò una mano sul cofano notando la polvere che ricopriva l'auto e ripromettendosi di farla lavare l'indomani. Uscendo dal garage si diresse verso l'ingresso principale della magione e, sospirando per prepararsi mentalmente a ciò che lo attendeva, entrò in casa. La prima cosa che notò fu il silenzio e Angel sbirciò in sala dove Buffy era solita guardarsi un film a quell'ora della sera, ma non la vide e pensò che si trovasse da qualche parte nella grande casa a finire di studiare. Contento di non doverla affrontare subito e di poter rimandare a più tardi la conversazione che si era ripromesso di avere con lei, Angel entrò in camera e iniziò a liberarsi da giacca e cravatta preparandosi per fare una doccia. Dopo l'incontro passionale con Darla di quel pomeriggio aveva bisogno di togliersi di dosso il profumo della donna che, sebbene fosse eccitante su di lei, Angel odiava sentirselo addosso. Quando ebbe finito di lavarsi e una volta indossato abiti più comodi, Angel notò che era ormai ora di cena e scese in cucina sapendo che ci avrebbe trovato Buffy che si preparava il suo solito piatto di cibo precotto prima di sistemarsi davanti alla tv. In casa il cuoco era lui e da quando aveva smesso di cucinare per lei la ragazza non si era lasciata intimorire e aveva iniziato a comprare cibo in scatola o congelato con cui non aveva problemi, ma spesso Angel si ritrovava a storcere il naso nel vedere quello che mangiava e finiva sempre per lasciare qualche avanzo della sua cucina più genuina qua e là sperando che lei lo mangiasse. Non aveva mai fatto caso a quante cose ancora faceva inconsciamente per lei sebbene razionalmente continuava a ripetere a se stesso e agli altri che il loro matrimonio era finito, ma decise di ignorare la questione anche in quel momento per non rovinarsi la serata. Quando però entrò in cucina e non trovò sua moglie come si era aspettato, si ritrovò a corrugare la fronte confuso e a chiedersi per la prima volta se la ragazza fosse davvero in casa con lui. L'auto era nel garage, ma forse era uscita con uno dei suoi amici oppure, gli ricordò la solita vocina malefica nella sua testa, era uscita con un altro uomo. Quel pensiero terribile si formò nella sua mente non appena si rese conto che Buffy non era in casa con lui e con rabbia salì di nuovo in camera pronto a cogliere quell'occasione per sbirciare tra le cose di sua moglie e scoprire una volta per tutte se i suoi sospetti erano fondati. Si era lasciato fregare con la storia della gravidanza e aveva finito per sposarla, ma non si sarebbe lasciato prendere in giro di nuovo lasciando che se la facesse tra le braccia di qualcun altro alle sue spalle. Entrando come una furia in camera aprì il cassetto del comodino, ma era vuoto così passò all'armadio, ma trovando vuoto anche quello si fermò a chiedersi come mai le cose di sua moglie sembravano essere sparite. Voltandosi ad osservare con maggiore attenzione il resto della stanza notò che sul comò non c'era più la boccetta del suo profumo o la sua trousse, sulla poltroncina non c'erano più le borsette che le aveva chiesto mille volte di rimettere al loro posto nell'armadio se non aveva intenzione di usarle quotidianamente, e nell'angolo accanto al caminetto non c'erano più le altrettante numerose scarpe anch'esse accatastate lì in attesa di essere usate o solamente con l'unico scopo di farlo diventare pazzo nel vedere quel disordine. Corrugando la fronte di fronte alla desolazione di quella stanza in assenza di quegli oggetti, sentì il panico iniziare a farsi strada dentro di lui quando si rese conto che il fatto che sua moglie non fosse in casa poteva stare a significare che non sarebbe più tornata a casa “Buffy!” urlò senza riuscire a trattenersi e abbandonandosi all'ondata di panico che stava prendendo il sopravvento “Buffy!!” continuò ad urlare controllando tutte le stanze al primo piano compresa la camera degli ospiti dove non entrava mai nessuno, per poi scendere rapidamente la grande scalinata e continuare al piano terra “Buffy!” Riusciva a sentire il panico nella sua stessa voce e non gli piaceva affatto, non si era mai sentito tanto perso in vita sua, ma sembrava non poterne fare a meno. Quando era in casa Buffy era solita trascorrere il suo tempo in camera da letto, in sala davanti alla tv, nel terrazzo al primo piano o nel giardino sul retro accanto alla piccola fontana il cui suono diceva che riusciva a rilassarla, ma Angel aveva controllato tutti quei posti e anche tutto il resto e l'unica cosa che aveva trovato era il bagno privo di tutti i suoi prodotti femminili, l'assenza dei suoi libri universitari dalla sala e dell'asciugamano e dell'abbronzante che teneva sempre sul tavolino in terrazza per quando si metteva lì a prendere il sole. Insomma aveva notato la totale assenza di Buffy dalla magione. In piedi al centro della grande sala che aveva visto Buffy ridere o piangere davanti ai suoi film preferiti, Angel posò lo sguardo sull'unica stanza che non aveva ancora controllato, ma dove dubitava che potesse trovarsi sua moglie dato che l'ultima volta che era entrata lì era stata mesi prima, quando le cose tra di loro ancora andavano bene. Aprendo la porta del suo studio, però, non poté evitare di sperare un'ultima volta “Buffy” sussurrò questa volta sapendo bene in cuor suo che non avrebbe ricevuto risposta, ma trovando più di quanto avesse sperato di trovare. Sulla sua scrivania di vetro c'era una busta marrone con sopra svariati oggetti e un foglio di carta. Avvicinandosi quasi senza rendersi conto di ciò che stava succedendo, Angel si lasciò cadere sulla sua sedia di pelle nera e prese per prima cosa il foglio sperando di trovarvi risposte.

    Angel,

    come avrai sicuramente già capito ho deciso di andarmene.
    Mi spiace dovertelo dire con questa lettera, vorrei tanto aver trovato dentro di me il coraggio di farlo di persona, ma è da troppo tempo che non comunichiamo e non sapevo proprio come sarebbe potuta andare a finire, quindi ho preferito scriverti.

    Ovviamente sai benissimo che le cose tra di noi non sono più le stesse ormai da molto tempo e ho preferito risparmiare ad entrambi una vita fittizia in cui entrambi fingiamo in pubblico e ci ignoriamo in privato.
    Quando le cose hanno iniziato ad andare male ho provato infinite volte a parlarne con te per trovare una soluzione, quindi non mi rimprovero nulla se non il fatto di essere stata sciocca a pensare di poterci riuscire. Avrei dovuto capirlo subito che tu mi avevi sbattuto la porta in faccia molto tempo prima che io me ne rendessi conto e mi spiace solo di averlo dovuto scoprire nel modo più brutto possibile. In caso te lo stessi chiedendo...si, mi riferisco alla lunga lista di amanti che sei riuscito a collezionare in questi lunghi mesi e che mi hanno portato a prendere la mia decisione. Non credo sia giusto per nessuno dei due continuare a vivere questa menzogna, abbiamo entrambi il diritto di vivere le nostre vite liberamente. Sinceramente, credo di meritare di meglio e anche tu.

    Non avrei mai immaginato che le cose tra di noi potessero arrivare a questo punto, dentro di me ho sempre sperato che ci fosse qualcosa da salvare nel nostro rapporto e che alla fine l'amore che un tempo c'è stato tra di noi potesse risvegliarsi e sistemare le cose. Adesso mi rendo conto che era solo la fantasia di una ragazza che era riuscita a sposare l'uomo che amava e che aveva problemi a distinguere il sogno dalla realtà. Quindi ti chiedo scusa se sposandoti ti ho costretto a fare un passo che non eri pronto a fare e ti ho imprigionato in un vita che chiaramente non desideravi.

    Questo dunque è un mio regalo per farmi perdonare, adesso siamo entrambi liberi di realizzare i nostri sogni altrove.

    Buffy


    Angel restò per un tempo interminabile a leggere e rileggere ogni riga e ogni parola di quella lettera tanto veritiera quanto dolorosa. Quando finalmente trovò il coraggio di allontanare lo sguardo dal foglio ormai stropicciato che ancora stringeva tra le mani tremanti, notò gli altri oggetti sulla scrivania e si affrettò a vedere di cosa si trattava. Abbandonando momentaneamente la lettera prese in mano la chiave nera che apparteneva alla Audi TT che aveva comprato a Buffy per il suo diciottesimo compleanno e si ricordò di aver effettivamente visto l'auto in questione in garage al suo rientro, cosa che lo aveva inizialmente portato a pensare che sua moglie fosse in casa. Continuando a stringere l'oggetto tra le dita passò lo sguardo sul resto delle cose sulla sua scrivania e quasi gli sfuggì un gemito sofferente dalle labbra vedendo il claddagh di sua moglie che si distingueva dal suo in quanto al centro c'era un diamante a forma di cuore che aveva fatto fare appositamente per lei. “Oh Buffy” sussurrò a se stesso rendendosi conto solo in quel momento che sua moglie sembrava essersi lasciata tutto alle spalle. Lasciando andare la chiave dell'auto ormai diventata meno importante, Angel stava per prendere la busta marrone che aveva attirato la sua attenzione non appena era entrato nello studio, quando notò una seconda busta più piccola poggiata sopra a quella più grande. Aprendola di fretta sperando che fosse un'altra lettera con maggiori informazioni, Angel si ritrovò tra le mani tutti gli assegni che aveva firmato per pagare le tasse dell'università della ragazza e che sembrava che non fossero mai stati versati. Sempre più confuso Angel si chiese per la prima volta come aveva fatto Buffy a continuare gli studi in quei mesi senza usare quegli assegni. Chi le aveva dato i soldi? E soprattutto dove era andata a stare adesso che aveva lasciato la loro casa? E come aveva intenzione di mantenersi lei che non aveva mai avuto soldi da parte essendo passata dalla casa dei suoi genitori direttamente alla magione con lui? Preso da tutti quei quesiti aprì la busta più grande con gesti meccanici e senza riflettere troppo su quello che poteva essere il suo contenuto, ma spinto solo dal desiderio di scoprire tutto quello che Buffy gli aveva lasciato per capire meglio come potesse essere successo che da un giorno all'altro lei fosse sparita dalla sua vita. Tirando fuori il blocco di fogli custodito nella busta l'occhio di Angel si posò subito sul logo blu della Morgan&McDonald e spalancando gli occhi estrasse i fogli più rapidamente nella fretta di capire bene cosa aveva tra le mani. La stretta al cuore che lo aveva afflitto dal momento in cui aveva iniziato a cercare disperatamente Buffy nella magione s'intensificò fino a diventare quasi insostenibile dopo essersi reso conto che quelli che aveva di fronte erano documenti ufficiali per il divorzio gentilmente forniti a sua moglie dallo studio Morgan&McDonald. Più precisamente da Lindsay McDonald pensò Angel sopprimendo per un attimo il dolore che stava provando e ruggendo all'idea che la sua donna fosse andata da quel bamboccio per chiedergli aiuto. Senza riflettere afferrò il cordeless dalla scrivania e compose il numero dello studio legale che si trovava nel piè di pagina dei documenti che stringeva ancora tra le mani. Attendendo una risposta notò la firma chiara e sicura di Buffy già inserita nella parte dedicata alla moglie, rendendosi conto che tutto quello che serviva per rendere effettivo il divorzio era una sua firma accanto alla sua. “Morgan&McDonald come posso aiutarla?” annunciò la voce squillante della centralinista “Voglio parlare con Lindsay McDonald, è urgente” ruggì nonostante la ragazza all'altro capo del telefono non aveva nessuna colpa per quello che gli stava succedendo “Chi devo annunciare, mi scusi?” chiese questa volta leggermente intimorita dai suoi modi di fare “Un amico” si limitò a dire per paura che l'altro uomo non avrebbe accettato la telefonata, ma la centralinista fece bene il suo lavoro perchè poco dopo la voce dell'avvocato dagli occhi azzurri risuonò nella cornetta “Lindsay McDonald” si annunciò, ma Angel non aveva alcuna intenzione di intrattenere una conversazione pacifica e non attese neanche che l'altro terminasse di dire il suo nome “Sei morto McDonald!” lo minacciò senza mezzi termini “Oh, ma che piacevole sorpresa” commentò Lindsay in risposta “Oggi ancora non ero stato minacciato neanche una volta, mi mancava” rise divertito e poi aggiunse “Cosa posso fare per te Larkin?” chiese come se niente fosse “Sai benissimo per quale motivo ti sto chiamando!” continuò ad urlargli contro “Sei fortunato che non sono venuto di persona a farti mangiare pezzo per pezzo questi stupidi fogli!!” la risata divertita di Lindsay non fece altro che indispettirlo ancora di più “Larkin, non impari mai. Non è con la violenza che si ottengono risultati e certamente non sarà questo tuo sfogo a farti riavere indietro tua moglie” “Se non fosse stato per te non dovrei neanche cercare di riaverla indietro!” “Si certo e io dovrei crederti” sbottò Lindsay questa volta colpito in pieno dal commento del suo avversario “Quando Buffy è venuta da me non mi sembrava in preda al dubbio, anzi la ragazzina sapeva il fatto suo e sicuramente sapeva cosa voleva: liberarsi di te” “Buffy è solo confusa e tu non sai niente di come stanno le cose tra di noi!” ruggì di nuovo Angel colto alla sprovvista dalle parole dell'uomo, mentre l'ultima speranza che aveva per il suo matrimonio moriva nel sentirsi dire che sua moglie era stata più che sicura quando si era fatta preparare le carte per il divorzio “So benissimo come stanno le cose, Larkin! Tutti sanno che tradisci Buffy, era diventata lo zimbello delle altre mogli. Almeno gli altri mariti traditori lo fanno con circospezione, ma tu dovevi distinguerti dalla mischia!” disse Lindsay non riuscendo più a trattenersi “So benissimo che passi le serate con mia moglie quando io sono ancora in ufficio” confessò con tono ferito “Ma mi sono preso la mia rivincita e una sera, mentre tu ti fottevi mia moglie, io fottevo te compilando i documenti del tuo divorzio insieme a tua moglie” si prese la sua rivincita nel sentire il ruggito furente all'altro capo del telefono “Scommetto che te la sei anche fatta, tanto per essere pari” urlò Angel sbattendo un pugno sulla scrivania rischiando di rompere il vetro “No, Larkin, non me la sono fatta” tornò a parlare con tono triste l'altro avvocato “Ma non pensare che l'abbia fatto per te. Buffy è una bellissima ragazza e in più di un'occasione avrei potuto giocarmi la carta dell'amico comprensivo e sedurla, ma non l'ho fatto. Lei merita rispetto, rispetto che tu non le hai dato e che lei adesso potrà cercare altrove” il silenzio che seguì fu lungo e probabilmente Lindsay si rese conto che l'altro avvocato non avrebbe aggiunto altro “Firma i documenti, Angel” disse infine con tono rassegnato per poi riagganciare lasciando l'uomo a chiedersi per quale motivo questa volta aveva usato il suo nome, invece che il suo cognome come faceva sempre. Pietà? Rimorso? Angel non lo sapeva e di certo quello non era il momento più adatto per cercare di comprendere meglio la personalità sfaccettata del suo avversario. Lasciando cadere il cordless tornò a stringere tra le mani la lettera che poco prima gli aveva spezzato il cuore lasciandolo in preda a mille dubbi. Facendo scorrere di nuovo lo sguardo sulla scrittura di sua moglie Angel si chiese com'era possibile che a distanza di così poco tempo fosse passato dall'essere l'uomo a cui lei poteva dire tutto ad essere l'uomo a cui non aveva neanche avuto il coraggio di dire che voleva lasciarlo. Ricordava ancora quando la sera sedevano sul divano davanti ad un film che nessuno dei due stava guardando perchè intenti a raccontarsi piccoli aneddoti delle giornate.
    Sentì una forte fitta al cuore quando si trovò a rileggere la parte dove sua moglie parlava delle sue amanti e, ancora una volta incredulo, Angel si chiese come aveva fatto a tenersi tutto dentro per tutto quel tempo. Se fosse stato il contrario lui avrebbe fatto una scenata e, infatti, era proprio quello che aveva avuto intenzione di fare quando aveva iniziato a dubitare della fedeltà della ragazza. Lei invece lo aveva scoperto e si era tenuta tutto dentro, limitandosi a prendere una decisione importante e ad organizzare tutto in modo da poter voltare pagina senza dovergli chiedere niente. E lui che per tutto quel tempo aveva pensato che le piaceva troppo la bella vita che conduceva e che per quel motivo sopportava la condizione in cui si trovavano. In realtà, mentre i suoi pensieri erano stati tutti rivolti contro di lei, quelli di sua moglie si erano concentrati nella ricerca di una via d'uscita e l'avevano trovata.
    Una parola della lettera continuava ad importunarlo ogni volta che il suo sguardo rileggeva quella particolare riga. Imprigionato. Era così che Buffy aveva descritto la sua situazione, descrivendola perfettamente tral'altro. Era proprio così che si era sentito, dal momento in cui aveva scoperto che lei era incinta fino a poche ore prima. Era stato quello il motivo di tanta freddezza? Era stata quella sensazione di improgionamento che lo aveva portato a comportarsi male nei confronti di sua moglie e a pensare il peggio quando la gravidanza era finita male? Angel di certo non lo sapeva, ma sicuramente si rendeva conto che era un po' tardi per porsi quelle domande. Sua moglie lo aveva lasciato, pensando persino di fargli un regalo in quel modo, senza sapere che quel suo gesto sembrava aver, invece, risvegliato dentro di lui vecchi sentimenti. Posando lo sguardo sulla sua firma e ripetendo dentro di sé ancora e ancora il nome dell'unica donna che aveva mai amato, anche se non era stato in grado di dimostrarglielo molto a lungo, Angel si sporse a raccogliere il cordless che poco prima aveva lasciato cadere a terra. Compose il numero di cellulare di sua moglie sperando che rispondesse anche solo per mandarlo a quel paese, lasciandogli comunque la soddisfazione di fargli sentire la sua voce, ma gli si gelò il sangue nelle vene quando la voce registrata del suo operatore telefonico annunciò con voce solare che il numero selezionato era inesistente. Inesistente? Impossibile, conosceva a memoria il numero di Buffy ed era impossibile che avesse sbagliato a comporlo. Infatti, ricontrollando il display del cordless notò che il numero era giusto e l'unica cosa sbagliata in quella situazione era che sua moglie aveva deciso persino di cambiare numero pur di non avere più niente a che fare con lui. E, ancora peggio, per tutto il tempo che Buffy aveva impiegato ad organizzare il tutto, lui non aveva notato assolutamente niente, probabilmente troppo preso dalle sue numerose amanti e dal suo rancore nei confronti della ragazza stessa.
    In ogni modo poteva rifletterci sopra quanto voleva, poteva incolpare se stesso, le sue amanti e persino Lindsay McDonald, ma il risultato era sempre lo stesso: Buffy non c'era più.



    Edited by SilviaLivre - 4/1/2012, 13:19
     
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  14. SilviaLivre
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    _______
    due capitoli per farmi perdonare per questo mio assenteismo ormai lungo....

    pian piano penso di tornare.^^
    a presto
     
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    Grazie, grazie, grazie!!! Finalmente!! Non vedevo l'ora. Pero' valeva la pena di aspettare. E' bellissima. Angel lo picchierei!! Adesso si rende conto di amarla? Dopo averle fatto passare l'inferno e ridendo della sua sofferenza? Spero che Buffy lo faccia un po' penare, se lo merita! Soffri! E le amanti possono essere investite da un camion?
    Complimenti! Ti prego postate appena potete perche' non vedo l'ora di leggere il seguito :P :P
     
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