#1 _°Capire un Amore°_

fanfic by forum -complete-

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  1. SilviaLivre
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    Authors: members of Immortal Oasi
    Time-Line: Post IWRY
    Title: - Capire un Amore-


    son2
    Prologo

    Buffy aprì gli occhi. La prima cosa che percepì era di essere stesa in un luogo a lei non famigliare. Non era la sua casa. Non era la sua stanza al campus. Il grigiore del soffitto le diede una sensazione di freddezza. Appena potè indugiò sul resto del luogo in cui si trovava. Venne colta di sorpresa. Non ricordava cosa fosse successo: perchè si trovava in ospedale? Non era stata attaccata, o almeno non era stata attaccata da nessuno di pericoloso, solo qualche giovane vampiro. Eliminati in poche mosse era tornata a casa. Si era preparata per dormire, mentre chiaccherava con Willow del più e del meno... oh si ora ricordò: era svenuta.

    Capitolo 1
    Willow le fu subito a fianco, toccandole la spalla, la testa, la mano, come per controllare che fosse li, sveglia, e che stesse bene. Buffy la guardò meglio, dopo averla rassicurata con lo sguardo: gli occhi di Willow lasciavano trasparire tutto, e in quel momento ciò che esprimevano era confusione mista a grande preoccupazione...che fosse successo qualcosa di brutto mentre lei 'dormiva' ?
    "Cosa c'è Will?" chiese con calma, iniziandosi ad alzare seduta; la sua schiena era in pezzi, come se fosse stata schiacciata da un tir.
    "io...ehm...mhh...mpff..!"
    'Si' , pensò Buffy... i soliti soliloqui incomprensibili di Willow! Ma prima ancora che la strega potesse aver tempo di esprimere i suoi pensieri, un medico alto, moro e secondo Buffy anche abbastanza carino, entrò nella fredda e grigia stanza: bene, Buffy non vedeva l'ora di uscire di lì!
    "Signorina Summers, spero si senta meglio. Voglio rassicurarla, dicendo che dalle ecografie è tutto in ordine, certo nausee e capogiri più fastidiosi inizierà ad avvertirli sopratutto di mattina, ma niente di preoccupante per le sue condizioni." terminò con un sorriso. Le ricordava tanto Angel e...
    "Cosa?!Nausee? Capogiri? Cosa??!"
    Willow tossì insistentemente, mentre il medico spostava lo sguardo da lei alla bionda con gli occhi sgranati che , faceva finta? , di non capire che...
    "Ma signorina Summers...lei è incinta!"

    Incinta? No... non poteva essere vero! Come, quando e soprattutto con chi? Se avesse fatto sesso con qualcuno se ne sarebbe ricordata. Cominciò a scavare a ritroso tra i suoi pensieri per cercare di ricordare qualcuno, qualcosa... ma niente, non riusciva a ricordare. Nell’ultimo mese non aveva fatto nulla che andasse fuori dall'ordinario, nulla che potesse in qualche modo scombussolare la sua giornata standard tra università, amici e vampiri. Era triste ammetterlo ma da quando lui se ne era andato la sua vita era diventata come uno di quei vecchi film in bianco e nero che mandano sempre in onda ma che mai nessuno guarda, ma non lei, lei doveva guardarlo, era la protagonista. Buffy si portò le mani alla testa, doveva concentrarsi non era il momento di pensare a questo, non era il momento di pensare a LUI. Adesso il problema era un altro, ed era anche bello grande, era incinta ma non sapeva spiegarsi il perché.
    Stanca si lasciò cadere pesantemente sui cuscini serrando forte gli occhi come se questo potesse aiutarla a ricordare qualcosa.
    La voce del medico la destò dal suo turbine d'insensati pensieri.
    "Signorina, passerò tra un paio d'ore per gli ultimi accertamenti, salvo inconvenienti entro domani sarà fuori di qui”.
    Buffy gli rispose con un forzato sorriso e quando il medico uscì dalla stanza si girò verso Willow che la stava fissando con una strana espressione che aveva un nonsochè di malizioso.
    "allora? Cos'è che non mi hai detto?"

    "Cosa sta succedendo Willow? come è possibile che stia accadendo questo?" Willow, con ancora quel sorriso furbetto sulle labbra, tentò di rassicurarla ma non riuscì a nascondere la sua preoccupazione "vuoi dire che non hai idea di come sia successo?" Buffy annuì distrattamente perché il suo pensiero ora andava prepotentemente ad Angel e a quel loro brevissimo ultimo incontro a Los Angeles. Willow tentò di suggerire una possibile soluzione, pur sapendo che il medico era stato chiarissimo circa i tempi della gravidanza, aveva infatti parlato di quattro settimane di gestazione e questo escludeva alcune ipotesi a cui stava pensando, ma chiese comunque per essere assolutamente certa. "Parker? voglio dire… dopo quella volta non l’hai più visto, giusto?". Buffy sembrava non ascoltarla, intanto si massaggiava il ventre …e per un attimo le sembrò di sentire le mani di Angel sulle sue. "Buffy stai bene?" chiese Willow, con evidente preoccupazione "Cosa? Parker? no… no… assolutamente no …e se stai per chiedermi di Riley, ti rispondo subito. Neppure con lui ho… ci conosciamo da poco e dopo la disavventura con quel porco di Parker, non ho nessuna voglia di… sai cosa intendo. Non escludo che possa accadere in futuro, con Riley intendo, ma per ora preferisco andarci cauta". Willow non sapeva più cosa pensare, ma ora non voleva farla preoccupare ulteriormente, sembrava stanca. "Adesso è meglio se riposi un po’. Credo che dovremmo avvertire tua madre e anche gli altri" ...e Buffy annuendo, si perse ancora nei suoi pensieri. L’unica persona che ora avrebbe voluto accanto non era qui, non fisicamente almeno. Angel era sempre presente, lo era nel suo cuore sicuramente e non riusciva a non pensare a LUI. Assenza che crea più acuta presenza ...ecco cosa era Angel per lei. Sempre presente nei suoi pensieri, nella sua anima, nelle sue ossa. Il ricordo di lui era l’unica cosa che ancora le dava speranza e rivederlo a Los Angeles, non aveva fatto altro che riacutizzare, il bisogno incessante di averlo vicino. "Hai fame? ti porto qualcosa di caldo?" chiese Willow, mentre l’aiutava a sdraiarsi. Buffy, come se si fosse improvvisamente ridestata da un sogno bellissimo, guardò l’amica e sorridendo le rispose "Si ho un po’ di fame. Sai cosa vorrei adesso? Burro di noccioline, quello con i pezzi dentro …e anche biscotti con gocce di gianduia alla menta ...oh, e anche del gelato"



    Capitolo 2
    Lei e Willow non avevano più parlato dell'argomento. La rossa aveva provato a toccare l'argomento ma Buffy aveva sempre fatto in modo di chiudere la discussione. Non era pronta a parlarne. La sua testa continuava a pensare, a domandarsi come fosse possibile senza però trovare risposte. Una notte intera non era bastata. Buffy compatendosi pensò che avrebbe avuto nove mesi per chiarirsi le idee. Il silenzio regnava nell'auto che la stava portando a casa. Willow cercava di trovare le parole più adatte, le migliori parole di conforto... ma ogni volta che aveva provato a parlare, ogni frase le sembrava stupida. Così dopo alcuni tentativi non portati a termine, fu Buffy a parlare: "promettimi che terrai il segreto, almeno per un po'" Willow avrebbe voluto dirle che tutto sarebbe andato bene, che la madre e Giles avrebbero capito, ma capì che in quel momento l'amica aveva bisogno solo di questo: tempo per pensare. Annuì comprendendo. Buffy leggermente sollevata si chinò in avanti per accendere la radio. Appena premuto l'interruttore una musica familiare le arrivo alla testa.

    Couldn't drag me away,
    Wild, wild horses,
    We'll ride them someday

    Wild Horses,
    Couldn't drag me away,
    Wild, wild horses,
    We'll ride them someday


    La canzone su cui aveva tanto pianto era ritornata nella sua vita proprio in quel momento critico. Angel. Come avrebbe voluto il suo conforto in quel momento... una sua parola dolce l'avrebbe sollevata da quei pensieri, da queste paure. Ma forse neanche lui avrebbe capito in quel momento, pensò Buffy.
    Aveva bisogno di tempo. Lasciò che Willow si fermasse nel vialetto di fronte a casa sua, la lasciò ripartire e senza che la vedesse si incamminò. Un solo posto tranquillo ora poteva essere da conforto per il suo stato d'animo.

    Buffy entrò alla magione e fu sommersa dai ricordi. Era tutto come ricordava solo più polveroso. Le snelle gambe si mossero automaticamente, e si ritrovò vicino alla teca che rinchiudeva la statua femminile, e come una vecchia abitudine la sua mano passò sul vetro, in una carezza che trasmetteva tutta la sua ammirazione verso quell'opera d'arte.
    Ricordi le riecheggiarono nella mente. Gli studi di arte europea che quella casa avevano udito e quasi appreso non sembravano più così lontani nella mente. Sembrava che la sua pelle sentisse ancora su di sè gli occhi caldi e premurosi del proprietario di quella casa.
    Si era sforzata di essere forte, temendo che un passo verso il passato avrebbe potuto darle quella ansia interiore che in battaglia non sarebbe mai stata sua amica. Si era sforzata a trovare l'equilibrio tra cuore e mente, ma da quando aveva sentito le parole del medico tutto era crollato, come un castello di sabbia.

    Aveva paura. Davvero paura. Una paura folle di essere sola, contro un destino più grande di lei. Questa volta troppo grande anche per lei, la cacciatrice. Si mosse ancora in cerca di quel giaciglio che tante volte era stato il suo unico grembo di protezione dal mondo esterno. Si accoccolò come un feto nell'utero e si constrinse a dormire. Solo il sonno non le avrebbe permesso di pensare.

    Si sentiva così bene adesso e per la prima volta in vita sua, pensò che tutto era come avrebbe dovuto essere da sempre. Il grande letto era caldo ed accogliente e lei, adesso, era solo una ragazza normale, fra le braccia del suo ragazzo normale. Sentiva di essere stanca, piacevolmente stanca. Quella sensazione di dolce torpore che gli accoglieva, dopo lunghe ore d’amore, li lasciava sfiniti ed appagati ed era così dolce e languida che cancellava tutto il dolore di quei ultimi mesi. Era perfetto. Si strinse di più a lui, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore. Che cosa era successo? Da quando Angel aveva un battito cardiaco? E perché era lì con lei alla magione? Non le importava di saperlo, del resto, da sempre, lei preferiva l’istinto alla logica. Tutto ciò che importava e che Angel fosse lì con lei. Forse Angel aveva trovato un modo di aggirare la maledizione? Forse qualche Dio sconosciuto aveva avuto pietà di loro, e aveva reso possibile questo miracolo? Angel era umano e l’amava come non mai.
    “Avrei tanta voglia di dormire, ma vorrei anche restare sveglia, questo giorno non deve passare mai.” Lui rise e la baciò ancora, dicendole che già aveva voglia di lei. Ancora. “Fra noi funzionerà, vero?” - “Senza altro”

    Un rumore improvviso catturò la sua attenzione. Vetri rotti. Guardò verso il pavimento e ciò che vide la terrorizzò più della morte stessa. Come una scena al rallentatore, vide un grande orologio che cadendo si frantumava i mille pezzi, e il cuore di Angel cessò di battere. Il loro tempo era finito.
    Si svegliò sudata e spaventata. Era alla magione ed era sola. Solo una domanda nel suo cuore.Angel? che cosa hai fatto?

    Adesso ricordava tutto.
    O almeno pensava. Come poteva essere? La ragione faticava ad accettare quella possibilità. Tutto quell'amore, quel sogno di vita che aveva rivissuto le sembrava talmente assurdo. Il suo destino era stato cambiato, senza che lei potesse decidere, senza che lei potesse opporsi. Buffy pianse. Pianse come puo' piangere solo una donna ferita.
    Il suo sguardo riosservò la stanza, e la sua testa venne percorsa da un capogiro mentre tentava di alzarsi dal letto. Rimase lì per minuti in attesa che l'indebolimento passasse, seduta su quel materasso. E mentre i secondi passavano in lei si fece tutto più chiaro e distinto: doveva parlare con l'interessato, solo lui poteva confermarle il sogno, e spiegarle la situazione. Avrebbe incontrato, Angel. Mentre pronunciò il nome mentalmente dell'uomo che amava un'altra parola le si affiancò: padre. Un sorriso la percorse e con la mano si accarezzò il ventre, incredula di ciò che poteva esserle successo, ma felice. Per la prima volta dalla scoperta era felice.

    Buffy arrivò in casa silenziosamente, non trovando nessuno fu grata al fato di averle dato il tempo per poter preparare un borsone, viatico per il viaggio, che si era prefissata di compiere.
    Salì in camera, e mentre inseriva gli ultimi completi intimi, sentì una voce alle sue spalle dire "Buffy! Cosa stai facendo?"

    "Mamma? Sei qui, non ti ho sentita arrivare" Doveva inventarsi qualcosa e doveva farlo in fretta. "Cordelia! ti ricordi di lei? È a Los Angeles e… ha chiamato poco fa, è nei guai, sai una brutta faccenda con dei demoni e devo… io devo andare" Joyce la guardò, non convinta della sua risposta "e quando pensavi di dirmelo?" Qualcuno bussò alla porta d’ingresso e chiunque fosse, avrebbe avuto la gratitudine eterna di Buffy, per averla tolta da quello impiccio. Corse per le scale, seguita da sua madre. "Willow?" disse Joyce "anche tu vai a Los Angeles?" Buffy lanciò uno sguardo di supplica a Willow che con il capo annuì e disse di "no" contemporaneamente, mentre rideva nervosamente. "Si, beh. Libri! Sa? per il college, si libri. A Sunnydale non c’è …si libri. Los Angeles" Buffy quasi rideva per la scena "Dovevamo andarci la prossima settimana, ma poi ha chiamato Cordelia e… staremo via solo qualche giorno" Abbracciò sua madre e trascinò fuori Willow per evitare altre domande imbarazzanti. Non voleva ancora dire niente a nessuno sul suo sogno, neanche a Willow, ma sapeva che lei aveva capito esattamente dove stava andando.
    "Stai andando da Angel vero?"

    Buffy annuì.
    "Ho bisogno di tempo e da lui posso trovare un po' di pace"." Ma non vuoi dire niente agli altri? Giles potrebbe iniziare a fare delle ricerche mentre sei via..." L'amica cercava di convincerla a confidarsi ma la cacciatrice non era dello stesso parere. "No, Willow, non dire niente, promettimelo! Solo per un po'". La strega fu costretta a cedere di fronte agli occhi supplicanti della giovane. "OK, ma per i demoni? Giles si preoccuperà e non capirà perchè hai lasciato i tuoi doveri di cacciatrice..." Un attimo di silenzio ma arrivò un idea. "Spike! Lui potrà sostituirmi, lo so lo dovrete pagare ma è l'unica soluzione. Lui riscirà a tenere a bada i demoni per un po'. E io non potrei neanche combattere, potrebbe far male ...al bambino" La cacciatrice si toccò ancora il ventre e sembrava assorta mentre Willow "Tieni!"
    Buffy vide le chiave nella mano dell'amica. "Mia madre è fuori di casa per qualche settimane per lavoro, e mi ha lasciato l'auto. Prendila ma sta attenta: ora devi pensare anche a lui."
    Si abbracciarono. Un grazie venne appena sussurrato, e poco dopo un auto oltrepassava il cartello di addio a Sunnydale, e iniziava il suo viaggio in autostrada verso LA, in cerca di casa e amore.


    Capitolo 3

    Si fermò un attimo ad osservare la targa sulla porta e sorrise sfiorandola delicatamente con la mano. “Angel Investigation - Difendiamo gli indifesi”.

    Aveva pensato alle parole da dire e ai mille modi in cui avrebbe potuto affrontare Angel, ma ora non riusciva ad andare avanti "e se lui non avesse voluto vederla?". In auto, aveva ormai attraversato tutta la gamma delle emozioni umane. Rabbia, tristezza, gioia, paura e ancora gioia. Dentro lei stava crescendo una nuova vita e questo non sarebbe cambiato. Qualunque reazione avesse avuto Angel, non poteva modificare il fatto, che lei stava per diventare madre. La mano già sulla maniglia, ma si fermò all’improvviso. Sentì la voce di Cordelia che parlava con quel loro strano amico, quello che aveva le visioni. "Tutte le volte che lei è nei paraggi, lui cade in stato comatoso. Buffy è una bella egoista, pensa solo a se stessa, come al solito".

    Tutta le certezze di Buffy crollarono di colpo. Cordelia aveva ragione, lei non poteva arrivare così e sconvolgere la sua nuova vita e Angel era stato chiarissimo al riguardo. Lui non la voleva nella sua vita. Con le lacrime agli occhi, si voltò per scappare il più lontano possibile, ma la sua corsa fu di breve durata. Si scontrò contro il petto di qualcuno che non aveva sentito arrivare.

    "Buffy"
    "Angel"

    Se Buffy era lì deve essere qualcosa di grave. Era questo che non faceva altro che pensare Angel, mentre accompagnava Buffy silenziosamente nel suo appartamento sotto l'ufficio.
    Lo sguardo incerto di Buffy aveva spronato le sue gambe a non fermarsi di fronte ai suoi colleghi, ma dopo un breve saluto imbarazzato, accostò la mano alla schiena della sua ex per avvicinarla al montacarico. Pochi secondi e si ritrovarono nella medesima situazione di qualche settimana prima. Solo che lei a stento sapeva, ma per lui tutto era ancora vividissimo. Talmente reale nella sua mente da far male.

    In quelle ultime settimane non aveva fatto altro che pensare a quel giorno. Si chiedeva incessantemente se avesse fatto la cosa giusta, e più il tempo passava, più si convinceva di aver sbagliato. Vederla, adesso qui, era maledettamente doloroso e la voglia di stringerla a sé era fortissima. Si avvicinò, e le prese il borsone dalle mani poggiandolo sul letto, invitandola a sedersi. Dio quanto era bella, anche più bella dell’ultima volta. Aveva qualcosa di diverso, percepiva una strana sensazione e i suoi occhi sembravano brillare di luce propria. Il colorito del viso era più luminoso e… dio non poteva non vedere che il seno era… forse era un po’ più… Scacciò quel pensiero dalla sua mente, non era quello il momento di pensare a certe cose, ma era sicuro che in lei qualcosa era cambiato …e si, il seno era decisamente più tornito. Lei lo guardava in silenzio e davvero non sapeva da dove cominciare, ma doveva dire qualcosa o rischiava di piangere, ancora una volta, come l’ultima delle stupide. “Angel…” – “Non sei ferita, vero? stai bene?”. Si era seduto sul letto anche lui ed erano vicinissimi. Poteva sentire il suo cuore che batteva all’impazzata. Poteva sentire il suo odore. Voleva sentire il suo sapore, ancora una volta, solo per questa volta. Fu solo un attimo e le loro labbra si unirono in un feroce e disperato bacio. Un secolo intero a tenere sotto controllo il suo demone, ma davanti alle labbra di lei cedeva sempre, incapace di opporre la ben che minima resistenza.

    Poteva sentire il battito del suo cuore.

    poteva...
    ...sentire
    il battito...
    ...di un altro
    cuore...

    e Lei sapeva, che ora le parole non sarebbero servite.

    Quel bacio sembrò eterno, nessuno dei due era intenzionato a spezzare quell'intimo contatto, come se non avessero bisogno di nient'altro, guidati solo da un impellente desiderio di respirarsi così come non facevano da troppo ormai. Si separarono piano, gradualmente, erano ancora molto vicini, i loro nasi si sfioravano, Angel poteva sentire il suo respiro caldo sulla pelle... dio quanto gli era mancato tutto questo, le accarezzò dolcemente il viso sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Prima non si era sbagliato, era davvero più bella e adesso sapeva il perchè.

    Istintivamente, poggiò una mano sul ventre di lei, senza mai distogliere lo sguardo dal verde dei suoi occhi. Un gesto dolce e protettivo di cui non era totalmente conscio. Continuò a guardarla, quasi come fosse in trance e in silenzio chiese conferme, su ciò che già sapeva essere vero. Lei annuì e porto la sua mano su quella di lui. Intrecciandole insieme, proprio lì, sul piccolo cuore che batteva in sintonia con quello di Buffy. Angel non riuscì a trattenere l’emozione e tutte le lacrime, che in quelle ultime settimane, aveva ricacciato con forza dentro sé, esplosero come un fiume in piena. Pianse come…

    “un bambino?” chiese con un filo di voce. Buffy annuì, commossa dalle sue lacrime e la gioia ancora una volta si impadronì di lei. Razionalmente sapeva che avrebbe dovuto essere furiosa con lui, ma per quanto tentasse, le emozioni negative non riuscirono a raggiungerla. Sentì, per la prima volta da quando aveva scoperto di essere in attesa, di essere profondamente connessa a suo figlio e la gioia che sentiva, proveniva dal suo piccolo e nel profondo del suo essere ebbe la certezza assoluta, che Angel amava già il loro bambino. Abbracciandolo per rassicurarlo, poggiò la testa nell’incavo del suo collo e sussurrò dolcemente un “Si”. Lui la strinse così forte che quasi non poté respirare. Rimasero in silenzio a lungo, semplicemente persi ognuno nelle braccia dell’altro. Fu lei a sciogliere per prima quel dolce contatto e sorridendo disse, “Penso che dobbiamo parlare”



    -----



    Buffy annuì ancora una volta.
    Non voleva separarsi da Angel proprio in quel momento ma capiva che il resto del mondo non si era fermato alle parole del medico come lei, e purtroppo neanche i demoni.
    La visione di quell'amico di Angel aveva interrotto quel ritrovo tanto meravigliosa quanto carico di tensioni.
    Lei se ne era accorta. La gioia che aveva visto in lui non aveva celato ai suoi occhi, che ben lo conoscevano, l'incredulità.
    E lei capiva, nemmeno lei si spiegava tutto, ma da quando aveva sentito le braccia di lui attorno a sè aveva avuto la conferma alla sua speranza: era il loro bambino.
    Lui non si era ritratto geloso come avrebbe fatto se il piccolo fosse stata la prova dell'esistenza di un altro uomo, ma si era avvicinato a lei, comprendendo, in chissà che modo, che era parte di lui, quanto di lei.

    Buffy annuì e l'uomo la strinse a sè ancora una volta, per dirle quanto l'amava e quanto amasse già il dono che portava in grembo, e uscì insieme a Doyle, verso un nuovo nemico, seguito dallo sguardo amorevole della cacciatrice.




    Capitolo 4

    Angel correva sotto la pioggia, come non aveva mai fatto.
    Ora c'era qualcuno al traguardo della corsa, o doveva dire c'erano?Un sorriso incurvò le labbra del vampiro. Arrivato all'agenzia spiegò con poche parole il perchè fosse stato da solo e Doyle non era con lui a Cordelia. E la congedò, come aveva fatto con l'amico. Voleva rimanere solo con Buffy, e sebbene la sua segretaria non sembrava vedere la cosa di buon occhio se ne andò. Angel scese nel suo appartamento.



    -----



    Non riusciva a scacciare la sensazione di familiarità che sentiva, mentre distrattamente, gironzolava annoiata nell’appartamento. Era certa di non essere mai stata lì. L’unica volta che aveva visto Angel, era stato il giorno dopo la festa del Ringraziamento, ed era stato solo per pochi minuti. Avevano parlato nel suo ufficio, ricordava l’attacco di uno strano demone e ricordava che Angel lo aveva ucciso subito, ma i suoi ricordi finivano lì. Andò in cucina e mise su l’acqua per il the, e la sensazione di aver già vissuto tutto questo divenne ancora più forte e la metteva a disagio. Si allontanò velocemente per tornare alla zona notte, ma anche lì il senso di dejà-vu non accennava a diminuire, tutt’altro, era anche più intenso. Avvicinandosi alla scrivania, sorrise, notando che Angel aveva davvero buon gusto nel scegliere mobili, quadri e tappeti. Lui amava circondarsi di cose belle e a lei questo aspetto della sua personalità era sempre piaciuto moltissimo. Vide numerosi fogli con dei disegni al carboncino. Prendendoli in mano, per attimo ebbe un brivido. Il ricordo di Angelus era una cosa a cui non voleva pensare adesso, ma ciò che vide la lasciò comunque senza fiato. Erano ritratti di lei e sullo sfondo poté riconoscere alcune inquadrature dell’appartamento di Angel. Alcune pose erano identiche al sogno della notte prima, ma nel suo sogno loro era alla magione non qui. I disegni erano bellissimi e in alcuni lei appariva completamente nuda. Notò come lui si era soffermato su alcuni particolari, che lasciavano trasparire una combinazione di erotismo intenso e di amore totale. Era così che Angel vedeva lei? Arrossì. Quei disegni sembravano vivi. La curva dei suoi fianchi, il ventre piatto e la rotondità dei suoi seni. I tratti erano dolci, quasi come se, nel disegnarli, lui la stesse accarezzando dolcemente. Si voltò di scatto, sapendo di non essere più sola.

    “Angel”

    Lui la guardò con un intensità tale, che quasi la mise a disagio. Per lunghi istanti, Angel non riuscì a distogliere lo sguardo da lei, poi notò i disegni che aveva in mano e di nuovo guardò lei. Un fischio quasi assordante, proveniente dalla cucina, mise fine a quel muto scambio di parole non dette.

    “Ho pensato che parlare davanti ad una tazza di the, fosse la cosa giusta da fare. Che ne dici?”
    "Si..." rispose "... lo penso anch'io" continuando a guardarla negli occhi piegò le lebbra in un debole ed amoroso sorriso che buffy non potè non notare e ricambiare con altrettanto amore.
    Si spostarono entrambi in cucina, Angel aprì la credenza e prese due grandi tazzoni bianchi in cui versò il the fumante. Buffy intanto si era seduta e lo osservava attentamente, era bellissimo e lei continuava ad amarlo alla follia. Solo ora che si ritrovava con lui nella stessa città, sotto lo stesso tetto, nella stessa stanza, distanti dolo pochi metri si era resa conto di quanto le fosse mancato, di come la sua vita negli ultimi mesi fosse stata vuota, le mancava l'essenziale: l'aria. Angel le porse la tazza "Grazie" sussurrò Buffy prendendola. lui si sedette dalla parte opposta della tavola e cominciò a mescolare lentamente il suo the. Passò così qualche minuto, nessuno dei due riusciva a trovare le parole giuste da dire, un assoluto silenzio regnava in quella cucina interrotto solo dal ritmico tintinnio del cucchiaino che sbatteva contro la calda porcellana della tazza.
    "Buffy..." "Angel..." pronunciarono i loro nomi all'unisono...


    L'aver iniziato insieme a parlare, con il nome dell'altro, li fece sorridere, come ai vecchi tempi. Come se nulla fosse cambiato. Trovavano sempre il modo di rianimare la loro complicità subito, anche solo dopo uno sguardo.
    "Tu stai bene?" chiese Angel a Buffy. Si avvicinò a lei, spostando la sedia al suo fianco. Il thè poteva aspettare.
    "Intendi per la gravidanza? Si, sto bene. L'ho scoperto da poco tempo, sono svenuta, è una cosa normale... credo. Sono andata dal medico e ho saputo. Ma sto bene, fisicamente. " "sono felice. Buffy, è incredibile" Angel prese le mani femminili tra le sue, e le portò alle labbra. Pose un bacio e ringraziò Dio di quel dono, con tutta l'anima.
    Buffy accolse quel tenero gesto serenamente. Aveva ritrovato il suo Angel, e questa volta ne era certa sarebbe stato per sempre. Erano già una famiglia.
    "Prima che arrivassi qui, ero molto preoccupata. Io non sapevo con certessa di chi..." Buffy guardò Angel negli occhi, e continuò "Angel, io non ho mai... io, con nessun'altro" "Lo so, lo sento... è mio!" "Ma come è possibile? Io non riesco, è passato tanto tempo. E io non... Non che io non voglia il bambino, lo sai, se è tuo, e ne sono sicura ormai, io voglio il piccolo, io voglio noi. Sempre".


    Angel provò una gioia immensa nel sentire le sue parole. Solo pochi mesi prima, aveva voluto per lei una vita normale, con un ragazzo normale, che potesse portarla alla luce del sole. Scoprire adesso, che nella sua vita non c’era stato nessun altro dopo lui, lo rendeva felice, egoisticamente felice, pensò. Prendendole le mani sulle sue, la guardò intensamente per trarre forza dal verde dei suoi occhi. Ciò che doveva dire non era facile, ma non poteva tacere. Non poteva e non voleva lasciarla ancora nell’incertezza. "Ho creduto di poter vivere senza di te. Ho creduto, stupidamente, che fosse sufficiente andare via per… dimenticare, ma mi sbagliavo. Anche io voglio il piccolo, lo voglio con tutte le mie forze e voglio te. Non ho mai voluto null’altro che te, e…" Abbassò il capo, incapace di continuare, parlare non era mai stata una cosa facile per lui. Buffy, liberando una mano gli accarezzò il viso e lui ritrovò nuova forza. Il pensiero andò di nuovo al bambino e l’emozione lo travolse ancora "ho sentito il suo cuore battere" Lei si ritrasse velocemente, colpita da un improvviso ricordo. "Angel… ho già sentito queste parole …e quel sogno così vivido ..dio Angel. Ho sognato noi due insieme, e tu… tu eri umano… ho sentito il tuo cuore battere" Lui annuì "Non era un sogno, stavi rivivendo dei fatti accaduti realmente, di cui tu non dovresti avere alcun ricordo". Angel raccontò cosa fosse successo fra loro, e di quanto si fossero amati in quella straordinaria giornata. Passarono le successive ore a parlare, a ridere, a piangere …e a ridere ancora, ubriacandosi di emozioni che credevano di aver perso per sempre. Il futuro non faceva più paura. Qualunque cosa potesse accadere, da quel momento in poi, entrambi sapevano che l’avrebbero affrontato. Insieme.

    Avevano passato tutta la notte a parlare e si erano poi addormentati l'uno nelle braccia dell'altro stretti nel grande letto. fuori albeggiava, Angel era ormai sveglio ed ammirava quella meravigliosa creatura che dormiva al suo fianco. Le accarezzò dolcemente il viso per poi baciarla delicatamente sulla fronte quasi per paura di poterla ferire. Buffy aprì lentamente gli occhi "Scusa, non volevo svegliarti" disse Angel continuando ad accarezzarle delicatamente il viso. "è stato un risveglio piacevole... fossero tutti così..." gli disse regalandogli uno dei suoi più smaglianti sorrisi che riuscvano a riscaldarlo più di quanto potessero fare i raggi del sole, poichè gli colmavano il cuore di gioia e di amore infinito, era in quegli istanti in cui riusciva a sentirsi finalmente vivo, in cui riusciva a dimenticare quella parte di se che tanto odiava. Era per questo che l'amava, lei era la sua vita, come si può non amare la propria vita?
    Buffy si sistemò meglio nell'abbraccio di Angel cominciando ad accarezzare pigramente il suo petto. "Quando pensi di tornare a Sunnydale?". "Veramente non ci ho ancora pensato, non ho voglia di tornare, ci sono troppe cose da fare e persone da affrontare...". "lo sai, se fosse per me non ti lascierei mai andare...". Disse stringendola di più nel suo abbraccio "... Però prima o poi dovrai tornare, non puoi sfuggire in eterno". "Lo so"

    Rimasero ancora un po’ in silenzio, incapaci di sciogliere il contatto fisico, a cui entrambi si erano aggrappati, sapendo che presto avrebbero dovuto affrontare molte difficoltà. Nel silenzio di quell’alba, Angel poteva distinguere chiaramente il battito del bambino. Il suono ritmico e costante della vita, che cresceva dentro la donna che amava, aveva il potere di commuoverlo profondamente e per nulla al mondo vi avrebbe rinunciato. Ripensò alle parole di Joyce che tanto l’avevano spaventato, fino a portarlo alla decisione di lasciare Sunnydale. Adesso, ne era certo, niente e nessuno avrebbe potuto convincerlo, che il suo posto non fosse quello di stare accanto a Buffy. Ripensò alle sue stesse parole, in quella maledetta fogna, ed ora le sembravano stupide e prive di significato. Allentò l’abbraccio e ponendosi di fianco scivolò giù, poggiando la testa sul ventre di Buffy, non prima di averla scoperta, sollevando la maglietta. Poggiandovi le labbra, la sfiorò delicatamente, baciandola ripetutamente. Un infinità di piccoli baci e di carezze lievi "Ehi, piccolo! andrà tutto bene." Buffy ebbe un brivido, e sorrise mentre gli accarezzava i capelli. Con Angel accanto, il mondo sembrava meno minaccioso e solo pochi minuti prima, lui le aveva detto che non l’avrebbe lasciata sola. Era di nuovo la sua ragazza. Le carezze di Angel, la sua dolcezza, l’amore che traspariva da ogni suo gesto, le davano una forza immensa. Angel ripensò alle parole del demone Mohra, quando disse che solo insieme erano forti e potenti e l’idea che presto Buffy sarebbe ripartita, lo terrorizzava. Sollevandosi dal letto, si sedette di fronte a lei, con una nuova certezza nel cuore. "Torno a Sunnydale"

    Buffy non poteva credere alle parole che aveva appena sentito le sembrava di sognare "Come?" disse incredula, credendo di aver capito male "Torno a Sunnydale... andare via è stato lo sbaglio più grosso di tutta la mia esistenza e..." Buffy non lo lasciò finire di parlare e gli gettò le braccia al collo "grazie..." gli sussurrò all'orecchio con gli occhi ormai ricolmi di lacrime... negli ultimi mesi aveva pianto molto ma questa volta era diverso, queste erano lacrime di felicità, immensa felicità. Restarono così per qualche minuto poi si separarono "Dovremmo procurarci dei cassetti... le coppie fanno così o sbaglio?" le disse sorridendole dolcemente. "Mi sa che avremo bisogno di qualche cassetto in più... " rispose Buffy portandosi una mano sul ventre che fu subito seguita da quella di Angel "già..." disse Angel con un filo di voce appena udibile ma carico di gioia, l'avvicinò a se e cominciò a coprire il suo viso di tanti teneri baci "Angel..." "Si?..." disse tra un bacio e l'altro "...non dimenticare gli specchi" sorrise a queste sue parole "Ok, non li dimenticherò..." e riprese a baciarla come e più di prima.

    Capitolo 6

    Intanto, al primo piano, una molto irritata Cordelia infieriva contro il povero Doyle, ben sapendo però, che non era lui il destinatario della sua rabbia. "Devi andare giù, ti dico. Non è mai saggio lasciare soli quei due, non troppo a lungo almeno. Avanti, vuoi alzarti da quel divano?" e allo sguardo confuso di Doyle, rispose aggiungendo "Prima che sia troppo tardi" Doyle la guardava divertito adesso, lui si fidava di Angel e comunque sapeva che non avrebbe gradito la loro presenza "Forse stai esagerando, sono andato prima, ricordi? ed era tutto ok" Lei sbuffò spazientita "Tutto ok? oh si certo! È uscito in fretta e furia dopo la tua visione ed è tornato quasi subito, ignorando me e le mie domande e rinchiudendosi ancora nella sua tana con Buffy. Non è per nulla tutto ok, e io muoio dalla voglia di sapere cosa sta succedendo qui" Doyle aggrottò un sopraciglio e si accomodò meglio sul divano poggiando il piedi sul tavolino. "Non è che sei un po’ gelosa?" Cordelia si sedette accanto a lui e gli lanciò uno sguardo di disgusto "Gelosa io? di Buffy? ma per favore" Lo squillo improvviso del telefono salvò Doyle e lei si precipitò a rispondere "Angel investigations. Aiutiamo gli indifesi, in cosa posso… Willow?"

    I suoi occhi brillarono di malizia. Avrebbe messo sotto torchio la strega, per estorcerle qualche importante novità su Buffy, perché per Cordelia era chiaro come il sole, che fosse successo qualcosa di grosso e secondo il "Cordy-pensiero", Willow era una preda facile. "Willow, ma ciao. È una vita che non ci sentiamo" Dopo una mezz’oretta buona di tira e molla, Cordelia dovette ricredersi su Willow e dovette allontanare la cornetta dall’orecchio, sentendo il suo urlo esasperato "Cor.de.lia, vuoi passarmi Buffy, SI o NO? A.des.so!" mise giù il telefono non prima di averle detto "Ma datti una calmata, bella mia e prenditi una camomilla" Cordelia doveva sempre avere l’ultima parola pensò Doyle che la seguì nell’ascensore, sperando di non disturbare Angel, ma dovette ricredersi quando Cordelia, senza bussare, irruppe nella stanza.

    "Ma siete matti? Cosa state facendo?" - "Cordelia, Doyle, che ci fatte qui?" chiese Angel, visibilmente imbarazzato, staccandosi subito e a malincuore dalle labbra di Buffy. Fu solo un attimo, quando Cordelia, notando i disegni sparsi disordinatamente sulla scrivania, li sventolò, disgustata, sotto il naso di Angel. Era stata più veloce di lui. "E questi cosa sono?" Lo sguardo furioso di Angel la spaventò a morte e fece un passo indietro, nascondendosi dietro Doyle. "Oh mio Dio. È Angelus!" - " Cor.de.lia, met.ti giù quei fo.gli" sibilò Angel, grugnendo minacciosamente e avvicinandosi lentamente a lei. Lanciò i fogli sulla scrivania, ma caddero per terra "Rimettili al loro posto, esattamente dove gli hai trovati" lei rise quando capì che quello che aveva di fronte era solo Angel "Cordelia! non sto scherzando". Raccolse i fogli e offesa si rivolse a Buffy "Quando ti sarai rivestita, penso ti farà piacere sapere che c’è Willow al telefono e vuole parlare con te" Sollevando un sopraciglio, Buffy la guardò divertita "Sicura di non avere le visioni? Cordelia, io sono più che vestita" e mentre Doyle si contorceva dolorante per l’improvvisa visione che lo colpì "Ancora per poco" disse, mentre sorridente guardò verso Angel "Guai in arrivo?" chiese Angel ansioso "No, questa volta no"

    Buffy si alzò dal letto si avvicinò ad Angel baciandolo dolcemente sotto gli occhi indispettiti di Cordelia poi si girò verso di lei dicendole "dove posso prendere la telefonata?" sfoderando uno dei suoi più smaglianti sorrisi. Cordelia le rispose controvoglia, tutt'altro che divertita "su, nell'hall" disse indicando pigramente la porta. "Grazie, gentilissima" pronunciò queste parole con un tono di velato sarcasmo, poi si voltò verso Angel lo baciò di nuovo e gli sussurrò sulle labbra un 'torno subito' che lo fece sussultare. Non appena Buffy fu fuori dalla porta Angel chiese a Doyle "Cosa intendevi prima?" "Quando?" "Prima, quando hai detto ancora per poco... a cosa ti riferivi?" "Aaah! quello..." disse doyle sorridendo. "Non l'hai capito?". Angel ancora più confuso disse "No, non l'ho capito... potresti essere più chiaro?" "ok... mi riferivo a ciò che buffy ha detto qualche minuto fa..." "Cioè?" "Che è 'più che vestita', e io ho risposto 'ancora per poco' perchè, in effetti, tra un pò sarà tutt'altro che vestita..." "Continuo a non capire..." Cordelia si intromise nella discussione dicendo "E dai Angel!... vuoi che ti faccia un disegnino con tanto di spiegazione? Cosa vuoi che si faccia senza vestiti?!... a parte la doccia questo è certo...." "Cordelia..." "...e poi va bè c'è chi preferisce prende il sole in nudo integrale ma..." "CORDELIA!!! basta! ho capito... è solo che... è impossibile! nn può succedere" "Ecco è quello che volevo dire anch'io! è IMPOSSIBILE! Bel tenebroso vedi di tenere gli ormoni a freno perchè io nn ho voglia di combattere contro la tua metà malvagia nè tantomeno di raccogliere i cocci della tua povera anima!" disse Cordelia con il suo solito atteggiamento da prima donna. "Cordelia ma non hai niente di meglio da fare?!" "ehi che caratterino! se non mi vuoi tra i piedi basta dirlo" Gli rispose cordelia avviandosi alla porta". Angel si rivolse dinuovo a Doyle "Ne sei sicuro?" disse in un sussulto. "Ehi amico io ti ho detto ciò che ho visto e mi sembravate anche molto felici, anzi lo eravate o per meglio dire lo sarete fidati sarà così..."

    intanto di sopra Buffy era al telefono con la sua cara amica "Ciao Willow!... Si è andato tutto per il meglio...no, non so ancora quando torno... C-c-cosa?! Willow non scherzare... Davvero?! non posso crederci... vuol dire che la maledizione..."

    Si incontrarono a metà strada, per le scale. Doyle e Willow avevano detto le stesse cose, da angolazioni diverse, ma la sostanza era che… che era vero. La maledizione non era più un ostacolo, e la visione di Doyle confermava che anche le Forze dell’Essere approvavano la loro unione. Non poteva essere che così. Avevano regalato loro una nuova vita, come ricompensa al sacrificio di lui, che aveva rinunciato alla sua per salvare Buffy. Ora lui poteva essere molto di più per lei. Non solo il padre del loro bambino, ora poteva darle tutto. Lui poteva essere il suo uomo, il suo compagno, il suo amante ..poteva amarla senza timore e proprio come aveva detto Buffy anni prima, "La luce del sole non mi dona molto". Ad Angel non importava più che non potesse portala alla luce del sole, tutto ciò che voleva adesso, era stringerla fra le sue braccia ed amarla ..e questa volta era davvero per sempre. "Willow ha detto che.." - "Lo so, anche Doyle ha detto che.." Le scale sembravano infinite, parevano non avere mai fine, la distanza che li separava dal loro letto, dalla felicità, a loro pareva immensa. La prese in braccio e corse giù, ma sembrava non arrivare mai. La voleva, adesso subito ...e lei era lì, accanto a lui. Nessuno ostacolo al loro amore.. né maledizioni, né parenti ostili, né amici impiccioni. Nessuno ostacolo fra loro ..neanche i loro vestiti.

    ***********

    L’alba li trovò ancora abbracciati. Si erano amati con dolcezza, teneramente. Lui era stato delicatissimo. Non volevano certo rischiare, di mettere in pericolo la vita del loro bambino. Ogni carezza non fu che un lieve sussurro sulla sua pelle di seta. Ogni bacio una promessa di amore infinito. Ritrovare la tenerezza, l’uno fra le braccia dell’altro, fu come tornare a casa. Ora la guardava dormire. Credeva di averla persa per sempre, invece era proprio qui accanto a lui, addormentata contro il suo petto. Adesso il futuro non faceva più paura.

    Ed era proprio a questo, che Angel pensava in quel momento. Il loro futuro. Nessuno sapeva della gravidanza, esclusa Willow, nessuno era stato ancora informato. Lui pensò che non l’avrebbe lasciata sola neppure un istante. Sarebbe stato accanto a lei, per proteggerla dall’ostilità del mondo intero. Non si faceva illusioni, sapeva bene che né sua madre né gli amici di lei, avrebbero preso la notizia a cuor leggero. Quando Buffy avesse deciso che era tempo di dirlo agli altri, lui voleva essere presente. Quello non era certo un atto di cavalleria d’altri tempi, come forse avrebbe detto Cordelia, quello era amore. Solo amore. Non voleva lasciare a lei il difficile compito di informare gli altri, e soprattutto non avrebbe permesso a nessuno di ferirla, neppure con le parole. Buffy adesso aveva bisogno di tutta la serenità possibile. Il loro bambino non doveva crescere in mezzo all’ostilità e al rancore, e lui avrebbe fatto di tutto, per garantirle questo.
    Sarà meglio che il Consiglio chiami un'altra cacciatrice, pensò. Buffy non può più stare nella bocca dell'inferno. Niente più ronde, amore mio.

    Le baciò ancora e attirandola più stretta a sè, anche lui si addormentò.

    Capitolo 7

    Angel posò precipitosamente le valigie nella grande stanza della magione, non si preoccupò di dove queste finissero, visto che era corso per afferrarre Buffy, che era lì accanto a lui. Era stata lei a volere stare in quella casa, la loro prima casa.
    "Buffy - aggiunse - vieni stenditi sul letto"
    "No, sto bene, sto bene, è solo un giramento di testa."
    "Per favore" Angel aveva implorato con un filo di voce la donna che amava. Buffy comprese l'apprensione che aveva per la loro creatura, e visto l'eccezionalità dell'evento Buffy capì che doveva far di tutto perchè Angel si preoccupasse il meno possibile.
    "SI, si forse hai ragione. Sono un po' stanca per il viaggio."

    Angel l'aiuto e le chiese se voleva qualcosa prima che lui - solo lui come aveva lui ben sottolineato - si occupasse di sistemare i vestiti e fare le pulizie. Ma lei aveva già tutto quello di cui aveva bisogno.
    Angel sorrise. Capì e si soffermò a guardarle il ventre. Bacio la pancia coperta dalla stoffa. Questa era la sua redenzione.

    Angel pose un bacio sul ventre della donna. Lo avrebbe baciato e accarezzato per tutta l'eternità. Lei sorrise, gli afferrò il volto e l'attirò a sè avrebbe passato la sua vita a baciarlo. Aveva trovato l'uomo della sua vita una notte in un vicolo, ma solo ora aveva capito che aveva trovato non solo una persona, ma una famiglia, una casa e un futuro. Sarebbero stati bene, questa volta ne era certa, si sarebbero stretti e tutto il mondo non avrebbe potuto interrompere quell'amore. Era immortale. Ora il loro amore, sarebbe sopravvisuto anche dopo la loro morte, perchè loro avevano dato vita alla loro famiglia, nata dall'amore e con amore sarebbe continuata.

    ++++++++

    Buffy e Angel seduti sul divano di casa Summer osservavano i volti degli amici e della madre di Buffy, sempre con le mani unite, come per cercare supporto dall'altro.
    La sorpresa era chiara in loro, li guardavano come se avessero avuto di fronte a loro due alieni blu. Avevano detto tutto e in silenzio attendevano che qualcuno di loro parlasse o reagisse. Ma per la prima volta nessuno di loro abbietto'. I loro occhi e le mani giunte dicevano tutto.

    In quel momento capirono il loro amore.


    The End



    Edited by SilviaLivre - 8/2/2012, 15:57
     
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