Scegliere L'amore

by Giovanna

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    Scegliere L'Amore


    Autore: Giovanna
    COMMENTO: la distanza fra sogno e realtà spesso è minore di quello che pensiamo. Nel sogno la nostra mente è libera. E' il cuore che parla.
    Nella vita reale educazione, morale e logica controllano le nostre scelte e la nostre decisioni.
    A volte però è la vita stessa a diventare illogica, incontrollata, assurda come un sogno e allora ... non ci resta che sognare e ascoltare il nostro cuore.

    Capitolo 1

    Sogni e Realtà

    E' passato qualche anno da quando Sunnydale è stata distrutta. Angel, nel suo studio a Los Angeles, cerca consolazione nei sogni.

    Ciao, disturbo?"
    Il vampiro alzò lentamente lo sguardo dal libro che stava leggendo. Il suo ufficio era immerso nella penombra. Solo la luce tenue della lampada sulla scrivania contrastava le ombre. Anche l'esile figura in attesa, accanto alla porta, non sembrava altro che un'ombra uscita dal suo passato, dalla sua anima tormentata che non conosceva riposo.
    Le sorrise con triste malinconia. Era abituato a quelle visite improvvise, quanto gradite.
    Lei gli compariva spesso, nei momenti più impensati.
    A volte gli parlava, portandogli quella consolazione e quel conforto che solo lei sapeva offrirgli.
    Altre volte dalle sue morbide labbra uscivano parole dure, crudeli, ma che avevano il potere di spingerlo a non arrendersi, ad andare avanti, continuare a vivere anche quando la sua esistenza non gli sembrava altro che una lenta e oscura morte.
    Spesso però non diceva nulla. I suoi grandi occhi grigi, colmi di comprensione e di perdono, erano sufficienti a guarire le sue ferite, placare le sue angosce, anche quando il sole era alto nel cielo e il suo futuro più oscuro.
    Era trascorso più di un anno dalla distruzione di Sunnydale. Era allora che si erano incontrati l'ultima volta. Un caldo bacio di benvenuto e poi ... poche frasi scambiate con nel cuore la paura mentre la battaglia si avvicinava inesorabile. Buffy gli aveva chiesto tempo. Una strana richiesta, in un momento in cui non pareva esserci più tempo per nessuno.
    Eppure, ancora una volta, erano sopravvissuti, il mondo aveva continuato ad essere quello che era sempre stato e il tempo aveva ripreso a scorrere.
    Buffy gli era apparsa sempre bellissima, ma cresciuta, maturata. Era ormai una donna, ma conservava intatta tutta l'innocenza di un tempo.
    Con candore, e ansia nella voce, gli aveva chiesto di aspettarla. Come se lui avesse mai avuto un'altra scelta! L'avrebbe attesa per l'eternità.
    Lei avrebbe dovuto saperlo, ma ingenuamente aveva preferito chiedere, essere rassicurata, e lui le aveva offerto la certezza di cui aveva bisogno.
    Ora era entrata nello studio, esitante, come se dubitasse di avere il diritto di farlo. Lo guardava dall'altro lato della scrivania, vicina, eppure distante, illuminata dalla calda luce della lampada. In realtà sembrava essere lei ad illuminare la stanza.
    I capelli chiari, sciolti sulle spalle, il viso limpido, pulito, come quello di una bambina, il vestito estivo, piuttosto ridotto, che esaltava la pelle liscia, appena dorata dal sole, segnando le morbide curve, sembrava circondata da un'aura di vita e di calore capace di sconfiggere le ombre che regnavano in quell'ambiente austero e freddo.
    Aveva dimenticato quell'abito, che esaltava in modo discreto, quanto affascinante, la sua femminilità. Probabilmente, quello che aveva deciso di tornare a lui quella sera, era un ricordo molto lontano nel tempo.
    Lo osservava con sguardo perplesso, aggiustandosi i capelli con gesti nervosi, come se aspettasse qualcosa da lui.
    Angel decise di accontentarla. In fondo i suoi sogni erano l'unica cosa a cui tenesse veramente, tutto quello che gli restava di ciò che avrebbe potuto essere, non si sentiva quindi nè pazzo, nè in colpa ad abbandonarsi ad essi.
    "No, non disturbi. Accomodati." rispose, con un sorriso dolce, ma incapace di illuminare i suoi occhi.
    Sapeva quello che sarebbe successo. Era già accaduto molte volte, anche se in modo sempre diverso. La sua mente fuggiva dalla disperazione rifugiandosi nell'illusione, un'illusione sterile, ma che gli consentiva di non morire. Sarebbe tornato anche troppo presto alla dura realtà, ma almeno per pochi minuti poteva indulgere in quelle speranze che non si sarebbero mai realizzate.
    Seduta nella poltrona di pelle lei appariva più piccola e fragile di quanto in realtà non fosse.
    Il vampiro provò un moto di tenerezza. Avrebbe voluto alzarsi, andare da lei, stringerla al petto e assumersi tutto il peso che lei era costretta a portare. L'avrebbe fatto con gioia, ma non era ancora il momento.
    "Sono venuta perchè ... Spike è vivo." esordì Buffy in un sussurro.
    Angel non fu sorpreso dalla notizia. Non poteva esserlo. Era il suo sogno, anzi il suo peggior incubo. Spike e Buffy ... non aveva mai voluto sapere con certezza che cosa ci fosse stato fra loro. Aveva avuto troppa paura. Proprio per questo però i fantasmi di quel passato che ignorava lo avevano torturato ancora più crudelmente.
    "Lo so." si limitò a rispondere con freddezza, incapace di dar voce alle mille domande che gli si affollavano nella mente.
    "Lui ... è tornato da me. Vorrebbe che noi ..." la voce di Buffy era rotta dall'incertezza. Non lo stava più guardando. Fissava con insistenza il muro dietro di lui. Che cosa temeva di leggere nel suo sguardo? Gelosia, disprezzo oppure ... indifferenza?
    Restare impassibile gli costò un notevole sforzo. Buffy e Spike ... gli sembrava così assurdo, impossibile, privo di senso che non riusciva a ragionare lucidamente.
    "Tu che cosa vuoi, Buffy?" chiese, tentando disperatamente di cancellare dalla sua mente l'immagine di lei, abbracciata al vampiro biondo. In fondo era quello lo scopo del suo sogno. Esorcizzare le sue paure più profonde cercando speranza dove non poteva esistere.
    "Io vorrei ... un po' di pace!" esplose lei, colma di rabbia e esasperazione. "Credevo che non essendo più l'unica cacciatrice tutto sarebbe stato più facile, non sarei più stata sola, invece ... nessuno ha visto quello che io ho visto, nessuno ha affrontato i miei stessi orrori, nessuno è morto per poi ritornare. Sono ancora più sola di un anno fa. Giles, Xander e perfino Willow hanno seguito la loro strada. Sono sola e l'unico che è ancora al mio fianco ... è Spike."
    Angel corrugò la fronte. Quella notte il sogno stava prendendo una direzione inconsueta, ma lui non poteva fare altro che seguirlo. Non aveva nessun altro luogo in cui rifugiarsi.
    "Tu ... lo ami?" la domanda gli sfuggì dalle labbra prima che potesse fermarla. Se avesse riflettuto non avrebbe avuto il coraggio di pronunciarla neppure in un sogno. Era una realtà troppo incredibile e troppo crudele perchè potesse concepirla.
    "Non lo so Angel. Che cosa è l'amore?
    Se è quello che ho provato ... che provo ancora per te ... no, non lo amo. Non ho mai pianto per lui. Mi ha fatto arrabbiare, ma mai della furia cieca che ha suscitato in me, troppo spesso, il timore di averti perduto.
    Sento la sua mancanza, quando non c'è, ma non è quel dolore sordo che ti toglie anche il respiro che grazie a te ho conosciuto fin troppo bene.
    E' la paura di essere sola ... per sempre, che mi fa desiderare la sua presenza. L'idea che ci sia lui a occuparsi di me mi rassicura, il suo desiderio mi ricorda che sono una donna, stando con lui riesco a non sentire il vuoto che c'è nella mia vita.
    Forse quello che sento per te non è che un sogno, un ideale impossibile, l'illusione di un'adolescente che non sa nulla della vita. Forse l'amore vero, reale, è un'altra cosa. Un sentimento meno profondo, ma più tranquillo, che ti offre quello di cui ha bisogno perchè le ore passino e con le ore i giorni e infine gli anni fino a quando non sei troppo vecchia e stanca per desiderare ancora qualcosa."
    Angel rimase immobile a lungo, fissando l'immagine che la sua mente aveva creato per lui, perfetta in ogni dettaglio, al punto da sembrare vera, ma orribilmente diversa dalla donna il cui ricordo lui conservava gelosamente nella sua anima.
    Doveva essere veramente depresso quella notte per costringersi a vivere un sogno simile. Aveva di fronte una donna rassegnata, spenta, priva di speranza, una donna che non conosceva.
    Gli aveva chiesto tempo. Era stata una richiesta crudele. Il tempo passava lentamente, per chi non ne conosceva il significato, e per lui era scandito da fantasmi e paure.
    Quella che affrontava quella sera era però una paura nuova, che prima non l'aveva mai sfiorato, più temibile di qualsiasi rivale.
    Buffy cambiata, senza speranza, senz'altro desiderio di lottare, di vivere, capace solo di mendicare un po' di compagnia e di sicurezza, fino a quando la morte non avesse messo termine a una vita priva di significato.
    "Sei veramente decisa a rinunciare a ..." Aveva iniziato il discorso con decisione, convinto di doverla dissuadere, di doverla scuotere da quell'apatia che sembrava averla invasa, ma non trovò le parole per continuare. Non sapeva come esprimere il sentimento profondo e infinito che lo legava a lei, quel sentimento che nè la morte, nè la lontananza avevano saputo uccidere.
    "A che cosa?" gli chiese Buffy tristemente, scuotendo il capo. "A tutte le lacrime che ho versato, le notti insonni turbate da incubi senza nome, la costante paura di perdere tutto e infine la certezza di avere perso tutto? "
    "Io ti ho dato solo questo?" chiese Angel, la voce resa rauca dall'angoscia.
    "No, lo sai."Ammise Buffy, abbassando il capo nel tentativo di nascondergli l'espressione del suo viso. "Ma ... mi hai lasciato sola e io ... Spike vuole restarmi vicino, non si pone domande, non ha incertezze, sa quello che vuole. Vuole me."
    "Anch'io ti ho sempre voluto" si difese il vampiro, l'espressione del volto tesa per la sofferenza "ma ..."
    ".. ma te ne sei andato una volta, Angel" concluse Buffy per lui "e anche se tornassimo insieme potresti farlo ancora. Non sono più una ragazzina. Sono una donna. Ho delle responsabilità. Ho bisogno di avere delle certezze."
    "Non so Buffy quali certezze sono in grado di offrirti, ma di una cosa sono sicuro: Spike non è quello che cerchi, quello di cui hai bisogno. Adesso ti può sembrare così, ma pensa al futuro. Ricordi quando ti ho detto che avevo un'anima? Tu mi avevi sorpreso con tua madre fra le braccia, sul punto di morire, mi conoscevi pochissimo, tutto sembrava essere contro di me, compresa la storia assurda che ti ho raccontato, ma tu ... mi hai creduto!
    Sono diventato un mostro, ho ucciso persone che ti erano care, e tu ... mi hai perdonato!
    Sarei morto se tu non avessi offerto la tua vita per la mia!
    Questi non sono fatti unici ed eccezionali. Sono la vita. Se ora scegli Spike sarà lui in futuro a mettere alla prova la tua fiducia, chiedere il tuo perdono, aver bisogno dei tuoi sacrifici per non morire.
    Qualsiasi cosa ti leghi a lui oggi, amicizia, gratitudine, complicità, attrazione fisica credi che sarà sufficiente domani per credere il lui, contro tutte le apparenze, perdonargli qualsiasi colpa, sacrificargli la tua vita?
    Amare può fare male, è vero, ma è la sola vera sicurezza. Quando si è giovani ci si può accontentare di stare bene con una persona, trovare piacevole fare sesso con lei, ridere e scherzare insieme o semplicemente usarla per non sentirsi soli. Per restare uniti tutta la vita però ci vuole qualcosa di più. Ci vuole l'amore, l'amore che ferisce, ma che rende anche felici perchè colma per sempre, e non solo per pochi istanti, la solitudine delle nostre anime."
    Angel si sentiva esausto. Non era abituato a fare discorsi così lunghi, ma era disperato. Il suo sogno si era trasformato in un incubo.
    Buffy avrebbe dovuto confessargli il suo amore, immutato nel tempo, e correre fra le sue braccia, o almeno sorridergli, promettendogli che presto sarebbero stati di nuovo insieme.
    Era così che finivano tutti i suoi sogni, era così che dovevano finire perchè lui trovasse il coraggio di affrontare un nuovo giorno e soprattutto una nuova notte di oscurità e solitudine. Non capiva che cosa gli stava succedendo e questo lo spaventava.
    Forse era arrivata la fine, pensò con sollievo, ma anche con triste rimpianto. Se neppure il pensiero di Buffy era più in grado di sollevarlo dall'abisso oscuro della sua cupa esistenza forse non c'era più speranza per lui. Quando fosse arrivata l'alba sarebbe uscito e ... in quel momento, come sempre senza bussare, Cordelia entrò in ufficio.
    "E' presto, ma non c'è nulla da fare, quindi vado a fare un po' di compere. Rispondi al telefono se suona."
    Angel, ancora perso nei suoi pensieri di morte, sorpreso dall'irruzione improvvisa, esitò a rispondere.
    "Va bene!" replicò alla fine bruscamente, assurdamente irritato perchè l'amica aveva osato interrompere quello che era un suo sogno privato, estremamente intimo.
    "Non c'è bisogno di essere scortesi!" lo rimproverò Cordelia, giustamente risentita. "Se avessi del buon senso Buffy verresti a far compere con me, invece di perdere tempo con lui. Ma tu non ne hai mai avuto molto di buon senso, a pensarci bene!" Con quell'ultima dichiarazione, indirizzata all'amica, Cordelia uscì, sbattendo la porta.

    Angel rimase a lungo immobile a fissare lo spazio vuoto, dove poco prima era stata la brunetta, agghiacciato dalla rivelazione che lei, involontariamente, gli aveva fatto.
    "Angel ... che cosa succede?" Buffy ora lo stava guardando con preoccupazione. Evidentemente la sua espressione rivelava tutta la confusione che provava.
    "Buffy ... sei veramente qui?" nella voce del vampiro c'era stupore, ma anche una profonda paura. Quello che stava vivendo non era un sogno, destinato a dissolversi senza lasciare traccia. Buffy era veramente di fronte a lui e ... stava pensando di tornare con Spike!
    Al vampiro sembrò di cadere in una spirale di orrore. Il suo peggior incubo stava trasformandosi sotto i suoi occhi in realtà!
    "Certo che sono qui!" lo rassicurò subito lei, quasi irritata per l'assurdità della domanda. "Abbiamo parlato fino adesso. Perchè me lo chiedi?"
    "Io credevo ... pensavo ..." Buffy continuava a guardarlo con sguardo interrogativo e Angel cercò disperatamente una giustificazione per le parole che gli erano sfuggite nel caos dei suoi pensieri. Alla fine si arrese e decise che la verità era l'unica soluzione. "Mi è capitato spesso in passato di sognarti e questa sera ... pensavo che fossi un sogno."
    Gli occhi di Buffy per pochi istanti s'illuminarono. Il pensiero di essere nei sogni di lui evidentemente l'aveva colpita, ma immediatamente la sua espressione tornò ad essere fredda e distante. Sollevò le sopracciglia perplessa.
    "Sogni spesso che io voglio tornare con Spike? Non mi sembrava fossi così entusiasta di quest'idea, ma forse è proprio quello che speri per liberarti di me una volta per tutte!" replicò con ironia.
    Se fosse stato più lucido il vampiro avrebbe compreso che Buffy stava usando il sarcasmo per difendersi dalla speranza e quindi dal dolore della delusione.
    Non poteva credere che lui sognasse di lei, l'amasse ancora come un tempo, la desiderasse, perchè questo avrebbe significato sperare di nuovo in un futuro insieme, fatto di affetto, felicità e amore e sperare, quando si trattava di Angel, Buffy lo aveva imparato molto bene, significava soffrire.
    Invece in quelle parole sferzanti colse semplicemente l'accusa implicita di non averla mai amata, non abbastanza in ogni caso, e ne fu ferito. Invece di apprezzare la confidenza che le aveva fatto lei gliela aveva ritorta contro crudelmente.
    Andandosene da Sunnydale aveva abbandonato per lei la sola esistenza che conosceva, le uniche persone che nel tempo avevano imparato ad accettarlo, per affrontare l'anonimo mondo della grande città. Aveva rinunciato a essere di nuovo un uomo per poter continuare a proteggerla, anche se lei lo aveva dimenticato. Come poteva Buffy pensare che lui desiderasse liberarsi di lei, anche a costo di saperla con Spike?
    "No" rispose con decisione e una punta di amarezza "In genere faccio altri sogni. Per questo stavo iniziando a preoccuparmi."
    A Buffy sfuggì una risatina "Avrei dovuto immaginarmi che non eri completamente in te. Se lo fossi stato mi avresti risposto qualcosa tipo "Ti auguro di essere felice con lui, buona fortuna!" e poi saresti tornato al tuo libro."
    La sofferenza e la rabbia stavano gradualmente annebbiando la mente di Angel. Era questo che Buffy pensava di lui? Che fosse a tal punto indifferente e insensibile al suo destino?
    "Credi davvero che mi importi più di questo maledetto libro che di te!" esplose, alzandosi e sbattendo il grosso volume sulla scrivania.
    "Non ne sono sicura Angel. Quando ero più giovane avevo molte certezze, ora, dopo tutto quello che mi è accaduto, non sono più sicura di nulla. Sono certa che mi avresti detto qualcosa di simile, ma non so quello avresti pensato!" rispose Buffy, alzandosi anche lei, ma con il tono calmo e ragionevole di chi sa di essere nel giusto. "Forse, quando io fossi uscita da qui con il cuore in pezzi, tu avresti iniziato a meditare su come ucciderti, o qualcosa di altrettanto tragico o invece avresti semplicemente continuato a leggere. Non lo so e non so neppure se in fondo è importante per me.
    Un tempo lo sarebbe stato. Un tempo passavo ogni istante delle mie giornate a chiedermi quanto posto occupavo nel tuo cuore e nella tua mente. Ero anche disposta a soffrire purchè tu mi amassi.
    Ora ... non so se tutto questo a senso. Non ho più le energie per giocare, fingere, nascondermi dietro a qualcosa che forse è solo una illusione.
    Non so che cosa farai quando me ne sarò andata, ma ... non voglio andarmene distrutta dalla sofferenza, non posso, non riuscirei più a sopportarlo!"
    Dalla espressione del vampiro Buffy comprese di averlo ferito. Il dolore sfiorò la sua anima, ma solo per pochi istanti. Poi tornò la logica, il raziocinio e soprattutto il bisogno di avere un po' di pace dopo tanta tristezza e sofferenza.
    "Perchè deve essere sempre così difficile fra noi, Angel?" aggiunse, crollando sfiduciata sulla poltrona che aveva appena abbandonato. "Con Spike è ... tutto più facile!"
    "Non ne dubito!" esclamò, con ira repressa il vampiro. "Immagino lui sia il tuo amante ideale. Sempre presente quando ti serve, senza dubbi o incertezze. Nessun problema, nè a letto nè fuori dal letto!"
    Il riferimento al sesso a proposito di Spike strappò una smorfia a Buffy, che però Angel non vide. Le stava voltando la schiena. Uno modo come un altro per sfuggirla.
    "Sì, è così!" rispose, irritata da fatto che anche in quel momento così importante lui non osasse affrontarla. "Nessun problema. Anche se non mi crederai non si tratta solo del sesso, ma ..." iniziò a dire, ma le lacrime le impedirono di proseguire. Si alzò frettolosamente, con l'intenzione di andarsene conservando almeno il suo orgoglio, visto che non le restava altro.
    Era piena di rabbia perchè aveva fallito. Angel aveva ancora il potere di farla stare male. Probabilmente lo avrebbe sempre avuto. Doveva rassegnarsi e ... non tornare mai più. Quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.
    Non fece però in tempo a raggiungere la porta. Le forti mani di lui la afferrarono e si ritrovò stretta contro il suo grande petto.

    RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali e per situazioni non adatte ai minori di 18 anni.

    SPOILER: BtVS e ATS.

    COMMENTO : la gelosia è un sentimento terribile, capace di devastazioni immense. E' anche un sentimento inevitabile che nasce da un istinto profondo di difendere ciò che è nostro. Il solo modo di convivere con la gelosia, senza esserne distrutti, è controllarla e usarla a nostro vantaggio. Essa infatti è anche uno strumento perfetto per indicarci quello che è veramente importante per noi, ricordarci il suo valore e quanto facilmente potremmo perderlo. Saper apprezzare quello che abbiamo è la sola strada per la felicità, quindi ... cerchiamo di usare la gelosia per essere felici.

    Capitolo 2
    Gelosi per essere felici


    Non si ribellò, non cercò di divincolarsi. Si trovava esattamente dove avrebbe voluto essere, da sempre: stretta fra le sue braccia, forti e protettive.
    Lasciò le lacrime libere di scorrere, come un fiume tranquillo, lungo le sue guance. Erano le lacrime che per tanti anni aveva trattenuto, incapace di liberarle perchè con esse avrebbe liberato anche tutto il suo dolore. Amare e brucianti per lungo tempo avevano corroso la sua anima. Ora finalmente poteva lasciarle andare, farle uscire da sè, insieme al rimpianto per ciò che non era stato.
    Angel taceva. Semplicemente la stringeva contro di sè, accarezzandole ogni tanto i capelli come avrebbe fatto con una bambina. Era incredibile come sapesse dirle con i gesti le parole che le sue labbra si rifiutavano di pronunciare.
    "E' tutto così difficile!" esclamò alla fine, contro la sua maglietta umida, incapace di tenere solo per sè la frustrazione che provava.
    "Che cosa è difficile Buffy?" le chiese lui in un sussurro.
    "Tu e i tuoi silenzi, la maledizione e io ... che non sono più la stessa. Quando Spike è venuto da me sono stata tentata di dirgli subito di sì.
    Avevo cercato di prendere tempo, un anno fa, ma il suo ritorno mi ha obbligato a decidere e io ... volevo tornare da te, ho sempre voluto tornare da te. Anche quell'ultima notte a Sunnydale, quanto tu me lo hai chiesto, avrei voluto con tutta me stessa saltarti al collo e dirti che sarei stata tua per sempre, ma non sapevo come farlo. Ti ho baciato, ma poi mi sono nascosta dietro discorsi assurdi e scuse impossibili. La realtà è che il tempo è passato, sono successe tante cose e ricominciare è complicato, troppo complicato. Con Spike..."
    "... sarebbe tutto più facile." terminò lui ironicamente, con una smorfia di sofferenza sul viso.
    "Perdonami Angel, ma ... è così." concluse Buffy, staccandosi da lui, ma restandogli vicina, una mano sul petto, come se non riuscisse a interrompere quell'ultimo legame che li univa.
    "Forse Buffy se provassimo a parlare un po' sarebbe più facile anche per noi." osservò Angel, accarezzandole il volto per raccogliere l'ultima lacrima che le stava rigando il viso.
    "E' incredibile che proprio tu mi proponga di parlare!" esclamò lei, l'ironia della voce mitigata da un timido sorriso.
    "Forse sono cambiato anch'io in questi anni Buffy." fu l'enigmatica risposta del vampiro.
    "Va bene" assentì lei, guardandosi intorno. "Non qui però. Questa stanza sembra troppo un ufficio!"
    "Questa stanza è un ufficio." replicò il vampiro sorridendo. "Ci sono però altre camere." osservò, indicandole il suo alloggio.
    Non ci volle molto tempo a Buffy visitare la casa dove Angel viveva ormai da tempo. In parte la conosceva già, per le sue precedenti visite, ma tutte le camere le erano famigliari. Suppose perchè in ciascuna c'era molto dell'uomo che vi viveva, l'uomo che amava e che era sempre stato il centro di tutto il suo mondo.
    Mentre vagava da un locale all'altro, sfiorando i mobili con la punta delle dita, come se temesse di lasciare un segno, un'impronta su di essi Angel non distolse gli occhi da lei.
    I ricordi del lontano giorno, che per Buffy non era mai esistito, gli si affollavano nella mente con tutto il loro calore e la dolce malinconia di ciò che non sarebbe mai più potuto essere.
    Non si sorprese quando lei si fermò nella camera da letto dove avevano trascorso tante ore di passione, ma anche di tenerezza, dove per un tempo troppo breve avevano visto i loro sogni realizzarsi.
    "Ti dispiace se restiamo qui." Buffy voltava le spalle al letto, imbarazzata. Era lo stesso imbarazzo, Angel ricordò, che le aveva letto sul volto quando, ragazzina innocente, si era avvicinata troppo con incosciente ingenuità al mistero dell'amore, che la attirava inesorabilmente, ma che le faceva anche paura. Il vampiro, scrutandola in volto, provò la stessa meraviglia o la stessa tenerezza di allora.
    "No, è la stanza che preferisco." la rassicurò con disinvoltura, come se avesse fatto una scelta scontata.
    Buffy sospirò lievemente, sollevata dal fatto che lui non avesse frainteso, rispondendole con qualche battuta maliziosa.
    Aveva scelto quella stanza perchè l'aveva trovata più intima e rassicurante delle altre, ma la sua decisione avrebbe potuto facilmente essere male interpretata. Lui però era Angel, ricordò a se stessa, il suo vampiro con un'anima, dotato di mille difetti, ma anche con l'infallibile capacità di comprenderla. Una morsa le strinse lo stomaco.
    Non sapeva quella notte se desiderare che lui la comprendesse oppure che non la comprendesse affatto.
    Intanto Angel con naturalezza si era tolto le scarpe e la osservava, seduto sul letto, la schiena appoggiata ai cuscini, in attesa.
    Buffy si guardò in torno e notò, con un doloroso senso di panico, che non c'erano nè sedie nè poltrone. Questo non l'aveva calcolato.
    Si sentì perduta. Non poteva stendersi accanto a lui, sul suo letto e semplicemente parlare, sentendolo così vicino e nello stesso tempo così lontano.
    Era assurdo. Alla fine i loro corpi si sarebbero sfiorati. Avrebbe sentito di nuovo la pelle fresca di lui contro la sua, e ...... con un acuto senso di rimpianto ricordò le lunghe ore che avevano trascorso, in passato, distesi uno fra le braccia dell'altro, a discutere su come salvare il mondo oppure sul nuovo paio di scarpe che si sarebbe comprata.
    Separati, prima dall'innocenza di lei e poi dalla maledizione di lui, avevano trovato ugualmente il modo di restare vicini, uniti, anche nei lunghi silenzi che scorrevano fra loro.
    Spesso il desiderio reciproco li aveva tormentati, ma era stato un dolce tormento. Sovente però c'era stata solo l'innocente gioia di godere della presenza uno dell'altra.
    Evidentemente Angel aveva conservato il candore di allora, ma lei no e non ne era fiera. Vergognandosi per quello che era diventata si avvicinò al letto e si stese al suo fianco.
    Lui, dopo un istante di esitazione, la abbracciò, esattamente come avrebbe fatto un tempo.
    Buffy si chiese se l'alba li avrebbe trovati ancora abbracciati, oppure divisi da un abisso che nulla avrebbe potuto colmare.
    Angel la sentiva rigida contro di sè, come se non si sentisse a suo agio. Probabilmente aveva fatto un errore, supponendo che nulla fosse cambiato. Non voleva imporle la sua presenza e neppure il suo tocco.
    "Buffy io ... non sto cercando di ..." iniziò impacciato. Si interruppe subito però, rendendosi conto che quello che avrebbe voluto dirle non era del tutto vero.
    In effetti stava cercando proprio di ricondurla da lui, il più lontano possibile da Spike e da tutto quello che il vampiro biondo rappresentava, ma non aveva certamente intenzione di farlo seducendola.
    Non dovette comunque completare la frase. Buffy si stava gradualmente rilassando.
    "Lo so. Va bene." lo rassicurò, cercando, con piccoli movimenti, una posizione più comoda.
    Il vampiro provò un moto di tenerezza alla sensazione famigliare del corpo di lei che si assestava contro il suo.
    Buffy lo abbracciò, posando il capo sul suo petto e il vampiro sospirò di sollievo. In fondo non era stato un errore. Buffy era meno cambiata di quanto lei stessa credeva.

    "Non so da dove incominciare." esordì lei con candore, dopo lunghi istanti di silenzio. "Tu ... come stai? Non te lo ho neppure chiesto prima." continuò in tono di scusa.
    "Dipende" rispose vagamente il vampiro. Buffy tornò ad irrigidirsi contro di lui.
    Il vampiro si rese conto che stava cadendo nel suo solito errore di non voler scoprirsi, manifestare quello che veramente provava. Era stato lui a proporre a Buffy di parlare, mettendo a nudo le proprie anime. Ora doveva fare la sua parte oppure lei sarebbe tornata da Spike ... per sempre.
    Lo sguardo fisso nel vuoto iniziò a parlare, dando voce ai suoi sentimenti più profondi.
    "Ci sono notti in cui sono impegnato a combattere, e allora il tempo scorre più in fretta. Aiuto le persone, ma non solo come facevo una volta. Li tolgo dai guai, salvo loro la vita, ma ... li guardo anche negli occhi, li ascolto, cerco di capire i loro problemi, le loro paure.
    A volte è difficile perchè il loro problema, la loro paura ... sono io. Vedo il mostro che è in me nei loro occhi terrorizzati, li ascolto descrivere con angoscia incubi che mi somigliano.
    Certo non sono io a perseguitarli. E' un altro vampiro o un'altra creatura uscita dagli inferi, ma ... spesso la differenza e sottile, troppo sottile."
    "La differenza è enorme!" replicò subito Buffy con convinzione "Tu hai la tua anima! Soffri, piangi e hai paura esattamente come loro e come un qualsiasi vampiro non potrà mai fare!"
    "Hai ragione." ammise Angel con un sorriso triste, "... ma ... tu non sei più vicino a me per ricordarmelo. I miei nuovi amici fanno del loro meglio, ma non è la stessa cosa. Solo l'idea che tu mi hai amato a volte riesce a ... aiutami."
    "Per questo sogni di me?" domandò Buffy con un sussurro.
    "Sì" confessò Angel, con un sorriso di autoironia. "Spero che non ti dispiaccia perchè .. è un'abitudine di cui non riuscirei a fare a meno ... neppure se tu me lo chiedessi."
    Buffy tacque e seguirono lunghi minuti di silenzio, ma non c'era più tensione fra loro, solo la semplice attesa che il groviglio delle loro anime si allentasse abbastanza da rendere i pensieri più chiari, lineari fino ad essere traducibili in parole.
    L'idea che Angel la sognasse turbava Buffy. Si sentiva responsabile di quei sogni, come se ne fosse partecipe e questo le dava un senso di calore, che da tempo aveva dimenticato.
    Nello stesso momento però aveva anche paura dell'altra se stessa che viveva nella mente di Angel. Temeva, anzi era sicura, di non essere alla sua altezza. Ne era gelosa, come se fosse una rivale, una rivale che lui amava, cercava nelle difficoltà e che riusciva a dargli quello di cui aveva bisogno. Una rivale con cui non avrebbe mai potuto competere. Buffy non aveva dubbi su quale delle due Angel avrebbe scelto se lei gli avesse detto tutta la verità su se stessa.
    "Come mi sogni?" trovò alla fine il coraggio di chiedere.
    Angel tentò di sfuggire alla domanda. "I sogni sono qualcosa di molto personale Buffy e in fondo ... sono solo sogni. Non credo abbia importanza."
    "Per me ha importanza!" insistette caparbiamente lei, decisa a combattere, anche se sapeva che non avrebbe potuto vincere. La gelosia aveva cancellato dalla sua mente il pensiero di Spike.
    Quando era arrivata era davvero disposta a lasciare per sempre Angel, per trascorrere il resto della sua esistenza con il vampiro biondo, pur di non soffrire più e non essere più sola.
    L'idea di Angel che si trastullava con un'altra, anche se era un'altra se stessa, priva di ogni consistenza e sostanza, non riusciva però ad accettarla. Era assurdo e illogico da parte sua, ma Angel apparteneva solo a lei e a nessun'altra!
    Il vampiro era perplesso e un po' infastidito. Non comprendeva l'interesse di Buffy per i suoi sogni. Ormai sapeva di esserne l'oggetto e questo avrebbe dovuto bastare a gratificare il suo amor proprio. Avrebbe anche dovuto essere sufficiente a rassicurarla su quanto provava lui per lei, ma evidentemente non era abbastanza.
    Con un sospiro di rassegnazione decise di accontentarla, almeno in parte.
    "Ti sogno come eri, come ti ricordo." rispose brevemente "A volte mi parli, altre volte taci. A volte ... mi dimostri il tuo amore. In ogni caso mi trasmetti la forza e il coraggio di cui ho bisogno per andare avanti. Poi il sogno finisce e io ... proseguo per la mia strada."
    "Io non sono più come tu mi ricordi." gli sussurrò Buffy tristemente.
    "Lo so." rispose pacatamente il vampiro. "Sei cresciuta, sei una donna, ma io credo, anzi spero, che alcune cose in te non siano cambiate e non cambieranno mai."
    Buffy avrebbe voluto replicare, ma non ebbe il coraggio di disilluderlo. Sarebbe accaduto comunque prima o poi, ma in quel momento ... stava troppo bene fra le sue braccia. Non era ancora pronta ad andarsene.
    "Tu sei cambiato?" più che una domanda sembrava un'affermazione. Era un tentativo di cambiare discorso, di posticipare il momento in cui avrebbe rivelato al suo primo amore quanto fosse cambiata. Forse non sarebbe mai stata pronta a farlo, pensò tristemente. Sarebbe semplicemente arrivata l'alba, e lei, con un sorriso di circostanza sul volto e la morte nel cuore se ne sarebbe andata. La loro storia si sarebbe conclusa quella notte.
    "In parte credo di esserlo." rispose ambiguamente Angel. Buffy intuì che c'era qualcosa che anche lui era reticente a dirle.
    Improvvisamente si sentì impaziente, ansiosa di sapere che cosa era accaduto nella vita del vampiro mentre lei era lontana.
    Una profonda e oscura paura però la indusse a tacere, a non chiedere chiarimenti. Un'ombra pesava sul cuore di Angel e lei non era certa di riuscire a sostenerne il peso.
    "In questi anni mi sono aperto un po' agli altri, al mondo. Mi sono fatto degli amici e ... dei nemici. Io ... ho incontrato Darla."
    A sentire quel nome Buffy non si soffermò a riflettere sul fatto che la vampira era morta sotto i suoi occhi molti anni prima. Si sentì semplicemente invasa da un odio profondo e devastante.
    Era stata lei l'artefice della rovina di Angel. Lo aveva privato della vita, era stata il suo demone corruttore.
    Da lei Angelus aveva tratto gli insegnamenti e l'ispirazione che ne aveva fatto il mostro che era stato, ma soprattutto, lei lo aveva sedotto, rendendolo suo schiavo fino al giorno in cui Angel, per salvare la vita alla Cacciatrice di cui si era innamorato non la aveva uccisa.
    Buffy aveva sempre conservato dentro di sè il dubbio che Angel rimpiangesse, almeno in parte, l'atto che aveva compiuto quel giorno. Probabilmente se avesse potuto salvarla senza uccidere Darla lo avrebbe fatto e la vampira ... non sarebbe mai morta. In ogni caso era ritornata.
    "Ha tentato di sedurmi, per ricondurmi a lei." continuò Angel, come se improvvisamente sentisse il bisogno di confidarsi, condividere con lei i momenti terribili che aveva vissuto. "Alla fine l'ho sconfitta, ma prima ... una parte di me avrebbe voluto seguirla. Noi ... siamo stati insieme. Ci sono state delle conseguenze, che non sempre ho saputo affrontare come avrei dovuto. Ora è tutto finito, ma ... resta quello che ho fatto, nel bene e nel male."
    Buffy si sentì infantile e immatura, ma l'immagine che continuava ad apparirle davanti agli occhi era Angel, il suo Angel, a letto fra le braccia di colei che aveva significato così tanto per lui. il fatto che avessero fatto sesso probabilmente era il problema minore. Si sarebbe dovuta preoccupare di quello che quel mostro lo aveva indotto a fare, fino a che punto era riuscita a corrompere la sua anima. Invece ... si sentiva come una ragazzina tradita, incapace di pensare ad altro se non al tradimento subito.
    "Tu ... lo hai fatto con lei?" chiese, sentendosi incommensurabilmente sciocca.
    "Sì" le confermò Angel, senza apparire stupito da quella domanda. Con sollievo e sorpresa Buffy intuì che anche per il vampiro il fatto di essersi lasciato sedurre fisicamente era qualcosa di più grave di quello che appariva. "Era molto tempo che io non ... l'avevo fatto con te, ed era stato meraviglioso. Poi non c'è stata più nessun altra. Non è stata la maledizione a fermarmi, ma il fatto che io non volevo altre donne. Desideravo solo te. Volevo riprovare il calore, la tenerezza, la felicità che avevo provato fra le tue braccia. Nessun'altra avrebbe potuto darmi altrettanto.
    Quando è accaduto con lei non ero completamente cosciente. Lei sue mani sul mio corpo mi eccitavano, ma nello stesso tempo mi suscitavano orrore. Il loro tocco non era il tuo. Lei era fredda e il suo gelo mi penetrava nell'anima. Non riuscivo però a ribellarmi e allontanarla da me. Lei ha violato quello che avevo imparato a considerare fra le tue braccia la parte più intima e preziosa di me fino a quando ..."
    "Che cosa è successo?" domandò Buffy, impaziente di sapere fino a che punto il solo uomo che avesse mai amato si fosse lasciato irretire dalla rivale.
    " ... ho trovato il modo di sfuggirle." terminò la frase Angel, di nuovo sicuro di se stesso. "Non avevo altra possibilità per difendermi. Aveva reso succube il mio corpo, ma ero ancora padrone della mia mente e ho iniziato a pensare a te. Ho immaginato che fossi tu fra le mie braccia che facevo gemere di piacere. Ed è stato in quel momento che ... ho raggiunto l'estasi."
    "Non hai perso la tua anima, vero?" In realtà Buffy conosceva già la risposta, ma voleva sentirla da lui. Sapeva che Darla non avrebbe mai potuto farlo felice, ma le era di consolazione averne la conferma da lui.
    "No." la accontentò subito Angel con un sospiro "Quello che è accaduto con Darla non aveva nulla a che fare con la felicità."
    Insieme al sollievo per le parole pronunciate dal vampiro Buffy provò il bisogno di lenire la sua sofferenza per l'umiliazione che aveva subito. Si strinse più stretta a lui, facendo aderire il loro corpi, nel tentativo di fargli sentire il suo calore e con esso la profondità dei sentimenti che provava per lui. Con sua sorpresa fu Angel questa volta a irrigidirsi.
    "Buffy ..." mormorò sottovoce, come se pronunciasse una preghiera.
    Buffy sentì una stretta al cuore e attese. Arrivò sottile e implacabile, invadendole l'anima. Era il consueto dolore che conosceva tanto bene, per averlo a lungo provato. La frustrazione, la rabbia impotente e l'atroce senso di mancanza scatenati della consapevolezza che esistevano limiti che con Angel non avrebbe mai potuto superare. Era una condanna innaturale e ingiusta, ma contro la quale non esisteva appello.
    "Non intendevo ..." cercò di spiegare al compagno, scostandosi leggermente da lui "Non sono certo venuta a Los Angeles per questo e in ogni caso ... c'è la maledizione. La fine del mondo è un ottimo argomento a favore dell'astinenza, per quanto ci riguarda."
    "In effetti ... lo era." commentò il vampiro, sempre a bassa voce. "Ma adesso non ci farei troppo conto al tuo posto."
    "Che cosa intendi dire?" chiese Buffy sorpresa, appoggiandosi al suo petto per sollevarsi e guardarlo in volto. Il vampiro evitò il suo sguardo.
    "Non esiste più." rispose enigmaticamente.
    "Cosa non esiste più?" ripeté Buffy, sconcertata dalla sua reticenza.
    "La maledizione." Spiegò il vampiro con un notevole sforzo. "Qualche tempo fa sono successe delle cose per cui ... mi è stata tolta ... la clausola sulla felicità ... non l'anima."
    "Quindi ... puoi essere felice?" esplose Buffy, ancora incredula.
    "Se ci riesco!" esclamò il vampiro con una nota di triste ironia. "Fino ad ora non ho avuto molto successo in proposito."
    Buffy tacque alcuni istanti, come se le occorresse tempo per assimilare la notizia. Poi i grandi occhi grigi si spalancarono e iniziarono a lampeggiare minacciosamente.
    "Qualche tempo fa hai detto? Ho capito bene?" esplose in tono tagliente. "Quanto tempo fa esattamente?"
    "Circa sei mesi." confessò Angel, incerto sull'effetto della sua risposta.
    Buffy scattò a sedere allontanandosi da lui.
    "Sei mesi! Sono passati sei mesi e tu ... non me lo hai detto! Sapevi dove trovarmi. Ti sarebbe bastata una telefonata. Ormai viviamo anche nella stessa città. Avresti potuto ... noi avremmo potuto ... e tu non mi hai neppure chiamato!" La sua voce era colma di rabbia e di incomprensione.
    Inizialmente Angel avrebbe voluto scusarsi. Detestava vedere Buffy arrabbiata con lui, ma poi l'ira prese il sopravvento anche su di lui.
    Quei lunghi mesi che aveva trascorso a torturarsi fra speranze impossibili, illusioni e paura di atroci delusioni gli gravavano sull'anima come macigni da troppo tempo. Buffy non aveva il diritto di aggiungere anche la sua ira al dolore che già provava per essere quello che era.
    "Sei stata tu a chiedermi tempo, un anno fa, parlarmi di biscotti e del tuo bisogno di scoprire quello che volevi dalla vita. Possiamo far l'amore adesso, è vero, ma io sono ancora un vampiro con l'anima. Questo non è cambiato e non cambierà mai.
    Trascorrere una sola notte con te non mi sarebbe bastato. Avrebbe reso solo tutto più doloroso. Lo so perchè ..." stava per dire "L'ho già provato!", ma si trattenne in tempo. "... non funziona così fra noi." si corresse velocemente.
    Buffy aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse senza dire nulla. Stancamente tornò a stendersi contro di lui. "Hai ragione. Una notte insieme sarebbe servita solo a rendere più difficile starti lontana, ma ... poter fare l'amore se lo desideriamo è comunque qualcosa di meraviglioso."
    "Lo è, se ... tutte e due lo vogliamo, per sempre, insieme a tutti i problemi che comporterebbe tornare ad essere una coppia. Ma tu ... mi pare che abbia trovato quello che cercavi, almeno a letto, con Spike."
    Quella di Angel era indubbiamente un'accusa, da parte di un uomo che si sentiva tradito. Buffy ne rimase ferita, ma non sorpresa.
    La gelosia era qualcosa che si era aspettata da Angel. Anzi, il suo timore più grande era stato di non trovarla e scoprire al suo posto un'assoluta indifferenza. Era quasi sollevata dal fatto che il vampiro avesse sollevato l'argomento senza nasconderle i suoi reali sentimenti.
    Non sarebbe stata la gelosia di Angel per il suo passato a separarli. Non era quello il demone che aveva a tal punto paura di affrontare da essere disposta a rinunciare al solo, grande amore della sua vita.
    Con un sospiro di rassegnazione cercò di mettere ordine nei propri pensieri per poter difendersi e nello stesso tempo scusare, come era giusto che facesse.
    "Ti ricordo, Angel, che sei stato tu a lasciarmi, dicendomi di cercarmi qualcun altro!" replicò, con più durezza di quanto avrebbe voluto.
    "Intendevo un altro ... umano ... non certo Spike!" obiettò immediatamente il vampiro con ostinazione.
    "Per quanto riguarda gli umani non mi sembra che tu avessi molta simpatia per Riley, anche se lo era. Quanto a Spike lui era ... lì, quando ne avevo bisogno." ammise Buffy con un sospiro. Angel tacque per lunghi istanti, poi ammise la sua sconfitta.
    "Effettivamente non credo sarei mai riuscito a trovare simpatico chiunque dormisse nel tuo letto. Tu ... ho sempre continuato a considerarti la mia ragazza e gli altri ... prendevano quello che sarebbe spettato a me di diritto. Potevo sopportare la loro esistenza, perchè speravo che ti avrebbero la dato la vita normale e felice che meritavi, ma chiedere che mi piacessero anche ... era troppo!
    Spike è però un'altra storia. Lui non avrebbe mai potuto darti una vita serena, dei figli ... insomma quello che vogliono tutte le ragazze. Lui poteva soltanto ... portarti a letto e basta!
    Se avevi tanto bisogno di un amante avresti potuto cercarti qualcun altro, senza un demone e canini appuntiti! Mi chiedo quante volte tu abbia rischiato la vita dormendo con lui!"
    Buffy alzò gli occhi al cielo esasperata. Angel non voleva proprio capire e quando si impegnava riusciva ad essere un incredibile.

    RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali e per situazioni non adatte ai minori di 18 anni.

    SPOILER: BtVS e ATS.

    COMMENTO :l'amore è la nostra unica certezza, ma è anche un sentimento profondo, che tocca la nostra anima come nessun altro. Per amare bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco e accettare il rischio di perdere, soffrire, essere delusi. E' una scelta difficile e impegnativa, qualunque sia l'oggetto del nostro amore. La vita purtroppo è così: tutto quello che vale veramente costa molto, l'importante ed essere disposti a pagarne il prezzo.

    Capitolo 3
    Scelte difficili


    "Non ho mai corso seriamente nessun rischio!" si difese Buffy, con una punta di esasperazione nella voce. "Non a causa di Spike in ogni caso." Si corresse dopo qualche secondo. " Non sono una pazza incosciente e lui aveva il microcip. A parte questo ti ricordo che ero anche la Cacciatrice, una Cacciatrice morta e resuscitata. Non erano molte le persone a quell'epoca in grado di capirmi e sopportarmi, per non parlare del tipo di vita che erto costretta a condurre, fra la caccia e tutto il resto!" Buffy s'interruppe.
    Quello che aveva detto avrebbe dovuto essere sufficiente a spiegare come mai si era trovata fra le braccia di Spike, ma voleva essere onesta con Angel. C'erano motivi più profondi e complessi che l'avevano spinta fra le braccia del vampiro biondo, motivi che lei stessa trovava difficile accettare, ma non per questo meno autentici.
    "Inoltre lui ..." continuò esitando "aveva qualcosa che mi ricordava te." Angel aggrottò la fronte, mentre i suoi occhi si oscuravano. "Che cosa? I denti?" chiese con evidente sarcasmo, irritato e offeso per quel confronto.
    Una parte di lui era però anche preoccupata. Non osava pensare alla possibilità di aver, suo malgrado, corrotto Buffy. Era stato il suo primo ragazzo, la sua prima relazione importante, ma soprattutto il suo primo amante. L'idea che Buffy, a causa dell'esperienza in giovane età con lui, avesse imparato ad identificare amante con vampiro gli faceva orrore.
    Buffy scosse il capo vigorosamente, come se gli stesse leggendo nella mente, negando tutto quello che quella domanda assurda implicava.
    "Tentavo disperatamente di dimenticare il fatto che era un vampiro. Non possedeva neppure un'anima, allora, a cui potessi appellarmi. Ma aveva certi modi di fare, di parlare, alcune espressioni del viso incredibilmente simili alle tue, anche se siete molto diversi. Forse dipendeva dal fatto che anche lui aveva più di un secolo di vita ... trascorsa in gran parte con te." Concluse sottovoce.
    Sapeva che esisteva un legame più profondo di quanto appariva fra Angel, Spike e Drusilla, ma era qualcosa che apparteneva al passato di Angel e di cui lui non le aveva mai parlato diffusamente. Sentendosi insicura sul quel terreno sconosciuto, e probabilmente pericoloso, preferì non aggiungere altro. Probabilmente non era necessario.
    Angel sospirò piano, ma non disse nulla. Spike era una sua creatura, esattamente come Drusilla. Era stato a lungo il loro Sire, proprio nella fase più critica per un vampiro: l'inizio della nuova esistenza. Era inevitabile che avesse trasmesso ad entrambi parte di se stesso. Drusilla aveva ricevuto il suo gusto per l'eleganza e la bellezza e il suo talento per le arti occulte. Spike le sue doti di predatore e la sua megalomania. Entrambi avevano però anche ereditato qualcosa di più sottile e impalpabile, insieme con il suo sangue, qualcosa che Buffy aveva percepito.
    "Non l'ho mai amato come ... amo te," gli confessò infine Buffy, dopo lunghi istanti di silenzio, sollevata dalla sua inconsapevole espressione di comprensione. "ma ... quando avevo bisogno di lui, quando mi sentivo sola, quando mi sembrava che il mondo mi crollasse addosso lui era vicino a me.
    Diceva di amarmi.
    Non so se il suo fosse amore. Forse anche lui era alla patetica ricerca di qualcuno con cui condividere un'esistenza di solitudine.
    Quello di cui sono certa è che non ho mai passato notti insonni pensando a lui, chiedendomi quando l'avrei rivisto, torturata dalla paura che non ci fosse un futuro per noi. Non c'era sofferenza nel nostro rapporto, almeno da parte mia, perchè sapevo che avrei sempre potuto fare a meno di lui e andare avanti.
    Per questo l'idea di accettare la sua proposta mi ha tentato. Con lui, qualsiasi cosa accada, so che non soffrirò."
    "Però sei venuta qui a dirmelo." Osservò Angel, con un mezzo sorriso di trionfo.
    "E' vero." ammise Buffy, la voce incrinata dalla stanchezza e dallo sconforto. "Sono venuta perchè mi sembrava giusto farlo e forse anche perchè, nonostante tutto, dentro di me c'era ancora la vaga speranza di una possibilità per noi due, ma ... mi sto accorgendo che avevo ragione. E' sempre difficile fra noi.
    La ragazza dei tuoi sogni è cresciuta ed è cambiata, più di quanto tu non credi e ora soffro perchè ho paura che tu ... sei come una droga per me Angel!
    Mi ero riproposta di farla finita, di dimenticare, di non sentire più quel dolore sordo che ora mi sta tormentando e invece ... mi hai di nuovo attratta nella tua rete e io non riesco a liberarmi."
    Il sorriso si spense sul volto del vampiro. I caldi occhi marrone si oscurarono e la sua espressione divenne fredda e distante.
    "Sei libera di andartene quando vuoi." mormorò, liberando Buffy dalla sua stretta. Buffy però non si mosse.
    Il pavimento tremava, i muri si sgretolavano, le macerie di tutti i suoi sogni, le sue speranze crollavano intorno a lei.
    Aveva vissuto, si era innamorata, in una notte piovosa aveva raggiunto il culmine della felicità e poi ... era giunta la sofferenza, a volte crudele, a volte dolce. Perfino quando aveva creduto che tutto fosse finito un'esile speranza aveva continuato a vivere dentro di lei. Los Angeles non era poi così lontana. Infine era giunta la morte. Era stata lei a sceglierla. Il suo era stato un duro sacrificio. C'era molto che amava nel mondo che avrebbe lasciato. Eppure lo aveva fatto, sicura di essere nel giusto.
    Non avrebbe mai dovuto tornare. Non avrebbero dovuta richiamarla in dietro ... alla sofferenza, la solitudine. Invece lo avevano fatto e lei ... si sentiva vuota e arida, incapace di ritrovare il suo percorso.
    Non aveva più sogni da realizzare. Los Angeles le pareva irraggiungibile. Il suo cuore non provava più nulla, non sarebbe mai stato più in grado di provare nulla.
    La sola cosa reale, vicina, che poteva toccare era il suo nemico, il male che aveva sempre combattuto, colui che aveva cercato più volte di uccidere. Lui era il vuoto, lui era il nulla. Nulla la legava a lui. Non c'erano idee, progetti, parole fra loro. Solo i loro corpi, resi entrambi freddi dalla morte.
    Forse lui la avrebbe uccisa, restituendole l'oblio che tanto desiderava e lui ... la uccise, premendo le labbra fredde contro le sue, sottraendole il respiro che era la sua vita, la dignità della quale non riusciva più a sopportare il peso.
    Sentì il muro ruvido contro la schiena e poi ... il tanto agognato nulla.

    "Non posso andarmene." gemette alla fine. "Non voglio, anche se forse dovrei farlo."
    Angel tornò ad abbracciarla. Con gesti lenti e gentili le accarezzò il capo, maledicendo se stesso per non essere in grado di dare alla donna che amava la felicità che meritava.
    "Perchè dici che sei cambiata più di quanto io credo?" le domandò, quando lei si mosse per avvicinarsi di più a lui.
    "Non sono certa di ... riuscire a dirtelo." mormorò Buffy in tono di scusa.
    "Avevamo detto che avremmo parlato per rendere le cose più facili. Io l'ho fatto. Ora ... tocca a te." le sussurrò il vampiro sfiorandole il collo con la punta delle dita.
    Buffy colse l'implicito messaggio e ne fu commossa. "Mi hai affidato tante volte la tua vita, hai creduto in me e nel fatto che non ti avrei mai fatto del male. Potrai fidarti sempre, perchè ti amo."
    Faticosamente trovò il coraggio di iniziare a parlare, anche se il desiderio di fuggire diventava ogni istante più forte dentro di lei.
    "Che cosa sai esattamente di me e Spike?" domandò, più per guadagnare tempo che per avere una risposta.
    Sapeva benissimo che Angel doveva ignorare molte cose, perchè solo lei e Spike ne erano al corrente e Spike ... non avrebbe mai avuto il coraggio di raccontare certi dettagli della loro storia a Angel. In ogni caso, anche se lo avesse fatto non sarebbe stato creduto.
    "Non molto. Non ho voluto fare domande e Willow ... non era affatto ansiosa di raccontarmi i particolari. Credo me lo abbia detto solo perchè non lo sapessi accidentalmente da altri o per non costringere te a farlo.
    So che c'è stato qualcosa fra voi ... oltre alle parole, ma che ci hai ripensato. Nonostante Spike abbia avuto di nuovo la sua anima, mi piacerebbe sapere come, vi siete allontanati e la storia è finita, potrei aggiungere: per fortuna, ma forse tu non saresti dello stesso parere."
    "In sintesi è quello che è successo, ma ... non è tutto." Buffy si interruppe.
    Si chiese che cosa avrebbe fatto Angel se lei a quel punto se ne fosse andata. Probabilmente non la avrebbe più cercata, per timore di trovarla fra le braccia di Spike.
    Con un lieve sospiro riprese a parlare. In fondo, ormai, non aveva più nulla da perdere se non ... ricordi tanto lontani da sembrare sogni.
    "innanzitutto è stata una fortuna anche per me che sia finita. Ero appena tornata ... dall'aldilà. Non lo dico per giustificarmi, ma ... è stato un momento molto difficile." iniziò titubante, fissando il muro con ostinazione, timorosa di quello che avrebbe potuto leggere sul viso di lui.
    Era normale che Buffy fosse reticente a parlare di quel periodo oscuro della sua vita. Angel percepiva dalla tensione del suo corpo e dal tremore della sua voce lo sforzo che stava sostenendo. Avrebbe voluto risparmiarglielo e risparmiare a se stesso la tortura di vivere con lei i momenti che aveva diviso con Spike.
    Sarebbe bastato dirle che non aveva più importanza, era il passato e che quello che contava era il futuro, ma Buffy non era mai stata una persona superficiale. Quello che era accaduto durante quell'anno l'aveva segnata e quei segni erano un ostacolo fra loro, un ostacolo che dovevano almeno tentare di superare. Quindi doveva ascoltarla, qualsiasi cosa lei avesse deciso di dirgli.
    "Ti capisco." le sussurrò, nel tentativo di infonderle coraggio. La comprendeva davvero.
    Era tornato dall'Inferno e gli incubi di quello che aveva subito lo perseguitavano ancora, a distanza di anni. Era stata Buffy a salvarlo, a ricondurlo nel mondo, con pazienza e sacrificio.
    Per lei, essere strappata al Paradiso doveva essere stato ancora più difficile. Il vampiro sapeva bene che non c'è dolore più inconsolabile del rimpianto. Inoltre quando era tornata lui non c'era. Era sola.
    Non poteva biasimarla se si era appoggiata all'unico sostegno disponibile.
    Non riusciva a comprendere come Spike fosse stato un grado di aiutarla, ma l'aveva fatto, in qualche modo. In fondo avrebbe dovuto essergli grato, per quanto quel pensiero lo facesse ribollire di ira repressa.
    "Durante quell'anno Spike mi ha aiutata ... a modo suo." continuò Buffy con voce atona "Ho toccato il fondo fino a quando non sono stata costretta a risalire, almeno abbastanza da continuare a vivere, nel mondo reale, di tutti i giorni, ma ... non sono fiera di quello che ho fatto per arrivare a quel risultato. Ho perso me stessa e da allora ... non sono più riuscita a capire chi sono e soprattutto chi vorrei essere.
    Ho lasciato Spike appena mi sono resa conto di dove mi aveva condotto, ma era già troppo tardi. Dopo ... non sono più riuscita, non ho più potuto ... prendere una qualsiasi decisione perchè ormai mi ero persa.
    Spike è cambiato, ha avuto di nuovo la sua anima e continuava a professarmi il suo amore. Tu sei tornato e finalmente avevi cambiato idea, avresti voluto un futuro con me, ma io ... non potevo accettare, non avevo più sicurezze, non sapevo quello che volevo e forse ... non lo so neppure adesso. Quello di cui sono certa è che non voglio, anzi non posso, restare sola tutta la vita, come ho fatto durante questi ultimi anni e mettermi con Spike ... sarebbe più facile."
    Buffy si interruppe, ma Angel non se ne accorse quasi. Stava riflettendo, chiedendosi che cosa poteva aver scosso la sicurezza di Buffy fino a quel punto. Spike era ... Spike, ma c'era un limite a quello che aveva potuto costringerla a fare ... almeno era questo che lui credeva.
    "Perchè continui a ripeterlo Buffy?" chiese sottovoce.
    "Che cosa?" rispose lei, genuinamente perplessa.
    "Che stare con Spike sarebbe facile, mentre con me ..." rispose Angel, curioso, ma anche infastidito dal fatto che Spike avesse un così grande vantaggio su di lui.
    "Spike mi conosce. O almeno sa che cosa io ... posso essere. Tu ... a volte penso che tu ami una Buffy che esiste solo nella tua mente, una Buffy che io non sono più, o forse ... non sono mai stata. Ma soprattutto Spike non ha il potere di ferirmi mentre tu ... basta un tuo sguardo a farmi stare male.
    Non mi importa veramente di quello che Spike pensa di me. Dice di amarmi, è disponibile a starmi vicino, questo mi basta. Non riuscirei mai a vivere al tuo fianco senza la certezza che mi ami veramente e non solo a parole, che sono tutto per te e che non mi vorresti diversa da quella che sono. Per questo tu sei la scelta più difficile."
    "Non so che cosa risponderti Buffy." mormorò il vampiro, con un sospiro di sconforto. "Qualunque cosa ti dicessi tu la negheresti. Il problema non sono io ... è dentro di te.
    Per anni hai ripetuto che mi amavi e io ho lottato per crederti. Ora le parti si sono invertite. La sola soluzione che vedo è che tu mi racconti quello che non so di te, quello che, secondo te, mi impedirebbe di amarti. Quando lo saprò potrò darti una risposta a cui tu non potrai non credere."
    "Va bene" acconsentì Buffy, con un nodo alla gola "ma mi devi fare una promessa ... in nome di quello che c'è stato fra noi. Devi promettermi che, qualsiasi cosa penserai di me dopo ... cercherai di ... essere gentile ... il più possibile e ... non te la prenderai con Spike. Non è stata colpa sua. Lui mi ha aiutato nel solo modo che conosceva. Non mi ha costretto a fare nulla. Sono stata io che ..."
    Angel serrò le labbra con forza per reprimere la rabbia che sentiva. Buffy aveva paura di lui, della sua reazione, del fatto che potesse farle volutamente del male! Era qualcosa che non era mai accaduto.
    C'era stata tensione fra loro, a volte, in passato, ira, gelosia e anche violenza, ma ... non avevano mai avuto paura una dell'altro come stava accadendo ora.
    Non era colpa di Buffy, ma del destino, di come erano andate le cose, ma questo non gli rendeva la situazione più accettabile.
    Infine detestava la preoccupazione di Buffy per il vampiro biondo. Insinuava il tarlo nella sua mente che, nonostante tutte le rassicurazioni di Buffy, il suo rivale fosse più importante per lei di quanto volesse ammettere.
    Doveva però controllarsi. Lei aveva bisogno di incoraggiamento per confidarsi, non di accuse dalle quali difendersi.
    "Te lo prometto" rispose con fatica.
    Avrebbe voluto dirle "Non ti farei mai del male. Ti amo. Qualsiasi cosa tu mi dirai io la accetterò e continuerò ad amarti." ma tacque. Temeva di non essere creduto, di sentire la sua paura di lui crescere, ma soprattutto iniziava ad avere timore che non fosse la verità. Buffy lo conosceva bene. Se aveva paura che lui la ferisse forse ... aveva ragione ad averne.
    "Ho un ricordo confuso di quei giorni. La mia mente continuava a vorticare fra mille pensieri senza senso. La vita, la morte, mangiare, dormire nulla sembrava avere più un posto, un ordine.
    Spike riuscì a convogliare i miei pensieri e le mie energie su una sola cosa lineare, semplice, priva di complicazioni: il sesso.
    Iniziai a provare una forte attrazione fisica per lui. L'idea di toccarlo, sentire la concretezza del suo corpo, provare sensazioni fisiche, reali occupava tutta la mia mente, scacciando ogni paura e ogni angoscia. I ricordi svanivano e il futuro, che mi appariva tanto nebuloso, non esisteva più. C'era solo il presente: il mio corpo e il suo.
    Sono arrivata al punto che non pensavo ad altro se non al nostro prossimo incontro. Una parte di me rifiutava e combatteva quei pensieri, riconoscendoli come assurdi e indecenti. Erano un puro frutto della mia follia, ma ... ne avevo troppo bisogno per negarli del tutto.
    Non c'erano discorsi fra noi, appuntamenti, programmi per il futuro. Lui semplicemente compariva, oppure, alla fine, ero io che lo cercavo, facevamo sesso e poi ... ci lasciavamo. Io mi sentivo sporca, malata per quello che avevo fatto e mi ripromettevo che non ci sarebbe stata una prossima volta, ma poi ..."
    Angel emise un sospiro di sollievo, che Buffy però accolse con una smorfia di sofferenza.
    "Non è tutto Angel" mormorò tristemente. "Non si trattava in verità solo di sesso. Io avevo fatto l'amore con te la prima volta e ... sai come è stato. Quella notte mi hai fatto sentire ... come non mi sono mai più sentita.
    E' stato tutto bello, pulito, meraviglioso. Sei stato dolce con me in ogni momento. Mi hai lasciato tutto il tempo di scoprire il mio corpo e il tuo prima di .... andare avanti. Quando l'abbiamo fatto mi è sembrata la cosa più naturale e bella del mondo accoglierti dentro di me. Solo dopo, quando sono diventata più esperta, mi sono resa conto del sacrificio che doveva esserti costato quella notte controllarti, non spaventarmi nè turbarmi, darmi il tempo di crescere.
    Ero pazza di te. Ti desideravo da morire. Avresti potuto convincermi facilmente a fare qualsiasi cosa, ma non l'hai fatto. Hai preferito aspettare perchè entrambi pensavamo di avere un futuro. Poi ... le cose non sono andate come speravamo.
    Ho rimpianto spesso che quella notte tu non mi abbia chiesto di più. Forse non sarebbe stata la notte perfetta che è stata, ma ... avrei preferito scoprire certe cose fra le tue braccia, innamorata e in preda alla passione piuttosto che dopo, quando ... non ha più importanza ormai. Il passato non si può cambiare.
    Dopo di te ci sono stati gli altri. Non li amavo, ma ... erano ragazzi normali con i quali non ho fatto altro che tentare inutilmente di ripetere quello che avevo vissuto con te, in una triste parodia di amore. Erano giovani e piuttosto inesperti. Non c'è una sola notte con loro che sia rimasta nei miei ricordi. Poi sono morta, sono tornata e ... c'è stato Spike."
    "Lui non era certo inesperto." osservò Angel, con amara ironia. Si pentì immediatamente di quel commento amaro, che certo doveva aver ferito Buffy, ma non era riuscito a trattenersi. Lei però accusò il colpo, serrando solo un po' più energicamente la mandibola. In fondo si trattava di un'innegabile verità.
    "No, non lo era, ma non era neppure .... tante altre cose." Assentì, con un sorriso tragicamente ironico sul volto.
    "La prima volta l'abbiamo fatto completamente vestiti, in una casa talmente fatiscente che era sul punto di crollare. Stavamo lottando e mi sono ritrovata avvinghiata a lui, con un muro lurido alle mie spalle. Non ci siamo detti praticamente nulla. Non si è neppure preoccupato di togliermi la biancheria. Ha scostato la stoffa e ... era dentro di me. Mi faceva male, ma non volevo che smettesse. Anche il dolore era meglio del vuoto che sentivo in quei giorni.
    Quando il mio corpo ha deciso di rispondergli la sofferenza è diventata piacere, un piacere primordiale, senza significato, puramente fisico, ma capace di cancellare tutte le mie angosce.
    Quando abbiamo finito sono piombata di nuovo, dolorosamente, nella realtà e non sono riuscita ad accettarla. Quegli istanti di completo annullamento, che lui mi aveva offerto, erano stati un sollievo troppo grande per la mia anima tormentata.
    L'abbiamo fatto ancora, sul pavimento, fra la sporcizia e i topi, fino a quando sono stata esausta al punto da non sapere più chi ero. Lui mi ha abbandonato lì, per terra, senza vestiti.
    Aveva avuto quello di cui aveva bisogno. Pensava di aver fatto per me quello che doveva. Non aveva nessuna ragione per restare. Quando mi sono ripresa mi sono rivestita e sono tornata a casa stordita e incredula."
    Esausta e in preda a ricordi che non avrebbe voluto mai rivivere Buffy tacque, in attesa del verdetto dell'uomo che amava e che probabilmente non le aveva mai mancato di rispetto neppure con il pensiero.
    Era ancora fra le sue braccia, ma lo sentiva lontano. Aveva paura, ma ora che aveva parlato, si sentiva anche più serena.
    Non si illudeva. La condanna e il disprezzo di Angel l'avrebbero fatta soffrire, ma almeno sarebbe stata una sofferenza reale, concreta e non l'incubo senza confini che da anni la accompagnava.
    "Continua." fu tutto ciò che Angel riuscì a dire. La sua voce suonò alle orecchie di Buffy del tutto inespressiva e controllata. Per un istante sperò che il vampiro fosse del tutto indifferente al suo racconto, ma era solo un'illusione. In quel caso il vampiro avrebbe tentato di consolarla con qualche commento comprensivo quanto formale. Angel non era indifferente.
    Anche se non la avesse più amata lei era stata la sua ragazza. Sarebbe comunque stato geloso, ma anche ... disgustato da quello che era diventata.
    Buffy non temeva la sua furia. Temeva il suo disprezzo, perchè non avrebbe cancellato solo il loro futuro, ma anche il loro passato, quel passato che, ora più che mai, conservava nel profondo della sua anima come il suo tesoro più prezioso.
    Non aveva altro per dimostrare a se stessa che un tempo era stata diversa da quella che era in quel momento, un tempo aveva meritato rispetto, ammirazione e ... amore.
    Si pentì di essere venuta a Los Angeles, ma non aveva avuto scelta.
    Prima o poi lui avrebbe saputo di lei e Spike, avrebbe chiesto spiegazioni, come in fondo era suo diritto, e lei avrebbe dovuto dargliele. Non aveva scelta. Poteva solo continuare, come lui le aveva chiesto di fare.
    "Altre volte è accaduto nei vicoli, nello stesso modo. Niente parole. Lui mi sbatteva contro un muro, un cassonetto o qualsiasi altra cosa, scostava i vestiti quanto era indispensabile e appagava i suoi istinti e ... i miei. Una volta lo abbiamo fatto sulla balconata del Bronze.
    Si era messo dietro di me. Non vedevo neppure la sua faccia, nè mi importava vederla. Avrebbe potuto essere chiunque. Non c'erano carezze, baci o parole affettuose. Non ci dicevamo neppure ciao. Eravamo come animali. Mi faceva male, ma era anche ... riposante. Non dovevo pensare, farmi domande, dovevo solo lasciare il mio corpo libero di agire e per qualche tempo potevo dimenticare tutto.... anche i miei amici, che continuavano a ballare, davanti a me.
    Willow, Xander e ... gli altri continuavano per la loro strada, come se vivessero su un altro pianeta, mentre io ... non riuscivo più a parlare con loro, a confidarmi. Non potevo dirgli di Spike. Non avrebbero capito, come infatti è successo quando lo hanno scoperto. Spike mi ha allontanato anche da loro, ma in quei giorni non me ne rendevo conto.
    Sentivo solo il sollievo che lui riusciva a darmi e non so dirti quanto ne avessi bisogno.
    Le promesse che facevo a me stessa dopo ogni incontro erano inutili. Sapevo che non avrei saputo respingerlo la prossima volta che si fosse presentato. La tentazione di annullarmi in quel vortice senza fondo era troppo forte.
    Quando passò troppo tempo senza che lui mi cercasse sono andata io nella sua tana e allora, in quello che lui chiamava letto, con lenzuola che probabilmente non erano mai state lavate, o su tappeti altrettanto sporchi, è venuto il peggio. Non avevamo più fretta. Non si trattava più di amplessi frettolosi.
    Esasperando, giocando con il mio desiderio di perdermi, appagando gli impulsi più primitivi del mio corpo Spike mi ha insegnato ... cose che vorrei non aver mai imparato. Non era lui a obbligarmi a farle. Lui era solo la mia guida in quell'Universo che era tanto lontano da me e dalla mia esperienza.
    Gli ho concesso di fare qualsiasi cosa con il mio corpo purchè mi portasse in quell'oblio che tanto agognavo. Lui lo faceva. Senza tenerezza, rispetto o sentimento. Sollecitava i miei sensi, accarezzava, toccava, penetrava il mio corpo come se fosse un semplice oggetto da cui trarre il massimo piacere.
    Usammo le manette, io con lui e lui con me. Rimasi sorpresa dell'effetto che mi fece averlo in mio potere, ma soprattutto mi sconvolse quello che provai a essere bloccata, senza possibilità di scelta, senza dover fare, decidere nulla.
    Qualunque cosa facessimo lo scopo per me era sempre lo stesso: provare sensazioni forti, devastanti, capaci di spazzare via tutto. Ogni volta superavamo un nuovo limite. Morale, pudore, vergogna erano parole senza significato. Poi restava il vuoto, un vuoto sempre più grande e difficile da colmare."
    "Quando è finita?" il vampiro non riusciva più a resistere alle immagini che Buffy continuava a creare con le sue parole, ma soprattutto non sopportava più la sua voce, pacata, tranquilla, colma di rassegnazione, ma anche di disprezzo per se stessa.
    "E' stato Riley, in un certo senso, a farla finire. Irruppe nel covo di Spike e ci sorprese a letto. Il mio primo pensiero, quando è entrato, è stato come mi sarei sentita se ci fossi stato tu al suo posto.
    Ho visto sul suo viso da bravo ragazzo quello che ero diventata, la spirale di distruzione che mi stava attirando sempre più in basso. Non ho trovato parole per giustificarmi, nè con lui nè con me stessa e ... si trattava solo di Riley! Fossi stato tu ... non so quello che avrei fatto!
    Quell'orribile sensazione di disprezzo per me stessa, la consapevolezza che non sarei mai riuscita a tornare in dietro, a quella che ero stata un tempo, che avrei dovuto vivere tutta la mia vita con il ricordo di quello che avevo fatto mi hanno dato il coraggio di smettere.
    Spike ha ancora tentato di continuare. Ha cercato di ... violentarmi. L'ho respinto, non lo giustifico, ma ... non sono riuscita ad odiarlo per quello che aveva tentato di fare.
    Dopo quello che gli avevo concesso, quella che gli avevo dimostrato di essere era ragionevole da parte sua pensare di poter convincermi con la forza a dargli quello che fino a poco prima gli avevo così facilmente concesso.
    Spike in fondo è sempre stato se stesso: un vampiro. Ero io quella che si era persa. Non mi sono ritrovata, ma il tempo era passato. I ricordi si erano appannati, il dolore era diventato meno acuto, anche se sempre presente. Faticosamente quindi ho ricominciato la mia strada, ma ... non c'è più stato nessuno per me.
    Non provavo più nessun desiderio all'idea di farmi accarezzare, baciare. Mi sembravano gesti sporchi, corrotti. Avevo perso per sempre la magia che avevo provato con te.
    Il nostro primo bacio, il cui sapore mi era rimasto per giorni sulle labbra, le carezze furtive che ci eravamo scambiati, capaci di farmi battere il cuore, anche dopo che tu mi avevi dato la buona notte e te ne eri andato, mi sembravano sogni, illusioni di un tempo che non era mai esistito.
    Per questo ti ho allontanato da me, quando ci siamo incontrati, con la scusa che avevo bisogno di tempo. Se quella sera la situazione non fosse stata così disperata, e non fossi appena sfuggita alla morte, forse non avrei neppure trovato il coraggio di baciarti.
    In realtà potrebbero trascorrere anni, credo, ma non cambierà nulla. Non riuscirò mai più ad essere la ragazza che tu hai incontrato in quel vicolo.
    Con Spike ... non ho bisogno di esserlo. Lui non mi renderà felice, come un tempo hai saputo fare tu, ma ... almeno non sarò sola e non vivrò nel rimpianto e nella vergogna per quello che sono diventata."



    Edited by SilviaLivre - 18/8/2013, 22:16
     
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  2. VtheSlayer
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    L'avevo già letta e devo dire che ogni volta che la leggo mi piace sempre di più!!!!! è troppo bella!!!!! ma credo che tutte le fan fiction di giovanna siano così :P :D :P :P
    kisskisskiss
     
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  3. -Vera93-
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    davvero bella, romanticissima, profonda ed emozionante... mi è piaciuta molto... adoro l'infinita dolcezza di angel :wub: :wub: :wub:
     
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  4. sarina!!!
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    meritava davvero di essere letta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    meravigliosa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    TANTI TANTI COMPLIMENTI A GIOVANNA!!!!!!!!!!!!!!!! :D
    è una storia bellissima...
    1BACIONE!!!!
     
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  5. SilviaLivre
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    COMMENTO : cerchiamo costantemente sicurezza in principi, idee, convinzioni che riteniamo assolute fino a quando non incontriamo ... ciò che fa la differenza. Con il passare degli anni scopriamo che la parola "mai" non ha significato. Quello che ci sembra giusto, al di là di ogni dubbio, oggi, domani, in un'altra situazione, può apparirci completamente sbagliato, così come può accadere il contrario. La saggezza consiste nel mantenere la nostra mente libera da pregiudizi, capace di decidere giorno per giorno, in base a ciò ... che fa la differenza.

    Capitolo 4
    La differenza


    Buffy si sentiva svuotata, priva di energie, in un limbo in cui tutto le appariva immobile, come se il mondo intorno a lei si fosse fermato.
    Angel, immobile al suo fianco, taceva e lei ne era felice. Voleva assaporare quegli ultimi, preziosi secondi, in cui la Buffy di un tempo poteva ancora vivere dentro di lei. Sarebbe presto morta.
    L'uomo che amava, il solo che avesse mai amato, l'avrebbe uccisa, probabilmente con poche lapidarie parole, secondo il suo stile. Oppure non avrebbe detto nulla. L'avrebbe solo guardata, con occhi colmi di incredulità e freddezza, come avrebbe guardato una sconosciuta indesiderata nella sua casa.
    Lei allora se ne sarebbe andata ... per sempre. Ma ancora per brevi istanti poteva sentire il suo solido corpo contro di lei, per sostenerla, proteggerla ... amarla come aveva sempre fatto. Pochi istanti .... erano nulla, ma potevano essere un'eternità.
    Alla fine lui ruppe il silenzio, ma Buffy non riuscì a cogliere nessun sentimento nella sua voce.
    "Vorrei che facessi qualcosa per me. Sei stata la mia ragazza. In fondo me lo devi, qualsiasi cosa tu decida di fare in futuro."
    Buffy corrugò la fronte sorpresa. Si aspettava un giudizio, anzi una condanna, non una richiesta.
    "Va bene" mormorò istintivamente, sollevata, ma anche preoccupata "ma ... "
    "Toglimi i vestiti." le chiese con gentile freddezza, ignorando il suo tentativo di obiettare.
    La mente di Buffy esplose. Lui voleva fare l'amore con lei. In fondo era ovvio. L'aveva desiderato per tanto tempo e adesso che finalmente poteva farlo senza pericolo per la sua anima non aveva motivo di rinunciarci. Non doveva neppure più preoccuparsi di urtare i sentimenti di lei, dopo quello che aveva saputo.
    Era assurdo che lei non ci avesse pensato! Dopo probabilmente l'avrebbe mandata via, da Spike o da chiunque altro lei avesse voluto, ma almeno una volta voleva togliersi quella soddisfazione.
    Si chiese come sarebbe stato farlo con lui ora che ... certo non poteva aspettarsi troppe attenzioni. Perchè avrebbe dovuto rispettarla, aver cura di lei quando Spike non l'aveva fatto?
    In qualche modo era anche la sua vendetta. Usandola, come lei aveva permesso di fare al suo rivale, avrebbe cancellato il passato, i loro ricordi di quell'amore tenero e puro che li aveva tanto a lungo legati. Probabilmente si sarebbe sentito meno preso in giro e tradito.
    Non poteva biasimarlo per questo, ma ... fu comunque tentata di negargli quella crudele rivincita, che l'avrebbe privata dell'ultimo frammento di se stessa a cui si aggrappava. Lui però insistette. Questa volta in tono più perentorio.
    "Spogliami." ripetè, senza muoversi.
    Buffy, come un automa, si sollevò e, in ginocchio sul letto, iniziò a sfilargli la maglietta.
    Lui la assecondò passivamente, senza aiutarla, nè toccarla. Lo sguardo di lei si fermò sull'ampio petto. Non aveva il coraggio di incontrare i suoi occhi. Senza riflettere allungò una mano e lo sfiorò.
    Avevano fatto l'amore una volta sola, al buio. Qualche volta lo aveva sorpreso a casa sua, durante il giorno, a torso nudo, appena sveglio. In genere però Angel era sempre stato riservato, ancora più di lei.
    Quello spettacolo non le era quindi famigliare. La pelle chiara, perfetta, era tesa sui muscoli. Sembrava una statua, ma la carne cedeva sotto le sue dita. Gli sfiorò un capezzolo, ma si ritrasse subito, come se fosse stato un gesto troppo intimo. Era assurdo. Stavano per fare l'amore, ma ...
    Sconcertata si soffermò sulle larghe spalle e sulle braccia abbandonate sul materasso. Lui continuava a restare immobile. Buffy però non ci fece caso. Era completamente assorta dalle nuove scoperte che stava facendo. Ogni linea, piega, curva di quel magnifico corpo le era sconosciuta.
    Era Angel, il suo primo amore. Era stata per anni la sua ragazza, ma ... non lo aveva mai osservato come stava facendo ora.
    Era tornata ad accarezzargli il petto, ma ad un tratto incontrò la cintura dei pantaloni e le sue mani si fermarono. Mordendosi le labbra con imbarazzo scivolò al fondo del letto. Anche i suoi piedi erano perfetti. Proporzionati alla sua statura e ben curati davano un'impressione di forza e stabilità. Esitò a toccarli. Le sembrava di valicare un limite che lei e Angel non avevano mai superato. Alla fine però non riuscì a trattenersi.
    Le sue dita corsero lungo i tendini e la robusta ossatura come guidate da una volontà propria. Quando raggiunsero la pianta con un atto riflesso Angel tentò di sfuggire al suo tocco. Buffy trattenne un sorriso. Non si era mai accorta che il suo forte, quasi invincibile guerriero, soffrisse il solletico. Smise comunque immediatamente di tormentarlo. Quel piccolo incidente però la rasserenò. Anche lui aveva delle debolezze.
    Sollevò lo sguardo e si rese conto che non poteva più tergiversare. Tornò al suo fianco e iniziò a lottare con la chiusura della cintura. Era una comunissima fibbia che avrebbe dovuto aprire senza problemi, ma le sue dita scivolavano impacciate sul metallo. Con un moto di irritazione pensò che lui avrebbe creduto che, fra le altre cose, era diventata anche imbranata.
    Alla fine comunque ci riuscì. Lui si sollevò leggermente, per permettere di sfilargli l'accessorio, ma non fece nessun altro movimento. I pantaloni si aprirono facilmente e rapidamente Buffy glieli tolse. Ancora una volta lui collaborò, ma senza aiutarla. Sotto portava un paio boxer neri. Buffy trattenne il respiro all'idea togliergli anche quell'ultimo indumento.
    Era ridicolo. Non era più una ragazzina, ma lui ... era Angel! Una parte di lei si chiese che cosa significava quella affermazione che continuava a risuonargli nella mente. Perchè era tanto importante chi fosse lui? Era comunque un uomo. Non poteva essere diverso dagli altri che aveva visto con cui aveva fatto l'amore e anche ... di più.
    Eppure esisteva qualcosa fra loro che faceva la differenza, qualcosa che la faceva sentire imbarazzata, all'idea di vederlo nudo, ma anche ... eccitata, scoprì con sorpresa.
    Dopo le esperienze vissute con Spike aveva dimenticato il significato della eccitazione. Nulla, sessualmente, riusciva più a toccarla, coinvolgerla, stimolare la sua fantasia. Aveva fatto tutto, provato tutto, restando con un sapore disgustoso in bocca. Non c'era più niente in grado, anche solo, di destare il suo interesse. Almeno così credeva.
    Invece, completamente vestita, senza che lui neppure la avesse sfiorata, alla semplice visione del suo corpo, ancora parzialmente coperto, sentiva di nuovo il cuore batterle più forte, il respiro mancarle e piacevoli brividi correrle lungo la schiena. Piena di meraviglia alzò gli occhi per incontrare finalmente quelli dell'amante.
    Angel la stava osservando intensamente. Il suo sguardo era serio, indecifrabile. Buffy represse un sospiro. La scoperta che aveva appena fatto non le sarebbe servita a molto. Quella sarebbe stata la sola notte che avrebbe trascorso con lui, una notte non d'amore, ma di vendetta.
    Sentendosi triste e delusa tentò di rinviare ancora per un po' il momento cruciale. Fece cadere una bretella del vestito, con l'intenzione di toglierlo. Restare in biancheria intima di fronte a lui le sembrava più facile che non spogliarlo del tutto.
    "No, devi spogliare me." la fermò però Angel con un tono che nona ammetteva repliche.
    Buffy, rassegnata, infilò le dita nell'elastico dei boxer, impaziente di mettere fine a quella parodia d'amore.
    Gettò l'indumento sul pavimento e poi ... non potè fare a meno di guardarlo. Si era sbagliata. Era diverso dagli altri! La prima cosa che notò furono le sue dimensioni, decisamente notevoli, per quanto ne sapeva lei.
    Le sue carezze dovevano aver sortito più effetto di quanto il vampiro le avesse dimostrato, perchè il membro era eretto e talmente ben proporzionato che sembrava essere nato dallo scalpello di uno scultore. Lo incorniciava una fitta peluria scura, che spiccava contro il candore della pelle. Buffy rimase a lungo immobile, semplicemente guardandolo.
    Era una parte di lui che non aveva mai visto, neppure durante la notte che avevano trascorso insieme, una parte estremamente fragile e delicata, ma anche molto sensibile. Si chiese che effetto le avrebbe fatto toccarlo e che effetto avrebbe fatto a lui, ma non ebbe il coraggio di muoversi.
    Lo aveva amato più di ogni cosa al mondo, era stata disposta a dare la sua vita per lui e anche quando lui la aveva lasciata lei sarebbe stata felice di sacrificargli tutto il suo futuro eppure ... lo conosceva così poco!
    Non si era mai resa conto prima di quanto crudele fosse stata la maledizione che li aveva divisi. Con l'innocenza e l'egocentrismo della sua giovane età aveva rimpianto solo il piacere che lui le aveva fatto intravedere, durante la loro unica notte, ma non avrebbe mai più potuto darle. Non si era mai soffermata a pensare a tutto l'universo che quel piacere le avrebbe rivelato se ne avessero avuto la possibilità. Come sarebbe stato Angel come amante?
    Tenero sicuramente, ma esigente oppure distratto, con l'abitudine.
    Gli piacevano i preliminari o voleva arrivare subito al punto?
    Aveva bisogno di complimenti e rassicurazioni oppure era sicuro di sè e delle proprie capacità?
    Era uno di quegli uomini che hanno bisogno dell'orgasmo dell'amante per raggiungere il proprio oppure avrebbe vissuto il sesso con lei liberamente, di puro istinto, senza regole prefissate?
    Gli sarebbe piaciuto parlare, dopo aver fatto l'amore, o si sarebbe addormentato vicino a lei appagato?
    Un'infinità di domande che non avrebbero mai avuto risposta. Quella notte era tutto quello che le restava per scoprire quello che aveva perso per sempre.
    Allungò una mano per toccarlo, come se servisse a trattenerlo vicino a sè. Angel però la fermò trattenendole il polso.
    "Va bene così." le disse con distacco. Buffy lo guardò interrogativamente, ma lui non aggiunse altro. Si mosse, per la prima volta, sedendo sul letto di fronte a lei. Non le guardò il viso, ma la profonda scollatura del vestito. Buffy si sentì a disagio all'inizio, per quell'interesse così palese, ma presto il disagio si trasformò in orgoglio. Le piaceva la sensazione che lui la guardasse, che trovasse i suoi seni attraenti, le piaceva anche troppo. Dovette controllarsi perchè lui non si accorgesse che il suo respiro era accelerato.
    Lentamente Angel le abbassò le spalline dell'abito. Il vestito era aderente e non cadde. Lui, delicatamente, glielo abbassò fino alla vita, scoprendole i seni, coperti da un leggero reggiseno di pizzo bianco. Buffy sentì il suo sguardo fisso sulle trine trasparenti e una vampata di calore le invase il corpo.
    Si aspettava che lui le togliesse l'indumento, che ora le premeva sui seni in modo quasi fastidioso, ma Angel non sembrava averne l'intenzione. Accarezzò il tessuto con la punta delle dita, tracciando i disegni dei ricami e indugiando nei piccoli spazi, dove poteva sentire il calore della pelle nuda.
    Buffy si morse le labbra per reprimere un gemito. Non aveva mai subito una carezza tanto sensuale. Quando il vampiro raggiunse i capezzoli li trovò già eretti. Istintivamente lei si inarcò, protendendosi verso le sue mani. Un lieve sorriso di soddisfazione gli sfiorò le labbra.
    "Toglilo." le sussurrò.
    Buffy si morse le labbra. Poco prima era disposta a spogliarsi davanti a lui senza troppi problemi, ma ora tutto era cambiato. Il semplice fatto che fosse stato lui a chiederglielo faceva la differenza.
    Angel, il suo Angel, a cui aveva sempre confessato i suoi più riposti segreti, che aveva condiviso con lei le sue vittorie, come le sconfitte, le cui braccia l'avevano tante volte cullata, fino a farla addormentare serena, anche nei periodi più bui, avrebbe visto il suo seno, riconoscendo i segni della sua eccitazione, valutandone la forma, la dimensione, ogni imperfezione.
    Anche lui non l'aveva mai vista così. Il buio l'aveva protetta durante la loro prima volta. Ora la stanza era perfettamente illuminata.
    Non solo l'avrebbe vista, desiderava vederla e il suo desiderio ora le faceva un po' paura. Se lo avesse deluso, non fosse stata all'altezza delle sue aspettative ... non osava pensare quello che avrebbe provato.
    Non si era mai sentita tanto insicura, neppure quando era molto più inesperta. Con Spike poi ... non le era mai importato che cosa pensasse veramente di lei. Evidentemente la voleva, in caso contrario non l'avrebbe cercata. Questo era sufficiente.
    "Buffy ..." la voce di lui la riportò al presente. Senza più pensare sganciò il reggiseno e dopo un ultimo istante di esitazione lo tolse.
    "Sei bella." mormorò lui, dopo alcuni istanti. Non c'era calore nella sua voce. Era solo una distaccata constatazione, ma Buffy sentì un doloroso nodo alla gola. Probabilmente altri avevano fatto commenti simili, ma detto da Angel era un'altra cosa. Improvvisamente si sentì desiderabile e sensuale come non si sentiva da tempo.
    Avrebbe voluto dire qualcosa, anche solo "Grazie", ma prima che ritrovasse la voce per farlo Angel si spostò di nuovo.
    "Stenditi." le chiese. Anche questa volta lei ubbidì.
    Quando fu coricata sul letto lui le sfilò completamente il vestito. Ora indossava solo gli slip, di pizzo come il reggiseno. Fu il turno di Angel accarezzarle i piedi, con lente carezze circolari, per poi risalire lungo le gambe affusolate.
    Buffy non poteva più negare, nè a se stessa nè al compagno, la sua eccitazione. Le mani di lui le provocavano brividi lungo tutto il corpo, il suo ventre si contraeva per il desiderio di essere colmato, ogni suo muscolo era teso nello sforzo di controllarsi e restare immobile, come lui si aspettava che facesse.
    Arrivato poco oltre il ginocchio Angel si fermò e si distese vicino a lei, senza toccarla.
    "Pensa a qualcosa che hai fatto con Spike, qualcosa di cui ti vergogni." le disse il vampiro con voce impietosa.
    Buffy represse un sospiro. Aveva sottovalutato Angel. La sua vendetta sarebbe stata più crudele e sottile di quanto aveva previsto.
    "Voglio che tu la faccia per me." continuò il vampiro, come se fosse la richiesta più naturale del mondo.
    Buffy rimase immobile, impietrita da quella prospettiva. Era come se qualcuno le avesse congelato tutti i pensieri. Non riusciva più a ragionare. Vedeva solo se stessa in ginocchio davanti a Spike.
    "Non sei obbligata a farlo, Buffy. Puoi andartene, se è quello che vuoi." Osservò Angel, come se fosse sicuro che lei non l'avrebbe fatto.
    Cercando di non pensare Buffy scivolò giù dal letto. Il vampiro la guardò sorpreso. Pensava che lei avesse rinunciato, ma non era così.
    "Siediti davanti a me." gli chiese, le parole che faticavano ad uscirle dalle labbra.
    Angel aveva ragione. A quel punto non poteva più andarsene. Stava scoprendo una nuova se stessa, o forse una se stessa che credeva di avere perduto. Quella era la sola occasione che avrebbe mai avuto si sentirsi ancora così.
    Solo Angel aveva avuto il potere di cancellare il passato restituendole un'innocenza che aveva dimenticato da anni. Angel, lo stesso Angel che all'alba, appagati i suoi sensi e il suo orgoglio maschile ferito, l'avrebbe scacciata per sempre dalla sua casa e dalla sua vita.
    Quando lui si fu seduto lei si inginocchiò fra le sue gambe. Con titubanza prese il suo membro fra le dita, come se fosse un oggetto fragile, estremamente delicato.
    La pelle sottile e liscia, fresca sotto le dita emanava un piacevole profumo di sapone. Vi fece scorrere contro il palmo della mano fino alla base. Angel emise un gemito. Improvvisamente lei sorrise.
    Gli stava dando piacere, in modo tangibile. Non si trattava più solo di parole portate via dal vento, rassicurazioni, vani discorsi su quanto sarebbe stato bello se ... Lui stava godendo delle sue carezze in modo evidente, la desiderava e gemeva sotto il suo tocco.
    Buffy si sentì forte, grande, potente come non era mai stata. Lo accarezzò ancora e poi posò le labbra su quella parte di lui così importante e alla quale tanto a lungo non aveva avuto accesso. Dischiuse le labbra e lo accolse nella sua bocca. Sentì il suo sapore sulla lingua mentre lui emetteva un altro gemito sommesso.
    Angel le posò immediatamente le mani sul capo frenando i suoi movimenti.
    "Con me ... non puoi di più, ma ... va benissimo così." le disse, le parole inframmezzate da sospiri di piacere. Buffy si accorse che era vero. Non poteva penetrare nella sua bocca più di tanto, a causa delle sue dimensioni. Lei però non desistette. Le mani di lui che premevano ora sul suo capo le davano una misura dell'effetto che aveva su di lui e ... non si sarebbe fermata per nulla al mondo.
    Ad un tratto Angel la scostò da sè, quasi bruscamente.
    "Lui ... dove è venuto?" le chiese, gli occhi cupi per il desiderio.
    Buffy lo osservò per alcuni istanti confusa. Era talmente assorta in quello che stava facendo da dimenticare ogni cosa .... soprattutto Spike. Alla fine però comprese la domanda, tentò di ricordare. Stranamente i ricordi, poco prima così nitidi, ora stavano diventando sempre più sfocati. Quando rispose le parve di parlare di cose accadute ad un'altra persona.
    "Sul mio seno ... mi pare. Non sono riuscita ... non ho voluto ... "
    "Va bene." la interruppe il vampiro, allentando la presa con cui ora la manteneva lontana da sè. Buffy però aveva qualcosa d'altro da dire.
    "Se vuoi ..." mormorò timidamente " ... con te, non mi dispiacerebbe se tu ..."
    Il vampiro sollevò un sopracciglio sorpreso. "Ne sei sicura?" le domandò con espressione seria.
    "Sì." gli rispose semplicemente con un sorriso, poi tornò a chinarsi e lo riprese in bocca. Dopo pochi istanti sentì le forti dita sul suo capo contrarsi, per poi lasciarla.
    "Buffy ..." era ovvio quello che il compagno cercava di dirle. La lasciava libera di decidere, ma non aveva più molto tempo per farlo. Buffy non pensò neppure un istante di abbandonare l'uomo, che ancora amava con tutta se stessa, proprio in quel momento.
    Non fu il suo sapore a sorprenderla, ma la profonda soddisfazione che provò, percependo l'intenso piacere di lui. Il suo primo pensiero razionale fu "Ci sono riuscita! L'ho reso felice!", il secondo "Conosco qualcosa d'altro di lui, il suo sapore!"
    Rimase dolorosamente stupita quando lui la lasciò, per andare in cucina. Un brivido di freddo le percorse il corpo. Si sentiva sola, spogliata, in ginocchio sul tappeto accanto al letto vuoto.
    Angel però tornò subito, con un bicchiere di acqua fresca che le porse. Buffy lo accettò volentieri, grata per la sua sollecitudine, anche se avrebbe voluto conservare ancora per un po' il gusto salato che ancora le invadeva la bocca.
    Angel tornò sul letto e la invitò con un gesto a seguirlo. Buffy obbedì immediatamente. Non ci furono parole fra loro. Buffy non sapeva che cosa dire e una volta tanto era grata per la natura taciturna del compagno. Erano già state dette anche troppe parole quella notte, parole dolorose e difficili. Non voleva dirne, nè ascoltarne altre.
    Appena lei lo raggiunse Angel si mosse. Con le labbra le sfiorò i seni, si soffermò sui capezzoli e poi scivolò più in basso fino a raggiungere il ventre. Buffy, piacevolmente sorpresa, si inarcò istintivamente verso di lui. Le sue labbra erano fresche, il suo tocco dolce. Quando però comprese che lui non aveva intenzione di fermarsi si irrigidì.
    Angel stava esercitando una leggera pressione con le mani sulle sue gambe. Voleva che le dischiudesse mentre lui era ... lì, il viso a pochi centimetri dalla parte più intima e nascosta del suo corpo.
    Sapeva che cosa aveva intenzione di fare. L'aveva già fatto con Spike, ma ... preferiva non pensare a quei momenti di angosciante delirio, in balia di colui che l'aveva salvata, ma ad un altissimo prezzo. Ricordava troppo bene come si era sentita dopo, quando il piacere fisico, che le aveva ottenebrato la mente, era svanito lasciando solo un profondo senso di stanchezza e inutilità.
    Non era riuscita a guardarsi allo specchio, la mattina, tornata a casa, proprio come se fosse stata lei stessa un vampiro.
    Si era chiesta ripetute volte come aveva potuto mostrarsi così a lui, senza pudore e vergogna. La risposta in realtà la conosceva. Permettendogli di vedere, toccare, giocare con la sua parte più fragile e preziosa si era messa nelle sue mani, si era abbandonata a lui, sentendosi finalmente sollevata dal peso che portava costantemente, tutte le sue paure, i suoi dubbi. Come sempre era stato un sollievo momentaneo, che poi ... le sarebbe costato caro, ma ... non era riuscita a farne a meno.
    Adesso Angel le stava chiedendo di fare la stessa cosa per lui, con la differenza che ... lui era Angel!
    Con una pazienza, che avrebbe potuto essere infinita, il vampiro aspettava, ma la pressione delle sue mani non diminuiva. Buffy fu tentata di dirgli "No!", certa che lui avrebbe desistito, ma ... una parte di lei non riteneva giusto negargli quello che aveva concesso a Spike.
    Con un sospiro di dolorosa rassegnazione e uno sforzo di volontà si rilassò lasciando il compagno libero di disporre di lei come desiderava.
    Angel, senza fretta, si inginocchiò fra le sue gambe e si chinò su di lei. Le ginocchia piegate, Buffy si sentiva completamente esposta allo sguardo di lui.
    Chiuse gli occhi, cercando di escludere il mondo, Angel compreso, dalla sua mente. Non ci riuscì. Anche con le palpebre abbassate percepiva chiaramente lo sguardo di lui accarezzarle la pelle, entrare fin nei recessi più oscuri del suo corpo. Quando le sue labbra la sfiorarono sobbalzò lievemente. Lui le posò le mani sui fianchi, come se volesse trattenerla, impedendole di sfuggirgli.
    Le sue labbra si insinuarono sempre più profondamente nella sua carne, con dolce fermezza. Brividi di piacere iniziarono a percorrerle il corpo.



    RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali e per situazioni non adatte ai minori di 18 anni.

    SPOILER: BtVS e ATS.

    COMMENTO :Qualsiasi giudizio di un uomo su altri uomini è un giudizio incompleto, vano, spesso sbagliato. Gli uomini giudicano i fatti, le azioni, di cui sovente non hanno neppure un quadro completo. La colpa, come l'innocenza, albergano non nelle azioni, ma nelle anime, che non possiamo vedere. Le leggi servono, come le condanne giuridiche, per permettere la vita sociale, ma applicandole, anche con rigore, non dovremmo mai dimenticare i nostri limiti umani. Solo Dio è un giudice infallibile. Solo lui può dare la morte, così come dà la vita.

    Capitolo 5
    Anime innocenti


    Era eccitata e lui ... poteva vederlo, sentirlo!
    A quel pensiero Buffy provò un istante di doloroso imbarazzo, ma poi ... una moltitudine di immagini del loro passato, apparentemente senza senso, le esplosero nella mente.
    Loro due, imbrattati di melma, distesi a terra, in una fogna, che ridevano senza controllo, sollevati e grati all'idea di essere ancora vivi.
    Lui, al suo ritorno dall'inferno, che dormiva sul pavimento, incatenato come un animale, che solo il suo tocco aveva il potere di domare.
    Lei, che gli urlava, fra le lacrime, tutta la sua rabbia per esseri dovuta assumere un compito impossibile, troppo grande per le sue giovani spalle.
    Ma più di ogni altra cosa le tornò alla mente la stretta di mano del suo amico, compagno, alleato, mentre camminavano nel buio, verso il nemico, consapevoli della paura che sommergeva i loro cuori. Angel era il solo che avesse mai conosciuto quella paura, che l'avesse mai veramente condivisa con lei. Una paura più grande del timore della morte. La paura di perdersi nel buio, cedere alla sua seduzione e non riuscire più ad uscirne.
    Quanto era stata vicina a quel baratro, gemendo incontrollabilmente fra le braccia di Spike! Quanto era stata vicina a perdersi per sempre.
    Mentre la accarezzava, baciava, faceva l'amore con lei Spike continuava ad essere quello che era, a fare del male, a camminare nell'oscurità. Riley glielo aveva dimostrato. Lei non se n'era accorta. Non vedeva più il confine. Non distingueva più la luce dal buio da quando Angel l'aveva lasciata. Ora però lui era di nuovo con lei, lui che la conosceva meglio di chiunque altro.

    Sentì il disagio scivolare lontano da lei, come un'onda del mare, che si ritira lasciando la sabbia bianca e levigata dietro di sè. Un gemito liberatorio le scaturì dalle labbra.
    Angel stava guardando dentro di lei, nella sua anima, nel suo cuore, la stava accarezzando, baciando, lenendo ogni ferita, come aveva sempre fatto. Era bello ed era giusto.
    Una sensazione di pace e di dolce abbandono la invase e scacciando ogni pensiero. Lasciò che il piacere dal suo ventre s'irradiasse in tutto il suo corpo, accogliendolo con gioia.
    Angel toccava, baciava, lambiva con sapiente destrezza la sua pelle sensibile sollecitando dentro di lei sensazioni sempre più intense. Le sue mani ora la stringevano quasi violentemente, perchè, in preda a movimenti incontrollati, non sfuggisse al suo tocco.
    Buffy non poteva, non voleva, controllarsi. Desiderava soltanto che lui appagasse quella sete incredibile, quel bisogno disperato che aveva risvegliato dentro di lei. Fu quasi delusa quando l'estasi la raggiunse, senza che lui avesse colmato il suo ventre.
    Non cercò comunque di contrastarla. Era un tributo che gli doveva, un tributo che era felice di pagargli. Si mostrò a lui, l'uomo che amava più di se stessa, in quegli istanti di intimo abbandono, senza remore e pudori, semplicemente, per quella che era, anima e corpo.
    Era cosciente degli ansiti e dei gemiti che lui non poteva non udire, degli umori che fluivano dal suo corpo alla bocca di lui, dei muscoli che fremevano sotto le forti dita che la trattenevano. N'era cosciente e felice. Voleva che nulla gli rimanesse nascosto perchè lui avrebbe saputo trasformare tutto quello che gli avrebbe offerto in qualcosa di puro e di perfetto.
    Quando tornò in sè lui era steso al suo fianco. Il capo appoggiato ad una mano la osservava, il volto inespressivo, ma non freddo. Sembrava in paziente attesa di qualcosa. Forse del suo ritorno nel mondo.
    Doveva essere trascorso più tempo di quello che credeva perchè lui aveva avuto il tempo di farsi una doccia. I capelli scuri erano ancora umidi e il suo corpo emanava un piacevole profumo di pulito. Buffy lo guardò, i grandi occhi grigi spalancati, colmi di domande.
    Quello che avevano fatto non aveva avuto il sapore amaro della vendetta, ma non era neppure stato un ultimo addio. In fondo non avevano neanche fatto l'amore, non nel vero senso della parola. Buffy era effettivamente confusa. Angel però rispose ai suoi dubbi inespressi con una domanda.
    "Era questo che facevi con Spike?" le chiese, con apparente indifferenza.
    Buffy si sentì gelare da quelle parole. Tutto si sarebbe aspettata, ma non questo. Interdetta e ferita, senza riflettere, rispose d'istinto.
    "Sì" ammise con sincerità. "Mi ha visto spogliata molte volte e ... anch'io l'ho visto. Ti ho mostrato ... quello che ho fatto a lui. Quanto al resto ... abbiamo fatto anche quello come puoi immaginare." Era irritata dal fatto che lui volesse sapere dalle sue labbra quello che era ovvio. Era una crudele e inutile tortura. Se voleva umiliarla .... c'era riuscito!
    Insensibile al tono di accusa della sua voce il vampiro però continuò la sua indagine. "Hai provato anche allora quello che hai provato questa notte?" le domandò suscitando il suo stupore. Si aspettava un commento sarcastico, capace di colpirla ancora più profondamente, non certo una domanda simile.
    "No" gli rispose però immediatamente, con decisione " Questa notte, con te, è stato tutto ... diverso."
    "Che cosa è diverso Buffy?" continuò il vampiro, non ancora soddisfatto.
    "Io ... sono diversa." Non esitava a parlare per incertezza, ma solo perchè lei stessa non aveva ancora preso del tutto coscienza di quello che stava accadendo dentro di lei. "Ho paura ... di non piacerti," gli confessò con candore "ma ... sono felice che tu mi desideri ... ancora. Guardarti e farmi guardare è stato ... bello, ma anche ... un po' imbarazzante. Non mi ero mai resa conto di quanto poco ci conoscevamo."
    "E vero" assentì il vampiro. "Credi che se l'avessimo fatto anni fa, quando tu non eri mai stata con nessun altro, sarebbe stato diverso?" le domandò con voce grave.
    Buffy, questa volta, si soffermò a lungo a riflettere.
    "Non lo so, Angel, non ne sono sicura." replicò infine esitante. "Tutto questo è stato meraviglioso, ma ... se ripenso a quello che ho fatto con Spike io ..."
    Buffy aveva voltato lo sguardo, non avendo il coraggio di affrontare il suo antico amante, perciò non vide l'espressione di accorata preoccupazione che comparve sul viso di Angel quando sentì le sue parole.
    "Buffy ... noi abbiamo fatto quello che hai fatto con Spike. E' stata la stessa cosa?" tornò a domandarle, questa volta con voce chiaramente ansiosa.
    "No, ma ..." tentò di obiettare Buffy frastornata "non abbiamo fatto quello che ho fatto con lui!" esclamò alla fine esasperata dalla sua stessa incapacità di esprimere quello che sentiva.
    Sul volto del vampiro passò l'ombra di un sorriso di sollievo e affettuosa ironia.
    "E' vero, in pratica abbiamo fatto le stesse cose," ammise alla fine Buffy, più tranquillamente "ma nello stesso tempo ... con te è come se si trattasse di qualcosa di completamente differente. Mi sono sentita come se ... la nostra prima notte fosse accaduta solo ieri e questa notte noi ... continuassimo quello che abbiamo iniziato allora.
    Riley, Spike e gli altri ... non so che cosa ho fatto con loro, ma certo non quello che questa notte ho fatto con te!"
    "E' così Buffy." Le mormorò il vampiro, togliendole una ciocca di capelli dal viso. "Il fatto strano è che sei stata proprio tu a insegnarmi questo, quando mi hai dato il primo bacio, il mio primo bacio d'amore. Avevo avuto un'infinità di donne, come uomo e come vampiro, mi consideravo un esperto in fatto di sesso, ma di fronte a te ero sprovveduto come un ragazzino.
    Quella sensazione mi accompagna ancora oggi. Quando tu mi guardavi non potevo fare a meno di chiedermi che cosa pensavi, se ti piacevo, se ero quello che desideravi da un uomo. La paura di non saperti soddisfare, di non essere adeguato a te, di non essere all'altezza mi ha perseguitato tutto il tempo.
    Esiste un abisso fra il sesso e l'amore."
    "Vuoi dire che ... hai voluto che restassi con te questa notte perchè io ... provassi quello che ho provato?" domandò Buffy, in preda al rimorso per quello che aveva pensato sui propositi di vendetta di lui.
    "Sì" ammise candidamente il vampiro. "Se ti avessi semplicemente detto che non avevi perso te stessa, a causa di quello che avevi fatto in un momento di disperazione, se avessi cercato di convincerti, con le parole, che l'innocenza è una qualità dell'anima, e non del corpo, e che Spike non ha mai raggiunto la tua anima, non mi avresti creduto. Avresti negato ogni mia parola, nascondendoti dietro i sensi di colpa e la paura di essere di nuovo felice.
    Non hai mai amato Spike, un vampiro senza un'anima e una morale. Forse hai provato attrazione fisica per lui, gratitudine, pietà, perfino amicizia, ma non amore. Non ne saresti stata capace. L'amore per lui ti avrebbe veramente corrotta. Ma tu non sei riuscita ad amarlo neppure quando ha avuto un'anima. Hai un animo infinitamente buono, quindi non lo hai escluso completamente dalla tua vita. Forse, nei momenti più bui hai anche cercato il suo sostegno e la sua comprensione, ma niente di più."
    "Come potevi esserne così sicuro Angel?" gli domandò Buffy, pentendosi immediatamente delle sue parole. Intuiva che non era saggio da parte sua sollecitare la gelosia del vampiro, ma era curiosa di sapere da dove gli provenisse quella certezza. Lei stessa, per alcuni brevi, deliranti istanti si era chiesta in passato se avrebbe mai potuto amare Spike.
    "Non credo che potrei mai accettare una realtà diversa." ammise il vampiro con una smorfia di autoironia. "Tu innamorata di Spike è un'idea inammissibile per me. A parte questo me lo hai detto tu stessa. Quando si ama ... non si hanno dubbi o incertezze.
    Se, quando sei arrivata, ti ho confusa con la Buffy dei miei sogni è perchè tu sei la Buffy che vive dentro di me, la Buffy che ho amato dalla prima volta che l'ho vista. Nulla è cambiato da allora."
    "Ne sei sicuro Angel?" domandò Buffy, ancora incerta. "Quindi, di quello che è accaduto fra me e Spike ... non t'importa?"
    "Non direi che non me ne importa!" esclamò subito Angel fulminandola con un'occhiata poco benevola. "Capisco perchè lo hai fatto, me ne sento responsabile, perchè non ero vicino a te, ma ... non mi piace. Lui ti ha aiutato, ma ti ha anche fatto del male, senza rendersene conto. Inoltre, anche se so che non lo hai mai amato ... la parte più irrazionale e primitiva di me è gelosa del tuo magnifico corpo e detesta l'idea che lui ne abbia goduto.
    Resta il fatto che ti amo e ... non voglio perderti ancora una volta, soprattutto non così, non sapendoti destinata a un futuro di infelicità."
    "Noi, se restassimo insieme ... saremo sempre felici?" la voce di Buffy era solo un sussurro.
    "Non credo Buffy. Saremo felici, ma non sempre. Anche questa sera, mentre ti baciavo, ti accarezzavo, in preda alla paura di non riuscire a farti sentire quello che desideravo che tu sentissi, ero tormentato dalla sofferenza e dalla gelosia.
    Anche per te ci saranno sempre momenti difficili, in cui forse ti maledirai per non aver fatto una scelta diversa.
    Quello di cui sono sicuro però è che supereremo insieme tutte le difficoltà perchè il nostro amore sarà più forte e ci aiuterà a sopportare, a dire le cose giuste e tacere quelle sbagliate, ricordare i momenti lieti e dimenticare quelli tristi. Le persone possono unirsi per mille motivi, legate da una miriade di sentimenti diversi. Solo l'amore però ha il potere di tenerle unite per sempre."
    "Noi ne siamo la prova." Osservò Buffy, sorridendo per la prima volta quella notte "Sono passati tanti anni e siamo ancora coricati in un letto, vicino uno all'altra, come se nulla fosse accaduto dalla nostra prima notte insieme."
    "Qualcosa è accaduto, in verità." Osservò il vampiro. Un'ombra gli passò nello sguardo. L'ombra di Darla, pensò Buffy, con un moto di gelosia.
    Angel non era il solo che avrebbe dovuto fare i conti con la parte più irrazionale e primitiva di sè.
    "Siamo più maturi e forse più saggi." Terminò il vampiro con un sospiro.
    Buffy, silenziosamente si chiese se sarebbe mai diventata abbastanza saggia da dimenticare completamente la sua antica rivale.
    "Perchè ... non hai fatto l'amore con me?" domandò, curiosa, ma anche irritata da questo fatto di cui solo in quel momento, pensando a Darla, si era resa conto.
    A quella domanda Angel sorrise apertamente.
    "Per un motivo molto pratico." Le rispose, con espressione divertita "Prima dovevo essere certo che tu ... saresti rimasta con me, perchè dopo che l'avremo fatto ... non riuscirò più a lasciarti andare e ... tenerti incatenata a questo letto per sempre, per impedirti di correre da Spike, sarebbe stato complicato."
    "Mi stai prendendo in giro!" esclamò Buffy irritata.
    "Assolutamente no." La rassicurò il vampiro, questa volta con espressione seria. "Forse non ti avrei incatenato al letto, ma ... non ne sono sicuro."
    Buffy gli sorrise, felice, per quella implicita dichiarazione d'amore. Angel non la amava più al punto di lasciarla, ma al punto di incatenarla al suo letto! Effettivamente il vampiro in quegli anni aveva messo giudizio!
    "Resterai Buffy?" domandò Angel, dimostrandole di aver ancora bisogno di una sua conferma.
    Buffy pensò agli anni di infelicità, che aveva trascorso sapendolo lontano. In fondo si meritava una piccola rivincita. Avrebbe potuto tenerlo sulla corda ancora qualche giorno, o forse solo fino alla notte successiva, oppure ...
    "Resterò con te per sempre!" esclamò, incapace di attendere un solo istante prima di ritrovarsi fra le sue braccia. Angel la strinse a sè con tutte le sue forze e finalmente la baciò sulla bocca.
    Era un'altra cosa che si era astenuto di fare quella notte. Buffy non si chiese il perchè, lo sapeva. Infatti, fino a quel momento, non aveva neppure lei cercato le labbra dell'amante.
    I loro baci erano qualcosa di speciale, che andava aldilà del semplice contatto delle labbra o l'unione delle loro bocche. Erano una dolce carezza, un esplorare l'intimità dell'altro, assaporarla, diventarne parte, fino a quando non avrebbero più saputo distinguere dove finiva l'uno e iniziava l'altra.
    Quando a Buffy mancò l'aria Angel si staccò da lei, ma solo lo stretto necessario per consentirle di respirare. Adorava sentire il suo respiro caldo che gli sfiorava le labbra, gli penetrava nella bocca.
    "Ti amo." Le sussurrò, continuando a darle leggeri baci. E non ti lascerò mai più andare via."
    "Non voglio lasciarti, mai!" esclamò Buffy, gli occhi lucidi di commozione. "Perdonami. Ho pensato che volessi vendicarti di me, perchè ti avevo tradito con Spike, invece tu ..." gli disse, sentendosi ancora più in colpa, ora che l'amore di lui la avvolgeva in modo quasi tangibile.
    "Non ti avrei mai fatto una cosa simile Buffy!" esclamò Angel, gli occhi colmi di doloroso rimprovero. "Sono geloso è vero, e se avessi fra le mani Spike .... ma farti del male, umiliarti, ferirti questo non riuscirei mai a farlo. Non so ancora come farò a venire a patti con la mia gelosia. Forse ne farai un po' le spese, anche se cercherò di evitarlo, ma ... non dimenticherò mai che è stata anche colpa mia quello che è successo. Se fossi rimasto con te ..."
    "Non ci sarebbero mai stati altri." Concluse per lui Buffy. "Ma, in realtà, non ci sono stati. Sei tu il solo che ho amato, che amerò per sempre!"

    The End


     
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4 replies since 31/1/2010, 13:47   263 views
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