Ancient Prophecies

di Cristal

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    Ancient Prophecies

    Trama: e se in realtà Holtz non fosse riuscito a portarsi via Connor?
    Ambientazione: stagione 3 Angel, stagione 6 Btvs, più futuro. La storia comincia dopo Sleep Tight.

    Prologo: QuorToth.
    Atterrò agilmente sulle gambe rizzandosi subito in piedi. Tutto intorno c’era il fetore della desolazione, della disperazione, della distruzione. Forse non aveva fatto la scelta più giusta ma pur di far soffrire Angelus avrebbe fatto questo e altro.
    Allentò la presa sul fagotto che stringeva tra le braccia. Durante il trambusto ed il salto il bambino aveva pianto e strillato, adesso aveva smesso ed era calmo. Forse il salto dimensionale l’aveva fatto smettere di piangere. Lentamente gli scoprì il viso.
    Daniel Holtz impallidì mollando la presa. Il fagotto cadde a terra mentre respirava affannosamente e le mani gli tremavano. Si accasciò al suolo guardando di nuovo il bambino. O meglio, il bambolotto con indosso gli abiti da neonato e avvolto nella copertina del piccolo Connor. Una stupida bambola! Non sapeva come ma l’avevano fregato.
    Ricordò ogni singolo momento di quella notte e sapeva con certezza che quello che aveva rapito e con cui aveva attraversato il portale per QuorToth era un bambino vero, in carne ed ossa. Era Connor. Perché adesso si ritrovava con una bambola di plastica priva di vita? E quando era avvenuto lo scambio?
    C’era di mezzo Angelus? Non credeva, perché se Angelus avesse saputo che lui aveva rapito una bambola non si sarebbe dato tanta pena di riprendersela. Sorrise amaro. Era stato l’inglese. Non sapeva come, ma Wesley Whindam-Price l’aveva raggirato.
    Daniel Holtz urlò maledicendo Wesley.

    Parte 1 – Sei un uomo morto Price

    Angel si divincolò bruscamente dalla stretta di Gunn mentre varcavano la soglia dell’hotel. Lo strattonò così forte che quasi il giovane ragazzo di colore, per quanto forte e agile, cadde a terra. Mentre Fred chiudeva piano la porta alle loro spalle, Angel continuava a sfogare la sua rabbia contro il suo ex amico e collaboratore prendendo a calci una sedia e rovesciando in aria la culla del suo bambino. Il suo dolce e amato Connor che non avrebbe rivisto mai più.
    Attirato da tutto quel trambusto, Lorne uscì dallo studio di Wesley per vedere cosa succedeva.
    -Tutto bene?-chiese. Ma non andava niente bene.
    Sahjhan era morto prima che potesse rivelare qualsiasi cosa sulla profezia su Connor per mano di Justine che l’aveva risucchiato in quell’anfora e Fred e Gunn non avevano scoperto niente di niente nell’appartamento di Wesley, ne tra le sue scartoffie ne tra i suoi appunti, ne in nessun’altra cosa. A parte quella sola frase “il Padre ucciderà il Figlio” che forniva la spiegazione sul perché Wesley aveva rapito Connor, e Holtz se l’era portato via. Per sempre.
    -Abbiamo trovato Wesley. È in ospedale, Justine l’ha accoltellato allo stomaco e alla gola.-gli spiegò Fred.
    -Si, ed Angel gli ha quasi dato il colpo di grazia soffocandolo con un cuscino.-concluse Gunn.
    -Dolcezza, la violenza non porta mai a niente.-tentò di rabbonirlo il demone verde.
    -Ha rapito mio figlio, questo è sufficiente. Se Wesley Whindam Price incrocia ancora il mio cammino è un uomo morto.-con quelle sole parole, Angel salì nella sua camera.
    -Questo è un bel casino.-sospirò Gunn.
    I tre cominciarono a riordinare, sistemando le cose di Wesley in uno scatolone. Ogni cosa che trovavano, di Wesley o di Connor, era una fitta al cuore. Dolorosa e straziante. E non ci sarebbe mai stata più la pace.
    Il giorno dopo, Fred varcò timidamente la soglia della camera di Wesley, trovandola vuota e con il letto rifatto. Forse avevano portato Wesley a fare delle analisi. Se gli altri avessero saputo che era andata da lui si sarebbero arrabbiati ma a lei non importava. Fred voleva capire e con la scusa di portargli le sue cose voleva ancora una volta chiedergli spiegazioni, anche se forse Wesley non avrebbe potuto parlare.
    -Scusi, infermiera.-fermò una delle infermiere che passavano da lì.-Wesley Whindam Price, l’avete spostato?-chiese.
    -Oh no, se ne è andato. Il dottore ha protestato ma lui ha insistito per essere dimesso. Giusto stamattina ha messo firma ed è andato via, speriamo che non si aggravi così, non era ancora pronto per lasciare l’ospedale, fa persino difficoltà a parlare.-scosse la testa e riprese il suo giro lasciando Fred stupita.
    La giovane texana non si perse d’animo andando a casa dell’ex osservatore. Bussò più e più volte ma nessuno rispose, a quel punto aprì. La casa era buia ed in perfetto ordine. Posò la scatola per terra ed accese la luce, pareva che nessuno vivesse li da tempo.
    Si diresse in camera da letto ma li c’era ancora più desolazione. Un’anta dell’armadio era aperta rivelandolo completamente vuoto. Wesley se ne era andato del tutto e anche se ne era profondamente dispiaciuta decise che forse era meglio così.
    Spense tutte le luci, riprese la scatola e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Aveva sbagliato, ma Wes le sarebbe mancato.

    -Arrivo subito!-
    La donna sbirciò dallo spioncino per vedere chi bussava alle nove di sera. Aveva sessanta anni e anche se all’apparenza non si vedeva, era una strega molto potente. Non appena ebbe capito chi era, aprì la porta.
    -Wesley!-esclamò.-Oh cielo, cosa ti è successo?-si preoccupò vedendolo pallido, pesto e con ancora la fasciatura intorno al collo.
    -Sto bene.-sussurrò. Aveva difficoltà a parlare.
    -Vieni dentro!-lo invitò chiudendo subito la porta.-Qualcosa è andato storto? Dovevi passare ieri sera.-lo fece accomodare sul divano.
    -Scusami, Hara. Un inconveniente.-
    -Holtz?-
    -In un’altra dimensione a quanto ne so.-sospirò stancamente.-Come sta lui?-
    -Benissimo, è un vero angioletto.-la donna avvicinò un passeggino reclinato dove un bambino dormiva pacificamente.
    Di tutto quel trambusto Connor non si era accorto di niente, meglio così.
    -Immaginavo che Holtz e Justine mi avrebbero fregato per questo ho affidato Connor a te e ti ho chiesto quell’incantesimo.-le disse.
    -Beh, è stato facile dare ad una bambola le sembianze e le movenze di Connor anche se fuori da questa dimensione l’incantesimo si rompe. Ma anche se ormai Holtz si fosse accorto che ha preso una bambola è tardi, non si torna facilmente da una dimensione infernale.-gli rimboccò la copertina.
    -Devo mettere il bambino al sicuro, per lui restare a Los Angeles è pericoloso. Anche se la città è grande, Angel può comunque fiutare il suo odore e arrivare fino a te.-
    -E cosa farai allora?-
    -Porterò via il bambino adesso stesso. Lo affiderò ad una persona che potrà prendersi cura di lui meglio di chiunque altro.-
    -Ma non puoi guidare in queste condizioni!-esclamò preoccupata.-O lascia almeno che prima ti curi.-
    -Non preoccuparti, ce la faccio.-si alzò.-Devo partire subito se voglio guadagnare tempo.-
    La donna annuì. Scortò Wesley fuori aiutandolo a sistemare Connor sul seggiolino nel sedile posteriore della macchina che aveva preso a noleggio giusto poche ore prima, la sua se l’era portata via Justine e poi era facilmente rintracciabile dato che Angel e gli altri la conoscevano.
    -Stai attento Wesley, in molti vorrebbero mettere le mani su questo bambino e per tanti motivi diversi. Alcuni buoni, altri no.-lo ammonì Hara.
    -Non preoccuparti. Sarà al sicuro.-chiuse lo sportello e girò intorno al veicolo per mettersi al posto di guida.-Hara forse non ci vedremo mai più ma grazie per avermi aiutato.-
    -Mai dire mai, Wesley. Buona fortuna.-sorrise.
    -Anche a te.-ricambiò e partì.

    Fuori città le strade erano deserte. Wesley guidò guardando continuamente alle sue spalle, come se fosse inseguito dal diavolo, ma forse si sentiva così. Spesso guardava Connor ma lui dormiva pacifico. Per fortuna.
    Era teso e preoccupato. Ormai era quasi arrivato ma non si rilassò neanche quando imboccò la deviazione per Sunnydale. La sua destinazione.

    Parte 2 – La mia luce in fondo al tunnel
    Il silenzio veniva rotto ogni tanto da qualche parola. Parole di stupore, di tristezza, perché l’unico barlume di normalità della loro vita quella notte era svanito.
    Buffy e Willow sedevano sul divano mentre Dawn era accovacciata sulla poltrona e stringevano tra le mani le tazze di tè caldo che stavano sorseggiando mentre esprimevano il loro rammarico per il matrimonio di Xander ed Anya andato a monte, chiedendosi dove fosse adesso Xander che era sparito senza dire niente.
    Erano rammaricate per Anya che mai avevano visto così fragile e distrutta ed erano preoccupate per Xander che per mesi aveva tenuto dentro un peso che non era riuscito a confidare alle sue migliori amiche e che poi era venuto fuori nel modo peggiore.
    Fuori non pioveva più forte come quel pomeriggio ma il temporale si era trasformato in una pioggerella fitta e sottile che aveva reso la giornata ancora più triste e cupa. Dawn sospirò.
    -E pensare che questa doveva essere una giornata felice.-
    -Lo speravamo tutti.-tentò di consolarla Willow.-Questi ultimi mesi non sono stati facili.-
    -Le cose si sistemeranno, vero?-chiese con la tipica speranza adolescenziale.
    -Le cose si sistemano sempre.-sorrise sua sorella.
    A quel punto bussarono alla porta e le tre si guardarono a vicenda con le fronti aggrottate chiedendosi chi poteva essere in quella serata piovosa.
    -Magari è Xander.-sorrise Willow con speranza.
    Con la stessa speranza, Buffy si alzò velocemente da divano e corse alla porta spalancandola. Il suo sorriso scomparve con la stessa velocità sostituito prima dallo stupore e poi dalla preoccupazione.
    -Wesley!-esclamò.
    Il suo ex osservatore stava in piedi a stento, reggendosi allo stipite della porta, ed era sofferente. Il suo pallore si era accentuato, si teneva lo stomaco e un rivolo di sangue si cominciava ad intravedere dalla fasciatura intorno al collo dato che non veniva cambiata da ore.
    Buffy lo sorresse attingendo alla sua forza da cacciatrice e lo trascinò dentro chiudendo la porta con un calcio e scortandolo nel salotto dove Willow e Dawn scattarono in piedi vedendoli arrivare.
    -Oddio, cos’è successo?-si preoccupò Willow aiutando Buffy a far stendere l’inglese.-Wes, tutto bene?-gli chiese esaminandolo.
    -Chiamo Angel per vedere se è tutto apposto.-Buffy scattò al telefono.
    -No!-esclamò Wesley in modo strozzato bloccandola con la cornetta a mezz’aria.-Se viene a sapere che sono qui mi ucciderà.-
    -Cosa?-esclamò.-Ma tu ed Angel siete amici.-posò la cornetta e si avvicinò.
    -Non più. Non dopo ieri notte.-precisò.
    -Buffy ha un taglio alla gola quasi riaperto, devo disinfettarlo e fasciarlo.-si intromise Willow.
    -Aspetta.-la bloccò Wesley.-Prima occupatevi di lui.-si aprì lentamente la cerniera del giubbino rivelando il motivo perché si teneva lo stomaco.
    Sollevò Connor che si era svegliato e gemeva agitandosi ma senza piangere e lo porse a Buffy che subito lo prese tra le braccia cullandolo.
    -Chi è questo bambino?-gli chiese la cacciatrice.
    -Il motivo per cui se Angel mi trova mi uccide.-rispose mentre Willow cominciava a curarlo.
    -Dawn prepara una tazza di tè per Wesley.-le chiese la sorella e subito la ragazzina obbedì correndo in cucina.-Spiegami tutto, per quanto puoi.-
    -Buffy devi occuparti di questo bambino ma Angel non deve sapere niente o mi ucciderà e forse ucciderà anche Connor.-esordì.
    -Connor è il bambino, giusto?-chiese e lui annuì.-Perché Angel dovrebbe uccidere un bambino così piccolo?-
    -Perché così è scritto. Il padre ucciderà il figlio.-citò.
    Buffy e Willow impallidirono fissando entrambe il piccolo.
    -Vuoi dire che questo bambino è…?-ma Buffy non riuscì a concludere.
    -Si, è il figlio di Angel. È un miracolo, ancora non sappiamo come sia potuto accadere ma le profezie dicono che Angel lo ucciderà ed i tre segni della catastrofe si sono già avverati. Io l’ho portato via ma un vecchio nemico di Angel, Holtz, mi ha teso una trappola. Angel pensa che Connor sia adesso in una dimensione infernale e per questo vuole uccidermi, mi ha aggredito mentre ero in ospedale dopo che la compagna di Holtz mi ha accoltellato e portato via il piccolo. Ma in realtà Holtz ha portato via una bambola resa Connor tramite un incantesimo fatto da una strega che conosco. Io sono andato via di nascosto dall’ospedale e ho preso il bambino senza che Angel sappia niente. Buffy devi proteggerlo, solo tu puoi salvargli la vita.-raccontò.
    -E tu cosa farai adesso?-gli chiese mentre Willow finiva di medicarlo.
    -Io ho già contattato Giles a Londra e mi sta aspettando, ho un volo questa notte stessa. Gli ho spiegato la situazione e mi aiuterà. Faremo affidamento alle fonti del Consiglio e alla sua fornita collezione di testi antichi, lì ci sarà di sicuro la soluzione a tutto questo. Ci sarà un modo per proteggere Connor.-si tirò piano a sedere aiutato dalla strega rossa.
    -Ed io nel frattempo che dovrei fare? Crescere il figlio che il mio ex fidanzato vampiro tecnicamente sterile ha avuto da un’altra donna senza che lui lo venga a scoprire?-si alterò.
    -Lo devi proteggere da chi vuole ucciderlo, e fidati che sono in tanti quello che vorrebbero farlo.-precisò.
    -Wesley io non sono capace ad occuparmi di un bambino.-
    -Nemmeno Angel lo era ma ci riusciva e vedere un vampiro plurisecolare cambiare pannolini era uno spettacolo.-sorrise al ricordo.-Buffy, ti prego. Guardalo. È così piccolo e innocente, non merita di fare una fine orribile per mano del suo stesso sangue. Per mano della persona che lo ama di più al mondo.-
    La cacciatrice fissò gli occhi azzurri di quel fagotto che stringeva tra le braccia. Il piccolo la guardò a sua volta e sbadigliò. Solo allora lei notò che le stava stringendo l’indice con la manina. Era come se si fosse aggrappato a lei in cerca di protezione.
    -Chi è sua madre?-chiese.
    -Cambierebbe qualcosa per te saperlo?-chiese di rimando.
    -Forse no, ma sono curiosa di sapere chi è la donna tanto fortunata da essere riuscita a donare un essere così meraviglioso all’uomo che un tempo ho amato più di me stessa.-
    -Darla era tornata in vita. Lei rivoleva Angelus e ha condotto Angel in un abisso. Angel ha trascorso con lei solo una notte, Darla pensava di perfetta felicità ma in realtà era perfetta disperazione. Si è uccisa per dare alla luce Connor, l’ultimo gesto l’ha fatto per amore di suo figlio perché non poteva partorirlo naturalmente: un corpo morto non poteva dare la vita.-le spiegò.
    -Io lo proteggerò.-decise.
    -Grazie.-sorrise.-Quando tutto sarà risolto anche Angel capirà l’enormità del tuo gesto.-
    In quel momento, Dawn tornò con un vassoio tra le mani. Willow aiutò Wesley a bere il tè mentre Buffy parlava al telefono con Giles per metterlo al corrente che avrebbe protetto Connor e Dawn si coccolava l’ultimo arrivato in casa Summers contenta di avere quel bellissimo bambolotto ma triste per tutta la storia.
    Dopo che ogni dettaglio fu deciso, Buffy si offrì di accompagnare Wesley all’aeroporto. L’ex osservatore consegnò la macchina a noleggio poi attese con Buffy che il volo venisse chiamato. Non mancava molto.
    -Ti ammiro, Buffy, è un grande impegno quello che ti stai accollando.-le disse.
    -Io ho amato Angel di un amore profondo e unico, non ho più amato così da allora. Proteggere suo figlio, anche se è figlio di Darla, per me non è solo una responsabilità ma anche un dovere che voglio prendermi in ricordo di ciò che c’è stato tra di noi. So che Angel capirà perché l’ho fatto quando glielo diremo.-spiegò con un sorriso.
    In quel momento l’altoparlante annunciò il volo diretto per Londra ed i due si alzarono dal divanetto dirigendosi al gate.
    -Grazie Buffy. So che Connor è al sicuro con te.-
    -Il bambino non può continuare a chiamarsi Connor perché se tutti lo conoscono con quel nome e si scoprisse che io ne ho uno con lo stesso nome capiranno subito la verità. Lo chiamerò Dominick.-decise d’impulso.-Willow si occuperà di creare il suo estratto di nascita e la sua patria potestà. Non avevo mai pensato che avrei avuto così un figlio.-sorrise di auto ironia.
    -Sarai una splendida madre, Dominick ti amerà.-sospirò.-A presto, Buffy.-
    -A presto, Wesley.-si abbracciarono per salutarsi, poi l’inglese consegnò il biglietto all’addetto insieme al documento di identità.
    Poco dopo l’aereo per Londra decollò e Buffy si incamminò lentamente verso casa, verso il suo bambino e la sua nuova vita.

    Parte 3 – La culla vuota

    Cordelia e Groo entrarono nell’hotel Hyperion allegri e abbronzati ansiosi di rivedere i loro amici, di coccolarsi Connor e di raccontare le loro avventure in Messico ma ciò che li accolse furono le facce tristi di Fred, Gunn e Lorne che subito dissero loro le ultime novità.
    Da quando Connor era stato portato via, una settimana prima, Angel era divenuto quasi catatonico. Era chiuso nella sua camera bruciata a fissare la culla vuota di Connor. Nessuno aveva più nominato Wesley anche se Fred aveva riferito che era sparito.
    Subito, Cordelia corse di sopra da Angel. Voleva esprimergli la sua tristezza e fargli capire che gli era vicino.
    -Mi dispiace tanto.-gli mormorò passandogli un braccio intorno alle spalle.
    -Mi manca così tanto. Mi sembrano passati anni invece che pochi giorni.-e una lacrima gli scivolò lentamente giù per una guancia.
    -So che Wesley è sparito.-
    -Non nominare Wesley!-urlò divincolandosi dal suo abbraccio e alzandosi.-È colpa sua se tutto questo è successo, doveva dirmelo e avremmo trovato una soluzione insieme. Se era profetizzato che avrei ucciso mio figlio sarei stato io il primo a decidere di allontanarlo da me ma così è stato peggio. Senza poterlo nemmeno abbracciare per l’ultima volta. E adesso lui è nella peggiori delle dimensioni infernali, il QuorToth il cui passaggio non può nemmeno essere più riaperto.-
    -Lo so, i ragazzi mi hanno spiegato tutto. Penso che non sarei dovuta partire, se almeno fossi stata qui forse avrei avuto una visione che ci avrebbe aiutato.-sospirò.
    -Non pensarlo nemmeno, tu hai fatto bene a prenderti una vacanza. Come sta il Groosalug?-le sedette accanto.
    -Bene, si è emozionato alla vista del mare.-sorrise.-Mi sono chiesta spesso in queste due settimane come avrei trovato Connor. Di quanti centimetri era cresciuto o se magari adesso aveva imparato a sorridere.-si fece di nuovo triste.
    -Adesso sorrideva.-le confermò.-E riusciva a stringerti il dito, lo faceva più forte con la mano sinistra. A volte pensavo che sarebbe diventato mancino, ma è inutile chiederselo, non lo sapremo mai.-sospirò sconsolato.
    -Oh Angel, non dire così. Magari troveremo un modo per riportarlo da noi.-
    -No, è impossibile.-scosse la testa.-Il demone che ha aperto il portare per il QuorToth è morto e poi ci aveva assicurato che era impossibile riaprire il portale, non senza una potente congiunzione di forze mistiche e magia nera che se praticate male avrebbero potuto risucchiare l’intero pianeta. È tutto finito.-non si era mai sentito così sconfitto come in quel momento.
    Poche cose, per lui avevano avuto senso da quando aveva riacquistato la sua anima, la sua coscienza. Prima c’era stato l’amore, per l’unica ragazza che avesse mai contato qualcosa per lui ma che presto aveva capito essere un amore impossibile sotto tutti i punti di vista. Poi c’era stata la missione, la profezia Shanshu, quel barlume di speranza che l’espiazione dei suoi peccati aveva un senso: il perdono assoluto. Ma dal momento in cui ne era venuto a conoscenza ad ora erano già passati quasi due anni e benché sapeva che la strada era lunga e tortuosa, ogni giorno che combatteva senza sapere niente era una piccola sconfitta. Per ultimo c’era stato Connor, la cosa migliore di tutte, il bambino che mai si era sognato di poter avere e che con il suo innocente e sdentato sorriso gli aveva illuminato l’intera e secolare esistenza.
    Di tutte le cose perse, quest’ultima era quella che faceva più male. Più della perdita dell’anima, più dei sensi di colpa che ogni giorno lo rodevano dall’interno. Più di tutto.
    In quel momento il suo telefono suonò. Di solito il telefono suonava nella reception ma Angel aveva un numero privato che in pochi conoscevano. Lui non si mosse di un millimetro, improvvisamente si sentiva come invecchiato di tutti i suoi duecento lunghi anni.
    -Rispondo io.-fece Cordelia vedendolo così, come se fosse un vegetale.-Pronto?-rispose.
    -Non pronunciare il mio nome, fino a che non ti dirò di passarmi Angel.-
    Cordy sussultò lievemente, lanciando subito uno sguardo ad Angel che però era troppo assorto nel suo dolore per cogliere quel lieve sussulto. Era Wesley al telefono e voleva parlare con Angel, ma prima voleva dire una cosa a lei.
    -Io…io non credo che sia una buona idea.-fece titubante.
    -Parlerò rapidamente e poi mi passerai Angel. Ma devi promettermi che ciò che ti dico non lo dirai mai a nessuno, specialmente ad Angel.-silenzio.-Cordy, promettimelo, ti prego.-la implorò.
    -Va bene.-assentì.
    -Sai tutto ciò che è successo? Anche di Connor?-
    -Si.-annuì.
    -Bene. Il bambino è vivo, sta bene e Holtz non è riuscito a portarlo nel QuorToth, quello che ha portato via era una bambola sotto incantesimo. Connor non è con me, l’ho affidato ad una persona di mia fiducia che lo proteggerà finché non verrò a capo di questa profezia e troverò un modo per impedirla.-le spiegò.
    Cordelia si impedì di tirare un sospiro di sollievo, Angel se ne sarebbe accorto e l’avrebbe messa sotto torchio per sapere quello che sapeva. Aveva promesso di tacere, anche se contro la sua volontà, quindi doveva rispettare la parola.
    -Dove sei?-gli chiese.
    -Lontano. Fuori dall’America.-precisò.-Adesso passami Angel.-
    -Ne sei sicuro?-
    -So a cosa vado incontro, non preoccuparti.-fece una pausa._Grazie Cordy.-
    -Non c’è di che.-si voltò verso Angel e lo chiamò, lui si girò appena.-Vogliono te.-gli porse la cornetta.
    Il vampiro si alzò stancamente e prese il telefono come se fosse un peso. Sembrava davvero avere tutti i suoi duecento anni.
    -Si?-chiese.
    -Ciao Angel.-lo salutò.
    Il vampiro parve riprendere vita. I suoi lineamenti si indurirono, raddrizzò le spalle e gli occhi si strinsero in una fessura mandando scintille d’odio che avrebbero distrutto anche una parete di amianto. Cordelia si spaventò, perché sembrava Angelus.
    -Speravo in una qualche complicazione che ti avrebbe ucciso.-sibilò.-Come osi farti sentire dopo quello che hai fatto, brutto bastardo?-
    -All’ospedale non potevo parlare, adesso ho un filo di voce per dirti che hai fatto bene a cercare di uccidermi, io avrei fatto lo stesso. Non ti biasimo, quindi, per il tuo gesto. Voglio solo dirti che un giorno capirai ciò che ho fatto e se neanche allora potrai perdonarmi lo capirò. Non sto bene con me stesso ma so di aver fatto la cosa più giusta.-disse.
    -Prega il tuo Dio di non incrociare mai più la mia strada, Price, o porterò a termine ciò che ho cominciato. E non sarò l’Angelus che tutti temete, sarò Angel la qual cosa è ancora peggio.-
    -Lo so. Addio Angel, almeno per ora.-e detto questo riattaccò.
    Angel posò il telefono e si voltò verso Cordelia che era ferma in attesa, si torceva le mani in ansia.
    -Non odiarlo, Angel.-lo supplicò.
    -Cosa ti ha detto?-la guardò truce.
    -Mi ha solo chiesto perdono e supplicato di non odiarlo.-mentì sentendosi uno schifo.
    -Lasciami solo adesso, Cordelia.-le voltò le spalle.
    -Come vuoi. Torno più tardi.-e detto questo se ne andò chiudendosi la porta alle spalle senza voltarsi nemmeno una volta.
    Percorse il corridoio fino al punto in cui lui non avrebbe più potuto sentirla, poi si accasciò a terra e stringendosi le ginocchia al petto pianse. Singhiozzò senza controllo con il cuore diviso in due.
    Fu così che Groo la trovò pochi minuti dopo.
    -Principessa!-esclamò correndole al fianco.-Ero venuto a cercarti per sapere se ti andava di mangiare. Dimmi cosa ti fa stare così male.-
    -Oh Groo, è solo questa orribile situazione.-lo abbracciò.-Ma se ci sei tu va tutto bene.-
    -Le cose si sistemeranno.-tentò di consolarla.

    Nella sua camera, Angel sospirò piano. In quel momento si sentiva devastato dentro, come lo era la sua camera. La culla del suo bambino era bruciacchiata e soprattutto vuota, come il suo cuore.
    Lui aveva vissuto a lungo e se c’era una cosa che conosceva era la rassegnazione. Il suo piccolino non sarebbe tornato mai più. Con quella consapevolezza si avvicinò alla culla, la guardò un ultimo istante ripensando ai momenti felici con suo figlio, che purtroppo erano stati molto brevi, e poi cominciò piano a smontarla. Un pezzo alla volta. Per cercare di rimettere insieme i pezzi della sua non vita.
    Sapeva di poter dire di avere almeno conosciuto la gioia di essere padre. Non avrebbe mai dimenticato il suo dolce e amato Connor. Mai.

    Parte 4 – Un arduo compito

    -Ok, ricominciate daccapo e più lentamente perché sono parecchio confuso: Buffy ha un figlio?-
    Xander sgranò gli occhi guardando nell’ordine: Dawn che con la sua aria innocente aveva lo sguardo rivolto in aria, Willow che assunse la sua solita aria colpevole che la rendeva adorabile, Tara il cui viso aveva una tonalità di rosso molto rassomigliante al colore dei capelli di Willow, e Buffy che dava il biberon al bambino e si incartava su ogni parola che cercava di dire.
    -Non è esattamente mio figlio. Io ho solo il compito di proteggerlo a tempo indeterminato spacciandolo per mio figlio.-precisò.
    Xander era arrivato un’ora prima contrito e colpevole, una settimana dopo il suo mancato matrimonio. Voleva scusarsi con le sue migliori amiche e aveva appena cominciato il suo discorso di scuse quando Dawn e Tara erano spuntate gioiose porgendo a Buffy un Connor, per tutti Dominick, o meglio ancora Nicky, profumato e ben vestito dopo un bagnetto appena fatto. E li la testa di Xander era entrata in tilt, specie dopo aver compreso che Buffy era la “mamma” del bambino.
    -Bene e fin qui la cosa è chiara. La domanda è: chi è il bambino? E chi te l’ha affidato?-continuò.
    -L’ha portato qui Wesley.-rispose come se nulla fosse Dawn.
    -Wesley? Intendi Wesley Whindam Price?-e tutte e quattro annuirono.-E perché l’ha portato fin qui? Angel non poteva proteggerlo?-
    -In effetti è proprio Angel il problema.-Buffy si alzò e mise Nicky nella carrozzina.-Angel non può proteggere Connor perché potrebbe ucciderlo.-
    -Connor? Voi l’avete chiamato Nicky poco fa.-il giovane si sedette perché era ancora più confuso.
    -Mi sa che gli faccio un caffè.-e Dawn andò in cucina.
    -Ed io ti aiuto!-e anche Tara sparì.
    -Il bambino in realtà si chiama Connor ma io devo proteggerlo senza che nessuno lo sappia così gli ho cambiato il nome in Dominick.-esordì Buffy.-La sera che tu non ti sei sposato Wesley è venuto qui, era pesto e non stava bene, aveva rischiato di morire. Mi ha portato il bambino supplicandomi di proteggerlo perché Angel potrebbe ucciderlo anche se non vuole.-
    -Si perché, vedi, Nicky è il figlio di Angel.-Willow gli diede la botta finale.
    -Fermi tutti!-Xander si alzò.-Il mio mondo sta andando a rotoli. Da quando i vampiri possono avere figli?-
    -Questo è un mistero.-rispose Buffy.
    -E poi perché Angel dovrebbe uccidere suo figlio?-chi pensò.-Ah...adesso ci sono! Non è Angel, è il buon vecchio Angelus che è tornato dopo essersela spassata per una notte e aver concepito questo bellissimo angioletto. Per questo il piccolo necessita protezione.-ci pensò bene su.-Angelus è tornato?-si preoccupò.
    -Hai sbagliato su tutta la linea.-lo smontò Willow.
    -Angelus non è tornato.-confermò Buffy.-Si tratta di una profezia ancora non molto chiara. Wesley l’ha scoperta e ha portato via il bambino ad Angel di nascosto. Infatti adesso Wesley si è rifugiato da Giles a Londra dove insieme stanno cercando di capire qualcosa su questa profezia. Angel crede che il bambino sia addirittura in un’altra dimensione perché un suo vecchio nemico l’aveva rapito e poi era sparito in un portale, solo che era un trucco di Wesley.-
    -Ok, adesso è tutto più chiaro. Angel ha avuto un figlio e a causa di una profezia rischia di ucciderlo, per questo Wesley l’ha rapito e l’ha portato qui affinché Buffy lo protegga. Ed io che pensavo che l’inglese non avesse spina dorsale.-scosse la testa.-Ma come facciamo adesso con un bambino in giro?-
    -Per cominciare Willow e Tara hanno fatto un incantesimo intorno alla casa. Un segnale acustico ci avviserà di chiunque con cattive intenzioni si sia avvicinato troppo e lo terranno loro la sera mentre io sono di ronda.-
    -Pensate che possa bastare?-si sedette di nuovo.
    -No, anzi è veramente poco, ma per ora non c’è altro che possiamo fare.-sospirò Willow.-Wes ci ha detto che Angel potrebbe uccidere il bambino ma anche che il piccolo è un frutto miracoloso e in molti vorrebbero metterci su le mani, con le buone e con le cattive intenzioni, ma ancora non conosciamo perfettamente questi nemici.-
    -In parole povere brancoliamo letteralmente nel buio in attesa che qualcosa accada.-riassunse Buffy.
    Dawn e Tara tornarono in quel momento con il caffè che Xander non rifiutò di certo, anche se adesso molte cose erano più chiare.
    Certo, non era contento di avere a che fare con il figlio di Angel ma Nicky non aveva colpe, era solo un piccolo bimbo innocente che rischiava la vita solo perché era venuto al mondo. E poi aveva un sorrisino così contagioso che era impossibile non innamorarsi di lui.

    Il cimitero quella sera era stranamente deserto. Buffy aveva lasciato Nicky a casa con tutti i suoi amici per andare a fare la ronda. Nonostante la diffidenza, tutti si stavano lentamente innamorando di quel pargoletto tenero e paffuto, persino Xander che era il più sospettoso di tutti.
    Le scappò un sorriso al pensiero di Nicky. O meglio, Connor. Ormai lo amava come se fosse veramente figlio suo. Subito dopo le si strinse il cuore a pensare che un giorno, forse non troppo lontano, avrebbe dovuto restituirlo al suo legittimo genitore: Angel.
    Il suo stesso sangue, l’uomo che lo amava più di quanto lei avrebbe mai potuto fare. Le scappò un sospiro malinconico.
    -Oh, ti prego! Dimmi che quel sospiro così dannatamente malinconico ti è sfuggito pensando che ormai è da un po’ che non stai più tra le mie braccia.-
    Roteò gli occhi in aria al suono di quella voce e le si rivolse evitando persino di voltarsi.
    -Veramente, Spike, ogni volta che ricordo di averti lasciato sorrido di felicità.-solo a quel punto si girò per trovarsi il suo ex amante a pochi metri di distanza che la fissava con il solito sguardo sfacciato.
    -Beh, è un vero peccato. Pensavo di essere stato il tuo amante migliore.-
    -Mi permetto di dissentire.-
    -Non dirmi che il soldatino era meglio di me!-rise.
    -Oh no, non parlo di Riley. Sarà successo una volta ma ti posso garantire che quelli si che furono fuochi d’artificio.-lo vide divenire livido di rabbia.-A parte sapere della mia vita sessuale, cosa vuoi?-incrociò le braccia al petto.
    -Stasera tutta sola di ronda? Nessuno dei tuoi tirapiedi è venuto a farti compagnia?-avanzò di un passo.
    -No, avevano tutti degli impegni.-rispose.
    “Si, dovevano coccolarsi Nicky al posto mio!” pensò scocciata dal pensiero che tutti, tranne lei, stavano giocando con il piccolo. Si sentiva una mamma egoista ma purtroppo quello era il fascino che il bambino esercitava su tutti, era impossibile resistergli.
    -Allora, volendo, potremmo concederci cinque minuti.-avanzò ancora con una esplicita richiesta negli occhi e nella voce ma ormai Buffy non cadeva più nel suo tranello.
    -Spike, per l’ennesima volta, no! Non verrò mai più a letto con te, mai!-si voltò per riprendere il suo cammino ma lui la fermò per un braccio.
    -Buffy!-la costrinse a voltarsi.
    Lei fece per tirargli un pugno sul naso ma lui si abbassò giusto in tempo, anche se il pugno di Buffy non era mirato al suo naso, bensì a quello del vampiro alle spalle di Spike e che indietreggiò stordito. Buffy si liberò di Spike e iniziò a lottare con il demone.
    Resosi conto della cosa, Spike cercò di aiutarla ma fu distratto da un secondo vampiro. Era strano, non si era accorto subito di loro e fronteggiandoli capì anche che non erano novellini. E di solito i vampiri “adulti” si presentavano sulla bocca dell’inferno per una sola cosa: provocare guai seri.
    Buffy ridusse in cenere il suo vampiro giusto in tempo per cominciare a combattere con un terzo. Ma da dove diavolo sbucavano in così tanti? Erano per caso nascosti?
    Gli diede un calcio allo stomaco che lo fece volare a terra e si precipitò ad impalettarlo. A quel punto il vampiro parlò distraendola.
    -Puoi ucciderci quanti ne vuoi ma siamo in tanti e sappiamo che hai il bambino.-
    Rimase di stucco perdendo la lucidità quel millesimo di secondo necessario al vampiro per darle un pugno al volto così forte da farla indietreggiare per circa un metro. Riacquistata la lucidità lo scaraventò contro un albero dove fu colpito da un ramo spezzato e ridotto in cenere.
    Spike stava incontrando difficoltà con il vampiro così lo afferrò per le spalle e lo spostò dal demone prendendo il suo posto.
    -Spike, corri a casa mia e di a Willow, Xander e gli altri che in città un gruppo di vampiri sa di Nicky.-gli ordinò.
    -Nicky?-si stupì alzandosi e ripulendosi i pantaloni.
    -Vai!-gli ingiunse.-Non fermarti e uccidi qualsiasi cosa ti barri la strada e non sia umano.-
    Capendo la sua disperazione, visibile anche nel modo di combattere, Spike annuì e corse via lasciandola sola a sbrigarsela con quello che pareva l’ultimo vampiro lì presente.

    Spike corse come un forsennato per le vie deserte di una notturna Sunnydale. Non sapeva e non capiva quello che stava succedendo ma aveva visto Buffy così preoccupata ed in ansia. Se reagiva in quel modo c’era un motivo. E quel motivo l’aveva chiamato Nicky.
    Nicky. Chi cavolo era Nicky? Un nuovo amore? Una persona importante da proteggere? Chiunque fosse, per lei era importante. E poi avrebbe scoperto a breve chi era, se si trovava a casa Summers.
    Per strada non incontrò nessuno e quando spalancò la porta di casa Summers precipitandosi nel salotto, fece sussultare di paura tutti i presenti che si alzarono spaventati e si voltarono verso di lui con le armi in pugno.
    Erano già armati? E perché cavolo dovevano tenere le armi a portata di mano?
    -Cosa vuoi torcia non umana?-lo aggredì Xander sarcastico.
    -Mi manda Buffy.-esordì con un po’ di fiatone.-Abbiamo incontrato dei vampiri, belli tosti. Buffy mi ha detto di correre da voi e dirvi che un gruppo di vampiri in città sa di Nicky.-
    Li vide impallidire tutti e guardarsi a vicenda. Per un secondo parvero spaesati ma subito si ricomposero e Willow fu la prima a parlare.
    -Xander vai a prendere Nicky di sopra e portalo qui, è meglio averlo con noi. Tara di sopra in camera mia c’è un libro di incantesimi, porta giù tutto quello che ti serve per operare.-i due scattarono subito.
    -Ed io?-si offrì volenterosa Dawn.
    -Vai a chiudere a chiave la porta in cucina e aiuta Spike a portare l’armeria pesante dalla cantina.-i due si diressero immediatamente in quella direzione.
    Lei sbarrò le finestre e chiuse le tende. Dentro casa erano al sicuro perché i vampiri non avevano il permesso di entrare, ma le cose sarebbero peggiorate se avessero deciso di dare fuoco alla casa per costringerli ad uscire. Non potevano combattere tenendo in braccio il bambino, e avrebbero avuto poco tempo per infilarsi tutti nella macchina di Xander, se ci entravano, e sgommare via per seminarli.
    Xander fu il primo a tornare, seguito a ruota da Tara che reggeva tra le braccia due libri, candele, un mazzolino di fiori e sacchetti vari. Subito Willow la aiutò a depositare il tutto sul tavolino già svuotato. Pochi secondi dopo tornarono Spike e Dawn, solo il vampiro reggeva l’enorme baule di armi evitando lo sforzo alla ragazza.
    -Adesso che siamo più armati di un esercito posso sapere chi è così importante da essere protetto così?-chiese Spike.
    -Lui è Nicky.-lo informò Willow spingendo verso di lui la carrozzina dove avevano adagiato il piccolo.
    -Mi state prendendo in giro?-rimase di sasso.-Tutta questa baraonda per un marmocchio?-li guardò uno alla volta.
    -Non è un marmocchio, è il bambino più adorabile dell’universo.-lo difese Dawn piccata.
    -E a chi appartiene?-continuò il vampiro biondo indicandolo con l’indice.
    A quel punto tutti si guardarono imbarazzati, indecisi se parlare o meno.
    -Magari è il caso che lo chiedi a Buffy.-rispose Willow per liquidare la faccenda.
    -Avanti, voi lo sapete di chi è e non volete dirmelo.-insistette.
    -Una volta tanto hai perfettamente ragione. E adesso che hai ottenuto questa soddisfazione, cosa che non ricapiterà facilmente, puoi farci il favore di stare zitto e concentrato in caso di pericolo.-concluse l’interrogatorio Xander.
    Per un paio d’ore fu tutto tranquillo. Nonostante tutto, mantennero la mente sgombra da ogni pensiero e all’erta in caso di movimenti sospetti. Alternarono dei turni di guardia alle finestre, le armi pronte in pugno.
    Poi, verso le tre del mattino, la porta lentamente si aprì e in salotto Buffy fece la sua comparsa. Aveva un labbro spaccato e sanguinante, una guancia gonfia e livida, un occhio nero e un taglio sulla fronte che ancora gocciolava sangue. La gamba di uno dei pantaloni era lacerata e si intravedeva un taglio lungo quasi quanto la coscia, aveva la maglia lacerata con diversi tagli sull’addome e la manica destra della giacca e della maglia non c’erano più mettendo in bella mostra circa cinquanta lividi su tutto l’avambraccio. Sembrava uscita da un campo di battaglia.
    -Buffy! Stai bene?-si preoccupò Willow correndo verso di lei.
    La sua amica le impedì di avvicinarsi alzando una mano. Senza dire niente, prese Nicky dalla carrozzina e voltò le spalle a tutti salendo di sopra e chiudendosi nella sua camera.
    -Ma cosa…?-Xander non riuscì a formulare la domanda.
    -Li ha affrontati tutti da sola. Tutto il gruppo di vampiri che cercava Nicky.-riuscì a capire Willow.

    Mandare Dawn a letto fu un’impresa, la ragazzina non voleva coricarsi se prima non sapeva se Buffy stava veramente bene. Tara, che la conosceva bene, le parlò dolcemente e poco dopo la piccola Summers dormiva beata in camera sua.
    Da quando Buffy era tornata l’avevano sentita uscire dalla sua camera per chiudersi a chiave in bagno. Poco dopo si era sentito lo scroscio dell’acqua nella doccia, durato ben cinquanta minuti. Poi, Buffy si era di nuovo chiusa in camera. Nicky era stato tutto il tempo con lei.
    Al piano di sotto, in tutto quel frangente, non si era sentita volare una mosca. Il silenzio era stato persistente e pesante, pieno di preoccupazione e domande non espresse. Nemmeno Spike, in disparte nell’angolo più remoto del salotto, aveva osato parlare, troppo sconvolto dalla scena appena vista.
    Silenziosamente, Tara aveva preparato il caffè per lei, Will e Xander, sorseggiato senza emettere alcun suono. In attesa di qualche segnale che non arrivò neanche dopo due ore che Buffy era tornata. Poi, Spike si staccò dal suo posto dirigendosi verso di loro.
    -Io me ne torno a casa, il sole sta per sorgere. Se avete bisogno fatemi sapere.-ruppe il silenzio.
    -Ti accompagno alla porta.-si offrì Tara gentile.
    Due secondi dopo era di ritorno.
    -Forse dovrei andare a chiederle come sta.-Willow si alzò inquieta dal divano gettando un’occhiata alle scale.
    -Credo che tu sia l’unica in grado di parlarle, ora come ora.-acconsentì Xander.
    -Xander ha ragione.-concordò Tara.
    Willow annuì, poi si diresse timidamente su per le scale. Indugiò qualche secondo davanti la porta di Buffy, poi alzò il pugno e bussò piano perché probabilmente Nicky si era già addormentato da un pezzo.
    -Buffy?-la chiamò non ottenendo risposta. Piano aprì la porta e sbirciò all’interno.-Posso entrare?-chiese affacciando la testa.
    -Vieni pure.-la invitò la sua amica.
    Buffy era in vestaglia seduta sul bordo del letto. I capelli pettinati erano ancora umidi e si era messa un cerotto sulla fronte, gli occhi erano gonfi e rossi: chiari segni di pianto. Aveva finito di disinfettarsi e curarsi la gamba che ora stava fasciando piano.
    -Ti aiuto.-si offrì Willow chiudendo la porta e inginocchiandosi di fronte a lei e finendo di fare la fasciatura.-Cosa ti è rimasto da fare?-chiese.
    -Il braccio e l’addome.-
    La sua voce risuonava spenta e stanca. Probabilmente era stata una lotta lunga, faticosa e dolorosa.
    -Nicky?-
    -Dorme.-
    Willow la curò in silenzio fasciandole il braccio. Prima di fasciarle l’addome, Buffy le chiese di guardarle la schiena. Aveva qualche taglio e diversi lividi di chi Willow si occupò. Per un po’, Buffy non avrebbe potuto indossare il reggiseno o il gancio le avrebbe fatto male a lividi e graffi sulla schiena.
    -Perché li hai affrontati tutti da sola?-le chiese alla fine sedendole accanto.
    -Non c’era tempo per chiamarvi.-sospirò.-Al cimitero uno mi è sfuggito e non potevo permettere che tornasse dagli altri per avvertirli che mi avevano trovato, dovevo ucciderlo prima ma non ci sono riuscita. A quel punto non potevo fuggire, dovevo affrontarli che ne fossi uscita vincente o perdente, per il bene di Connor.-
    -Almeno hai vinto.-tentò di consolarla.
    -Sessantuno vampiri tutti insieme, il mio record personale. Sfido qualsiasi altra cacciatrice a batterlo.-abbozzò un sorriso.-Devo chiamare Giles e informarlo di stanotte.-
    -Riposati adesso, insieme al bambino. Lo chiamerò io più tardi per dirgli quello che è successo.-la aiutò a stendersi spostando la culla accanto a lei, poi uscì silenziosamente.
    Al piano di sotto, Xander e Tara la aspettavano. Spiegò loro quello che era successo, poi a quel punto la nottata poté definirsi conclusa anche se erano le cinque del mattino. Xander se ne tornò a casa accompagnando Tara al dormitorio. A quel punto anche Willow andò a stendersi un po’ anche se sapeva che il suo sonno sarebbe stato breve, tra poco Dawn si sarebbe dovuta svegliare per andare a scuola e Buffy non era in condizioni di occuparsi della sorella, troppo stremata dentro e fuori com’era.

    Buffy fece un brutto sogno. Sognò che era attorniata dagli stessi vampiri appena affrontati ma stavolta erano troppo forti rispetto a lei e la sopraffacevano. Lei cercava di difendersi e combattere mentre Connor piangeva in sottofondo, lontano da lei che comunque riusciva a sentirlo.
    Chiamò il bambino ma lui piangeva senza potersi calmare, poi i vampiri furono veramente troppi e troppo forti e le si gettarono addosso mentre lei sentiva le forze abbandonarla continuando, fino alla fine, a chiamare il piccolo.
    Si svegliò di soprassalto, l’orologio segnava le dieci del mattino e Connor realmente piangeva nella sua culla. Buffy fu subito accanto a lui, giustamente il bambino aveva di sicuro fame. Fortuna che Willow aveva portato del latte dentro un thermos mentre lei dormiva. Lo versò nel biberon, era ancora caldo, e prese il bambino in braccio per dargli da mangiare.
    Appena finito, il piccolo diede segno di aver digerito poi tornò piano ad addormentarsi. Buffy lo rimise nella culla e lo osservò per un lungo tempo. Proteggerlo si stava rivelando un compito più duro di quanto si fosse aspettata ma lei avrebbe resistito perché Connor era importante, indipendentemente dal fatto che era il figlio di Angel, e lo avrebbe protetto fino a quando sarebbe servito anche a costo della sua stessa vita.

    Parte 5 – La lunga estate di Los Angeles

    Luglio aveva ormai contato venti giorni. L’aria era irrespirabile e afosa, l’umidità si appiccicava alla pelle e rendeva ogni più semplice movimento un’agonia.
    Lentamente la Angel Investigazioni era tornata alla vita. Aveva cancellato dalla vista, ma non dalla mente e dal cuore, ogni traccia riguardante Wesley e il piccolo Connor. Si premuravano di non nominare mai nessuno dei due perché ogni più piccolo pensiero era una spina sanguinante nel cuore e faceva terribilmente male. Tranne poi tornare a cedere nell’abisso.
    Lorne era partito per Las Vegas dove un tizio che conosceva lo aveva assunto come intrattenitore nel suo casinò, diceva di stare riscuotendo grande successo e poi Lorne adorava le luci sgargianti e mettere in mostra le sue doti canore. Las Vegas faceva proprio per lui.
    Angel era tornato a capo della sua agenzia occupandosi anche della parte che riguardava la ricerca. Non era bravo come Wesley, questo lo sapeva, ma conosceva anche lui molte lingue e i libri vecchi ed ammuffiti.
    Tra Fred e Gunn non era durata, i due avevano capito che se la intendevano meglio come amici che come fidanzati e quindi tutto era tornato come prima senza che la faccenda pesasse in alcun modo sull’agenzia e sugli altri già provati dai recenti avvenimenti.
    La stessa cosa non si poteva dire di Cordelia e Groo che era ogni giorno sempre più innamorati. La presenza di Groo ormai era un punto fisso e oltretutto affiancava egregiamente Angel nella lotta e quindi era anche utile agli affari. Questo fino ai primi giorni di giugno.
    Una sera Cordelia era uscita per una commissione e non era tornata. Alle prime luci dell’alba Groo, Fred e Gunn avevano trovato la sua macchina abbandonata in mezzo alla superstrada, di lei non c’era nessuna traccia.
    Ricerche e quant’altro non avevano portato a niente. Tranne alla scoperta, per altro poco significante, che la sera del suo compleanno aveva barattato una parte della sua umanità per poter reggere le visioni che lentamente la stavano uccidendo. Anche se avevano intuito che la sua scomparsa dipendeva da quello non avevano alcun indizio su dove potesse essere, così si limitavano ad attendere che magari un giorno sarebbe tornata.
    E così, in un vortice di giorni, luglio aveva sorpassato la metà dei suoi giorni senza alcuna traccia della ragazza.
    -Ciao. Ho portato la colazione.-esordì quella mattina Gunn mettendo davanti a Fred e Groo tre bicchieri e due sacchetti di carta.-Caffè freddo per me e Groo, latte freddo con cacao per Fred, brioche miste con crema e marmellata e un bicchiere di sangue di maiale per il capo che oltretutto non vedo. Dov’è Angel?-chiese guardandosi in giro.
    -È di sopra. È andato a prendere alcuni libri che ci servono.-rispose Fred prendendo il suo bicchiere e aprendo il sacchetto da cui estrasse un cornetto con la crema.
    -Su questi che abbiamo qui non abbiamo trovato niente su quel demone che è stato avvistato al porto.-precisò Groo prendendo anche lui una brioche, con la marmellata di lamponi.
    -Nel mio giro di ricognizione, stanotte, non ho notato molte tracce. Forse si è spostato.-Gunn alzò le spalle bevendo un sorso di caffè.
    -Sapete, penso che in questo caso una visione di Cordelia ci sarebbe stata davvero utile.-sospirò Fred.-Mi manca veramente tanto.-
    -Manca a tutti.-precisò Groo.-A volte immagino di vederla rientrare dalla porta, bella e sorridente come sempre, e allora io corro a prenderla tra le mie braccia e non mi importerà dove lei sia stata, l’importante sarà che sia tornata.-
    -Ce lo auguriamo tutti.-gli sorrise Gunn speranzoso.
    In quel momento Angel tornò giù chiedendo cosa si auguravano. Il riferimento a Cordelia gettò nello sconforto pure lui ma poi si riprese, dicendo che lei non avrebbe voluto vederli in quel modo, anzi. Ripresero a cercare nei libri che il vampiro aveva portato giù, anche se alcuni necessitavano di traduzione tanto erano vecchi.

    Il porto di notte era stranamente rumoroso, più che durante il giorno. O così poteva sembrare ad un orecchio umano. C’era il rumore del mare, dei pescherecci ancorati, del luna park sulla baia in lontananza. Per Angel era tutto molto silenzioso.
    Lui riusciva a captare ben altri rumori di sottofondo, suoni e rumori che alle orecchie umane erano sconosciuti per lui erano normali.
    Fu lui che riuscì a guidare gli altri sulle tracce che la sera prima a Gunn erano sfuggite. Fu lui a scovare delle impercettibili tracce di sangue, a odorare dove si erano dirette. Ma quando assaltarono il capannone era vuoto.
    -Eppure i miei sensi non si sono sbagliati.-si giustificò perplesso.
    -Magari sono tracce vecchie.-ipotizzò Gunn.
    -Mm, non lo so.-qualcosa non gli quadrava.
    -Avete sentito?-attirò la loro attenzione Fred dirigendosi verso il fondo.-A me è parso di sentire un lamento.-spiegò.
    Cautamente spostò una pila di cartoni per scovarvi un uomo rannicchiato e sanguinante.
    -C’è qualcuno qui.-informò gli altri.
    -Fred, non avvicinarti!-ma l’avvertimento di Angel giunse un secondo troppo tardi.
    Fred si era già chinata su di lui e quello che apparentemente parve una vittima in realtà tramutò il viso e prese Fred stringendola in una morsa e preparandosi a morderla. L’intervento di Angel fu tempestivo, liberò la ragazza e prese il vampiro per la gola alzandolo dal pavimento e inchiodandolo sul muro.
    -Chi ti ha ridotto così?-gli chiese.
    -La cacciatrice.-ansimò.-Sono fuggito da Sunnydale.-
    -Non ci credo che Buffy ti abbia lasciato andare, non è da lei.-strinse di più la morsa tirando fuori il paletto.
    -È stata una svista, mi sono nascosto. Eravamo in sessantacinque, io sono l’unico sopravvissuto. Ci ha ucciso tutti in una volta sola.-spiegò.
    -Fortuna che ci sono io a rimediare alla sua svista.-e affondò il paletto nel cuore.
    -Lei ha qualcosa che ti appartiene. L’ha chiamato Dom…-ma non riuscì a concludere perché esplose in cenere.
    -Cosa voleva dire?-chiese Groo.
    -Si, stava dicendo qualcosa. L’ha chiamato Dom.-ripeté Fred.
    -Non ne ho idea.-Angel aggrottò la fronte stranamente confuso e con uno strano brivido famigliare che gli percorse la schiena.

    Durante tutto il tragitto di ritorno, Angel fu stranamente silenzioso ed immerso nei suoi pensieri mentre Fred e Gunn progettavano di portare Groo da Lorne, per svagarsi un po’.
    Quando varcarono la soglia dell’hotel, il vampiro andò a posare le armi, poi si tolse la giacca adagiandola sul divanetto rotondo.
    -Ragazzi prendetevi pure il resto della serata, io vado a fare una doccia e poi leggo un libro.-e liquidateli così, Angel salì di sopra nella sua camera senza neanche guardarli e lasciandoli parecchio straniti del suo comportamento.
    Fece una lunga doccia calda che non servì a schiarirgli le idee e rientrò nella sua camera ancora più confuso. Sedette sul letto con l’asciugamano avvolta intorno alla vita, ed un’altra intorno al collo che gli serviva per asciugarsi i capelli.
    D’impulso prese il telefono e compose un numero a lui ben famigliare. Il telefono prese a squillare diverse volte e stava per riattaccare quando risposero.
    -Pronto?-la voce femminile che rispose aveva il fiatone, segno che aveva corso per rispondere.
    -Ehm…ciao Buffy.-fece lui timidamente.
    -Angel!-esclamò e a lui parve colta dal panico.
    -Ti disturbo?-si preoccupò.
    -No! No, assolutamente.-si affrettò a precisare.-Io stavo facendo una doccia dopo ronda e non avevo sentito il telefono e quando l’ho sentito sono corsa prima che Dawn si svegliasse.-
    -Buffy non giudicarmi stupido ma stasera è successa una cosa e volevo parlartene.-
    -Sono tutta orecchi.-silenziosamente si alzò e controllò nella culla che Nicky dormisse, ma forse era meglio spostarsi perché se il piccolo si svegliava avrebbe cominciato a piangere ed Angel sentendolo si sarebbe insospettito. Ma d’altra parte non poteva andare a parlare in corridoio o avrebbe svegliato Dawn così cercò di abbassare il volume senza insospettirlo.
    -Ho incrociato un vampiro, era messo male e mi ha detto che eri stata tu a ridurlo in quel modo. Anzi che erano in più di sessanta e che li hai uccisi tutti.-le spiegò.
    A quel punto, Buffy fu davvero colta dal panico perché se quello che le era sfuggito aveva detto qualcosa lei era spacciata.
    -Sei sicuro che non ce ne erano altri?-chiese.
    -Si, lui ha detto di essere l’unico rimasto.-fece una breve pausa.-Ha detto anche un’altra cosa, ha detto che tu hai qualcosa che mi appartiene. È riuscito a dire Dom prima che esplodesse in cenere. Sai cosa intendeva?-silenzio.-Buffy?-
    -No.-rispose lei.-Mi dispiace Angel, non mi dice niente di famigliare.-stava tremando.
    -Scusa, Buffy non avrei dovuto chiamarti. È solo che è tutta la sera che ci penso e sentivo una strana sensazione e sapevo che non avrei avuto pace finché non te ne avessi parlato.-si giustificò.
    -Hai fatto bene.-deglutì.-Angel ti ricordi com’è stato, tanto tempo fa?-gli chiese d’impulso pentendosi subito di aver parlato.
    -Si, ma non chiedermi se provo ancora dell’amore per te, Buffy, perché non lo so più perdonami.-sospirò.-Dopo aver perso Connor, non sono più sicuro di riuscire a provare sentimenti profondi.-
    -Saresti in grado di perdonarmi se ti facessi un torto gravissimo, difficile da perdonare?-
    -Stai bene?-sorrise.
    -Era solo per sapere.-
    -Penso che potrei, dipende dall’entità del torto.-fece una pausa.-Buona notte, Buffy, scusa se ti ho disturbato.-
    -Tu non disturbi mai. Buone notte a te, Angel.-e detto questo chiuse.
    Angel rimase qualche secondo a fissare il telefono nelle sue mani. Buffy gli era parsa strana ma forse era solo stanca. E poi di rado lei gli aveva mentito, quindi se diceva di non sapere a cosa il vampiro si riferisse lui le credeva.
    Quella strana sensazione non si era ancora attenuata ma forse era solo lui che era paranoico. Silenziosamente indossò un paio di pantaloni, poi prese un libro dalla libreria e si mise a letto per leggere.

    La settimana successiva, Angel decise che i suoi amici e collaboratori non meritavano di passare tutta l’estate a lavorare quindi diede loro tre settimane di ferie prenotandogli persino una intera settimana a Las Vegas dove Lorne già li attendeva per farli svagare e divertire.
    Lui si rifiutò dicendo che comunque qualcuno doveva pur rimanere in agenzia per mandare avanti il lavoro, il male non si fermava mai.
    Non ripensò più alle parole del vampiro ucciso la settimana precedente, d’altronde persino Buffy gli aveva assicurato di non saperne niente e lui non aveva motivo per dubitarne.
    Fu durante quel periodo che venne a trovarlo Kate Lockley, non la vedeva da tanto di quel tempo.
    -A cosa devo la tua visita?-la accolse mentre preparava una tazza di caffè.-Anzi, prima dimmi come hai fatto a trovarmi.-
    -Ho ancora qualche contatto tra i miei vecchi colleghi.-si guardò in giro.
    -Allora, dimmi di te. Cosa stai facendo adesso?-la sentiva un po’ in imbarazzo.
    -Beh da quando mi hanno licenziata sono stata per un bel po’ senza fare niente. È stato un periodo duro per me. Adesso poco alla volta mi sono ripresa e ho trovato un nuovo impiego, sono diventata la nuova direttrice del carcere femminile.-spiegò.
    -Mm, un lavoro abbastanza impegnativo.-le porse il caffè.
    -Abbastanza, ma è anche per questo che sono qui.-bevve un sorso.-Sto avendo a che fare con la tua amica, Faith Lehane.-
    -Sta bene?-si preoccupò.
    -Oh si, sta benissimo. La sua udienza si avvicina e lei non potendosi permettere un avvocato è stata affidata ad un d’ufficio. È qui che sorge il problema: ultimamente Lilah Morgan della Wolfram&Hart va a trovarla spesso e sempre con la solita richiesta di prendere lei in mano il caso. Inizia a diventare una situazione pesante, anche per me.-gli raccontò.
    -Non sapendo più come attaccarmi stanno cercando, di nuovo, di attirare Faith.-sospirò.-Di recente mi hanno lasciato in pace, ma a quanto pare stavano escogitando qualcosa. Prima hanno cercato di portarmi via l’hotel, poi, anche per colpa loro, ho perso una persona importante per me ed evidentemente le mie ripetute minacce a Lilah Morgan adesso sono cadute nel vuoto, forse dovrei farle di nuovo visita.-
    -Non posso aiutarti in questo, anche se ho ritenuto doveroso doverti dire di Faith.-si alzò e prese la borsetta.-Adesso devo andare, sono quasi in ritardo per il lavoro.-
    -Grazie per essere passata.-la accompagnò alla porta.-Vieni quando vuoi.-
    -Ci penserò.-sorrise.-A presto.-e detto questo se ne andò.
    Non appena fu uscita, Angel tramutò il suo sorriso in pura rabbia contro Lilah Morgan. Era troppo strano che la Wolfram&Hart lo lasciasse in pace per un lungo periodo di tempo, dovevano assolutamente escogitare qualcosa per nuocergli altrimenti non erano soddisfatti di loro stessi.
    Tempo addietro avevano cercato di portargli via l’hotel, poi con un cavillo sul contratto d’affitto se l’era cavata. Poi si erano gettati a pesce su Connor permettendo che Holtz se lo portasse via, adesso cercavano di nuovo di raggirare Faith e di farla cadere nelle loro grinfie.
    Attese che si facesse buio. Non poteva entrare negli uffici della Wolfram&Hart senza che lo scoprissero dati i loro sofisticati allarmi contro i vampiri e non poteva entrare in casa di Lilah perché non era mai stato invitato. Ma poteva comunque sorprenderla.
    Lui sapeva bene come nascondersi negli spazi bui, erano il suo elemento perché lui era una creatura della notte. Sfruttare le zone d’ombra, le superfici che non lo riflettevano per cogliere di sorpresa, essere silenzioso…in circa 250 anni aveva imparato tantissime cose. Forse più del dovuto.

    Lilah varcò il portone del suo palazzo controllando la posta appena ritirata. Bolletta della luce, bolletta del telefono, la fattura della carta di credito, l’estratto conto della banca, la fattura mensile della casa di riposo dove alloggiava sua madre, pubblicità, pubblicità, pubblicità, pubblicità e ancora pubblicità. Infilò il tutto nella ventiquattrore e prese a salire le scale terribilmente silenziose e desolate.
    Tirò fuori le chiavi dalla borsa e le aveva quasi infilate nella toppa quando si sentì osservata. Si voltò ma non c’era nessuno così fece per aprire e a quel punto sussultò spaventata lasciando cadere le chiavi, la borsa e la valigetta.
    -Ti disturbo, Lilah?-la salutò Angel.
    -Mi hai spaventata.-portò una mano al petto per calmare i battiti del cuore.
    Quando Angel faceva in quel modo sapeva che non c’era da fidarsi, la terrorizzava quando faceva quelle improvvisate e soprattutto quell’aria ferina e implacabilmente glaciale che lo contraddistingueva. Era il pericolo allo stato puro.
    -Oh potrei farti di peggio che spaventarti.-piegò le labbra in un leggero sorrisino. Ancora terrore.
    Rapidamente la afferrò per la gola e la spinse contro il muro di fronte. Non la stava stringendo ne l’aveva alzata da terra ma la sua morsa era ferrea e lei non osava muoversi ne tanto meno respirare per la paura.
    -Cosa vuoi?-gli chiese.
    -Faith Lehane. Lasciala in pace.-rispose.-Non andare a trovarla, non offrirle i tuoi servigi, niente di niente. Ci avete provato già una volta con lei e non ha funzionato, ora lasciala stare!-strinse appena.
    -Sarebbe potuta essere un prezioso elemento.-
    -Beh adesso l’elemento ha perso il suo valore. Se vengo ancora a sapere che sei andata da lei e che hai cercato di farti assumere io ti uccido.-la minacciò.-Io e te avremo per sempre un conto in sospeso di nome Connor.-
    A quel punto lei abbozzò un sorriso strafottente quasi a volerlo sfidare.
    -Degli stregoni potenti al nostro servizio sono riusciti a raggiungere mentalmente la dimensione del QuorToth.-lo informò.-Hanno captato l’aura di Holtz ma niente aura del bambino. È probabile che tuo figlio non sia mai arrivato nel QuorToth.-
    -Ti illudi Lilah.-a quel punto fu lui a sorridere.-Nelle dimensioni infernali il tempo scorre più in fretta. Sono passati cinque mesi, è probabile che a quest’ora Connor non sia più un bambino. Può essere diventato un ragazzo o addirittura un uomo adulto.-vide il suo sorriso svanire ed essere delusa.-Come faccio a saperlo? Anni fa ho passato un periodo di tempo in una dimensione infernale. Qui erano passati poco più di tre mesi, li erano trascorsi cento anni.-la lasciò andare.
    -Non puoi essere sicuro che si siano sbagliati.-si massaggiò il collo.
    -I tuoi stregoni hanno cercato l’aura di Connor bambino. Poco furbi.-fece per andarsene.-Ricordati: lascia stare Faith.-
    -Ti odio Angel!-gli urlò dietro.-Vai all’inferno!-era livida.
    -Ci sono già stato.-e detto questo sparì dietro l’angolo lasciandola li nel corridoio intenta a massaggiarsi il collo e a bollire di rabbia.

    Appena lasciata Lilah, Angel andò a trovare Faith. La rimproverò per non averlo informato subito delle visite insistenti di Lilah poi passò a chiederle come stava aggiornandola sugli ultimi avvenimenti.
    Le disse di Connor, del tradimento di Wesley, della sparizione di Cordelia. Fino a quel momento non aveva ancora avuto il coraggio di ammettere tutto e adesso esprimerlo a parole rendeva la situazione ancora più reale.
    Faith ascoltò con una pazienza che non le si addiceva, essendo di natura irrequieta e ribelle. Alla fine riuscì ad essere di consolazione per il suo amico che se ne andò con il morale un po’ più sollevato.
    Quanto tornò a casa, l’hotel era vuoto e deprimente ma lui adesso stava meglio e controllò il calendario perché aveva segnato la data del ritorno dei suoi amici. Mancava una settimana e sia lui che tutto l’hotel erano in uno stato pietoso, quindi avendo intere giornate a disposizione confinate in casa si rimboccò le maniche e sistemò e pulì da cima a fondo tutto l’edificio.
    Rimise in sesto le camere non utilizzate, anche se li ci abitavano solo lui e Fred dato che Gunn aveva una casa sua e Groo viveva in casa di Cordelia. Imbiancò, rifece le pavimentazioni, sistemò i mobili, lavò i tendaggi poi passò ai locali che usavano come ufficio allestendo una delle camere come archivio con tanto di scaffali e cassettiere, sistemò la reception dove di solito lavorava Fred e allestì due uffici piccoli per Gunn e Groo, li avrebbero adorati.
    Ristrutturò da cima a fondo la cucina comprando nuovi elettrodomestici e facendo la spesa, dato che spesso si fermavano li fino a notte fonda era meglio avere il frigo pieno invece di spendere sempre soldi per una cena comprata fuori. Sistemò anche la sala da pranzo con mobili nuovi, un nuovo tavolo, pareti imbiancate per bene e nuovi servizi di piatti, posate e bicchieri.
    Alla fine l’hotel aveva assunto un nuovo aspetto con nuovi lampadari, pareti rinfrescate, mobili nuovi, quadri e persino delle loro foto in giro. Non si occupò del giardino perché non aveva il pollice verde, voleva dire che avrebbero chiamato dei giardinieri.

    Quella mattina sentì distintamente il rumore del furgone di Gunn fermarsi davanti al cancello. Sorridente mise in funzione la nuova macchinetta del caffè e si guardò intorno per sincerarsi che tutto fosse perfetto. Era soddisfatto.
    -Siamo tornati!-esordì Gunn varcando la soglia.
    -Wow!-esclamò Fred guardandosi in giro.-Abbiamo sbagliato hotel?-
    -Ciao!-li accolse Angel abbracciandoli tutti e tre.-Allora? Piaciuta la sorpresa?-chiese alludendo all’hotel.
    -Beh, sembra un posto nuovo!-rise Fred.
    -Ditemi tutto della vacanza.-avanzarono verso la reception.
    -Oh, amico, dovevi esserci!-cominciò Gunn.-Specialmente per vedere Groo. Era più emozionato di un bambino.-
    -Beh a Pylea non ci sono tutte queste cose.-si difese il diretto interessato facendoli ridere.
    -Dai, Charles, non essere cattivo, Las Vegas ha emozionato anche me! E poi Lorne è fenomenale, il pubblico lo adora e il suo spettacolo è stupendo. Ti manda a salutare, sperava venissi anche tu.-disse Fred.
    -Sarà per la prossima volta. Allora, che ve ne pare dell’hotel?-cambiò argomento Angel.
    -Devo ammettere che è totalmente cambiato, e mi piace parecchio.-assentì Gunn.
    -Dovete ancora vedere tutto quello che ho fatto.-e cominciò a far fare loro il giro turistico dell’hotel completamente rimesso a nuovo lasciandoli piacevolmente colpiti dalle modifiche.
    Mostrò gli uffici nuovi, la cucina con la sala da pranzo, l’archivio e tutte le altre cose spiegando che quello sarebbe stato il nuovo inizio per la Angel Investigations, i suoi amici si dimostrarono pienamente d’accordo con lui su ogni cosa e si congratularono dell’eccellente lavoro svolto.
    Gunn, scherzando, disse che se mai avrebbero pensato di cambiare mestiere avrebbero potuto mettere su un’impresa di ristrutturazioni. Angel lo guardò male ma poi rise. Per la prima volta, da tempo immemorabile, sentiva quel peso opprimente sul cuore un po’ più leggero.

    Parte 6 – La prima parola

    La porta del Magic Box si aprì con il solito scampanellio e Buffy entrò reggendo in braccio Nicky mentre con l’altra mano spingeva il passeggino del piccolo. Dopo averlo adagiato lì aprì la persiana della vetrina e accese le luci.
    Dopo il mancato matrimonio di Xander non si erano più avute notizie di Anya, la ragazza era sparita nel nulla, probabilmente D’Hoffrin, il demone che l’aveva creata, l’aveva ripresa sotto la sua ala ridandole i suoi poteri. Ma non lo sapevano per certo.
    Di conseguenza, dato che Giles non c’era, era toccato a Buffy prendere in mano le redini del negozio. Il che era anche un bene dato che costituiva un’entrata fissa ogni mese che serviva a mantenere lei, Dawn e Nicky e a fare in modo che non le contestassero la custodia dei due. Persino Giles era stato d’accordo quando era tornato a Sunnydale prima dell’estate a causa di tutto il trambusto che si era creato.
    Al solo pensarci, a Buffy veniva ancora la pelle d’oca e la piccola cicatrice tonda sopra il petto, a sinistra, pulsava ancora.

    Tutti avevano scoperto della passata relazione tra lei e Spike ed inutile dire che quelli che ci erano rimasti più male erano stati Xander e sua sorella. Il suo migliore amico l’aveva presa ancora peggio ed avevano litigato ferocemente, Xander aveva quasi tagliato la testa a Spike.
    Poi quei tre cretini di Jonathan, Warren ed Andrew ne avevano tentata un’altra della loro ma Buffy aveva fatto in modo che Jonathan ed Andrew venissero arrestati, la cosa non era piaciuta a Warren che aveva fatto irruzione nel giardino di casa Summers armato di pistola proprio mentre Buffy e Xander facevano pace e Willow e Tara stavano in disparte a lasciarli parlare ed occuparsi di Nicky.
    Erano esplosi tre colpi. Uno aveva rotto la finestra di camera di Dawn terrorizzandola a morte mentre posava lo zaino di scuola, uno aveva ferito Buffy circa dieci centimetri sopra il cuore e l’altro aveva preso Tara allo stomaco creando il panico.
    Xander aveva subito chiamato l’ambulanza mentre Dawn si precipitava di sotto in lacrime per il terrore trovando sua sorella a terra con Xander che le tamponava la ferita, Tara tra le braccia di Willow e Nicky che piangeva.
    Ancora fragile, la cosa aveva sconvolto Willow che si era armata dello scudo della vendetta e dopo che le due erano state portate al pronto soccorso aveva fatto incetta di magia nera per farla pagare a Warren. Dopo aver estratto con la magia il proiettile da Buffy facendola guarire, non aveva potuto fare la stessa cosa con Tara la cui ferita era più grave, poi aveva dato la caccia a Warren.
    A Nulla erano valse le suppliche dei suoi amici, aveva scuoiato Warren vivo, poi aveva cercato di distruggere il mondo, prima osteggiata da Giles arrivato da Londra e armato di poteri donatogli momentaneamente da una congrega di streghe.
    Solo Xander era riuscito a fermarla parlandole da buon amico e dichiarandole quanto le volesse bene. Non appena Willow era tornata in sé aveva voluto sapere di Tara ma la ragazza era in coma e per evitare una ricaduta Giles, con il primo volo disponibile, l’aveva condotta con sé a Londra dove Wesley li attendeva insieme alla stessa congrega di streghe che avrebbe aiutato Willow.
    Tara si era risvegliata una settimana dopo, aveva chiesto di Willow e le era stato detto ciò che era successo. Poco alla volta si stava riprendendo, aveva passato l’estate a fare riabilitazione aiutata da Buffy e Xander.

    Scosse la testa scacciando via quei brutti momenti e si concentrò su Nicky. Il piccolino aveva dieci mesi e ormai camminava quasi da solo. Bastava prenderlo per mano o che lui avesse qualcosa su cui poggiare le manine e camminava perfettamente.
    Faceva diversi versi tanto che Buffy supponeva stesse quasi per parlare ma ancora, a parte vari “Ma”, “Dada” e “Papapa” non spiccicava molto. Era bellissimo e spesso lei si incantava a guardarlo. Aveva i capelli castano molto chiaro, quasi biondi, e gli occhi erano azzurri, della stessa forma di quelli di Angel, si era accorta. Le labbra rosse e carnose invece erano decisamente di Darla. Il sorriso era senza alcuna ombra di dubbio di Angel.
    Buffy aveva montato un box vicino alla cassa dove adagiava Nicky per farlo giocare tranquillamente e dove poteva sempre tenerlo d’occhio. Anche se era lui ciò che i clienti venivano spesso a guardare, quelli più affezionati tornavano solo per lui e quelli nuovi promettevano di tornare per lui.
    -Allora, ti va di giocare con il tuo Mister Orsacchiotto?-gli chiese mettendolo nel box e avvicinandogli l’orsacchiotto.
    Subito la porta si aprì con uno scampanellio e Xander entrò spingendo la sedia a rotelle di Tara che reggeva sulle ginocchia un cartone chiuso e tre bicchieri di carta.
    -Abbiamo portato la colazione!-annunciò lui allegro.-Brioche varie e cappuccino.-
    -Tanto per rovinarci un po’ il fegato.-sorrise Tara poggiando le cose sul tavolo.
    -Ma si, Tara, al diavolo persino la linea.-le diede corda Buffy prendendo il suo bicchiere.-Fortuna che il mio piccolino ha ancora tutta la vita davanti a sé prima di rimbambirsi di caffè e ciambelle.-lanciò un’occhiata a Nicky che si stava divertendo ad agitare su e giù il suo orsacchiotto.
    -Oggi sembra più allegro del solito. Chissà cosa gli fa quel peluche per renderlo così felice.-sorrise Xander.
    -A volte mi sorprendo a pensare al suo futuro come se fosse davvero mio. Me lo immagino quando andrà al liceo, quando avrà la sua prima ragazza, che università sceglierà. E invece ogni giorno può essere quello in cui Wesley scoprirà come far fronte alla profezia.-fece Buffy sconsolata.
    -Non pensarci adesso, rischi solo di uscire fuori di testa.-Tara le prese una mano.
    -Lo so, ma non posso farne a meno!-esclamò.-Penso continuamente al fatto che lui non è mio figlio eppure lo sto crescendo io mentre non lontano da qui suo padre soffre pensando di averlo perso per sempre. Connor ha già messo i primi denti ed Angel se lo è perso, quasi cammina ed Angel si perderà i suoi primi passi e anche la sua prima parola e di questo passo anche il suo primo giorno di asilo.-sospirò. Non lo chiamava mai Connor.
    -Buff, calmati, sappiamo che è un’ingiustizia e che sicuramente Angel sta soffrendo ma tu lo stai facendo per il bambino e il giorno in cui Angel lo scoprirà sono sicuro che capirà.-tentò di tranquillizzarla Xander.
    -Lo spero sempre.-si calmò.
    La porta si aprì e due ragazze entrarono ridendo per poi guardarsi in giro. Buffy andò da loro per vedere se avevano bisogno di aiuto, le due risposero che cercavano un regalo di compleanno per una loro amica che era appassionata di antiche leggende.
    Buffy consigliò loro un bel libro con tutte le più antiche leggende, su come si erano evolute arrivando alle storie che si conoscevano oggi e poi venivano analizzate in base a fatti storici realmente accaduti, ai luoghi di origine ecc. Ne rimasero affascinate tanto che lo presero e in più comprarono anche un set di candele profumate alla cannella. Dopo che ebbero pagato ringraziarono e andarono via.
    -Cambiando argomento.-esordì Xander.-Stasera torna Willow. Che si fa?-e lì calò il silenzio.
    -Giles dice che adesso sta molto meglio rispetto a quattro mesi fa.-disse Buffy.
    -Io credo che lei ed io dovremmo parlare, anche a lungo.-fece Tara.
    -Per stasera, intanto è meglio darle un bel bentornata.-decise Buffy.-Xander vai tu a prenderla?-il suo amico annuì.-Bene, noi vi aspettiamo a casa mia, ceniamo tutti insieme. Che ve ne pare?-annuirono d’accordo.
    -Vuoi che ti aiuti a preparare?-si offrì Tara.
    -No, ci sarà Dawn ad aiutarmi. Ma vieni pure quando vuoi, una mano con Nicky mi serve sempre.-guardò Xander.-Ma tu non dovresti essere in cantiere?-
    -Si, da dieci minuti in effetti.-fece tranquillo rilassandosi sulla sedia.
    Buffy e Tara lo guardarono e all’inizio lui non capì i loro sguardi. Poi ripensò alle sue parole e sgranò gli occhi.
    -Ci vediamo stasera.-scattò dalla sedia afferrando la giacca e corse via.
    -Non dimenticarti di Willow!-gli urlò dietro Buffy-Ti senti pronta per stasera?-chiese a Tara dopo che Xander fu andato via.
    -Penso di si.-annuì.-Io amo davvero tanto Willow e anche se ha fatto cose sbagliate le ha fatte perché ha temuto di perdermi per sempre, in fondo al mio cuore non riesco a trovare una condanna per lei.-spiegò.
    -Will è tanto fortunata ad aver trovato una persona che la ama come te.-sorrise.-Devo cambiare Nicky, ci pensi un attimo tu ai clienti?-
    -Certo.-assentì mentre Buffy si alzava e prendeva il bambino dal box.
    Tara la guardò sparire nel retro. Buffy si trovava così bene con Nicky. Forse non ci aveva mai pensato ma era portata a fare la madre, più di quanto credeva. E si vedeva lontano un miglio che voleva bene al piccolo come se era davvero figlio suo, le brillavano gli occhi ogni volta che il piccolo sorrideva.

    Buffy chiuse il negozio che erano le sette. Tara era andata via dopo pranzo perché aveva la seduta di fisioterapia. Dawn era passata dopo scuola per farle un saluto poi era andata a casa per cominciare a pensare a cosa preparare e nel frattempo apparecchiare la tavola.
    Quando entrò in casa con Nicky sentì ridere dalla cucina. Arrivando lì notò che Tara era già arrivata ed era seduta ad uno degli sgabelli affettando della frutta che poi metteva in una grossa ciotola.
    -Come siete allegre!-esordì posando il bambino nel seggiolone.
    -Sei tornata.-sorrise Dawn.-Tara sta facendo la macedonia. Io ho controllato e secondo me possiamo fare degli spaghetti con il ragù, c’è anche del pollo e dell’insalata.-la informò.
    -Per me va bene.-alzò le spalle.-Dovrebbero anche esserci delle patate che possiamo fare al forno.-controllò in uno sportello in basso trovando un sacchetto di patate ancora buone.
    -A me piacciono le patate.-concordò Tara.
    -Non ti sarai affaticata stando molto in piedi, vero?-si preoccupò Buffy notando la sedia a rotelle in un angolo.
    -No, tranquilla. Il dottore dice che sto procedendo bene ma spesso devo alzarmi dalla sedia a rotelle e camminare un po’.-
    -Bene.-annuì cominciando a pelare le patate e mettendole nel lavello per lavarle.
    Dawn mise sul fuoco la pentola con l’acqua e cominciò a fare il ragù controllata a vista da Buffy che nel frattempo tagliava le patate e le metteva in una teglia. Tara dopo aver finito con la macedonia la mise in frigo e cominciò a fare l’insalata mentre Buffy, che aveva già messo le patate nel forno, prendeva il pollo dal frigo e lo condiva per poi metterlo insieme alle patate.
    Poco dopo tutta la cena si stava preparando e Dawn aveva apparecchiato una tavola superba. Nicky, più sveglio e allegro che mai, partecipava a modo suo alla serata gorgogliando e ridendo. Finché improvvisamente calò il silenzio quando sentirono la porta aprirsi.
    -Buffy? Dawn? Siamo arrivati!-urlò Xander per annunciarsi.-C’è nessuno?-
    Dawn aiutò Tara a sedersi sulla sedia a rotelle mentre Buffy prendeva Nicky dal seggiolone. Poi si diressero nel salotto mentre Dawn spingeva la sedia di Tara.
    -Siamo tutti qui.-sorrise Buffy arrivando per prima.
    Guardò Willow e subito le si riempì il cuore. La sua migliore amica aveva assunto quella dolce aria colpevole che la faceva somigliare alla timida ragazza mal vestita che aveva conosciuto anni prima nel cortile del liceo di Sunnydale.
    In fondo ai suoi occhi si notava un senso di colpa che non aveva eguali ma lei era Willow: era sempre stata così buona che non poteva concepire il male neanche quando aveva scoperto della sua esistenza. Averlo sperimentato in prima persona l’aveva cambiata e resa più grande, oltre a farle capire quello che davvero era importante nella vita.
    -Ciao Willow.-la abbracciò con le lacrime agli occhi e la sua migliore amica fu la prima a singhiozzare avendo capito quanto ancora Buffy potesse volerle bene.
    Le gettò le braccia al collo chiedendo scusa e Buffy le rispose che non c’era niente di cui dovesse essere perdonata. Poi si staccarono e si sorrisero con la stessa complicità di quando avevano sedici anni e parlottavano di ragazzi.
    -Oh cielo, questo è Dominick? È così cresciuto!-gli passò un dito sulla guancia paffutella e rossa.
    -Non è bellissimo?-sorrise Buffy orgogliosa.
    -Si, è davvero stupendo.-e fu a quel punto che notò la sedia a rotelle dietro di Buffy.
    Tara sapeva che per quanto l’amasse, il primo passo di Willow doveva essere ritrovare la sua amicizia con Buffy. E questo era accaduto rendendola felicissima. Non appena i loro sguardi si incrociarono lei sorrise con tutto l’amore di cui era capace facendole intendere con un solo sorriso che lei l’aveva attesa in tutti quei mesi.
    Willow scoppiò di nuovo in lacrime e si gettò ai piedi della sua amata piangendo sulle sue ginocchia che le accarezzò dolcemente i capelli cresciuti. Anche Tara pianse, mormorandole che non doveva scusarsi, ormai era tutto passato. Le alzò il viso asciugandole le lacrime e poi la abbracciò forte.
    Fu un momento molto intenso che nessuno avrebbe mai voluto interrompere, ma Nicky si scocciò della cosa e cominciò a strillare per la fame. Willow si alzò salutando anche Dawn a cui disse di smettere di diventare così bella e grande perché già non la riconosceva più.
    Si misero a tavola dove il grande mattatore fu Nicky che assaggiò la pasta imbrattandosi di sugo, Buffy era così esasperata che voleva solo sbattersi la testa contro al muro, e passando sulle ginocchia di tutti per rimanere al centro dell’attenzione.
    Dopo cena, Dawn andò a letto perché la testa le ciondolava ovunque a causa del sonno. Salutò tutti e salì di sopra in camera sua. Gli altri si trasferirono in cucina dove caricarono la lavastoviglie e rimisero a posto chiedendo a Willow della permanenza in Inghilterra e di Giles.
    -Sta bene.-rispose la rossa.-Ha una tenuta fantastica appartenente alla sua famiglia e che lui ha dato in comodato d’uso a questa congrega di streghe, lui abita in un fantastico appartamento a tre piani a Londra ma veniva tutti i giorni a trovarmi e mi portava anche a cavallo.-
    -E pensare che a noi ha dato ad intendere per anni che fosse uno normale e invece il vecchio inglese è pure ricco.-scosse la testa Xander.
    -Secondo te come ha fatto a non lavorare per un anno e mezzo dopo l’esplosione del liceo senza finire sul lastrico?-gli fece notare Buffy.-Ad ogni modo quando ci verrà a trovare?-
    -Spera presto, gli impegni del Consiglio lo tengono occupato parecchio.-alzò le spalle.
    -Beh come sempre da quando è tornato in Inghilterra.-
    -E voi qui come ve la siete cavati? Ci sono stati altri pericoli per Nicky?-chiese.
    -No, abbiamo avuto un’estate tranquilla.-Xander scosse la testa.
    -Nessuna notizia di Anya?-guardò il suo amico e lo vide farsi serio. Il nome di Anya lo rendeva ancora sofferente.
    -Anche di lei niente, è sparita nel nulla.-sospirò.-Beh, ragazze, per quanto adori la vostra compagnia domattina ho da fare in cantiere.-
    -Vado anch’io, domattina devo andare in università per vedere quando ricominciano i corsi.-concordò Tara.
    -Vuoi che ti accompagni?-si offrì Willow.-Io devo andarci per portare la mia iscrizione all’ultimo anno, sperando che la accolgano dato il ritardo.-
    -Vedrai che lo faranno, sei sempre stata una studentessa più che ottima.-la incoraggiò Buffy.-A me invece tocca adesso portare mio figlio a nanna.-rise osservando Nicky che si era appisolato sul seggiolino con la testa sulla spalla.
    -È così adorabile.-sospirò Willow adorante.
    -Lo adoro.-lo prese dolcemente facendo attenzione a non svegliarlo e se lo adagiò piano sul petto con la testa sull’incavo del collo.-Vi accompagno.-mormorò per non svegliarlo.
    Si salutarono dandosi appuntamento per il giorno successivo poi chiuse la porta barrandola a chiave e spense le luci. Salì al piano di sopra, controllò che Dawn dormisse e poi si chiuse nella sua camera adagiando piano Nicky sul suo letto dove lo spogliò piano e gli mise il pigiama, a quel punto lo mise nella culla e gli rimboccò le coperte.
    Come ogni sera rimase diversi minuti a guardarlo dormire, incantata da tanta bellezza ed innocenza. Piano gli accarezzò il pancino attraverso le coperte, poi andò a letto.
    La mattina dopo la routine riprese come se nulla fosse cambiato. Si alzò presto, svegliò Dawn, poi preparò Nicky mentre sua sorella faceva colazione. La accompagnò a scuola e andò ad aprire il negozio, poco dopo spuntarono i suoi amici con caffè e ciambelle per tutti. Quella mattina, però, Xander aprì loro davanti il giornale con un’aria parecchio seria.
    -Leggete qui.-indicò loro un articolo.
    “TROVATA RAGAZZA UCCISA VICINO AL PORTO, è la terza in poche settimane. Fatti del genere stanno accadendo in altre parti del mondo.” Capeggiava il titolo dell’articolo.
    -A me non è parso di captare troppa attività paranormale.-sentenziò Buffy.
    -Evidentemente chiunque sia sta coprendo bene le tracce.-disse Willow leggendo alcune righe.
    -Tu dici?-le chiese.
    -Può essere, oltretutto cose simili sono successe anche in Turchia, Cina, Brasile e in varie parti d’Europa.-indicò il paragrafo con la lista dei paesi.
    -Sembra che faccia tutto parte dello stesso piano.-rifletté Tara.
    -Si, è troppo strano per essere una coincidenza.-sospirò Xander.-Non è che hai fatto uno dei tuoi soliti sogni?-chiese a Buffy.
    -A pensarci qualche notte fa ho sognato una ragazza che correva e correva come se volesse sfuggire al demonio in persona e mi pareva che qualcuno la stesse seguendo ma non era molto chiaro e nel momento in cui si è trovata davanti ad un vicolo cieco mi sono svegliata perché Nicky piangeva, credo che avesse avuto un incubo anche lui o forse sono i dentini.-rammentò.
    -Ti sei mai chiesta se Nicky ha o avrà in futuro qualche dote particolare? Insomma, i suoi reali genitori sono due vampiri quindi qualcosa la prenderà no!-le chiese Tara.
    -Me lo sono chiesto.-confermò.-E lo osservo ogni giorno ma fino ad ora non ha mai dato a dimostrare alcuna dote particolare. Magari da grande sarà molto forte o avrà udito od olfatto molto sviluppati, non lo so.-alzò le spalle.
    -Può anche essere che la notte in cui hai fatto quel sogno lui ha captato che eri agitata e ha cominciato a piangere di proposito per svegliarti.-ipotizzò Willow.
    -Che è particolare si vede.-affermò la cacciatrice.-Se lo osservo attentamente noto, comunque, alcune doti particolari. Magari puoi anche aver ragione tu.-
    Ripresero a parlare degli omicidi senza giungere ad una valida conclusione tranne quella che se c’era di mezzo qualche demone o qualcosa di soprannaturale non avrebbe tardato a mostrarsi meglio. Decisero che avrebbero informato Giles e poi i suoi amici andarono via lasciandola sola.
    All’ora di pranzo il negozio era di solito deserto. Come quel giorno. Buffy controllò e mise in ordine alcune fatture, controllò che i conti quadrassero e poi riordinò il tutto in appositi schedari.
    Aveva già dato da mangiare a Nicky ma lui dopo il pasto non ne aveva voluto sapere di fare il suo solito sonnellino e adesso stava ancora seduto nel suo box ad agitare il suo orsacchiotto facendo versi.
    Lei gli si avvicinò con il chiaro intento di riprovare a farlo dormire e lo prese in braccio senza che lui protestasse dandogli un biberon di camomilla. Se non dormiva adesso entro un paio d’ore sarebbe stato nervoso ed insopportabile e lei non poteva trascurare il negozio.
    Il piccolo trangugiò un po’ della bevanda poi scosse la testa a dimostrazione che non ne voleva più e si strofinò gli occhi, cominciava ad essere stanco.
    -Inizia a venirti sonno, finalmente, eh?-Buffy gli sorrise toccandogli il nasino con la punta del dito.
    A quel punto il piccolo si voltò verso di lei, mezzo assonnato, e gli spiaccicò la manina sul viso a mo di carezza.
    -Mamma.-disse.
    Sulle prime lei rimase impietrita, il sorriso svanito dal suo volto. Non poteva essere, forse non aveva sentito bene. Magari se lo era immaginato, ma non ne era del tutto sicura.
    -Cosa hai detto?-gli chiese.-Hai parlato! Dillo ancora, mamma.-lo incoraggiò.
    -Mamma.-ripeté con gli occhi che si chiudevano per la stanchezza.
    Erano mesi che non succedeva, Buffy iniziò a piangere. Per la gioia di sentirlo dire la sua prima parola e per la tristezza che fosse stata proprio lei a sentirla e non Angel, non quel padre che non lontano da lei piangeva per la perdita dell’adorato figlio.
    -Oh Dio, Nicky!-esclamò felice.-Hai parlato! Ti voglio tanto bene, amore mio.-poggiò la guancia al viso del suo bambino, poi lo baciò felice. Nicky si era addormentato di già.
    Lei lo adagiò piano nel box coprendolo con una copertina e rimase a vederlo dormire con il cuore diviso in due: una parte era felice, l’altra triste.
    Ma per lei adesso Nicky era suo figlio e anche se un giorno avrebbe dovuto restituirlo ad Angel, il suo legittimo genitore, per ora voleva godersi ogni singolo momento con lui. Voleva assaporare la sensazione di essere quella madre che forse non avrebbe mai potuto essere.
    Buffy stava crescendo, e lo faceva crescendo Nicky, proteggendolo da ogni pericolo e amandolo di un amore incondizionato. Di quell’amore che aveva provato solo una volta in vita sua, per il padre di suo figlio.

    Diverse settimane dopo avvenne un altro miracolo nella crescita di un bambino: Nicky camminò.
    Era una soleggiata domenica di fine ottobre, Dawn era uscita a fare un giro con alcune compagne di scuola, Willow e Tara avevano deciso di fare una scampagnata privata e Xander avrebbe trascorso la domenica in compagnia della sua famiglia a causa della visita di alcuni cugini alla lontana, così Buffy era sola a casa con il bambino e aveva deciso di dedicarsi alle pulizie domestiche.
    Stava rimettendo in ordine dopo aver pulito tutto il salotto. Si voltava spesso a guardare Nicky seduto per terra su una coperta ed attorniato di giocattoli. Anche in quell’istante si voltò, nell’esatto momento in cui il piccolo si tirava in piedi aggrappandosi al divano e muoveva i primi incerti passi con le braccia tese in avanti verso la poltrona.
    Lei rimase impietrita con il cuore in gola per l’emozione mista a paura. Non appena il piccolo ebbe raggiunto la sua meta lei corse ad abbracciarlo e baciarlo. Era uno dei giorni più felici della sua vita.

    Da quella stessa notte i suoi sogni si fecero più frequenti, più cruenti e più specifici.
    Sognava uomini incappucciati di nero che prendevano giovani ragazze e le uccidevano a sangue freddo. Ogni mattina si svegliava sempre più turbata ben sapendo che quello era il primo segnale del loro nuovo nemico che non mancò di manifestarsi presto: il Primo.
    Poco dopo quella scoperta un mattina Willow irruppe nella tranquillità del salotto di casa Summers reggendo Andrew per la collottola. Il giovane era tornato con Jonathan ma l’aveva ucciso spinto dal Primo sotto forma di Warren su un grosso sigillo che non si era aperto e spaventato era fuggito via.
    -E cosa ne facciamo di lui?-chiese Dawn perplessa.
    -Dobbiamo tenerlo.-sentenziò Buffy recuperando Nicky che stava per avvicinarsi al loro ostaggio legato stretto su una sedia.-Può passarci delle informazioni.-
    -Perdona la mia brutale sfacciataggine ma il bambino di chi è?-le chiese il giovane biondo.
    -È mio figlio!-esclamò.
    -E da quando ce l’hai? Lo scorso anno ne io, ne Jonathan ne Warren ci eravamo accorti che tu avessi avuto un bambino.-fece perplesso.
    -Ve l’ho nascosto a dovere, adesso smettila di deviare il discorso e non osare avvicinarti a Nicky se non vuoi che ti uccida!-lo minacciò.
    -Mi pare un po’ difficile dato come sono legato a questa sedia, ti pare?-tutti lo guardarono male e lui si convinse a tacere una volta per tutte.
    -…Attivo!-lo additò Nicky mangiandosi la c della sua parola.
    -Questo bambino sta imparando a dire troppe cose.-fece Xander fulminando Buffy con una occhiata.
    -Ripete quello che sente dire da noi.-precisò Buffy.-Comunque andrò a dare un’occhiata a questo sigillo, ovviamente Andrew verrà con me e cercheremo di capire come mai il sangue di Jonathan non l’ha aperto.-
    -Io e Tara rimaniamo con Nicky così tu puoi portarti dietro sia Xander che Dawn.-propose Willow.
    -E continuiamo le ricerche.-concluse Tara portando un altro libro che stava sul tavolo, ormai si era riprese quasi benissimo.
    -Può essere un’idea.-alzò le spalle e si preparò ad andare.
    Aprendo la porta di casa però si trovò davanti una graditissima sorpresa.
    -Giles.-sorrise emozionata e si slanciò per andarlo ad abbracciare ma fu ostacolata da tre ragazze che si intromisero tra di loro entrando in casa.
    -Tu sei la cacciatrice?-le chiese l’ultima, una brunetta minuta, squadrandola da capo a piedi.-Mm, piacere di conoscerti.-e andò in salotto.
    -Che succede?-chiese Buffy al suo ex osservatore.
    -Il Primo ci attacca e noi siamo i rinforzi.-sorrise.
    -Ben arrivati allora.-ricambiò spostandosi per farlo entrare, poi chiuse la porta e tutti si ritrovarono in salotto.
    La guerra era appena cominciata.


    Ho postato questi 6 capitoli di Ancient Prophecies, perchè penso siano una delle più belle fanfic di Cristal.Anche se parlando delle sue fanfic difficile è scegliere la preferita.
    Inoltre sono in contatto con lei e so che nei prossimi ci sarà per tutti una bellissima sorpresa....
    Un bacio a tutti, ma soprattutto a Cristal.

    Silvia

    Edited by SilviaLivre - 25/8/2010, 15:14
     
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    Una sorpresa che abbiamo concordato io e Silvia:La parte 7 di Ancient Prophecies verrà postata qui in anteprima e successivamente sul forum dove la fanfic sta attualmente venendo postata.
    A tutti una buona lettura e mi aspetto dei bei commenti perch questa è una parte moolto particolare, con colpi di scena ed uno scenario aperto sul capitolo 8.
    baci, Cris.

    Parte 7 – Il ritorno di Angelus

    Il ritorno di Cordelia era avvenuto in modo così misterioso che tutti, per la felicità di riaverla con loro, non se ne erano minimamente preoccupati.
    Certo, all’inizio la sua amnesia li aveva preoccupati ma poco alla volta i ricordi erano tornati e una parvenza di normalità era tornata alla Angel Investigazioni. Ovviamente non era durata molto.
    Strani segni avevano cominciato a manifestarsi oltre a ripetuti attacchi della Wolfram&Hart e in poco tempo si era capito chi era il loro nuovo nemico: la Bestia, che loro volevano sconfiggere mentre gli avvocati lo volevano dalla loro parte.
    E con quella nuova scoperta i problemi erano aumentati, perché solo una persona ancora in vita conosceva bene la Bestia e come sconfiggerla, dato che aveva fatto con lui un patto: Angelus. Il dilemma era se farlo tornare con il pericolo che il vampiro seminasse morte, distruzione e zizzania o affidarsi ai radi ricordi che Angel aveva del suo alter ego insieme al potente demone.
    -Non ci sono altre soluzioni.-sentenziò Angel alzandosi dal divano rotondo all’entrata dell’Hyperion.
    -Angel no!-esclamò Cordelia alzandosi a sua volta.-Angelus non è l’ultima speranza che ci è rimasta.-
    -E invece si, per quanto mi secchi ammetterlo.-si voltò verso di lei.
    -Lui ti distruggerà. Io me lo ricordo com’è! Lui è malvagio, ogni parola che dice è una goccia di veleno.-cercò di convincerlo.
    -Ed è l’unico che conosce la Bestia così bene da aiutarci a sconfiggerla.-sospirò.-Costruiremo una gabbia nel sotterraneo e installeremo un sistema di videocamere per sorvegliarlo notte e giorno. Voi ragazze dovete stare il più possibile lontano dalla sua stretta, almeno un metro, e i ragazzi non devono avvicinarsi senza essere ben armati di croce e paletto. Tutto chiaro?-li guardò uno ad uno, la scelta era stata ormai presa.
    -Ne sei proprio sicuro?-gli chiese piano Gunn.
    -No, ma non ci sono alternative.-si sedette.
    -Ma insomma, deve esserci un altro modo per sconfiggere quel demone. Magari se continuassimo a cercare nei libri, o in rete.-si premurò Fred.-Anzi, mi sono ricordata che in una delle camere di sopra ci sono scatoloni pieni zeppi di libri vecchi. Magari potremmo usare quelli e…-
    -No!-la interruppe Angel duro.-Non toccheremo i libri di Wesley.-li ammutolì.-Non voglio niente di suo ad aiutarmi nella lotta contro la Bestia. Anzi, non avete ancora scoperto l’indirizzo dei suoi in modo da poterglieli spedire?-chiese.
    -No, lui si è portato via la sua agendina.-fece piano Cordelia.
    -E allora bruciateli o regalateli. Qualsiasi cosa, basta che prima o poi li togliate da qui.-e senza aggiungere altro salì di sopra e si chiuse nella sua camera.

    Pochi minuti dopo Cordelia lo raggiunse. Bussò piano e senza attendere risposta entrò trovandolo seduto sul suo letto, i gomiti puntati sulle ginocchia e le mani unite sotto il mento.
    -A cosa pensi, Angel?-gli chiese.
    -A Connor.-rispose d’un fiato.-Pensi che sia stata una coincidenza il fatto che la Bestia sia venuta fuori dall’esatto punto in cui Connor è nato?-la guardò.
    -Non lo so.-scosse la testa voltando lo sguardo.
    -E se sapesse qualcosa su di lui?-chiese speranzoso.-Odio Angelus, con tutte le mie forze, ma la Bestia ci combatte perché siamo i suoi nemici, Angelus invece con lui aveva un legame e magari grazie a questo legame la Bestia potrebbe dirgli qualcosa su Connor. Forse l’ha visto, forse ne ha notizie.-si interruppe.-Lo so, sono solo uno stupido ad attaccarmi così a questa stupida speranza.-
    -No, non sei stupido.-gli sedette accanto.-Sei soltanto un padre che ha perso il suo bambino.-sperò che lui non si voltasse a guardarla negli occhi, non sarebbe riuscita a mentirgli.
    -E mi manca ogni giorno così tanto.-sospirò.
    In quel momento bussarono alla porta. Cordelia sospirò mentalmente di sollievo, ancora un po’ e non sarebbe più riuscita a dirgli bugie. Odiava quella situazione anche se era consapevole del fatto che se Angel avesse saputo che il bambino era vivo e in quella dimensione si sarebbe comunque disperato perché era impossibile che riuscisse a trovarlo dato che l’unico a sapere dove fosse era Wesley che era anche irrintracciabile.
    Fred entrò timidamente con un nervoso sorriso. Parlò direttamente con Angel.
    -Ciao! Noi di sotto ci interrogavamo su come risvegliare Angelus senza attimo di pura felicità, cosa che tecnicamente ti serve per perdere l’anima, così abbiamo cominciato a fare ricerche e abbiamo scoperto che esiste uno sciamano in grado di operare una magia del genere e quindi sono venuta qui di sopra per informarti di questo. Adesso Lorne e Groo stanno cercando di capire come fare a rintracciarlo.-disse d’un fiato.-Tutto qui, ciao!-e se ne andò.
    -Ogni tanto quella ragazza mi preoccupa.-rifletté Cordelia.
    -A chi lo dici.-sorrise Angel.
    Tornarono di sotto dove Gunn e Lorne era usciti per andare a cercare lo sciamano. Lui e Groo aiutati dalle due ragazze andarono di sotto dove cominciarono a costruire la gabbia, Fred si preoccupò di collegare le telecamere da cui l’avrebbero spiato dalla hall.
    -Okay, le telecamere funzionano alla perfezione e non c’è angolo che non sia ripreso.-proclamò Fred dopo aver finito.
    -E la gabbia sembra abbastanza salda.-fece Angel strattonandola.-Persino a prova di super vampiro.-decretò.
    -Speriamo bene, a me questo piano sembra sempre più folle.-sospirò Cordelia.
    -Mi raccomando: state attente ad Angelus perché lui non è mai quello che sembra.-consigliò preoccupato.
    -A me non fare raccomandazioni, io lo conosco.-fece Cordelia.
    -Sei proprio sicuro Angel?-gli chiese Fred in ansia.
    -Si, devo farlo.-si voltò verso la gabbia.-Ha piovuto fuoco e il sole non è ancora tornato, i vampiri si sono resi forti di questo ed escono addirittura durante il giorno. Se questo è l’unico modo per fermare la Bestia allora si, sono sicuro.-
    Poco dopo Gunn e Lorne tornarono in compagnia dello sciamano, un cinese di nome Wo-Pang che subito si mise all’opera. Fece stendere Angel su un tavolo dentro la gabbia e cominciò a recitare dei rituali.
    Fuori dalla gabbia, Gunn, Groo e Cordelia osservavano la situazione, le armi pronte in pugno per qualsiasi evenienza. Ad un certo punto, Cordelia vide Groo irrigidirsi e lo fissò perplessa.
    -Che ti succede?-gli chiese.
    -Quello sciamano mi insospettisce.-si avvicinò di un passo alla gabbia.
    Con un scatto fulmineo lo sciamano tirò fuori dalla tunica un coltello e lo puntò alla gola di Angel. Cordelia urlò e quell’urlo servì a far aprire gli occhi ad Angel che vedendosi l’arma puntata contro velocemente colpì la mano di Wo-Pang disarmandolo. Scese giù dal tavolo mentre lo sciamano aveva già riafferrato l’arma e la brandiva contro di lui.
    -Pensi davvero che avrei aiutato coloro che cercano di uccidere il mio padrone?-disse pronto all’attacco.
    -Non puoi ucciderci tutti. Parlerai prima che tu capisca in quanti siamo.-lo minacciò.
    -Mai!-e inaspettatamente si trafisse con la spada accasciandosi al suolo.
    Gunn aprì la gabbia entrando velocemente seguito a ruota da Groo e Cordelia, mentre Angel era già chino sul corpo dello sciamano e gli aveva tolto il turbante che lo fasciava anche in volto.
    -È successo tutto così velocemente che quasi non me ne sono reso conto.-disse Gunn.
    -Nemmeno io.-annuì Angel.-Aspetta…-qualcosa di strano attirò la sua attenzione e poco alla volta cominciò a scoprire il corpo di Wo-Pang mettendo in mostra le numerose scritte che aveva.
    -Questo è strano.-Gunn aggrottò la fronte mentre Fred scendeva giù rumorosamente dopo aver visto quello che era successo dal monitor.
    -Cosa è strano?-chiese avvicinandosi.-Oh, si questo è strano.-concordò osservando il corpo fittamente scritto di Wo-Pang.
    -Decisamente.-rincarò Cordelia annuendo vigorosamente.
    -Io non sono in grado di tradurre tutte queste scritte, non conosco neanche la lingua.-disse Angel, poi guardò Groo.-Tu riesci a capirci qualcosa?-gli chiese.
    -No, è una lingua sconosciuta anche per me.-scosse la testa dispiaciuto.
    -Fred?-chiese alla ragazza.
    -Uguale per me, Angel. Non mi intendo a fondo di queste cose.-sospirò dispiaciuta gettando un velo di sconforto tra di loro.
    -A quelle scritte posso pensarci io.-
    La voce giunse dal fondo delle scale e li fece sobbalzare tutti. Si voltarono di scatto e sgranarono gli occhi alla vista dell’uomo che aveva parlato, per qualche secondo il silenzio calò tra di loro, forse per via dello stupore, ma durò poco.
    Wesley li fissò tutti in attesa di una qualche reazione che arrivò presto.
    -Bastardo!-
    Quasi neanche videro Angel alzarsi velocemente, raggiungere il nuovo arrivato, afferrarlo per la gola e sbatterlo contro al muro.
    -Angel no!-urlò Cordelia cercando di fermarlo.
    -Te l’avevo detto di non tornare, Price, ti avevo avvisato!-continuò lui alzandolo da terra.
    -Angel ti prego!-ci provò anche Fred senza ottenere risultato.
    -Ti ammazzo, figlio di puttana, ti faccio a pezzi!-sbraitò dandogli un pugno che lo fece finire lungo disteso a terra.
    -Angel calmati!-Gunn impedì che il vampiro si lanciasse addosso a Wesley ma trattenerlo era dura, Angel era molto più forte di lui.-Non ci risolvi niente se lo uccidi.-tentò di calmarlo.
    -Sono venuto per aiutarvi.-si difese l’inglese.
    -Puoi tornatene da dove sei venuto!-esclamò Angel.
    -Basta adesso!-lo riprese Cordelia.-Almeno fallo finire di parlare.-
    Angel si divincolò da Gunn ma non saltò al collo di Wesley limitandosi a guardarlo in cagnesco.
    -Sono venuto a conoscenza della presenza della Bestia.-Wes si alzò asciugandosi con un fazzoletto il sangue da naso.-E sapevo che avrebbe cercato di risvegliare Angelus, quindi sono corso qui per impedirlo e pare che sono arrivato in tempo. Ho portato dei libri, mi aiuteranno a decifrare quelle scritte.-indicò con il mento Wo-Pang.
    -E perché dovrei permetterti di aiutarmi?-Angel incrociò le braccia al petto.-L’ultima volta ci ho rimesso mio figlio.-
    -Perché se stavolta ti fidi di me potresti venire ricompensato.-lo guardò storto.
    -Cosa vuoi dire?-aggrottò la fronte perplesso.
    -Te lo dirò solo a lavoro ultimato, così hai una scusa per non uccidermi.-lo spiazzò e si avvicinò al corpo dello sciamano.-Come pensavo, ho portato i libri giusti. Gunn me li andresti a scaricare dalla macchina per favore?-gli chiese.
    -Certo, amico, arrivo.-annuì.-Groo, mi dai una mano?-
    -Sicuro.-alzò le spalle e i due si diressero di sopra.
    -Dove sei stato per tutto questo tempo?-Cordelia si inginocchiò accanto all’ex amico.
    -In giro.-alzò le spalle.-Ho viaggiato un po’.-
    -E mai neanche una cartolina?-si intromise Fred con un sorriso.
    -Sono imperdonabile, lo so.-concordò.-Ma da dove stavo è comunque giunta la notizia che stavate avendo a che fare con la Bestia e che c’era il pericolo che Angelus tornasse, quindi sono corso qui per evitare che accadesse.-
    -Avevi paura che lui ti desse davvero la caccia per quello che hai fatto?-gli chiese Angel pungente.
    -No.-lo guardò alzandosi.-Ma non è Angelus la chiave per sconfiggere la Bestia, anche se così si credeva. Al contrario, la Bestia potrebbe assoldarlo per i suoi scopi.-e a quel punto Angel sbuffò.
    -Si, come se fosse un galoppino. Non si fa comandare, evidentemente non lo conosci bene.-puntualizzò.
    -Oh invece tu lo conosci così a fondo da non ricordarti neanche che lui e la Bestia si erano già incontrati.-
    -Ehi, voi due, time out!-li bloccò Cordelia alzandosi.-Comportarvi come due adolescenti non ci aiuterà a risolvere il problema.-li riprese.
    -Cordelia ha ragione.-la difese Fred.-Avrete occasione di litigare per via di Connor dopo che avremo risolto la questione della Bestia.-
    I due abbassarono lo sguardo come due ragazzini beccati a fare una marachella ed evitarono di rispondere, salvati dal fatto che Gunn e Groo arrivarono con i libri portati da Wesley.
    Subito, l’ex osservatore si mise all’opera per tradurre le iscrizioni sul corpo dello sciamano cinese. Impiegò ore a decifrare i simboli mentre Angel faceva su e giù per la frustrazione, Fred cercava di aiutare l’inglese e gli altri svolgevano altre mansioni per ingannare l’attesa.
    -Okay, ho trovato qualcosa.-Wesley uscì dall’ufficio di Gunn dopo diverse ore di ricerche insieme a Fred.
    -Finalmente, temevo mi venissero i capelli bianchi il che, tecnicamente, è impossibile.-fece Angel ironico mentre Cordelia lo fulminava con un’occhiataccia.
    -Ti regalerò una tintura a lunga durata per il tuo compleanno.-lo rimbeccò l’inglese.
    -Non ricominciate.-li fermò Gunn prima che Angel potesse ribattere.
    -Allora?-chiese Cordelia speranzosa.
    -Esiste un’arma.-Wesley mostrò loro delle carte.-Si chiama Bosh M’Ad e dai disegni credo che sia una spada o qualcosa di simile.-precisò.
    -E dove si trova?-chiese Angel.
    -A questo non ci siamo ancora arrivati.-lo deluse Fred.
    -Bene, vado a prendere lo spolverino(inteso come strumento di pulizia e non come giacca, nda) così nell’attesa della prossima scoperta eviterò che mi si accumuli polvere addosso.-sentenziò il vampiro sedendosi di peso sul divanetto rotondo dell’entrata.
    -Non sei per niente spiritoso, soprattutto dopo il faticoso lavoro di traduzione che io e Fred abbiamo fatto!-si infervorò Wesley.
    -Nessuno te l’aveva chiesto, ti sei presentato qui di tua spontanea volontà.-lo rimbeccò alzandosi.
    -Beh, è vero, e almeno potresti essermene grato.-lo fronteggiò.
    -Grato?-fece stralunato.-Dovrei esserti grato se da mesi faccio una vita d’inferno e mi tormento chiedendomi che fine ha fatto l’unico figlio che ho dato che non posso averne altri?-
    -Ragazzi non ci siete di aiuto così.-Gunn si mise tra loro.
    -Non doveva andare così, Holtz ha tradito anche me.-disse Wesley dopo un momento di pausa.
    -Cosa ti aspettavi da uno che mi odia?-fece amaro.
    -Hai ragione.-ammise, poi sospirò.-E mi dispiace veramente tanto, ma non è questo il momento adatto per parlarne. Dopo che avremo ucciso la Bestia potrai anche uccidermi.-
    -Tanto non ne varrebbe la pena, non servirebbe a restituirmi mio figlio.-si voltò e si diresse verso il suo ufficio ma sulla porta fu bloccato da Cordelia.
    -Che succede?-le chiese.
    -Sto avendo una visione.-si portò le mani alla testa e si sedette sul divanetto, poco dopo alzò lo sguardo verso i suoi amici.-Ho visto la Bosh M’Ad, so dove si trova.-
    -Okay, andiamo a cercarla.-tornò indietro.-Wes tu e Fred rimanete qui a finire quelle traduzioni, noi andiamo a prendere la spada.-si mise il giaccone ed uscì insieme agli altri.
    La ricerca guidata dalla visione di Cordelia li condusse in lungo ed il largo per le fogne di Los Angeles e per diverse ore finché non giunsero in una camera all’apparenza vuota.
    -Io sento una forte energia qui.-disse Groo all’erta.
    -Anch’io.-concordò Angel.
    Ad un certo punto una grossa bolla di energia apparve al centro della stanza. Gunn cercò di toccarla ma si scottò come se fosse fatta di acqua bollente.
    -Ti è andata bene, la prossima volta poteva fulminarti magari.-lo riprese Angel.
    -Beh, sono stato curioso!-si difese.
    Ci provò anche Angel e con sua grossa sorpresa riuscì ad infilare dentro il braccio scatenando una luce. Quando lo tirò fuori aveva in mano una luccicante spada con l’elsa dorata e finemente lavorata. Rimasero tutti abbagliati nel vederla.
    -È bellissima per essere un pezzo di metallo tagliente.-disse Cordelia.
    -La solita filosofica.-fece Angel ironico.-Torniamo all’hotel.
    Quando tornarono li Wesley e Fred non avevano grosse novità ma furono contenti di vedere che il resto aveva trovato la spada. Non ebbero però molto tempo per gioire perché la porta fu sfondata e la Bestia entrò ben decisa ad ucciderli.
    I ragazzi cercarono di portare subito le ragazze al sicuro mentre Angel ingaggiava una lotta con il suo nemico aiutato dalla sua nuova arma. La Bestia ironizzava sul fatto che un inutile pezzo di metallo non poteva scalfirlo anche se era notevole alla vista ma Angel non si arrendeva e continuava ad attaccare.
    Fu quando cercò di afferrare la lama della spada per spezzarla in due che una forte luce scaturì dal metallo. La Bestia urlò lasciando la presa e notando che la sua mano era ferita.
    -Com’è possibile?-urlò.-Nessun metallo può uccidermi!-
    -Evidentemente ti è sfuggito qualcosa!-ricambiò Angel e infierì sul braccio ferito tagliandolo di netto.
    Attaccò ancora mirando al collo che tagliò facendo rotolare la testa per terra. In pochi secondi la Bestia iniziò a sbriciolarsi finché non ne rimase altro che un mucchio di cenere sul pavimento.
    Nello stesso istante il sole tornò a brillare ed Angel fu costretto a mettersi al riparo per non finire come il suo, ormai, ex nemico. Il resto del gruppo tornò dentro per congratularsi con una profusione di abbracci felici.
    -Ce l’hai fatta.-disse con un sorriso Wesley ad Angel.
    -Non senza il tuo aiuto.-mormorò dandogli una pacca sulla spalla.
    -Beh tu mi hai dato il modo di aiutarti.-si sistemò gli occhiali.
    -Grazie Wesley.-e lo abbracciò.
    L’inglese rimase per un secondo interdetto poi ricambiò l’abbraccio.
    -Adesso devi rivelarmi la mia ricompensa per essermi fidato di te.-lo lasciò.
    -Hai ragione.-rammentò.-Torno tra poco.-e uscì di corsa.
    Nelle due ore successive Angel aiutò le ragazze a ripulire la stanza dalle ceneri della Bestia e dal disordine da lui provocato mentre i ragazzi rimettevano a posto le armi e i libri, ormai inutili dato che la lotta era finita e il sole splendeva di nuovo alto nel cielo.
    Cordelia alzò gli occhi nell’esatto momento in cui Wesley parcheggiava la macchina fuori dal cancello d’entrata. Stava spazzando davanti la porta e si fermò per guardare il suo amico girare intorno alla macchina e andare ad aprire lo sportello dal lato passeggero, per poi aiutare qualcuno a scendere. Qualcuno che a prima vista giudicò un nano dato che non riuscì a vederlo.
    Quando li vide varcare insieme il cancello, tenendosi per mano, per un attimo le si mozzò il fiato in gola. Mollò la presa sulla scopa che cadde a terra portando una mano alla bocca aperta per lo stupore.
    -Che succede?-le chiese Fred avvicinandosi.-Oh mio Dio!-esclamò.
    Groo e Gunn accorsero da loro preoccupati dalle reazioni delle ragazze mentre Angel non poteva fare altro che tenersi a distanza per non essere bruciato dal sole.
    -Ehi, che cosa c’è?-chiese il vampiro cercando di avvicinarsi il più possibile.
    -Non è possibile.-mormorò Gunn esterrefatto.
    -Cosa?!-fece Angel esasperato.
    In quel momento Wesley aprì la porta ed entrò insieme al suo accompagnatore: un bambino bellissimo di all’incirca due anni, forse meno. Si avvicinò ad Angel che improvvisamente aveva perso le parole e continuava a fissare il piccolo e poi Wesley, e poi ancora il piccolo e poi ancora Wesley.
    -C’è una cosa che devi sapere.-esordì.-Sapevo che Holtz mi avrebbe tradito quindi ho escogitato un piccolo trucco. Lui si è portato nel QuorToth una bambola.-
    -Ma io l’ho visto bene.-ripensò a quel momento.
    -Era una bambola.-ripeté.-Lui è stato nascosto per tutto questo tempo.-avvicinò il piccolo.-È il tuo Connor.-
    -E la profezia?-chiese Cordelia avvicinandosi di un passo.
    -Era questa la profezia. Connor è destinato a fare grandi cose per il bene e se Angelus fosse tornato lui e la Bestia avrebbero mosso mari e monti per trovarlo e porre fine alla sua vita, per questo l’ho tenuto nascosto tutto questo tempo. Adesso che la Bestia è morta e non c’è pericolo del ritorno di Angelus anche Connor può tornare dalla sua famiglia.-spiegò.
    -Il mio bambino.-Angel si inginocchiò davanti al bambino che si guardava in giro incuriosito.-Connor?-lo chiamò.
    Il bimbo si voltò vero si di lui. Si avvicinò di un passo poi gli puntò l’indice sulla guancia guardandolo negli occhi e sorridendo.
    -Papà!-dichiarò.
    -Il mio bambino!-esclamò Angel piangendo felice e abbracciando il piccolo.-Il mio Connor, ti voglio bene, piccolo.-lo baciò.
    E anche questa si poteva definire perfetta felicità. Angel lo capì nell’esatto momento in cui il suo cuore traboccò così tanto di gioia da sentire distintamente il punto di rottura. Quel sottile, fragile confine che scindeva quello che era da quello che non voleva più essere.
    Aver ritrovato Connor per lui era la felicità, era il momento che più aveva atteso nella vita, il momento dove tutto sarebbe finalmente andato bene e le sue sofferenze sarebbero finite. Pessima cosa.
    Si allontanò dal bambino di scatto, improvvisamente in preda a forti spasmi e dolori. Urlò contorcendosi sul pavimento mentre tutti rimanevano paralizzati da quella reazione.
    -No! NO!-continuò ad urlare invocando il nome di Connor che rimaneva lì a guardare la scena senza neanche essere intimorito e incuriosito, come se fosse consapevole di quello che intorno a lui stava succedendo, di come poteva essere fatale un attimo di pura felicità…

    Angelus aprì di scatto gli occhi, un perverso ghigno si allargò sul suo viso. Era ancora steso sul tavolo, dentro la gabbia costruita per lui. Si voltò verso il resto della gang. Wo-Pang ne approfittò per uscire fuori e chiedere a chiave.
    Era stato tutto un sogno. Wesley non era tornato, non c’era nessuna spada con cui uccidere la Bestia e Wes non aveva riportato Connor. Era tutto un trucco per indurgli un attimo di pura felicità. Ed era riuscito in pieno.
    Guardò gli amici della sua patetica anima, poteva sentire l’inebriante odore della paura invaderli e indurli a guardarli con terrore, tremare ed indietreggiare di un passo. Era una bellissima sensazione di potenza che non si sarebbe mai stancato di provare, e anche se loro lo avevano imprigionato adesso doveva solo trovare il modo di liberarsi e poi ucciderli uno ad uno molto lentamente e molto dolorosamente. Anelava per quel momento.
    -Non siete contenti di conoscermi, amici?-chiese ironicamente tirandosi a sedere.
    -Sarebbe come aver piacere di contrarre la peste.-rispose Cordelia.
    Lui scoppiò a ridere. Una risata fredda, crudele che scioccò chi non aveva mai conosciuto Angelus. Era peggio di quello che Angel aveva mai raccontato su di lui.
    -Sei cresciuta, Cordelia. Non sei più la piccola reginetta Cordelia Chase che indossava le minigonne e apriva le gambe ad ogni membro della squadra di football e per passatempo anche a Xander Harris. Ah…i bei vecchi tempi del liceo.-sospirò ripensando a quei giorni.
    -Non mi ferisci con le tue volgarità.-fremette di rabbia.-La Bestia, cosa sai di lui?-si avvicinò di un passo.
    -Cordy, non ti avvicinare troppo.-la mise in guardia Gunn.
    -Sa bene che se mi torce un capello voi chiamerete Buffy e lei lo prenderà a calci nel sedere.-lo minacciò e lui scoppiò di nuovo a ridere, ancora più divertito.
    -La mia piccola e dolce Buff, intendi? Oh come mi manca quello zuccherino, non la vedo da quando aveva appena diciassette anni, adesso a ventuno sarà diventata un vero schianto.-
    -La Bestia!-esclamò Gunn.-Dicci quello che sai.-
    -Mm…-fece finta di pensare.-No, non ci penso proprio.-si stiracchiò.-Ho fame! Piccola Fred, vieni qui. Forse io e te ci potremmo divertire un po’, potrei farti vedere come è fatto un vero uomo con secoli di esperienza alle spalle. Sono sicuro che non te ne pentirai.-la guardò famelico.
    -Non otterremo niente da lui adesso, è troppo forte per via del fatto che si è appena risvegliato.-sospirò Cordelia.-Andiamo di sopra, tanto lui di qui non si muove.-e lo lasciarono solo.
    -Ehi, e il mio pranzo?-sbraitò lui avvicinandosi alle sbarre. Ma non gli diedero retta.
    Nei successivi giorni Angelus diede il peggio di se. Attaccò Fred quando cercò di dargli del sangue da bere, insultò tutti, li minacciò di morte lenta e dolorosa. Anche se cercavano di ignorarlo sapevano tutti bene che non mentiva: se si fosse liberato avrebbe dato loro la caccia uno ad uno fino a che non li avesse uccisi. Spiattellò i loro segreti cercando di metterli l’uno contro l’altro e la sua volgarità non aveva limiti, ma dovevano resistere.
    -Okay, Angelus, mettiamola così.-esordì Cordelia una mattina. Era ormai una settimana che Angelus era chiuso nella gabbia e ancora non si decideva a parlare.
    Fred era sulle scale armata di balestra con accanto Groo. Gunn e Lorne monitoravano tutta la scena dai monitor al piano superiore.
    -Non abbiamo più comprato sangue per te dato il tuo carattere.-gli mostrò un bicchiere contenente il suo nutrimento.-Questo è l’ultimo bicchiere. Parla e lo avrai, altrimenti morirai di fame.-
    -Che paura.-sorrise sarcastico.-Perché limitarmi a del volgarissimo sangue di maiale quando presto potrò cibarmi del tuo?-
    Cordelia inclinò il bicchiere e ne versò un po’ per terra.
    -Vuoi che continui a sprecarlo così?-
    -E poi mi berrò anche Fred. Prima, ovviamente, io e lei ci divertiremo parecchio.-rise crudele e Cordelia ne versò ancora, fino alla metà.-Okay, va bene, dacci un taglio. Che vuoi sapere?-sospirò scocciato.
    -La Bestia. Tutto quello che sai.-
    -Ci siamo incontrati in Prussia nel 1789. Lui sterminò un’intera truppa armata ma quando la trovai io non c’era più una sola goccia di sangue da bere, li aveva dissanguati di proposito solo per impressionarmi, mi osservava da tempo. Voleva che io lo aiutassi ad uccidere delle sacerdotesse, le Nordic Svear che volevano imprigionarlo lontano ma lui non poteva toccarle a causa di un incantesimo.-raccontò.
    -L’hai aiutato?-gli chiese.
    -No, perché quelle sacerdotesse hanno usato altri argomenti più convincenti per farsi aiutare da me.-sorrise per rendere chiara l’allusione.-Così gli ho teso una trappola e le sacerdotesse lo hanno intrappolato in un’altra dimensione da cui, a quanto pare, è riuscito a fuggire.-si accese una sigaretta.-Non so adesso cosa voglia da me, se voglia uccidermi o meno, ma questo è tutto quello che so.-
    -Tutto qui?-
    -Si, non c’è altro.-si avvicinò alle sbarre.-Posso essere liberato adesso?-chiese suadente.
    -Come no, speraci!-e salì di sopra con Fred e Groo.
    Decretarono che le rivelazioni di Angelus non erano state così di aiuto come speravano. Aveva detto la verità, alcuni libri lo confermavano, ma questo non era loro di alcuna utilità. Così decisero di ridare l’anima ad Angel, contenuta in una ampolla che avevano conservato dentro la cassaforte. Quando andarono a recuperarla notarono con sgomento che non c’era più.
    -E adesso che si fa?-fece Fred sconsolata.
    -Non ne ho idea.-sospirò Cordelia.
    Gunn si girò verso il monitor, forse per un qualche istinto e vide una figura al di fuori della gabbia che tentava di aprirla.
    -No!-urlò e si precipitò di sotto seguito da tutti.
    Lilah Morgan era quasi riuscita nel suo intento. Ancora un piccolo scatto e quella stupida serratura si sarebbe aperta. Liberare Angelus le sarebbe stato utile, avrebbe potuto convincerlo a schierarsi dalla sua parte.
    -Ho quasi fatto.-mormorò mentre la serratura faceva un altro piccolo scatto.
    -Spostati, l’hai forzata abbastanza.-diede un forte calcio che spalancò la porta.
    -Bene adesso ti dico il mio piano.-esordì l’avvocatessa.
    -Spiacente, bellezza, io non seguo piani altrui.-si trasformò e la prese per il collo pronto a morderla.
    Gunn afferrò Lilah dalle braccia e la strappò letteralmente via dalle grinfie di Angelus. Forse non era mai stato così rapido in vita sua. Gli altri arrivarono subito dopo di lui. Erano armati di paletti, balestre e croci e le puntarono subito verso Angelus.
    -Povera pazza!-le urlò.-Come hai fatto ad entrare?-
    -Dalle fogne.-rispose lei con un mezzo sorriso.
    -Rientra nella gabbia!-ingiunse Cordelia ad Angelus che scoppiò in una fragorosa e divertita risata.
    -Scordatelo dolcezza.-
    -Adesso!-insistette avvicinandosi di un passo.
    Fulmineamente Angelus scattò verso Gunn e lo strattonò via da Lilah per sbatterlo contro al muro. Seguendo la mossa tutti si distrassero dando così modo ad Angelus di spingere Lilah addosso a Cordelia e poi prendere velocemente la via delle fogne, in due secondi si era già dileguato.
    Cordelia si rialzò scrollandosi Lilah di dosso poi l’afferrò per un braccio tenendola così stretta da lasciarle il segno.
    -Sei soddisfatta adesso?-le disse dura.-Tu non hai idea a cosa sei andata incontro.-
    -A cosa?-fece sorridendo.-Ad Angelus?-
    -Al tuo peggior incubo. Lui non ti sarà grato per averlo liberato, ti perseguiterà torturandoti psicologicamente finché non cederai e a quel punto ti ucciderà in modo così doloroso, lento e crudele che nessuna supplica farà finire prima il dolore. Tu ti sei condannata a morte, e hai condannato tutti noi con te.-la lasciò andare.
    -Che si fa adesso?-chiese Gunn aiutando Fred ad alzarsi.
    -Dolcezze per quanto vi adori è probabile che io decida di tornare al mio mondo, è più pacifico di questo con Angelus in giro.-fece Lorne ironico.
    -Si può sempre chiedere a miss Morgan, dato che sa tutte le risposte.-Cordelia, pungente, si voltò ma Lilah era già scappata oltre le fogne.-Come volevasi dimostrare, ecco il suo coraggio!-

    Per giorni Angelus li perseguitò. Sconfisse la Bestia, lo capirono dal ritorno del sole così improvviso e anche perché non la videro più a dar noie.
    Angelus li seguì, spiò, aggredì sia verbalmente che fisicamente, lasciò orridi messaggi e uccise facendoli sentire impotenti e sconfitti di fronte a lui. Poi un sera fece sparire le sue tracce. Per giorni attesero un suo segno, o anche che li uccidesse, ma non arrivò.
    Dopo due giorni a Cordelia si accese una lampadina. Afferrò il telefono e ingiungendo il silenzio compose un numero.
    -Casa Summers.-rispose una voce di ragazzina d’altra parte.
    -Dawn?-chiese insicura.
    -Sono io.-assentì.-Chi parla?-
    -Ciao, sono Cordelia. Io…ecco…Buffy è a casa?-chiese.
    -No, lei è uscita con Ni…beh aveva delle commissioni da sbrigare. C’è Willow, però.-parve per un secondo a disagio, come se volesse mollare subito il telefono che improvvisamente pareva essere diventato una patata bollente.
    -Va bene anche lei.-assentì.
    -Te la passo. Ciao Cordy.-
    -Ciao, Dawn.-attese qualche secondo.
    -Cordelia?-rispose la voce di Willow.
    -Ciao, Will.-la salutò.
    -Va tutto bene? A Dawn sei sembrata un po’ strana.-si insospettì.
    -Si, in effetti è successa una cosa. Volevo dirlo a Buffy ma Dawn ha balbettato in modo strano giungendo alla conclusione che è fuori.-
    -Puoi anche dirlo a me, glielo riferirò io.-girò intorno all’argomento.
    -Non spaventarla, anche se sarebbe difficile farlo, ma Angelus è tornato. Per sconfiggere un mostro potente Angel ha dovuto perdere l’anima ma ci sono stati due intoppi: il primo è che abbiamo perso l’ampolla che conteneva la sua anima e il secondo è che Angelus si è liberato dalla gabbia dove l’avevamo rinchiuso. Ci ha girato intorno per giorni ma adesso sono due giorni che non si fa vivo. So della sua ossessione per Buffy quindi temo che sia venuto a cercarla e ho preferito avvertirla prima che riceva una brutta sorpresa.-le spiegò.
    -Cielo, è tremendo!-esclamò più spaventata del dovuto.-Tranquilla Cordy, io avviso Buffy. Tu fammi avere tutta la documentazione sull’incantesimo, vedrò di trovare comunque un modo di fargli riavere la sua anima. Tienimi informata.-
    -Anche tu. A presto.-e chiuse, si voltò verso gli altri.
    -Che ti ha detto?-le chiese Gunn.
    -Willow ci aiuterà a ridare l’anima ad Angelus. Se lui è davvero a Sunnydale, Buffy si occuperà di lui.-annuì speranzosa.-Mi sono sembrate strane al telefono, lei e Dawn.-rifletté.
    -Forse dovremmo intanto concentrarci a riprendere la ronda e sperare che le tue amiche ci aiutino.-disse Groo.
    -Si, vediamo di ristabilire le cose com’erano una volta.-si diresse verso l’ufficio di Angel, per cercare l’incantesimo operato da Wo-Pang mentre gli altri svolgevano altri compiti.

    Angelus riversò ai suoi piedi la bella ragazza che gli aveva fatto da cena. Adorava Sunnydale, sapendo abbastanza bene che pericoli c’erano le ragazze erano veramente stupide e andavano con il primo belloccio che incontravano.
    Beh adesso era sazio e ristorato, dopo un breve riposino sarebbe stato pronto ad incontrare la sua Buff e non vedeva l’ora.



    Edited by SilviaLivre - 25/8/2010, 15:16
     
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    Non mi puoi lasciare cosiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!ti prego posta al più presto se puoi!la curiosità potrebbe uccidermi!e nno esagero!xD....superfantastica!come tutte le tue storie del resto!ma questa è in assoluto,credo,quella che mi sta facendo bramare di più!=) prestoooooooooooo!ciauu kiss!
     
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  4. -Alice-
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    Magnifico capitolo!!però ora voglio il seguito!!!!
     
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  5. -Alice-
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    Spero di poter leggere presto un nuovo capitolo della tua fantastica storia Cristal!!!!
     
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  6. Crystall84
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    Pochi secondi dopo averlo postato nell'altro forum dove scrivo, ecco a voi il capitolo 8. sxo vi piaccia xkè è un capitolo particolare.
    la canzone che ho scritto è Cry di Rihanna. credo che dovreste ascoltarla leggendo il punto dove la scrivo così da capire meglio la parte. baci, Cris.

    Parte 8 – Tra le braccia del nemico

    Buffy fissava l’oscurità dalla finestra del suo salotto. Willow aveva appena finito di dirle di Angelus. Voltava le spalle alla sua migliore amica, se l’avessero vista in viso avrebbero capito le sue reali emozioni. Aveva un braccio intorno alla vita, mentre con l’altra mano giocherellava con la sua collana, la croce che Angel le aveva regalato al loro primo incontro.
    Quella mattina l’aveva indossata d’impulso, come spinta da una strana sensazione a cui adesso sapeva dare voce. Angel, la sua anima, era perduta chissà dove mentre Angelus era libero di scorrazzare per il mondo e seminare morte e distruzione. Anche di spezzarle il cuore ancora una volta, perché sapeva già benissimo a priori che sarebbe andata così.
    -Tutto bene, Buffy?-le chiese Giles seduto sulla poltrona.
    Willow aveva avuto l’accortezza di mandare via le cacciatrici per poter dare la notizia senza che un branco di ragazzine si esultasse all’idea di poter uccidere un grosso vampiro tranne poi trovare loro stesse la morte.
    -Si.-disse in un sospiro, senza voltarsi.
    -Credo sia il caso di preoccuparci per il bambino.-disse Xander.-Lui potrebbe anche essere la fuori a spiarci e se venisse a sapere del bambino è finita.-
    -Non c’è.-lo contraddisse la cacciatrice.
    -Sei sicura?-le chiese Willow.
    -Si, sono cacciatrice da abbastanza tempo per sapere se un vampiro mi sta spiando. E poi…Angelus comunque è una cosa a parte. Sento che è in città, forse so anche dove si è nascosto, ma di sicuro non è qui fuori.-
    -Come fai a dirlo?-si stupì Tara.
    -È per via del morso. Ci ha collegati, per sempre.-abbassò la voce.-È proprio questo il bello.-sussurrò senza farsi sentire.
    -Pensate sia il caso di dirlo alle potenziali?-chiese Dawn.
    -No.-a quel punto Buffy si voltò, sicura di aver bene indossato la sua maschera.-Angelus è un vampiro troppo potente per loro; sono giovani, inesperte ma soprattutto impulsive. Non voglio perderne nemmeno una, la lotta con il Primo è sempre più imminente.-
    -E allora che si fa?-Xander alzò le spalle.
    -Me ne occuperò io, di Angelus intendo. Le ragazze devono continuare ad allenarsi e studiare, questa è la loro priorità. La vostra sono loro e Nicky.-si sedette sul divano.-Angelus non può venire a scoprire che ho un bambino, lo capirebbe subito che è Connor.-
    -Cordelia mi ha mandato per email tutto ciò che riguarda l’incantesimo che è stato fatto su Angel. Studierò bene anche il rituale della maledizione, forse unendo le due cose potrei, ovunque essa sia, rompere l’ampolla che contiene l’anima di Angel e fare in modo che ritorni al suo posto.-spiegò Willow.
    In quel momento la porta si aprì ed Andrew entrò seguito a ruota dalle cacciatrici. Erano state fuori per due ore, poi Andrew aveva esaurito le scuse per tenerle lontane da casa Summers e non aveva potuto far altro che rientrare. Si presentò con aria colpevole.
    -Scusami, non sono più riuscito a trattenerle.-mormorò a Buffy.
    -Tanto avevamo finito.-sorrise alzandosi.-Io vado a fare un giro di ronda.-
    -Puoi anche rimanere a casa, la serata è tranquilla.-la informò una delle ragazze.
    -Forse ha ragione.-cercò di fermarla Xander mentre lei indossava la giacca.
    -Devo schiarirmi le idee.-andò verso la porta, Will e Xander la seguirono.
    -Vuoi scoprire dove si trova?-le chiese il suo amico. Lei indicò con la testa la porta, uscirono per non farsi sentire da nessuno.
    -Forse. O forse voglio davvero solo schiarirmi le idee. Angelus è un argomento delicato per me, perchè nonostante tutto il male che ci ha fatto per me è sempre Angel. E poi adesso dobbiamo proteggere Nicky. Forse giocando d’anticipo posso evitare un disastro.-spiegò.
    -Stai attenta.-le consigliò Willow con un sorriso, poi aprì la porta e tirò dentro Xander insieme a lei.

    Buffy camminò per quelli che a lei parvero minuti interminabili. La sua mente era un turbinio di pensieri. Tutti riguardavano Angelus…ed anche Angel.
    Ripercorreva la sua storia con Angel, il male che Angelus le aveva fatto. Poteva risentire il suono crudele della sua risata e anche il sapore salato delle sue lacrime. E poi continuava a chiedersi perchè. Per quale motivo Angel aveva deciso di dar via la sua anima? Quale demone così potente richiedeva il prezzo della sua anima?
    Decise che se non ci dava un taglio rischiava di impazzire quella stessa notte. Si fermò in mezzo alla strada deserta, sospirò stancamente. Poi sbuffò scocciata e riprese a camminare, stavolta con passo deciso. Non aveva voglia di impazzire, quindi forse era meglio andare a chiedere direttamente alla persona interessata. Tanto non aveva dubbi su dove poteva essersi nascosto.

    Angelus ravvivò il fuoco nel caminetto. Quella sera aveva deciso di non uscire, aveva una strana sensazione e per questo aveva preferito rimanere a casa. O meglio, nel rifugio dove momentaneamente alloggiava. La vecchia villa trovata ai tempi che era tornato con Spike e Drusilla.
    Per un secondo si chiese dove potessero essere adesso i suoi ex compagni di scorribande. Si trovò a rispondersi che non gliene poteva importare un accidenti di niente.
    Il suo udito sensibile catturò un lieve movimento proveniente dalle scale dal giardino e pochi secondi dopo udì il flebile fruscio della tenda che veniva scostata. Si raddrizzò con un sorriso. Conosceva quel profumo inebriante, l’unico che avrebbe ricordato anche tra mille anni.
    Si era dimenticato del profumo di Darla, sua amante per secoli, di Drusilla e persino di Elisabeth. Ma quel profumo…era l’unico che lo sconvolgeva fin nel profondo, come non gli era mai successo prima. Come non gli sarebbe mai più successo.
    -Se avessi saputo di ricevere visite avrei fatto la spesa e preparato la cena.-esordì senza voltarsi.
    -Credo che le nostre diete siano incompatibili.-rispose lei, pungente come sempre.
    Lui rise, di una risata sinceramente divertita. E si voltò. Era bella da mozzare il fiato, anche se non l’aveva più da secoli. Non più adolescente, ormai una donna ma con gli stessi capelli color oro, gli stessi occhi di smeraldo e le stesse labbra uguali a boccioli di rosa.
    L’aveva rivista centinaia di volte nei suoi sogni. Angel poteva anche fingere di averla dimenticata ma lui no, lui non era un ipocrita e al diavolo tutto! Lei era la sua ossessione.
    -Piacere di rivederti, Buff.-la salutò avvicinandosi di qualche passo. Lei non si mosse.
    -Non posso dire lo stesso.-ribatté.
    -Sempre a dire l’esatto contrario di quello che dico io, eh? Perché per una volta non puoi essere d’accordo con me?-si avvicinò ancora. Lei rimase ancora ferma.
    -Dovrei?-incrociò le braccia al petto.-Sunnydale non è un buon luogo per te adesso. Sai, il mio dovere di cacciatrice mi dice che dovrei tenerti d’occhio, qui dove posso proprio vederti, finché non si trova il modo di ridarti l’anima, ma una parte di me mi costringe a metterti in guardia: qui è pieno di cacciatrici. Sono giovani ed inesperte, è vero, ma stanno apprendendo da me e te le troveresti alle calcagna se scoprissero che sei qui.-
    -Non esiterei ad ucciderle una ad una se si mettessero fra me e te.-adesso era serio.
    -Sono la mia armata contro il Primo. Se tu le uccidi io con cosa lo combatto?-sorrise.
    -Beh allora ne ucciderò solo un paio per far loro capire di stare alla larga.-decise alzando le spalle.
    -E poi?-incrociò le braccia al petto.
    Lui non rispose subito. Le voltò le spalle dirigendosi verso un mobile bar che Buffy non aveva mai visto prima. Ne tirò fuori una bottiglia di liquido ambrato e se ne versò un bicchiere. Fece roteare il liquido che brillo alla luce, poi ne bevve un sorso.
    -Beh, poi conto di farti mia.-le sorrise.-Un drink? È un whisky molto pregiato, di importazione.-
    -No, grazie. Sono astemia.-rifiutò.
    -Almeno accomodati. Questa conversazione mi piace.-la invitò.
    -Non posso, ho delle cose da fare.-
    -Alle due di notte?-le fece notare posando il bicchiere sul tavolino.
    E di certo, Buffy non poteva dirgli che a volte Nicky ancora si svegliava durante la notte a causa di qualche dentino dolorante e che lei voleva sempre essere presente in caso succedeva.
    -A tutte le ore che voglio.-
    -Sono le stesse, identiche ore in cui voglio averti.-si avvicinò di un passo.
    -Non posso più trattenermi.-si voltò e fece per andare via ma lui, velocemente la afferrò per un braccio e la costrinse a voltarsi.
    -Non ho ancora finito.-le intimò duro.
    -Io si!-replicò liberandosi dalla sua presa con uno strattone.
    -Perché sei venuta a cercarmi?-le chiese.
    -Non lo so nemmeno io.-ammise.-Io…devo proprio andare.-di nuovo si voltò ma lui la afferrò di nuovo e stavolta non si limitò a farla voltare ma la baciò.
    Non era un bacio violento, non era un bacio dolce, era solo passione. Le infilò la lingua in bocca, per giocare con la sua. Le lasciò le braccia giusto un nano secondo, per stringerla a sé dalla vita.
    Buffy smise di ragionare nell’esatto momento in cui le sue labbra la toccarono, come se era quello che il suo essere attendeva da tempo: il tocco delle sua labbra. Gli cinse il collo con le braccia aggrappandosi a lui e rispose al suo bacio, la sua lingua era gelida e creava una meravigliosa sensazione a contatto con la sua accendendole qualcosa alla bocca dello stomaco.
    Angelus la lasciò riluttante. Sapeva bene che Buffy poteva leggergli negli occhi il desiderio che aveva per lei. Così come lui poteva leggere nei suoi il suo di desiderio ma anche un sentimento che non sapeva definire. Rimasero in silenzio per qualche secondo.
    -No!-esclamò lei divincolandosi bruscamente.-Questo è sbagliato!-urlò.
    -E quale sarebbe la cosa giusta?-ricambiò livido.
    -Di certo non questa!-sospirò.-Credo sia stato un errore venire qui.-
    -Forse è stata una delle poche cose giuste che hai fatto.-la contraddisse.
    -Ma cosa ne sai tu delle mie scelte giuste o sbagliate? Tu sei capace solo di uccidere e di trarne piacere. Sei tornato qui per torturarmi come cinque anni fa? Non ho più diciassette anni, stavolta i tuoi giochetti non funzioneranno.-lo aggredì.
    -E cosa funzionerà allora?-si avvicinò lentamente, con un mezzo sorriso che la diceva lunga.-A quanto pare il bacio di prima non ti è dispiaciuto.-
    -Lasciami in pace e vattene all’inferno da solo.-
    Lui la afferrò velocemente per le spalle e la strinse forte, facendola quasi gemere per il dolore. La fissò intensamente per qualche secondo, quasi volesse trafiggerla solo con lo sguardo.
    -Non fare la stronza con me, Buff. Tu non hai mai conosciuto la mia vera pericolosità.-
    -Non mi fai paura.-lo sfidò.
    -Però ti intimorisce ciò che provi verso di me. Hai detto una cosa giusta: hai sbagliato a venire qui stasera, è vero. Ma chiediti perchè l’hai fatto? Per rivedere me!-la strinse ancora più forte.-Ami me, ami la mia stupida anima. Non ti importa chi io sia, ci ami entrambi e la cosa potrai negarla finché vuoi ma è così.-
    -Forse hai ragione e potrai avermi quante volte vuoi ma non mi legherò mai a te. Un giorno fingerò ancora di averti dimenticato, incontrerò qualcuno, gli dirò di amarlo, ci andrò a letto e lo sposerò. Ci farò dei figli e non dubiterà mai del mio amore, persino sul letto di morte avrà la convinzione che lo amerò. E tutto questo non lo farò per me, lo farò per non dare la soddisfazione a te di poter avere controllo su di me.-gli disse guardandolo fisso negli occhi.
    -Ucciderò chiunque ti tocchi.-
    -Oh tu minacci di uccidere sempre tutti!-lo spinse bruscamente via.-Vuoi uccidere qualcuno? Beh comincia da me! Uccidi me perchè sono l’unica persona che ti fa provare il sentimento più umano che c’è: l’amore!-
    -C’è solo un modo per ucciderti.-la baciò di nuovo, ma stavolta con possessione e violenza.
    Lei tentò di liberarsi, lo prese a pugni sul petto ma non funzionò. Angelus le passò un braccio intorno alle gambe e con estrema facilità la issò da terra, poi si diresse nella sua camera e la posò sul letto.
    La lasciò giusto un secondo per togliersi le scarpe, poi la prese per la vita e la attirò di nuovo a sé riprendendo a baciarla. Le tolse la giacca e le sciolse i capelli legati in una crocchia sulla nuca, ci passò dentro le dita lisciandoli. Poi le infilò le mani sotto l’orlo della maglia cominciando piano a tirarla su, le tolse pure quella.
    Buffy cominciò piano a slacciargli uno ad uno i bottoni della camicia, ne aprì i lembi poggiandogli i palmi sul petto poi gliela fece scivolare giù dalle spalle, dalle braccia fino a togliergliela. Gli accarezzò le spalle possenti, gli accarezzò i capelli sulla nuca. Tutto in lui la faceva rabbrividire.
    Angelus la fece stendere e cominciò a darle una scia di baci dalla base del collo giù in mezzo ai seni, sulla pancia, sull’ombelico, dopodiché le slacciò i jeans. Si mise in ginocchio per toglierle gli stivali poi iniziò a farle scendere giù piano i jeans, sfilandoglieli via. Le accarezzò i fianchi, i glutei, poi salì ad accarezzarle l’addome, fino a toccarle i seni senza toglierle il reggiseno, voleva farle assaporare ogni istante senza giungere subito alla fine.
    Quando l’ebbe denudata completamente rimase a guardarla per quelli che parvero secondi interminabili. Secondo i ricordi di lei l’aveva vista solo una volta, quando aveva diciassette anni e avevano fatto l’amore per la prima volta. Secondo i ricordi della sua anima c’era stato anche il giorno mai esistito, si divertiva a condividerne i ricordi per farlo soffrire ancora di più.
    Ma adesso rimase folgorato da lei. Da quel corpo finalmente donna, da quella semplice sensualità di cui lei nemmeno si rendeva conto. Quella notte niente gli avrebbe impedito di farla sua, nemmeno se fosse caduto il mondo, l’avrebbe semplicemente ignorato pur di non staccarsi da lei.
    Finì di spogliarsi poi scivolò accanto a lei sotto le coperte. La baciò ancora e ancora, la toccò nelle sue parti più intime eccitandola ed eccitandosi insieme a lei, poi scivolò su di lei, tra le sue gambe e fu in lei facendola gemere.
    Si mosse in lei, chiamando il suo nome come una preghiera, baciandola mentre lei gemeva aggrappandosi con le unghie alla sua schiena e circondandogli i fianchi con le gambe, Forse cercando un modo per non staccarsi mai più da lui, dimentica di quello che c’era al di fuori di quella camera e di quel momento.
    L’orgasmo la raggiunse potente lasciandola stremata, l’attimo dopo lui venne insieme a lei guardandola negli occhi. Poi la baciò e scivolò via da lei, le si stese di fianco e la tenne stretta.
    Poco dopo ricominciarono quella danza a loro proibita, ma che quella sera aveva mandato all’aria ogni loro facoltà di pensiero, nulla esisteva al di fuori di quella stanza, al di fuori di loro.
    Poi Buffy si addormentò e lui rimase a guardarla dormire finché alle prime luci dell’alba anche lui si addormentò.
    Buffy si svegliò di soprassalto. Si tirò piano a sedere e guardò l’ora: le sette e un quarto. Imprecò sotto voce e scivolò via piano dalle braccia di Angelus sapendo che anche con tutta la delicatezza del mondo lui si sarebbe comunque svegliato. Iniziò piano a vestirsi, aveva appena agganciato il reggiseno quando notò che lui la guardava.
    -Te ne vai?-le chiese.
    -Ho delle cose da fare.-indossò la maglia poi iniziò a cercare i suoi stivali.-La casa è piena di cacciatrici che mi faranno domande a vedermi tornare a quest’ora e Dawn deve andare a scuola.-
    -Dawn fa il secondo superiore.-le fece notare.
    -Lo so, ma questo non vuol dire che non debba vedermi prima di uscire. Sono l’unica famiglia che le è rimasta.-si sedette sul bordo del letto e si mise gli stivali.
    -Tornerai stanotte?-le chiese sedendosi e accarezzandole i capelli piano.
    -No. Questa notte è stata un errore madornale. Riesci sempre a farmi fare cose stupide.-sospirò e si alzò, prese la sua giacca e andò nell’altra stanza.
    Angelus la raggiunse indossando solo dei pantaloni.
    -Per me è stata una gran notte.-le disse facendola fermandola.
    -Ovviamente.-si voltò a guardarlo.-Hai ottenuto quello che volevi. Vattene via da Sunnydale, Angelus. La prossima volta che saremo uno di fronte all’altra saremo nemici.-
    -Allora preparati a soffrire.-la minacciò livido.
    Lei non rispose. Si voltò e andò via lasciandolo solo. Era sicura al cento per cento che Angelus gliel’avrebbe fatta pagare e anche molto cara, il solo pensiero la terrorizzava ma non voleva darglielo a dimostrare. Mai.
    Aprì la porta di casa sua stancamente. I suoi amici erano in salotto e la attendevano preoccupati. In sala da pranzo le cacciatrici facevano ancora colazione e la guardarono sgranando gli occhi quando arrivò con i capelli spettinati e i vestiti del giorno prima.
    -Temevamo ti fosse successo qualcosa.-esordì Willow.
    -Nicky?-eluse il commento.
    -Dorme. È stato un po’ inquieto stanotte, forse ha capito che non c’eri.-le rispose Tara.
    -E Dawn?-non vedeva sua sorella.
    -A scuola. Sono appena tornato dopo averla accompagnata.-le rispose Xander.
    Senza dir loro niente si voltò e prese a salire le scale, poco dopo sentirono chiudersi la porta del bagno e poi l’acqua che scorreva nella doccia.
    Le cacciatrici presero ad avvicinarsi a loro.
    -È stata fuori tutta la notte?-chiese Kennedy, una delle prime cacciatrici arrivate con Giles indicando le scale con il pollice.
    -Forse è il caso di cominciare l’allenamento.-cambiò argomento Giles avvicinandosi.-Se avete finito andiamo fuori.-e si diresse verso il retro seguito dalle ragazze.
    In salotto rimasero solo Willow, Xander e Tara. Senza sapere cosa dire.

    Buffy aprì il rubinetto dell’acqua calda senza regolarlo con l’acqua fredda. Si spogliò rapidamente poi si mise sotto il getto bollente ignorando il bruciore che provocava alla sua pelle che subito divenne rossa. Solo quando fu insopportabile regolò la temperatura o rischiava di farsi delle ustioni.
    Prese la spugna e la cosparse abbondantemente di sapone poi cominciò a frizionarsi con forza, fino ad escoriarsi la pelle già resa debole dall’acqua calda.
    Voleva cancellare dalla pelle ogni traccia delle sue dita che l’avevano accarezzata, ogni bacio che la sua bocca vi aveva dato. Si insaponò per diverso tempo e poi si sciacquò anche se non servì a cancellare del tutto i segni della notte trascorsa con lui.
    Allora ripeté l’operazione, frizionandosi con maggiore forza. Si sciacquò di nuovo. Afferrò la boccetta dello shampoo e se ne versò una quantità abbondante sulla mano, facendolo strabordare, poi si insaponò la testa grattandosi la cute con le unghie.
    Dopo essersi sciacquata la saponata rimase circa un quarto d’ora dritta sotto il getto con gli occhi chiusi, le mani poggiate alle piastrelle e l’acqua che le scorreva dalla testa sul viso, negli occhi, sulle braccia e sul resto del corpo.
    Non poteva credere di essere stata così stupida da cedere alle sue avance così presto, come una ragazzina innamorata. Eppure si rendeva conto che il suo corpo, il suo intero essere aveva anelato a quel momento da anni.
    Fin dalla prima volta con lui, a soli diciassette anni. Nonostante avesse trascorso la notte con il mostro quello era comunque il corpo di Angel e lei aveva trascorso troppo tempo a sognare di stare ancora una volta con lui per rendersi conto della differenza. Era comunque Angel. Nonostante tutto.
    Uscì avvolgendosi in un telo e tamponandosi i capelli con un asciugamano. La sua immagine allo specchio le restituiva un volto divorato dai sensi di colpa ma finalmente appagato.
    Strinse forte i pugni per impedirsi di spaccarlo l’occhio le cadde sulle sue labbra. Erano rosse, carnose, voluttuose. Piene e soddisfatte dei baci dati e ricevuti quella notte. E in bocca aveva il sapore della sua saliva, dei suoi baci. Poteva ancora sentire la lingua fredda che giocava con la sua accarezzandola lentamente.
    Con rabbia afferrò lo spazzolino da denti e ci versò sopra una striscia di dentifricio poi si spazzolò furiosamente i denti facendo sanguinare le gengive e sputando sapone rosso. Procedette con l’operazione finché non fu sicura che la sua bocca sapesse di dentifricio invece che di lui.
    Andò in camera sua dove indossò un paio di jeans ed una canottiera di cotone bianca. Si spazzolò i capelli lasciandoli ricadere lisci e senza neanche asciugarli andò al piano di sotto. Dei suoi amici non c’era traccia mentre da fuori giungevano le voci delle cacciatrici e di Giles.
    In cucina trovò Tara che dava da mangiare a Nicky. Quando il bambino la vide non volle più mangiare ed allungò le braccia per farsi prendere da lei che subito lo prese in braccio e lo baciò felice di rivederlo.
    -Non ti lascerò più, amore, promesso.-gli sorrise sedendosi sullo sgabello con lui in braccio.-Ci penso io, Tara.-allungò la mano per farsi dare il piatto con la frutta frullata e zuccherata.
    La strega bionda glielo allungò e con Buffy il piccolo riprese subito a mangiare.
    -Dove sono Will e Xander?-chiese.
    -A fare la spesa. Ormai finisce in un batter d’occhio.-sorrise.
    -Ci credo, una volta la facevo solo per tre. Adesso ho perso il conto di quante siamo.-
    -Cos’è successo stanotte?-le chiese.-Quando non sei rientrata e Nicky ha cominciato a piangere ci siamo spaventati.-
    -Mi dispiace.-
    -Willow temeva che lui ti avesse uccisa.-le confidò.
    -Non lo può fare, non ne è capace.-
    -In ogni caso ti ha sconvolta, si vede.-
    Buffy non rispose. I segni delle sue strofinate erano evidenti sulle braccia, sul petto e sul collo. Era arrossata ed escoriata, in alcuni punti addirittura graffiata tanto si era strofinata forte.
    In quel momento la porta si aprì e Willow e Xander fecero il suo ingresso reggendo le borse della spesa che subito posarono sul tavolo. Fecero altri due viaggi prima di aver scaricato tutta la macchina.
    -Stai bene?-le chiese Xander mentre lei puliva la bocca di Nicky tutta sporca.
    -No.-rispose scuotendo la testa.
    -Beh, è evidente.-Willow richiuse il frigo dopo aver riposto il latte.
    -È stato lui a farti quelli?-Xander indicò con la testa la sua pelle rovinata. Era evidentemente livido, e forse già progettava di ammazzarlo.
    -No, sono stata io.-lo smontò.-Me li sono fatta sotto la doccia, volevo togliermi di dosso il suo tocco.-sospirò, con loro era inutile mentire.-Angelus si trova alla villa e ieri sono andata da lui per cercare di convincerlo ad andarsene da qui, un po’ perchè se le ragazze lo scoprono vorranno di sicuro ammazzarlo e un po’ perchè non voglio che scopra di Nicky. Solo che ho perso ogni facoltà di raziocinio, come sempre, e solo stamattina ho capito di aver fatto una stupidata. Non so perchè mi fa sempre quest’effetto, maledizione!-esclamò.
    -Perché in ogni caso lui è Angel.-le rispose Willow comprensiva mettendole una mano sulla spalla con gesto consolatorio.-E tu l’hai amato così tanto da farti quasi scoppiare il cuore.-
    -Che facciamo adesso?-chiese Xander.
    -Vediamo come si evolvono le cose.-gli rispose Buffy.-Lui è qui solo per me e ucciderà chiunque gli sbarri la strada. Vuole che stanotte torni da lui ma io non lo farò anche se temo le conseguenze. Stanotte nessuna delle ragazze uscirà e neanche domani, gli voglio dare il tempo di calmarsi e capire che è stato solo un errore.-
    -Credi funzionerà?-si intromise Tara fino a quel momento zitta.
    -Non lo so, ma è meglio tentarci. Devo soprattutto proteggere Nicky, non può scoprire di lui.-sospirò accarezzando la testa del bambino.
    -Tranquilla, ce la faremo.-la consolò Willow.-Non facciamo capire niente alle ragazze, sono troppo impulsive. Io chiamo Cordelia e cerco di sollecitarla a farmi avere qualcosa di utile, è sempre la solita lenta!-sbuffò e si avvicinò al telefono.

    La sera scese in fretta. Le ragazze rimasero male quando Buffy le informò che quella sera non sarebbero uscite per la ronda, erano smaniose di cacciare e non potevano sapere che questo impensieriva Buffy.
    -Ma scusa, tu vai a caccia ogni sera!-si lamentò Kennedy.
    -Neanch’io uscirò stasera.-la informò.
    -E dai, Buffy!-la supplicò Amanda, una compagna di scuola di Dawn da poco potenziale.-Stasera potremmo incontrare qualche vampiro, per cosa ci alleniamo a fare?-
    E alcune sue compagne esclamarono diversi si per darle manforte.
    -Ragazze, vi prego!-le supplicò Buffy.-Non è il caso di uscire stasera.-
    Molte di loro; Annabell, Vi, Chao Ahn, Rona e altre sbuffarono scocciate e deluse.
    -Perché neanche tu esci stasera?-le chiese Chloe, un’altra.
    -Può essere pericoloso.-liquidò la cosa.
    -O forse vuoi sgattaiolare via senza farti notare e poi tornare come stamattina?-la accusò.
    -Vuoi insinuare qualcosa?-la affrontò avvicinandosi di un passo.
    -C’è il tuo amante vampiro che ti aspetta anche stanotte.-la fronteggiò facendo ammutolire tutti nella stanza.
    -Non so di cosa tu stia parlando.-
    -Quando intendevi dirci di Angelus? O forse non volevi che uscissimo così non possiamo ucciderlo e tu puoi continuare a scopare con lui?-alzò la voce.
    -Cosa?-esclamò Kennedy.-Angelus è tornato?-chiese.
    -Angelus non è affar vostro.-le guardò tutte.
    -Allora è davvero qui!-si alzò da dove era seduta.
    -Si, si trova in una villa e ieri è andata da lui per dirgli di andarsene prima che lo ammazziamo. E poi hanno trascorso la notte insieme, lo raccontava stamattina in cucina.-continuò Chloe.
    -Chi ti ha dato il diritto di origliare le conversazioni private?-la riprese Buffy.
    -Volevo prendermi dell’acqua così vi ho ascoltato senza volerlo.-
    -Non è una giustificazione. Non voglio che voi ammazziate Angelus semplicemente stiamo aspettando di trovare un modo per farlo tornare come prima. E poi non potete fronteggiarlo perchè non ne siete in grado, lui è troppo forte per voi e vi ucciderà prima che possiate fiatare.-spiegò.
    -Io dico di cercarlo e ucciderlo. Non potrà fronteggiare un attacco di massa.-continuò la cacciatrice che aveva scatenato tutto quello.
    -No!-urlò Buffy.
    -Buffy basta comportarti come una stupida!-la riprese Rona.
    -Sono d’accordo.-concordò Kennedy armandosi di paletto.-Io esco di ronda.-e si avviò alla porta seguita dalle sue compagne.
    Buffy non cercò neanche di fermarle perchè sapeva che sarebbe stato inutile. Le lasciò andare pregando dentro di se per tutte loro.
    -Noi è il caso che andiamo con loro.-disse Willow alzandosi velocemente dal divano insieme a Tara, Xander, Giles ed Andrew che protestava.
    Corsero immediatamente dietro alle ragazze sperando di poter evitare qualche catastrofe.
    Buffy sbuffò e si lasciò cadere sul divano nel salotto rimasto deserto. Dawn era di sopra a studiare e Nicky era con lei. Si passò le mani tra i capelli sconsolata e preoccupata. Odiava quella situazione.
    Nascosto dall’oscurità più profonda, Angelus si affacciò da dietro un albero e fissò il salotto di casa Summers. Buffy era bellissima come sempre anche nella sua preoccupazione ed un sorriso malvagio gli affiorò sulle labbra.
    Aveva assistito a tutta la scena. Bene, se quelle insulse ragazzine volevano fare di testa loro che lo facessero pure, ma che poi non si lamentassero delle conseguenze. Dopo un ultimo sguardo a Buffy, si voltò e si allontanò furtivamente.
    Buffy si occupò di Nicky mettendolo a letto, poi convinse anche Dawn ad andare a coricarsi. Rimase sveglia tutto il tempo ad attendere che i suoi amici e le cacciatrici tornassero. Ogni poco guardava l’orologio, a volte faceva su e giù per il salotto sbuffando o passandosi le mani tra i capelli preoccupata.
    Iniziò a rasserenarsi quando man mano iniziarono a tornare tutti a casa, specialmente i suoi amici. Finché all’alba tornò l’ultimo gruppo di ragazze. A quel punto notò che mancava qualcuno.
    -Dov’è Andrew?-chiese guardandoli tutti.
    Tutti iniziarono a scuotere le spalle, a mormorare “non lo so” “non era con me” “io non l’ho visto” e a guardarsi a vicenda. Per lei quello fu un chiaro segnale.
    -L’ha preso Angelus.-sospirò.-Se gli torce un solo capello vi riterrò direttamente responsabili.-fece dura.
    -Sei tu la responsabile se gli fa qualcosa!-la aggredì una delle ragazze.
    -No, siete voi. E sai perchè? Perché Angelus voleva colpire voi per evitare che vi metteste in mezzo tra me e lui ed io gli ho detto che voi siete la mia armata contro il Primo e che se vi tocca io non so con cosa combattere. Quindi per risparmiare voi ha scelto Andrew. Fatevi un esame di coscienza.-e detto questo se ne andò.
    Corse come una forsennata fino alla villa. Spalancò la porta e corse dentro. Era terrorizzata al pensiero di quello che Angelus poteva aver fatto ad Andrew.
    -Angelus!-lo chiamò.-Angelus!-corse nella camera da letto e quando entrò vide che era vuota.
    Si voltò e si spaventò a vederselo davanti. Aveva un asciugamano avvolto intorno alla vita ed i capelli umidi, segno che stava uscendo dalla doccia. La sua espressione era indecifrabile.
    -Mi hai spaventata.-fece con una mano sul cuore.
    -Sei in ritardo.-esordì serio.
    -Dov’è?-eluse il commento.
    -Chi?-fece perplesso.
    -Lo sai chi! Andrew! Il ragazzo che hai rapito per punirmi perchè non sono stata con te stanotte.-lo aggredì.
    -Oh si, adesso ho capito di chi parli!-fece finta di ricordare.-Piccoletto, biondo, occhi azzurri e parla troppo e a sproposito?-chiese.-Si, è stato con me fino a poco fa, adesso non so dove sia.-
    -Cosa gli hai fatto?-gli urlò contro.
    -Niente, abbiamo solo parlato tutta la notte. Io mi sono divertito parecchio, non mi capitava da un sacco di tempo.-rise.
    Buffy corse fuori dalla camera. Una volta nel salotto non seppe dove andare, dove poteva aver messo Andrew per tutta la notte? Fece vagare lo sguardo per tutta la camera e solo allora notò una cosa sul divano, era una camicia di Angelus. Si avvicinò lentamente e la prese in mano, senza un perchè.
    La camicia era rossa ma presentava diverse chiazze di un rosso più intenso. Sgranò gli occhi lasciandola cadere sul divano, erano macchie di sangue. Di Andrew, ne era certa.
    Si voltò, Angelus era sulla porta della camera ed indossava solo un paio di pantaloni. Alla sinistra della camera ce n’era un’altra e dalla tenda appena scostata intravide una sedia con ancora delle corde adagiate sopra. Corse lì e si fermò sulla soglia scioccata e con un senso di nausea.
    C’erano diverse macchie di sangue sulla sedia, sulle corde, persino per terra e sui muri. In un angolo c’era un basso tavolino con adagiati sopra diversi arnesi: bisturi, seghetti, fruste, ferri da marchio e altre cose che non conosceva ma che non avevano un’aria rassicurante, al contrario. Ed erano tutti sporchi di sangue.
    -Se ti può consolare quando l’ho riaccompagnato alla porta era ancora vivo.-disse Angelus alle sue spalle.
    -Maledetto!-urlò aggredendolo con un pugno che lo fece cadere a terra.-Che cosa gli hai fatto?-
    Angelus rise, di una risata malvagia ma soddisfatta. Si rialzò asciugandosi il sangue dall’angolo della bocca con la mano.
    -Tesoro mio, io l’ho fatto per te.-la guardò con scherno e cercò di prenderla per le spalle.
    -Non mi toccare! Mi fai schifo!-lo guardò furente.
    -Non ti facevo così schifo l’altra notte quando abbiamo fatto l’amore fino a sfinirci.-ancora un sorriso, poi la afferrò velocemente per le spalle e la tenne salda.-Non venire a fare la santarellina con me, Buff!-adesso era serio ed incuteva il doppio del timore.-Lo sapevo che mi avresti giocato il brutto scherzo di non venire ed ero pronto anche a passarci sopra, per una notte. Poi sono venuto a casa tua, ieri sera.-
    -Cosa?-sgranò gli occhi terrorizzata.
    Il suo pensiero corse a Nicky. Se l’aveva visto per lei e il bambino era la fine e il sacrificio di Wesley sarebbe stato inutile.
    -Hai capito bene. Ho visto tutte quelle puttanelle che ti davano contro e tu che non facevi niente, subivi e subivi. Allora ho deciso di punirle. Volevo prendere una di loro, quella Kennedy deve avere una bella energia, con lei mi sarei potuto divertire parecchio e stavo per prenderla ma poi ho visto Andrew, si chiama così, giusto? Stordirlo è stato un gioco da ragazzi e quando si è svegliato era legato qui. Fidati, amore mio, è stata una notte memorabile, mi sono divertito da matti, poi verso l’alba l’ho riaccompagnato alla porta. Si reggeva in piedi a stento ma con quelle poche forze che aveva è riuscito a scappare via. Ha urlato tutto il tempo e ha pianto e supplicato e pregato, un vero spasso.-
    Lei si divincolò da lui e lo guardò come se il suo sguardo avesse potuto ucciderlo, ma i suoi occhi brillavano di lacrime.
    -Ti odio, sei un bastardo.-e detto questo corse via da lui.
    Corse come se avesse avuto il diavolo alle costole per tutta la città ancora addormentata, trovò Andrew sulla strada per casa sua, si trascinava lentamente e perdeva sangue. Lo raggiunse e quando l’ebbe tra le braccia il suo amico finalmente crollò a terra e abbozzò un sorriso contento di vederla.
    Era in uno stato pietoso, i vestiti erano strappati, aveva ferite su tutto il corpo e anche bruciature e lividi vari, sulla schiena il segno delle frustate.
    -Buffy.-balbettò abbozzando un sorriso con la bocca pesta e sanguinante.-Sono felice di vederti.-
    -Andrà tutto bene, Andrew.-cercò di consolarlo. Lo sollevò e corse verso l’ospedale.
    Quando l’ebbe assicurato ai dottori chiamò casa sua per informare che l’aveva trovato. Poco dopo Willow, Xander e Giles arrivarono da lei che era in sala d’attesa con un bicchiere di caffè in mano e sporca del sangue del suo amico.
    I tre si informarono di Andrew ma Buffy non sapeva ancora nulla, stava aspettando che uscissero i dottori.
    -Buffy, ho una buona notizia.-le disse Willow.-Mi ha chiamata Cordelia stamattina, hanno scoperto dov’è l’ampolla con l’anima di Angel.-
    -Davvero?-chiese speranzosa.
    -Si, l’ha rubata una tipa che da a loro dei problemi, pare che sia un avvocato e che si chiami Lilah Morgan. Cordelia ha cercato di spiegarmi ma sai com’è, a volte non si capisce niente di quello che dice. Comunque io ho perfezionato la maledizione e se Tara mi aiuta, insieme siamo abbastanza potenti da raggiungere l’ampolla, ovunque essa sia, e romperla. Così l’anima di Angel sarà libera di tornare da lui.-spiegò.
    -Quando opererete?-chiese.
    -Presto, Tara stava già preparando tutto l’occorrente.-
    -Perché ridargli l’anima, io dico di ucciderlo.-si intromise Xander.
    -Xand, non ricominciamo.-lo bloccò Willow.-Angel è diverso e sono sicura che questa cosa di Andrew lo distruggerà.-
    -E se la cava ancora così?-fece stralunato.
    -A Nicky non ci pensi?-lo ammutolì la sua amica.-Io un giorno dovrò restituirlo a lui, il bambino non mi appartiene ed Angel ama suo figlio.-
    -Potresti sempre crescerlo tu e il bambino non saprebbe mai niente. Ti adora e pensa che tu sia davvero sua madre!-provò ad insistere.
    -I patti erano chiari: solo fino alla scoperta di un modo per aggirare la profezia, poi il bambino tornerà da Angel. È giusto così, e non insistere!-chiuse la conversazione.
    In quel momento un medico finalmente uscì dalla sala e si diresse verso di loro.
    -Voi siete i parenti di Andrew Wells?-chiese.
    -No, ma lui vive a casa mia.-rispose Buffy.-Non sappiamo niente dei suoi genitori, si sono trasferiti molti anni fa. Ha un fratello, Tucker, ma anche lui si è trasferito e non si sa dove sia. Dottore, come sta Andrew?-
    -Mi dispiace, il vostro amico non ce l’ha fatta.-gli comunicò lasciandoli ammutoliti.-Le ferite erano troppo gravi e hanno lesionato gli organi, ma quello che non gli ha retto è stato il cuore, credo che quello che abbia subito sia stato troppo e gli abbia provocato un infarto. È successo giusto mentre cercavamo di curarlo e non c’è stato niente da fare, era troppo debole e persino l’elettroshock non ha funzionato. Mi dispiace ancora.-spiegò.
    -Grazie per tutto.-mormorò Buffy.
    -Mi serve qualcuno che mi metta delle firme per il riconoscimento della salma e per fare in modo che possiate portarla via.-proseguì.
    -Ci penso io.-si offrì Giles e si allontanò con lui.

    Quando Buffy rientrò in casa era pomeriggio inoltrato. Aveva chiamato a casa per dare la notizia a tutti verso l’ora di pranzo ed anche per sincerarsi come stavano Nicky e Dawn. La morte di Andrew aveva sconvolto tutti.
    La casa era deserta e silenziosa, Tara aveva dato a tutte la giornata libera e poi aveva portato Nicky e Dawn in giro per farli svagare, così in casa non c’era nessuno.
    Stancamente salì le scale trascinandosi fino al bagno. La sua immagine allo specchio le restituì una donna distrutta e affranta. Si guardò le mani sporche del sangue del suo amico, poi aprì l’acqua nella doccia e iniziò a spogliarsi.
    Prima di entrare nella doccia accese la musica, nella radio c’era inserito un cd di Dawn. Lo capì perchè era di Rihanna e non era il suo genere.
    I’m not the type to get my heart broken (non sono il tipo da avere il cuore spezzato)
    I’m not the type to get upset and cry (non sono il tipo che si intristisce e piange)
    Tutto quello doveva essere un incubo, si trovò a pensare. Negli anni aveva fatto in modo che nessuno potesse penetrare la corazza che si era costruita, perché non voleva più soffrire, ma Angel, Angelus, sapeva sempre come colpirla.
    Cause I never leave my heart open (perchè non lascio mai il mio cuore aperto)
    Never hurts me to sai goodbye (non mi fa mai male dire addio)
    Poggiò le mani sulle piastrelle bagnate e lasciò che l’acqua le scorresse addosso, anche se lei era troppo impegnata a pensare ad altro per accorgersene.
    Pensò a quando Riley se ne era andato. Lei si era disperata ma poi si era accorta che era stato meglio così, adesso lui aveva Sam ed era felice e lei non l’aveva mai amato del tutto.
    Relationships don’t get deep to me (le relazioni non diventano profonde per me)
    Never got the whole in love thing (non ne ho mai avuto abbastanza di qualcosa)
    And someone can say they love truly (e qualcuno può dire che mia ama veramente)
    But at the time it didn’t mean a thing (ma al contempo non ha significato niente per me)
    Si trovò a chiedersi se era colpa sua, se distruggeva sempre ciò che le stava intorno. Tutte le persone che le avevano detto di amarla lei li aveva allontanati o non c’erano più.
    Angel, sua madre, i suoi amici…persino Spike l’aveva amata così tanto e lei l’aveva respinto così tanto da arrivare al gesto estremo di cercare di violentarla. Eppure non c’era niente in lei che non andasse, perchè Angel era riuscito a toccarle il cuore e da quando era finita lei si era sentita vuota dentro.
    My mind is gone, I’m spinning around (la mia mente è andata, sto girando intorno)
    And deep inside my tears I’ll drown (e nel profondo affogherò nelle mie lacrime)
    Iniziò a piangere e le lacrime si mischiarono all’acqua ma lei non poteva smettere perchè la morte di Andrew le aveva aperto dentro una diga e tutti i suoi errori si stavano riversando adesso.
    I’m losing gripp, what’s happening (sto mollando la presa, che sta succedendo?)
    I stray from love, this is how I feel (cerco per l’amore, ecco come mi sento)
    Ma non poteva farci niente. Lei amava Angelus, amava Angel e qualsiasi cosa sarebbe sempre successa era succube di questo sentimento e lui l’aveva in suo potere. Iniziò a singhiozzare convulsamente.
    This time was different (questa volta era diverso)
    Felt like I was just a victim (mi sono sentita che ero solo una vittima)
    And it cut me like a knife (e mi ha tagliato come un coltello)
    When you walked out of my life (quando sei uscito dalla mia vita)
    Era vittima di lui. Dell’unico uomo che aveva mai amato, del sentimento che provava e non poteva farci niente. Aveva già provato a reprimerlo ma senza risultato.
    Now I’m in this conditions (adesso sono in queste condizioni)
    And I’ve got all the symptoms (e ho tutti i sintomi)
    Of a girl with a broken heart (di una ragazza con il cuore spezzato)
    But no matter what you’ll never see me cry (ma non importa, non mi vedrai mai piangere)
    Si ingiunse di non mostrarsi mai debole di fronte a lui perchè sapeva quanto ne avrebbe goduto della sua debolezza sentendosi forte ed in grado di farle di più del male.
    E non poteva permetterlo. Per se stessa, per Nicky e per chiunque le stava intorno.
    Did it happen when we first kissed? (è successo quando ci siamo baciati per la prima volta?)
    Già, ma quale primo bacio, quello di Angel, o di Angelus? Perché li ricordava entrambi, ed entrambi erano marchiati a fuoco dentro di lei e dimenticarli era impossibili.
    Angel:-L’unica cosa che penso è che voglio baciarti.
    Angelus:-Le cose si stanno facendo molto interessanti.
    Cause it’s hurting me to let it go (perchè mi fa male lasciarlo andare)
    Maybe cause we spent so much time (forse perchè abbiamo trascorso così tanto tempo insieme)
    And I know that it’s no more (e so che non è più così)
    Ricordava quando Angel la ascoltava per ore senza stancarsi mai, era così giovane. E adesso il pensiero che il suo alter ego aveva ucciso Andrew la fece piangere più forte.
    Piano scivolò sul fondo rannicchiandosi e portando le gambe al petto mentre l’acqua continuava a scivolarle addosso. Il dolore era troppo forte.
    I shoulda never let you hold me baby (non avrei mai dovuto lasciare che tu mi stringessi tesoro)
    Maybe why I’m sad to see us apart (forse perchè sono triste di vederci divisi)
    I didn’t give to you on purpose (non ho lasciato che accadesse di proposito)
    Gotta figure out how you stole my heart (devo capire come hai fatto a rubarmi il cuore)
    Non sarebbe dovuta andare da lui l’altra sera e lasciare che lui la possedesse ma ormai era troppo tardi e poi anche lei l’aveva voluto, anzi forse era andata da lui solo per fare in modo che lui la stringesse ancora una volta. Perché in ogni caso lui era Angel.
    How did I get here with you, I’ll never know (come sono arrivata fin qui con te, non lo saprò mai)
    I never meant to let it get so personal (non ho mai pensato di metterla così sul personale)
    Non poteva farci niente, ormai arrivata a quel punto poteva solo cercare di esser forte, anche se era dura anche solo pensarlo.
    After all I tried to do, stay away from loving you (dopo tutto quello che ho cercato di fare, stare lontano dall’amarti)
    I’m broken hearted I can’t let you know (ho il cuore spezzato e non posso lasciare che tu lo sappia)
    And I won’t let it show (e non lo mostrerò)
    You won’t see me cry (tu non mi vedrai piangere)
    Rimase a piangere e singhiozzare per un tempo indefinito, svuotandosi completamente il corpo e l’anima. Perché una volta rimasta senza lacrime lui non avrebbe più potuto colpirla e lei avrebbe avuto abbastanza sangue freddo da affrontarlo, senza emozioni.
    Senza fare in modo che lui la vedesse crollare. Perché, come diceva quella canzone, lui non poteva vederla piangere. E lei non gli avrebbe mostrato il suo dolore.
    Mai.



    Edited by SilviaLivre - 25/8/2010, 15:16
     
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  7. sarina!!!
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    ciao cristal!!!!!
    sono sarina....
    io ho iniziato a seguirti sul sito foreverbuffy fanfic forum...
    volevo farti i complimenti...ho letto tutto quello che hai scritto...
    e mi sono sempre piaciute tutte le tue fanfic, non saprei sceglierne una preferita...sono anche state la mia ancora di salvezza dopo aver fuso il cervello su fisica e relatività...
    ps:auguri per la tua nipotina...
    anche io da settembre ho una "specie" di nipotina,gemma, è la figlia di una cara amica di famiglia...sono cosi carini i bambini piccoli...lei non fa che dormire, mangiare e ridere...ma sto divagando... :rolleyes:
    1bacione
    pps:non vedo l'ora di leggere il seguito...mi hai lasciato col fiato sospeso...
    ciao ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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  8. Crystall84
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    ciao Sarina, grazie x i tuoi complimenti, sono contenta ke le mie ff ti piacciano.
    ultimamente sto scrivendo un pò di meno xkè a parte la mia nipotina, ke si kiama Sophie, sto anke organizzando il mio matrimonio e quindi sono piena di riviste, idee e appuntamenti x fiori, fotografi ecc...
    cmq grazie x avermi seguito fino ad ora, spero di poter postare la nuova parte presto.
    baci.
     
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  9. VtheSlayer
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    wow cristal, è davvero bellissima..... non vedo l'ora di sapere cosa succederà..... cmq auguri x il tuo matrimonio!!!!
    Spero riuscirai a postare presto un altro capitolo!!!!!
    Kiss :P :P
     
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  10. Crystall84
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    Ragazze, finalmente eccovi il cap9. Ho lavorato x giorni x riuscire a finirlo, purtroppo ultimamente causa orari di lavoro, preparativi ed altro riesco a scrivere poco.
    Baci, Cristal.

    Parte 9 – Anime ripristinate

    Cordelia abbassò la cornetta del telefono con un’espressione prossima alle lacrime, poi si voltò verso i suoi amici che erano rimasti in silenzio durante la telefonata proveniente da Willow.
    -Angelus ha rapito e torturato un amico di Buffy.-annunciò.-È morto ieri mattina. Il cuore non ha retto alle torture. Willow e gli altri stavano tornando dal suo funerale.-
    -Non ci posso credere che quel mostro abbia le stesse sembianze di Angel.-mormorò Gunn.-Non so come farò a guardarlo in volto quando tornerà normale.-
    -Non sarà questa la sua maggiore priorità. I sensi di colpa gli si abbatteranno addosso come un fulmine, passerà un brutto periodo.-Cordelia sospirò e si sedette sul divano.
    -Che altro ti ha detto Willow?-le chiese Fred.
    -Buffy è distrutta dal dolore e si sente responsabile anche se Angelus l’ha fatto per una ripicca contro le potenziali cacciatrici che le sono andate contro, mentre Willow e Tara stanno arrivando. Vogliono operare l’incantesimo per ridare l’anima ad Angel.-fece una pausa.-Che sappiamo dell’ampolla con l’anima?-
    -Io e Fred abbiamo visto Lilah Morgan mentre la riponeva in una cassaforte nel suo ufficio. Ancora non so come ha fatto a trafugarla, ma conoscendola un modo l’ha trovato.-rispose Gunn.
    -Ci conviene attendere Willow e Tara, loro sono esperte di arti magiche e sapranno cosa fare.-si alzò inquieta.-Hanno detto che Buffy terrà Angelus sotto controllo, speriamo che lui non capisca niente altrimenti potrebbe farle del male.-
    -Ma dice di amarla.-si stupì Groo.
    -Si ma Angelus è malvagio e il suo è un amore contorto e sadico. Gode nel vederla soffrire, specialmente se lui ne è la causa. Povera Buffy.-mormorò.
    -Speriamo che questa storia abbia presto fine.-mormorò Fred.
    -Lo speriamo tutti.-concordò la sua amica.-È ancora di sopra?-indicò con il mento le scale.
    -Si, stanotte è rientrata tardi, fuori albeggiava.-rispose Gunn.-Si sta massacrando con le ronde.-
    -Lo so, ma a noi serviva una mano.-disse dirigendosi dietro il bancone per sistemare alcune scartoffie.
    -Coraggio, Willow e Tara saranno qui presto.-cercò di consolarla Groo.
    Cordelia annuì. Si sentiva stanca, con milioni di responsabilità sulle sue spalle e sapeva che quando Angel sarebbe tornato le cose sarebbero state più difficili perchè lui si sarebbe sentito oppresso dai sensi di colpa per tutto quello che Angelus aveva causato.

    Buffy entrò nella villa dal giardino, la casa era immersa nell’oscurità, anche perchè erano le nove del mattino.
    Willow e Tara erano partite alla volta di Los Angeles da circa un’ora e mezza, lei aveva dato loro il tempo di essere abbastanza lontane, poi si era diretta lì. Nell’attesa aveva riportato Nicky a casa e spedito Dawn a scuola firmandole una giustifica per farla entrare alla seconda ora.
    Il funerale di Andrew non era durato tanto, anche perchè tutti loro lo conoscevano poco e nessuno aveva tanto da dire. Lei e gli altri avevano cercato di rintracciare la sua famiglia ma ogni sforzo era stato vano. Alla fine, il pomeriggio precedente erano riusciti a rintracciare una zia che viveva ancora a Sunnydale e che si sarebbe premurata di informare i genitori ma non avevano saputo niente e nemmeno la fantomatica zia si era presentata al funerale.
    La stanza dove Andrew era stato torturato adesso era linda e pulita, le macchie erano state rimosse, così come i legacci e gli arnesi da tortura che Angelus aveva utilizzato. Lui si era premurato di ripulire tutto.
    Non ebbe modo di cercarlo perchè, come se avesse percepito la sua presenza, lui uscì dalla camera da letto. Indossava solo un paio di pantaloni di pelle e pareva felice di rivederla.
    -Il nero non ti si addice. Ti rende diafana.-la salutò avvicinandosi di un passo.
    Lei indossava un paio di pantaloni neri, un golf con lo scollo a v nero ed un trench di lana in tinta. Aveva i capelli raccolti a coda di cavallo e si era truccata molto poco, non si sentiva in vena.
    -Beh il rosso non mi pareva il colore adatto per andare ad un funerale.-lo rimbeccò.-Anche se conoscendo Andrew magari l’avrebbe gradito di più. Ah…Andrew è morto.-lo informò.
    -Non aspettarti che ti dica che mi dispiace.-alzò le spalle.
    -Oh no, perchè dovrebbe. Ti consola sapere che il tutto graverà su Angel quando ritornerà.-continuò pungente.
    -Se tornerà!-precisò.-Sono qui a Sunnydale da quattro giorni e pensavo che ormai la mia insulsa anima sarebbe dovuta tornare e invece ancora non c’è quindi me la godo finché posso. Ormai penso che l’avete persa chissà dove.-rise contento.
    -Non ti sfiora neanche un po’ il pensiero che hai torturato un giovane ragazzo così tanto e così in profondo che il suo cuore non ha retto a tutto ciò?-fece stralunata.
    -No.-le confermò.
    -Come ho potuto lasciare che tu mi toccassi l’altra sera?-chiese più a se stessa che a lui.
    -Era quello che volevi.-le rispose.
    -Si, e adesso voglio che tu te ne vada per sempre. Il solo pensiero di essere stata con te mi ripugna, è come se vedessi il sangue di Andrew scorrere sulle tue mani.-
    Si sentiva sull’orlo delle lacrime ma si ricordò il mantra che si era riproposta di seguire: “Non lasciare che lui ti veda piangere. Mai.”, e decise di seguirlo fino in fondo.
    -Senti, la morte del tuo amico non era messa in conto, chiaro?-iniziava ad irritarsi.-E non pensavo che qualche tortura lo uccidesse sul vero senso della parola, persino Giles è sopravvissuto quando l’ho torturato e di sicuro neanche con lui ci sono andato sul leggero.-
    -Oh cielo, ma ti ascolti?-esclamò costernata.-Parli di torture come se li avessi fatti sbronzare e invece di una nausea al mattino dopo si fosse ritrovato in coma etilico. Tu hai ucciso un ragazzo innocente solo per ferirmi!-
    -L’ho fatto per difenderti!-precisò scocciato.-E poi vuoi che ti elenchi tutti quelli che ho ammazzato solo per puro divertimento? Non credo neanche di ricordarli tutti e non ti farebbe neanche piacere sentirli. Io sono un vampiro e sono malvagio, uccido per gioco e mi nutro del sangue umano. La mia anima è solo una zavorra che non mi sono andato a cercare di proposito, fidati.-sbuffò scocciato.
    -Mio Dio, non posso credere che tu sia…-
    Si interruppe perchè stava per dire: “Non posso credere che tu sia il padre di mio figlio.”, ma a quel punto lui avrebbe capito di Nicky e per lei sarebbe stata la fine.
    -Cosa? L’uomo che ami?-ipotizzò, lontano da quello che lei pensava.-Apri gli occhi, Buff: per quanto mi odi non potrai mai smettere di amarmi.-
    -Hai perfettamente ragione, ma al momento il solo pensiero di farmi toccare da te mi fa venire il vomito.-fece sprezzante.
    -Rassegnati, se mi hai ceduto una volta cederai di nuovo.-fece con una tale sicurezza nella voce da farla sentire piccola ed insicura.
    Avrebbe voluto mandarlo al diavolo ed andarsene ma non lo fece. Non poteva farlo perché aveva assicurato a Willow e Tara di rimanere con lui e di tenerlo d’occhio mentre loro, a Los Angeles, operavano un incantesimo per restituirgli l’anima.
    Così rimase con lui, ben sapendo che presto lui sarebbe riuscito a farla capitolare. Lo faceva sempre.

    Quando Willow e Tara varcarono la soglia dell’hotel, Cordelia andò loro incontro e le abbracciò esprimendo il suo cordoglio per Andrew, anche se non lo conosceva.
    -Se è per questo neanche noi lo conoscevamo del tutto.-sospirò Willow.-Lo scorso anno lui con Jonathan ed un altro cretino diedero dei problemi a Buffy perchè si credevano dei super cattivoni ma erano più fastidiosi che pericolosi. E poi sapevamo solo che era il fratello di Tucker Wells e nient’altro.-
    -Tucker Wells?!-esclamò Cordelia stupita.-Quel cretino che ha cercato di rovinarci il ballo?-e la sua ex compagna di scuola annuì.-Con tutto rispetto per i morti ma il gene della stupidità era comune!-
    -Hai ragione ma adesso stava cercando di darci una mano con il Primo.-precisò.
    -Comunque è una cosa orrenda quella che è successa.-sospirò.-Vi facciamo un caffè mentre vi preparate per l’incantesimo?-si offrì.
    -Grazie.-sorrise posando la borsa con i libri sul divano.
    Lei e Fred andarono in cucina per mettere a bollire l’acqua poi tornarono nell’atrio, Groo e Gunn seguivano le indicazioni delle due streghe aiutandole a prepararsi.
    -Siamo sicuri che Angelus non sospetterà niente?-chiese Gunn preoccupato.
    -Credo che quando se ne renderà conto sarà troppo tardi.-gli rispose Willow.
    -E comunque c’è Buffy con lui a tenerlo d’occhio.-precisò Tara.
    -E dell’ampolla cosa ci dite?-chiese Will.
    -Lilah Morgan, quell’avvocato nostra nemica la tiene segregata nella cassaforte nel suo studio.-rispose Groo.
    -Sicure di riuscire a raggiungerla?-si preoccupò Cordelia.
    -Dovremmo farcela. Abbiamo potenziato l’incantesimo e Tara mi serve come ancora affinché io non abusi troppo dei poteri della magia nera, oltretutto l’abbiamo mischiato con la maledizione vera e propria quindi non dovrebbero esserci problemi.-spiegò.
    -Ho letto i testi della maledizione ed è un incantesimo potente, sia per chi lo pratica sia per chi lo riceve. In ogni modo dovremmo riuscire a raggiungere l’ampolla.-disse Tara.
    -La cosa che mi preoccupa saranno le conseguenze su Angel.-sospirò la strega rossa.
    -Lo penso anch’io. Questa volta per lui sarà dura.-concordò Cordelia.
    -Di sicuro si riprenderà, ho imparato che è un vampiro forte e ha passato anche di peggio.-cercò di consolarle Fred con un sorriso.
    -Già, specialmente dopo Connor siamo sicuri che saprà farcela.-concordò Gunn.
    Willow e Tara impallidirono e ripresero a concentrarsi sull’incantesimo. Mancava ancora qualche minuto a che fossero pronte e sperarono che nessuno avesse notato il loro cambiamento, ma tutti erano tranquilli così si rasserenarono e ripresero a lavorare.

    Buffy era seduta sul divano. Si fissava le mani giunte in grembo mentre Angelus guardava lei seduto sull’altro lato del divano.
    -Cosa sei venuta a fare qui oggi?-le chiese spezzando un silenzio che durava ormai da quasi un’ora.
    Lei rise amara. Poteva dirgli che era venuto a controllarlo mentre Willow e Tara, a Los Angeles, gli ridavano l’anima ma significava tradire le sue amiche.
    Poteva dirgli che era venuta ad assicurarsi che il padre di suo figlio potesse tornare ma voleva dire informarlo che Connor stava bene e che lei lo stava crescendo al posto suo. Ovviamente anche questa ipotesi era da scartare. E oltretutto quelle erano tutte bugie. Così scelse di dirgli la verità.
    -Volevo vederti.-rispose alzando lo sguardo su di lui.
    -Finalmente una verità in un mondo di bugie.-commentò ironico.
    Lei si alzò inquieta e si avvicinò alla finestra. Dalla tenda filtrava un triangolo di luce che si perdeva sul pavimento e lei lo fissò. Le bastava allungare appena la mano affinché la luce la illuminasse, poi si voltò a guardare Angelus.
    Lui era in ombra, come sempre. Come dal primo momento che l’aveva visto e la sua vita era cambiata. Cosa avrebbe fatto quando Angel fosse tornato? Si chiese.
    Si sciolse i capelli scuotendo la testa affinché ricadessero lisci e vaporosi lungo la schiena, poi si tolse il trench e lo adagiò sulla spalliera del divano. Lo guardò per qualche secondo prima di parlare e quando lo fece la sua voce fu poco più di un sussurro che comunque lui sentì, anche perchè con il suo udito sviluppato era impossibile che non accadesse.
    -Ti va di fare l’amore con me?-gli chiese e per la prima volta vide lo stupore apparire sul suo volto. Una cosa che non avrebbe dimenticato facilmente perchè Angelus non si stupiva mai.
    Lui si alzò lentamente e le si avvicinò fino ad esserle di fronte. Le mise un dito sotto al mento e le alzò il viso per incontrare il suo sguardo, poi si chinò lentamente su di lei.
    Quando Buffy pensava che stesse per baciarla vide che il suo sguardo era guardingo e soprattutto per niente convinto dalle sue parole e dal suo atteggiamento. Prima che potesse reagire lui l’aveva già presa per le spalle e sbattuta contro il muro. Era accaduto tutto così velocemente che lei non sentì nemmeno il dolore per la botta.
    -Con chi credi di avere a che fare, Buff?-le chiese stringendola forte.-Ho più di duecento anni più di te, non mi freghi. Cos’hai in mente?-
    -Era quello che volevi che io dicessi, no? Adesso che l’ho detto non ti fidi?-ricambiò.
    -Di te? Mai!-esclamò duro lasciandola andare e voltandole le spalle.
    -Però mi vuoi!-esclamò a sua volta massaggiandosi le spalle doloranti per la sua stretta.-Mi hai avuta e hai persino ucciso per avermi ancora ma se io mio offro di mia spontanea volontà la cosa non ti convince. Sei contorto!-quell’ultima cosa lo fece ridere di gusto.
    Ridendo si voltò a guardarla di nuovo.
    -Su questo non posso darti torto.-si calmò.-Adesso illuminami. Dimmi perchè ti sei finalmente convinta a darti a me senza alcuna costrizione.-
    -Forse ti voglio anch’io.-rispose tranquilla alzando le spalle.-Ma se per te non va bene dimmelo senza problemi.-lo sorpassò e prese il suo trench.-Perché se è così me ne vado a casa e farò finta di niente.-si diresse verso la porta.
    -Okay, va bene, fermati!-la bloccò arrendendosi.
    Lei sorrise ma lui non lo vide. Ce l’aveva in pugno.
    -D’altronde quando mi ricapita una tale occasione.-acconsentì facendola voltare verso di se e baciandola.
    Buffy gli passò le braccia intorno al collo lasciando cadere il suo trench sul pavimento ma nemmeno se ne accorse. Fu presa da un senso di deja vu quando lui le passò un braccio sotto le ginocchia e la prese in braccio per poi portarla nella sua camera da letto e adagiarla piano sul letto.
    Ma d’altronde quella stessa cosa era accaduta solo pochi giorni fa e adesso la cosa si ripeteva. Per un istante lei pensò ad Angel e alle spiegazioni che avrebbe dovuto dargli non appena tornato. Si sarebbe sentito deluso e tradito ma l’avrebbe perdonata, nell’attesa che lei gli rivelasse di Connor e a quel giorno si che l’avrebbe deluso e tradito sul serio e non anelava al suo perdono. Non poteva riceverlo.

    Willow e Tara si dichiararono pronte ad operare l’incantesimo. Tara aveva appena finito di disegnare in terra il cerchio dentro cui si sarebbe seduta Willow, lei sarebbe rimasta appena al di fuori riuscendo comunque ad aiutarla.
    Gli altri erano agitati ed impazienti, non sapevano quello che dovevano fare così si limitavano a fare niente in attesa degli eventi.
    Poi Willow mise davanti a sé il Globo di Thesula e gettò in terra alcuni sassolini. Cordelia ricordava bene questa parte.
    -Quod perditum est, invenietur.-esordì Tara.
    Willow fece un profondo respiro ed iniziò a recitare l’incantesimo.

    Angelus spogliò Buffy freneticamente, baciandola sulla bocca, sul collo, in mezzo ai seni. Si sentiva inebriato e impaziente, come se fosse stato ebbro ma con la consapevolezza di volerne ancora, di volerne sempre. Non vedeva l’ora di essere in lei, di sentirla urlare per il piacere che lui le avrebbe dato.
    Buffy gemeva sotto il tocco delle sue mani e delle sue labbra accarezzandogli i muscoli delle braccia, poi passandogli una mano tra i capelli e attendendo il momento in cui lui finalmente l’avesse posseduta ancora una volta.
    Quando finalmente furono entrambi nudi, lui la guidò sotto le lenzuola riprendendo da dove si era interrotto. Prolungò i preliminari fino a che le parve esasperata e solo a quel punto fu in lei, cominciando a muoversi dapprima lentamente e poi freneticamente, cercando sempre di portarla a picchi di piacere più alti. Niente esisteva al di fuori di quel momento.

    Lilah Morgan era nel suo ufficio insieme ad alcuni colleghi quando vide un fascio di lui provenire dalla cassaforte dietro la sua scrivania. Il quadro che vi era appeso davanti cadde rompendo la cornice e spaventata lei corse ad aprire rimanendo di sasso quando vide quello che succedeva al suo interno.
    L’ampolla con l’anima di Angel si agitava e il fascio di luce che rappresentava la sua anima vorticava freneticamente illuminandosi.
    -Stanno cercando di liberarla.-urlò ai suoi colleghi che capita la situazione si precipitarono fuori in cerca di aiuto.
    In fretta arrivarono alcuni maghi e stregoni che si misero all’opera per preservare l’ampolla mentre Lilah sperava che chiunque stesse cercando di ostacolarla fallisse miseramente.

    Willow era circondata da un potente vortice d’aria che impediva a chiunque di avvicinarsi. La corda che la teneva legata a Tara le forniva anche la sua energia indispensabile per portare avanti l’incantesimo.
    -C’è qualcosa che ci sta ostacolando.-urlò Tara aggrappandosi saldamente alla corda per trasmettere a Willow ancora più energia.
    -Cosa possiamo fare!-urlò a sua volta Cordelia per dare una mano.
    -Non avvicinatevi!-le consigliò.
    Willow intanto era ignara di quello che le accadeva intorno, posseduta com’era dalla potenza dell’incantesimo e dall’energia trasmessala da Tara.
    -Asa sa fie! Asa sa fie! Acum!-urlò più forte in una potente invocazione al rito dei morti viventi che lei aveva già praticato quando aveva solo diciassette anni.

    Gli stregoni e i maghi di Lilah, oltre a lei e a chiunque si trovava nel suo ufficio furono scaraventati contro le pareti dalla potenza prodotta dal frantumarsi dell’ampolla.
    La stanza si accese di una potentissima luce che li lasciò abbagliati e storditi per diversi secondi.
    Quando Lilah si sentì in grado aprì lentamente gli occhi tirandosi piano a sedere sul pavimento. Puntò subito lo sguardo sull’ampolla posta sulla sua scrivania e vi trovò quello che si aspettava: l’ampolla era rotta e l’anima non era più al suo interno.
    -L’hanno liberata.-mormorò sconfitta. Ancora una volta.

    Angelus e Buffy stavano facendo l’amore in modo disperato, come se il mondo fuori stesse finendo ma a loro non importava niente di niente.
    Ad un certo punto Angelus fu scosso come da una scossa elettrica ed i suoi occhi brillarono di una luce calda e potente. Nell’esatto secondo in cui Angel tornò alla realtà venne dentro la sua compagna.
    Buffy guardò i suoi occhi assumere una sfumatura che ben conosceva ed innescata dal suo orgasmo venne l’attimo dopo di lui, poi entrambi si fermarono sfiancati e anche un po’ confusi dagli eventi.
    La cacciatrice sapeva chi stava osservando. Angelus se n’era andato, ancora una volta. Anche se forse, ancora un volta, non per sempre.
    -Ciao.-gli mormorò accarezzandogli i capelli bagnati dal sudore.
    Angel la guardò, poi appoggiò la testa sul suo petto sospirando pesantemente. A quel punto scoppiò a piangere mentre Buffy continuava ad accarezzargli i capelli in un gesto consolatorio ma ben sapendo che niente avrebbe potuto consolarlo.

    Groo e gunn aiutarono Willow a stendersi sul divano, la giovane strega pareva sfiancata. Cordelia e Fred aiutavano Tara e bere un bicchiere d’acqua, anche la strega bionda pareva sfinita.
    Ad un certo punto l’incantesimo pareva aver raggiunto una potenza elevatissima che aveva aumentato a dismisura il vortice d’aria e che aveva illuminato la stanza di una luce bianca ed accecante. Poi tutto si era improvvisamente calmato lasciando le due streghe semi svenute sul pavimento e subito soccorse da tutti.
    -Credete sia andata bene?-chiese timidamente Fred.
    -Non lo so.-mormorò Cordelia scuotendo la testa.
    -Si, ha funzionato.-disse Willow tirandosi a sedere sostenuta da Gunn.-Ho sentito l’incantesimo passarmi attraverso quindi ha di sicuro funzionato. Forse è il caso che chiami Buffy per sapere come sta Angel.-
    -Ci penso io.-si offrì Cordelia e compose il numero di cellulare che Willow le dettò.-È spento.-la informò.
    -Allora possiamo solo aspettare che lei si faccia viva.-posò il telefono.
    -Oppure che chiami Angel.-precisò Gunn e tutti annuirono.
    -Ehi, ho sentito un di casino dalla mia camera!-
    Si voltarono tutti verso la voce di donna che proveniva dalle scale. La ragazza che aveva parlato stava scendendo lentamente stropicciandosi gli occhi come se si fosse appena svegliata.
    -E tu che ci fai qui?-esclamò Willow fissandola con gli occhi sgranati.
    -A loro serviva una mano…-si giustificò Faith con un’espressione imbarazzata con le si addiceva.
    -Io e Groo siamo andati a parlarle della situazione ke avevamo e lei…-Cordelia non osò continuare diventando rossa per l’imbarazzo.
    -Ha deciso di evadere dalla prigione.-finì Willow per loro due.
    -Più o meno è andata così.-Faith si torse le mani.
    -Sono stato io a rompere il vetro divisorio per farla scappare.-precisò Groo.-Non ce la potevamo cavare da soli senza qualcuno di forte ad aiutarci.-spiegò serio.
    -E adesso che farai?-chiese Willow alla cacciatrice bruna.
    -Angel tornerà a breve e credo che a Sunnydale ci sia più bisogno di me, ho saputo della lotta contro il Primo.-sospirò.
    -Prima di partire è il caso che io avvisi Buffy della novità.-si diresse verso la sua borsetta e afferrò il cellulare.
    -Ti conviene fare la valigie, saremo in viaggio prima di sera.-la esortò Tara con un sorriso.
    La cacciatrice bruna annuì e poi volò al piano di sopra.

    Buffy si infilò il maglione, era seduta sul bordo del letto già mezza rivestita. Quando si voltò vide che Angel le dava le spalle, stava davanti la finestra ed indossava un paio di pantaloni neri ed una camicia nera sbottonata.
    -Non ti conviene sbirciare fuori, è ancora pieno giorno.-lo informò alzandosi.
    Angel aveva pianto per tanto tempo poggiato sul suo petto come se fosse stato un’ancora di salvezza. Poi era crollato stremato e aveva dormito per circa un’ora. Lei non aveva avuto il coraggio di alzarsi ed era rimasta a guardarlo dormire sperando che la sua vicinanza gli fosse di conforto.
    -Potrebbe essere un’idea.-mormorò voltandosi a guardarla.
    -Il suicidio non è la soluzione ai tuoi problemi.-si avvicinò di qualche passo.
    -Ma forse non mi farebbe più patire le pene dell’inferno.-sospirò piano.
    -Angel non sei stato tu a fare tutte quelle cose.-cercò di convincerlo avvicinandosi e prendendolo per le spalle.
    Ma nemmeno lei era convinta di quelle parole perchè in fondo erano la stessa cosa.
    -Forse non la mia anima ma sono comunque state le mie mani ad uccidere, a torturare e massacrare. Io sono colpevole quanto Angelus del male che ho fatto. Non so come potrò vivere con dell’altro sangue sulla coscienza.-voltò lo sguardo per non incontrare il suo.
    -Anch’io ho le mie colpe.-disse lei lasciandolo.-Gli sono caduta tra le braccia praticamente appena l’ho visto.-
    -Non ti biasimo per questo, lui ti anelava da sempre.-cercò di consolarla.-So che ti aspetti drammi, liti e offese, anche se comunque ci sono rimasto male perchè lui mi farà ricordare la vostra notte per sempre solo per farmi sapere che ti ha avuto al posto mio, ma non lo farò. Non voglio dare corda alla sua crudeltà.-
    -E tu? Non mi volevi?-lo guardò comunque ferita dalle sue parole, perchè voleva che a lui importasse della sua notte con Angelus, che la ferisse per questo.
    -Forse più di lui ma lui è comunque me, quindi in fondo ti ho avuta anch’io.-ammise.-Sai, questo è forse l’unico momento in cui sono contento che Connor non sia più qui. Chissà cosa avrebbe pensato di me se avesse saputo tutto quello che ho fatto, tutte le persone che ho ucciso, come ho torturato Andrew…-gli si spezzò la voce.
    Buffy si sentì morire a quel riferimento. Perché Connor era il suo Nicky e per fortuna era ancora troppo piccolo per capire tutti quegli errori, ma forse un giorno avrebbe dovuto saperli.
    -Non dire così, Connor ti avrebbe amato in ogni caso.-abbozzò un sorriso sperando di non tradirsi.
    -Grazie, Buffy, per tutto quello che hai fatto. Appena tramonterà il sole credo che tornerò a Los Angeles.-
    -Fai bene, devi tornare in fretta alla tua vita. Aiutare qualcuno, forse, potrà lenire i tuoi sensi di colpa.-lo spronò.
    -Sai, hai acquisito un buon odore in questi anni.-sorrise lievemente anche lui.-Hai un odore dolce e delicato, quasi come quello di un bambino. Mi piace.-
    Lui l’aveva detto come complimento ma lei sbiancò nel sentirglielo dire. Era normale che stando a contatto con Nicky lei avesse il suo odore ma in quel momento tremò all’idea. E se Angel l’avesse riconosciuto cosa avrebbe dovuto fare?
    Se avesse capito del bambino non era sicura di potergli nascondere la verità e per lei sarebbe stata la fine, forse anche per Nicky.
    -Grazie.-si limitò a dire sperando che non le tremasse la voce.
    -Vai a casa adesso, sono stati giorni difficili anche per te. Io riposerò un po’ e poi mi metterò in viaggio.-la esortò.
    -Posso rimanere, non ho molto da fare.-alzò le spalle.
    In realtà aveva tantissimo da fare, per Nicky, ma non poteva dirglielo.
    -Non preoccuparti, starò benissimo, promesso.-la scortò nell’altra camera.
    -Va bene, allora, mi fido.-annuì prendendo il suo trench e la sua borsa.-Fammi sapere se hai bisogno.-si diresse verso la porta del giardino.
    -Lo farò.-promise.-Ah…Buffy?-la chiamò prima che andasse via.
    -Si?-si voltò.
    -È stato bello fare l’amore con te.-le sorrise.
    -Anche per me.-ammise lei e poi andò via.

    Quando tornò a casa, Nicky corse barcollando da lei e le si gettò tra le braccia contento che finalmente fosse tornata.
    Lei lo strinse forte al petto inspirando l’odore dei suoi capelli e della sua pelle, chissà se era quello l’odore che Angel aveva sentito su di lei, si chiese. Ma non volle rispondersi perchè era una fortuna che Angel non avesse capito appieno.

    Angel chiuse la zip del borsone dentro cui aveva riposto i suoi effetti personali. Fuori in giardino aveva appena bruciato gli strumenti di tortura di Angelus e anche i suoi vestiti.
    Bruciare gli arnesi con cui Angelus aveva torturato e ucciso non l’aveva fatto sentire meglio ma lo consolava sapere che nessuno avrebbe più potuto utilizzarli.
    Certo, faceva soffrire sapere anche che lui era andato a letto con Buffy ma il suo demone aveva solo realizzato una cosa che voleva anche lui. Si riscosse per evitare di pensare a lei, così bella e così cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista.
    Dopo che lei era andata via aveva chiamato Cordelia per dirle che l’incantesimo aveva funzionato e che quella stessa sera sarebbe tornato a Los Angeles. La sua segretaria era stata felice di risentirlo e di sapere che adesso stava bene.
    Fuori gli ultimi raggi di sole morivano nel tramonto. Lui uscì dalla camera, spense tutte le luci e si diresse fuori dove staccò il contatore della luce e dell’acqua, poi caricò il borsone in macchina e si allontanò dalla villa e anche da Sunnydale per cercare di tornare alla sua vita di sempre.

    Willow e Tara varcarono la soglia di casa Summers insieme a Faith che lasciò il suo borsone, il suo unico bagaglio, all’ingresso.
    La casa era praticamente deserta a parte Dawn e Xander che giocavano a Scarabeo in sala da pranzo ricordando Andrew che li faceva sempre diventare matti a quel gioco perchè si inventava le parole più disparate.
    Durante il tragitto Faith e Tara avevano stretto amicizia, alla cacciatrice andava a genio quella timida strega bionda e l’aveva persino detto a Willow.
    -Rieccoti a Sunnydale, quindi.-esordì Xander verso Faith alzandosi e andando loro incontro.
    -Beh l’apocalisse incombe e stavolta mi sa che sto dalla parte giusta.-sorrise dandogli una pacca sulla spalla.
    -Dove sono le cacciatrici?-chiese Will.
    -A caccia con Giles.-rispose Dawn.
    -Forse dovrei raggiungerle.-propose Faith.
    -Non così in fretta.-la bloccò Buffy sbucando dalla cucina con Nicky in braccio.-Credo che ci siano diverse cose di cui dobbiamo discutere prima che tu vada di nuovo in giro con un paletto in mano.-
    -Ehi ho imparato la lezione. Tu sei il capo e anche più forte, non ho intenzione di cercare di scavalcarti.-mise le mani avanti.
    -Bene, credo che riusciremo ad andare d’accordo stavolta.-annuì.-Volete che vi prepari qualcosa per cena?-
    -No, ci siamo fermati lungo la strada.-spiegò Tara.
    Faith parve improvvisamente notare la presenza del bambino. Lo fissò stralunata per qualche secondo mentre Buffy finiva di dargli il biberon della sera e il piccolo le sorrideva adorante chiamandola mamma.
    -Tu hai un figlio?-le chiese perplessa mentre gli altri intorno a loro tacevano improvvisamente in imbarazzo.
    -Si.-rispose Buffy.-Nicky ti presento la zia Faith.-si avvicinò alla sua collega mostrandogli il bambino.-Faith lui è Nicky, mio figlio. O meglio Connor, il figlio di Angel.-
    Faith strabuzzò gli occhi. Okay, c’era qualcosa che dovevano dirle, qualcosa che non le sarebbe piaciuto ma che iniziava ad intuire.
    -Mi sa che qui c’è un gran macello.-borbottò.



    Edited by SilviaLivre - 25/8/2010, 15:17
     
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  11. VtheSlayer
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    WOW WOW WOW davvero fantasticamente stupenda..... imageimageimageimageimage
    Non vedo l'ora di leggere il seguito di questa bellissima storia!!!!!! (non lo dico x metterti fretta, ma x farti capire quanto amo questa storia!!!!) :P :P :P :P Bravissima Cristal!!!! image image image
    Kiss kiss kiss
     
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  12. tmtmtm
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    Cristal complimenti...è un capolavoro questa storia.Aspetto il seguito con ansia il seguito ma soprattutto l'happy ending!!!
    baci tmtmtm
     
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    commento anche qua! =) Non vedo l ora di leggere il seguito,. è stuopendaaaa
     
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  14. -Vera93-
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    davvero bellisima questa storia, soprattutto l'ultimo capitolo semplicemente stupendo!!! :wub: :wub:
     
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  15. SilviaLivre
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    -È stato bello fare l’amore con te.-le sorrise.
    brava. è bellissima...
    mi manca la tua fanfic...
    posta presto.
    Anch'io non credo possibile che Angelus non abbia voluto rivedere Buffy nella serie reale...^^

    un bacio
     
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23 replies since 29/7/2009, 17:42   650 views
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